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.La vita metteva davanti ad una scelta tutti quei ragazzini che qualche anno prima erano arrivati ad Hidenstone credendo che quella fosse solo un'Accademia di eccellenze. Eppure, per non smentirsi, ogni anno la scuola aveva dimostrato a chiunque fosse entrato lì, che era molto di più.
Era un luogo dove imparare, dove allenarsi, ma anche dove fare i conti con la realtà e gli avvenimenti strani che accadevano in quella scuola.
I ragazzi che avevano superato i M.A.G.O., adesso sembravano più spaesati di quanto non lo fossero nel periodo in cui erano entrati. Era come se adesso dovessero ambientarsi in un'altra scuola, più specialistica di prima, ed era per questo che lei si era presa la briga di affiggere nelle bacheche delle casate, un avviso di disponibilità, per chi avesse voluto, per svolgere un orientamento sul percorso da scegliere, prima di fare un passo falso e sceglierne uno sbagliato che avrebbe portato alla poca voglia di proseguire e allo sforzo disumano nel seguire lezioni che erano troppo pesanti per se stessi.
Il passaggio dal biennio al triennio era fondamentale e per ognuno di loro doveva essere fatto senza troppi cambiamenti, senza essere un trauma e per evitare questo, andavano accompagnati nella scelta, se le idee erano confuse e quanto più offuscate dalla voglia di essere in classe con le proprie conoscenze strette.
Dopo quella pergamena affissa in bacheca, molteplici furono le richieste arrivate, quindi Eva si era dovuta districare tra le mille studentesse e i mille studenti che erano dietro la sua porta a chiedere consigli, a volte anche solo a chiedere se quello che avevano in mente fosse giusto per loro.
Tra queste, era spiccata all'attenzione della Ivanova, il nome di Giada McCarthy.
La dioptase si era sempre dimostrata una studentessa modello, con una perspicacia degna della Casa di appartenenza, ma che aveva ancora del potenziale da dimostrare non ancora sviluppato come si doveva.
Era il 16 Ottobre, un sabato pomeriggio tranquillo, quando aveva convocato la ragazzina dopo il pranzo, così da non occuparle l'intera serata libera, per poterla ricevere a colloquio.
Il punto di incontro era stato il suo ufficio, ormai diventato da due anni la Vicepresidenza della scuola, visto il suo ruolo ormai noto a tutti.
Era alla sua scrivania a correggere dei compiti e non faceva altro che attendere che la studentessa arrivasse. Indosso aveva un pantalone a palazzo bianco, con sopra un'attillata maglietta argentata che sembrava essere animata dal brillare di punti luce, ai piedi un decolleté del medesimo colore della maglia.Eva Ivanova"Pensa, credi, sogna e osa."Doc. Incantesimi, Resp. Diop"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.SPOILER (clicca per visualizzare)La scelta di Giada per il momento ricade su Magisprudenza e Commercio.
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.Quando sentì bussare alla porta, Eva ripose la sua penna ad inchiostro nero nel suo alloggio, quindi spostò le pergamene dei compiti di lato e prese la cartella della studentessa che stava attendendo.
Il passaggio tra il secondo e il terzo anno era sempre complesso, lei adesso aveva una responsabilità importante. Guidare quei ragazzi era un compito arduo, ma aiutarli a scegliere la loro specilizzazione lo era molto di più e questo per lei significava molto.
Essere il mentore di uno studente o di una studentessa voleva dire aver fatto bene il proprio lavoro e si sentiva orgogliosa quando questo accadeva, tanto da riuscire a vedere nei loro occhi tutto quello che avevano imparato e anche la crescita che avevano avuto.
Non si parlava di crescita fisica, ma di crescita morale e di animo, cosa che era molto difficile raggiungere.
Sentì la voce di Giada e di rimandò mosse la bacchetta ad aprire la porta, lasciando uno spiraglio dal quale fuoriuscì il suo gentile e melodioso tono ad accogliere la ragazzina «Entra pure cara, ti aspetto.» - lasciò quindi che la ragazzina si facesse avanti, ambientandosi nel suo ufficio e facendole segno di accomodarsi su una delle poltrone davanti la sua scrivania.
Le sorrise dolcemente, quasi come una madre farebbe con la propria figlia, quindi si spostò leggermente con la sua poltrona, così da non avere niente davanti a sé che intralciasse la visuale sulla studentessa.
«Come stai, cara? Come va questo secondo anno in Accademia?» - sapeva perfettamente i suoi voti, guardava le cartelle degli studenti almeno una volta al mese e questa volta, in occasione di quel colloquio, aveva visto fino all'ultimo voto ricevuto dalla ragazza; tuttavia voleva sapere oltre i suoi voti, voleva conoscere il suo stato d'animo e cosa pensasse davvero di quello che stava vivendo e se c'erano preoccupazioni di questo grande passo che l'avrebbe portata a scegliere un percorso di specializzazione alla fine dell'anno scolastico.Eva Ivanova"Pensa, credi, sogna e osa."Doc. Incantesimi, Resp. Diop"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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