Non voglio essere curato da lui!

Adrien&Regina&Aaron

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  1. Adrien Beauvais
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    CRETINO
    Stupido, imbecille.

    [Corridoi di Hidestone - continua da qui]


    Si sentiva una merda: ricevere calci e pugni nei denti non era proprio il massimo, soprattutto se l’altra parte del volto batteva, ogni singola volta che riceveva un colpo, sul duro pavimento sotto di lui. Non era stato in grado di difendersi, ovviamente, da quel coglione di Barnes: non ne aveva le capacità, lui era sicuramente più allenato di lui. Inoltre, era un maestro di boxe e Adrien non poteva proprio competerci.
    Hai assaggiato la tua stessa medicina!” gli urlava una parte della sua coscienza. Dopotutto, aveva iniziato lui quel giro, no? Se l’era presa con Hargraves, per una vendetta che avrebbe potuto essere assolta in altro modo. Non si pentiva, tuttavia, di aver tirato quel cazzotto a Blake, visto che era stato proprio lui ad attaccarlo per primo. Adrien gli aveva urlato di andare via perché non era in sé e quel cazzo di cretino non aveva voluto capirlo. Si metteva sempre in mezzo a tutto, era un pallone così gonfiato che pensava che tutti ce l’avessero con lui. Ma vaffanculo! Cioè davvero gli aveva detto che era lui che doveva andarsene perché quella era la sua scuola?! Cosa cazzo aveva sentito?! La sua scuola?! Non ci poteva credere… lui non era padrone di nulla là dentro, nonostante tutte le moine che avrebbe potuto tirare ai professori e al resto degli alunni di Hidestone. Era vero, però, che non sapeva nulla della vita scolastica di quel Black Opal, né dei guai in cui si era veramente cacciato. Sì, giravano delle voci sul suo conto, ma Adrien le aveva sempre disdegnate, perché lui non credeva affatto ai pettegolezzi.
    E GLI AVEVA DATO DELLA FEMMINUCCIA? Non andava affatto bene… se solo avesse avuto la forza di rialzarsi… se solo non fosse stato così morto a terra… il suo volto era un pastrocchio di sangue, un misto tra il suo, che era la maggior parte, e quello del suo carnefice. Il suo labbro e la parte del viso a contatto con il pavimento si stavano gonfiando, mentre cominciavano a spuntare i segni dei primi lividi, che era sicuro sarebbero comparsi anche sulla pelle della sua pancia, che continuava a stringere tra le braccia per i dolore. Aveva intravisto che il ragazzo aveva raccolto un cellulare, ma era così confuso e distrutto che non l’aveva riconosciuto come il suo. Non riusciva ad alzarsi da terra. Gli faceva male tutto e ciò era testimoniato dai mugolii di dolore che lasciavano le sue labbra. Voleva piangere e ridere istericamente allo stesso tempo. Quando cazzo si era ridotto in quello stato?



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    ADRIEN BEAUVAIS
    I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedirgli di nuocere.
     
