E
ra una bellissima giornata di sole, una di quelle che ti fanno pensare che l’autunno non sia ancora arrivato e che lentante non sia un lontano ricordo. Marlee aveva appena salutato il gemello, visto che avevano fatto uno dei loro picnic settimanali, e se ne stava a zonzo per i giardini, con il viso rivolto verso il sole autunnale che stranamente scaldava come quello d’agosto. Si fermò, posò la borsa con i libri a terra e si tolse il maglioncino dei Black Opal, rimanendo in camicia. Si fermò un attimo, come ponderando qualcosa, poi decise di tirarsi su anche le maniche di quest’ultima, sorridendo alla sensazione di aria fresca sulla pelle. Legò il maglioncino alla vita, si rimise la borsa in spalla e continuò la passeggiata, arrivando davanti una panchina in sole pieno e decidendo di sedersi. Mancava ancora un bel po’ alla fine della pausa pranzo, perciò non si preoccupò neanche di dare un’occhiata al cellulare. Si sedette, sistemò la borsa per terra accanto a lei e chiuse gli occhi, beandosi della pozza di luce. In un flash, le rivenne in mente una scena di qualche anno prima. New York, luglio inoltrato, un caldo da paura. Una passeggiata sulla quinta strada, un iced coffee nella mano destra e una busta con dei costumi nuovi nella sinistra. Accanto a lei Jessica, una ragazza che aveva conosciuto quasi per caso quando era bambina e che era diventata una delle sue più care amiche, visto che si vedevano ogni estate. Le legava un amicizia sincera, di quelle senza peli sulla lingua, di quelle che sapevi di poter contare sull’altra persona anche senza vederla. Si erano perse di vista qualche anno prima, quando Jess aveva compiuto sedici anni e non era più venuta a NYC per le vacanze. Nel momento del suo flash stavano facendo compere per poter passare il pomeriggio a prendere il sole nella tenuta di famiglia, senza preoccupazioni di sorta. Si ritrovò a sorridere, ripensando alla ragazza. James le aveva detto che l’aveva vista in accademia, poco prima, e questo le aveva fatto venire le stelline negli occhi tanta era la voglia di rivederla. Le aveva anche detto che Jess era diventata la perfetta dei Black Opal, e in un primo momento Marlee si era stranita. Come aveva fatto a non vederla? Poi si ricordò che aveva passato la sera dello smistamento in stato pietoso, con un mal di testa orribile e un mal di pancia tale che aveva praticamente passato la cena con la testa posata sul tavolo, ben lontana da tutta la calca, e invece di salire in sala comune se ne era andata in infermeria. Decise che se non l’avesse incontrata in giornata sarebbe decisamente andata a cercarla, s non altro per poterle raccontare tutti i gossip che aveva arretrati, e farsi raccontare che fine avesse fatto lei. Si mosse, mettendosi più comoda sulla panchina, e tenne gli occhi chiusi, assorbendo tutti i raggi solari possibili. Pochi minuti dopo, dei passi quasi la spaventarono, e si ritrovò ad aprirli nella direzione da cui provenivano. Sul viale di pietra c’era proprio Jessica, come attirata dai suoi pensieri. Senza pensarci un momento si alzò in piedi e le corse incontro, allargando le braccia e circondando la ragazza.
-Jess! Merlino, Jess come stai? Mi sei mancata tantissimo!