Bisogni primari

Louise&Aaron

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  1. Louise De Maris
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    LIBERTÀ
    Stato di autonomia essenzialmente sentito come diritto, e come tale garantito da una precisa volontà e coscienza.
    Erano passati circa tre giorni dal brutto “incidente” con Chivas e suo zio. Non poteva negare di sentirsi meglio, le pozioni facevano miracoli e questo lo sapeva sin da bambina, visto che aveva un padre guaritore, proprio come Aaron. E, in qualche modo, quest’ultimo le ricordava, a tratti, proprio suo padre. Ma non glielo avrebbe mai detto, perché aveva timore che il giovane pensasse che lo considerasse come un padre, ma non era così. Era più un fratello maggiore, uno che aveva sempre desiderato avere, per lo più da quando era stata rapita. Eppure, a volte, pensava che fosse stato meglio così non avere nessuno della famiglia che corresse a salvarla perché non avrebbe potuto pensare alla brutta fine che avrebbe fatto se si fosse fatto scoprire da Evrard Boyer.
    Comunque, aveva dormito per un bel po' di tempo, svegliandosi solo per i suoi pasti. Inoltre, non poteva fare molto, visto che era necessario che stesse ferma e immobile a letto. Almeno Athena le teneva compagnia e la riportava tra il mondo dei vivi quando gli incubi facevano capolino di notte e lei non sarebbe riuscita a svegliarsi da sola. Ed era grata ad Aaron che le avesse lasciato una lucina nella stanza, perché non avrebbe mai e poi mai potuto addormentarsi sapendo ci fosse quell’oscurità attorno a lei.
    Quando il medimago si affacciò alla porta della camera, Louise gli rivolse un sorriso e un gentile – Buongiorno -. Si sentiva più fresca e lucida quella mattina. Ma non potè fare a meno di pensare che il giovane avrebbe potuto innervosirsi per il gatto sul copriletto. Un po' contrita, domandò: - Sicuro che non ti da fastidio che Athena sia sul letto? Io non l’avrei fatta salire se… -. Si interruppe. Per quanto lui fosse il suo magipsicologo, Louise, a volte, non riusciva ad esternare tutto quello che sentiva dentro.



    18 ANNI
    AMETRIN
    SCHEDA PG
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    LOUISE DE MARIS
    Una donna è libera nel momento in cui desidera esserlo.
     
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    Aaron Barnes
    Medimago| 29 anni
    Ci stava seriamente pensando. Erano tre giorni che la teneva li e cercava seriamente di capire come farla uscire da quell'incubo. Era come se delle volte si sentisse così sopraffatto della cosa che non sapeva davvero dove sbattere la testa. Bastava semplicemente che lei ascappasse di casa, entrasse nella sua e che Boyer andasse a reclamarla. Aaron avrebbe fatto tutto il possibile per non farlo avvicinare più. Eppure voleva qualcosa di legale ed inappellabile in maniera tale da non essere più perseguitata e non solo quando era in casa Barnes, ma in generale. Era un casino e vederla male in un letto con gli incubi notturni era veramente assurdo. Comunque, alla fine si stava riprendendo, la ferita stava guarendo e lo zio non aveva chiamato eanche una volta dopo che lui gli aveva detto che ogni volta che la riduceva in quel modo a lui piaceva ancora di più. Si faceva schifo da solo anche solo per pronunciare quelle cose, anche solo al pensiero di quelle situazioni. Si morse il labbro ed alla fine sospirò. Stava studiando per un master, stava facendo colazione e di li a qualche ora doveva andare al san mungo. Iniziava il suo turno. Andò verso la sua camera e poi le sorrise appena sentendo quello che lei avesse da dire, Athena si stiracchiò appena strusciandosi sulle coperte e cominciand a fare le fusa alla sola presenza del suo padrone. Aaron si avvicinò e l'accarezzò. I gatti non si domano, Athena dorme dove vuole, da sempre ed il mio letto è anche il suo letto, oramai da lunghi anni, quindi non devi preoccuparti. La tranquillizzò prima di tornare a guardare la ragazzina e sedendosi ai piedi del letto dove Athena non fece altro che salire sulle sue ginocchia mentre si stiracchiava. Non l'avresti fatta salire se? Continua. Dimmi cosa succede Lu, se non parli con me non riesco ad aiutarti seriamente.Ammise poi stringendosi tra le spalle. Era qualcosa che nessuno riusciva a capire quella. Lui non voleva entrare nella sua testa, non voleva farlo davvero, ma se non parlava con lui, se nessuno si impegnava ad aiutarsi davvero, allora non ne sarebbe mai uscita, ne lei, ne nessuno dei suoi pazienti.

    RevelioGDR
     
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1 replies since 16/10/2022, 08:13   50 views
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