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    "Aiuto." seguito da una posizione. Regina andò nel panico più assoluto. Adrien non era uno che chiedeva aiuto, quindi quando le arrivò quel messaggio due erano le cose: o gli avevano rubato il telefono, oppure era veramente, ma veramente in pericolo. Era in biblioteca, non chiuse neanche i suoi libri si alzò e cominciò a correre all'impazzata verso quel punto in cui Adrien le aveva detto e quando arrivò per il corridoio e lo vide a terra in quello stato sentì un male allo stomaco come se il pungo, in realtà lo avesse ricevuto lei. Prese la bacchetta e non fece altro che lanciare ferula a destra e a manca, ma aveva bisogno di un medico. Si inginocchiò su di lui, gli accarezzò i capelli. Adesso ci sono io, non devi preoccuparti. Aveva una voce tremante dalla paura e dal panico. Era il suo gemello e se qualcuno gli avesse fatto qualcosa, allora era anche suo nemico. Se mai avesse scoperto che Blake era stato l'artefice di tutto quello, il suo cuore si sarebbe completamente spaccato a metà. Ma questa è un'altra role. Si morse il labbro, posò la sua mano sul braccio del fratello e si smaterializzò al San Mungo. Non sapeva se aveva fatto bene o male, ma aveva bisogno di cure immediate e quello era sicuro. Wendy, l'infermiera della reception, appena vide Regina con un peso morto addosso, si allarmò e l'andò immediatamente ad aiutare e soccorrere, poi sorrise alla ragazza che tremava per tranquillizzarla e poi, senza pensarci due volte chiamò il medico di turno. Quando vide Aaron Barnes arrivare, sorrise appena, cavolo se erano tutti quanti belli in famiglia. Dimmi che è successo.La voce fredda di Aaron arrivò alle orecchie di una Regina completamente in stato confusionale, ma non abbastanza da non saper rispondere. Non lo so! Mi ha scritto un messaggio dicendomi che aveva bisogno d'aiuto e quando sono arrivata lui era agonizzante sul pavimento. Non lo so chi è stato il mostro a fargli questo ma mio fratello non ha fatto niente! Certo che Regina non aiutava, per lei suo fratello non faceva mai niente! Non preoccuparti, vieni con noi, così potrai stare con tuo fratello. Si rimetterà presto, Adrien è forte! Aaron lo aveva riconosciuto, esattamente come aveva riconosciuto Regina, e la cosa assurda era anche che c'era solamente una persona che riusciva a ridurre la gente in quel modo ad Hidenstone, ma non voleva pensarci. Non era possibile. Blake era cambiato.
    Regina Beauvais

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    citcitcit
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    Regina Beauvais - 17 anni
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  3. Adrien Beauvais
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    CRETINO
    Stupido, imbecille.
    Seppur fosse confuso e gli sembrasse di avere la nebbia in testa al posto di un cervello perfettamente funzionante, udì distintamente dei passi che si avvicinavano a lui, sempre più forti. Erano veloci, quasi che qualcuno fosse in pensiero per qualcosa o fosse in ritardo per un incontro. Certo era che voleva che finissero quei tacchettii, perché ogni tonfo corrispondeva ad una fitta violenta di mal di testa. Poi, la voce di sua sorella raggiunse le sue orecchie mentre cantava diversi Ferula sulle sue ferite. “Perché lei è qui? …come mi ha trovato?” si domandò, ma non riuscì a trovare alcuna spiegazione logica. Era anche e davvero troppo stremato per provare anche solo a pensare, figuriamoci, poi, a parlare. Sentì le sue mani tra i propri capelli, accarezzargli la chioma con una grande delicatezza e premura. Quanto era felice che lei fosse lì… voleva scoppiare a piangere, ed era sicuro che avrebbe singhiozzato, ma, ad ogni respiro, una fitta di dolore si irradiava ad un punto del suo costato. Che ci fosse una costola incrinata o rotta? O era dovuto alla botta presa da quel calcio?
    - …Reg-… - provò a dire il suo nome, ma il suo corpo fu sconquassato dalla tosse. Gli facevano male le labbra e il volto in una maniera incredibile. Le voleva dire che sarebbe andato tutto bene, di non preoccuparsi, perché lui si sarebbe ripreso presto, ma non ci riuscì affatto. Quando lei lo caricò su di sé, tentò in tutti i modi di aiutarla con sé stesso, ma era privo di forze, perciò i suoi tentativi furono vani.
    Sentì la presa sul suo stomaco della smaterializzazione e i suoi occhi riconobbero subito il San Mungo. Non si oppose alla decisione della sorella, seppur gli ospedali, in qualche modo, gli facessero un certo ribrezzo. Anzi… paura. Per quando cercasse di fare il forte, in realtà, Adrien aveva paura, acuita dalla nebbia che gli aveva invaso la ragione. Era cosciente, tuttavia, della necessità di cure di cui aveva bisogno. Si fece portare da braccia sconosciute, a cui Regina l’aveva consegnato, fino ad una stanzetta bianca. “Ma cosa c’hanno per il bianco?! Perché gli ospedali sono così maledettamente bianchi? O blu?! Sembra già che io sia morto…” pensò. "Se si sveglia un vecchio, gli viene un infarto!".
    Seguì l’ordine di stendersi sul lettino, visto che non riusciva affatto a stare seduto: star steso lo aiutava a diminuire la percezione del dolore. Si aspettava di tutto. Si aspettava tutti i medici del mondo, ma quando vide lui… - NO. NO. NON VOGLIO ESSERE CURATO DA TE! – urlò a pieni polmoni e tentò di alzarsi, quasi cadendo nel frattempo.
    - Voglio un altro guaritore. Tutti, ma NON LUI. È un mio diritto! -




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    ADRIEN BEAUVAIS
    I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedirgli di nuocere.
     
