You were my crown, now I′m in exile

Mia&Cameron

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  1. Mia Freeman
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    Mia Freeman
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    parlato - pensato- ascoltato
    Sospettava che nessuna tra le persone che tenevano a lei le avrebbe dato ragione in quel momento, nessuno avrebbe supportato la sua scelta fino in fondo. Si era chiesta se fosse davvero il caso di fare un passo simile, si era anche domandata se Cameron avrebbe davvero colto quel ramoscello d'ulivo e avrebbe interpretato la sua presa di posto come un messaggio per lui e non come una semplice coincidenza. Si era fatta parecchie domande in merito a Cameron, al loro rapporto, dopotutto aveva passato tutta l'estate a riflettere, eppure ancora non aveva mai trovato alcune delle risposte che cercava. Aveva finito per chiedersi, molteplici volte, se davvero il loro rapporto fosse esistito e se non fosse stato invece frutto della sua immaginazione. A posteriori sospettava di essere stata pedante, una ragazzina innamorata che vedeva solo quello che voleva vedere, probabilmente un peso per qualcuno come Cameron che cercava ben di più di romanticherie e baci in una relazione. Se anche, col tempo, si era spinta oltre ed era convinta di aver fatto passi avanti, aveva sempre saputo di essere strana, difficile per certi versi, e sperare che uno come Cameron accettasse quel lato di lei per sempre ra da idioti.
    Lei al per sempre aveva giurato di non crederci mai, si era ripetuta mille volte che certe relazioni idilliache erano proprie solo delle fiabe, perchè allora era stato così facile illudersi che le cose tra lei e Cam sarebbero durate più del previsto?
    Si era data parecchie colpe, forse più di quelle che aveva affibbiato al ragazzo, che fosse giusto o meno si sentiva responsabile non tanto di come erano andate a rotoli le cose -quello ammetteva che non era stata una sua decisione- ma per averci sperato così tanto da rimanere scottata. Si era illusa che tutto funzionasse, che avessero trovato un equilibrio, ma doveva aver ignorato qualche segnale se erano finiti in quella situazione.
    Non sapeva nemmeno lei che reazione si aspettasse, forse era sicura che Cam avrebbe continuato con la sua vita, magari senza nemmeno notare quel cambiamento, lasciandola da sola con la sensazione di essere ancora più stupida di quanto credesse.
    Non aveva messo in conto che avrebbero potuto davvero parlare, non così in fretta, e quando captò un movimento famigliare al lato del suo campo visivo non poté fare a meno di voltarsi e osservare l'altro avvicinarsi.
    Corrucciò le sopracciglia alle sue parole, inclinando appena le testa. "E' andata male...cosa?" domandò, scoprendosi se non altro capace di dare voce ai suoi pensieri e meno imbrigliata di quanto avesse temuto. Pensava che sarebbe stato imbarazzante parlarsi di nuovo, ma scoprì che almeno al momento lo era di certo meno del previsto. Era strano, faceva male sapere quel che erano diventati, ma parlare con Cameron rimaneva naturale, semplice per certi versi.
    Annuì quando l'altro le chiese il permesso di sedersi e trovò solo difficile sostenere il suo sguardo per tutto il tempo in cui rimasero in silenzio, chiedendosi a che cosa stesse pensando. Proprio quando stava per aprire bocca e chiedere cosa gli passasse per la mente, l'altro la precedette mettendo a segno il suo colpo.
    Sospirò piano di fronte alle sue scuse, ne percepì il peso ma non riusciva ancora a fare una conversazione su quel tema. "Lo so. A me dispiace che questo non cambi le cose." ammise sincera. Lei al destino non riusciva a non crederci, ci aveva provato ma era arrivata alla conclusione che si trattava di qualcosa di piacevole, in qualche modo perverso, pensare che ci fosse un disegno più grande di cui loro erano parte. Schiuse le labbra quando le dita di Cameron le sfiorarono la guancia, incapace di spostarsi ma consapevole di quanto quel tocco fosse in grado di incendiarla. Non prese fuoco, miracolosamente, e sostenne il suo sguardo. "Lo siamo stati, almeno per un po'. Immagino che sia così che vadano le cose." rispose con qualche istante di ritardo, provando a non essere troppo fredda o arcigna, cogliendo negli occhi di Cameron la tempesta prima ancora di sentire il primo tuono.
    Conosceva la situazione famigliare di Cameron, non sapeva quante altre persone la conoscessero ora ma una parte di lei, inevitabilmente, si sentì importante all'idea che fosse comunque tornato da lei per una questione così delicata. Ascoltò attenta le sue parole, per poi soppesare il suo succo di zucca nel tentativo di trovare la risposta migliore.
    "Come ti senti al riguardo?" domandò alla fine, nel modo più delicato possibile.
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7 replies since 1/12/2022, 23:05   164 views
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