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    Che denota ambizione, intraprendenza o, anche, eccessiva presunzione.
    Odiava quando i ragazzini non facevano altro che picchiarsi, odiava il fatto che alla fine dei conti lui doveva sempre mettere pezze a qualsiasi cosa loro facevano. Ultimamente non sopportava tantissimo gli adolescenti, erano anni che ne faceva veramente indigestione e gli servivano delle ferie. Davvero cominciava a pensare che tutto quello era assurdo e che non era possibile che ogni due per tre arrivasse qualcuno completamente tumefatto, ma quando arrivò Adrien, insieme a Regina, ad Aaron prese seriamente un colpo al cuore. No, non poteva essere che Blake avesse ripreso a fare a botte. Non era concepibile che quell'incubo potesse tornare a fare capolino. Potevano succedere tantissime cose ma non quello e non in quel momento di sua poca pazienza. Sospirò sentendo Adrien urlare che non voleva essere curato da lui. Smettila di urlare, stai perdendo sangue da per tutto! Disse preoccupato prendendo la bacchetta. Epismendo! Disse verso il suo labbro completamente andato. C'erano solamente due cose che potevano succedere in quel momento: o lui diceva la verità, oppure Aaron si sarebbe preso la verità e basta. Se non vuoi me, me ne andrò,ma smettila di urlare. Non te lo puoi permettere in queste condizioni! Aggiunse poi tenendolo per il braccio. Si voleva alzare e voleva andare via? Adesso era stufo di giocare al dottore buono. Sorrise a Regina. Ho sentito parlare tantissimo di te, sei una ragazza molto intelligente e chi dice che sei bella non ti rende giustizia. Io sono il Dottor Barnes, visiterò tuo fratello, ma ti chiedo di uscire, per favore. Aggiunse seriamente ma comunque sorridente e cordiale verso la ragazza che non fece altro che annuire ed arrossire leggermente. Grazie, veramente. Adrien, per favore, è il medico più giovane ed in gamba che ha il San Mungo, se non vuoi fidarti di lui, allora fidati di me! Gli disse sentendo il dolore fisico del fratello. Gli diede un bacio sulla fronte e poi uscì dalla stanza. Sperava davvero che stesse bene e che si facesse curare. Era importante, sia per lui, ma soprattutto per lei. Una volta che la moretta fu uscita dalla stanza Aaron sospirò. Chi è stato? Era andato dritto al sodo. Adrien era completamente una persona diversa rispetto a quella che era entrato qualche tempo fa nel suo studio. Era incredibile di come in quel momento non volesse neanche essere toccato, fosse arrabbiato ed era palese che ce l'avesse con lui, quando l'altra volta era ironico, spiritoso, come se stare con lui era un passatempo, giusto per dire che l'aveva fatto. Era ovvio che ci fosse qualcosa che non andava e la cosa più assurda era che Aaron aveva anche un sospetto di tutto quel fare restio nei suoi confronti, specialmente in quel momento! Attese, andando a prendere del disinfettante magico e potente.
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  5. Adrien Beauvais
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    CRETINO
    Stupido, imbecille.
    Per una volta, Adrien aveva davvero timore. Non che non ne avesse mai avuto in vita sua, ma in quell’occasione era totalmente diverso: non voleva che fosse Aaron Barnes a curarlo, sia perché era il fratello di Blake e lui, in quell’istante, era troppo incazzato con tutta la generazione Barnes, sia perché aveva paura che lui avrebbe chiamato lì il fratello e ciò avrebbe comportato un ribassamento della reputazione di Adrien. Odiava fortemente che gli altri, soprattutto chi fosse più forte di lui, pensassero che fosse un piagnucolone, un debole, una femminuccia senza spina dorsale e una spia. Non voleva affatto confermare le parole che il suo compagno di casata gli aveva sputato contro. Perché sarebbe stato quello che Blake avrebbe pensato di lui, no? L’unica cosa che gli aveva insegnato la strada, a cui si era affidato per la droga e le canne, era non piangere, perché i veri uomini non lo fanno e ciò gli era entrato così nel cervello che Adrien pensava che farsi vedere in quelle condizioni da chiunque fosse da debole.
    L’unico strumento di difesa erano le urla: non avrebbe smesso di farlo. Urlare gli consentiva di farsi vedere più forte di quanto davvero si sentisse, perché l’unica cosa che provava il suo cuore era vuoto totale e distruzione in macerie di sé stesso. E, poi, gli avrebbe consentito di sfogare tutta quella rabbia che aveva dentro.
    Quando il medimago gli prese il braccio, costringendolo a rimanere giù, l’opale, nonostante i dolori lancinanti, tentò di divincolarsi dalla sua presa con uno scatto mentre gridava: - LASCIAMI. -
    Non fu proprio una mossa saggia, perché una fitta lancinante gli trafisse la zona dell’addome e Adrien gettò un urlo incrinato dalle lacrime che a tutti i costi tentò di trattenere, seppur qualcuna gli scappò dagli occhi, mentre stringeva tra le braccia, piegato in due, quell’altra parte martoriata.
    Non appena Regina lasciò la stanza, il ragazzino fu più che felice. Non voleva che lo vedesse in quelle condizioni…
    Si rannicchiò sul lettino, di lato, ma, soprattutto, di spalle ad Aaron. Non voleva che lo guardasse, che osservasse la parte fragile di un appena diciottenne che curava le sue apparenze in tutto e per tutto. Non rispose subito a quel “Chi è stato?”: si limitò a tacere. Non glielo avrebbe detto, mai.




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    ADRIEN BEAUVAIS
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    Aaron era un medimago, ma prima di essere un medimago era una persona empatica. Aveva conosciuto da poc Adrien ma sapeva che soffriva parecchio ed aveva capito che sentirsi inutile e soprattutto debole lo faceva stare male. Il fatto stesso che non voleva farsi toccare da lui era qualcosa che gli faceva male ma che capiva benissimo. C'era qualcos'altro,però, oltre a quello. Quando l'aveva visto aveva avuto terrore di qualcosa e sicuramente non di lui. Aaron poteva incudere moltissime cose, ma non terrore. Poteva ispirarti su tantissime cose, ma non poteva far paura a qualcuno per davvero. Si morse appena il labbro e poi lo lasciò stare. Doveva calmarsi un attimo doveva un secondo capire che lui non era un pericolo. E poi c'era solamente lui in quel momento e per quanto avrebbe davvero voluto assecondare ogni sua richiesta, in quel momento, non poteva farlo. Regina si mise furi la porta ed Aaron la chiuse facendole una sguardo rassicuratore. Erano gemelli, lei sentiva esattamente quello che stava sentendo Adrien, la vedeva nervosa, dolorante, come se sapesse qualcosa che non poteva dire, che non poteva sentire pienamente. Poi dopo un attimo di silenzio, dopo averlo visto mettersi accovacciato di spalle a lui, Aaron prese una pozione, degli unguenti e decise di posarli sul di un tavolino li vicino che era stato messo li appositamente per quello. Adrien. Ok, se non vuoi dirmi chi è stato va bene. Ma io sono coperto dal segreto professionale. Qualsiasi cosa dici a me quando ho un camice addosso non potrei dirlo a nessuno. Potresti denunciarmi se solo avessi un sospetto ed io non eserciterei mai più la professione.Quindi se non vuoi fidarti di me come persona, almeno fidati di me come medico e lascia che io faccia il mio lavoro. Starò in silenzio. Rispose semplicemente. Ma comunque aveva preso una decione, nonostante avrebbe aspettato comunque la sua.
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  7. Adrien Beauvais
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    CRETINO
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    Adrien era in un forse troppo grande casino. Si sentiva minacciato, in pericolo, per diversi motivi: il primo riguardava la questione per cui aveva paura di dirgli che fosse stato il fratello a ridurlo in quel modo, non tanto perché provava empatia nei confronti di Aaron, quando perché aveva paura che non gli credesse e che pensasse lo stesse facendo solo per metterlo nei guai. E poi, lui non avrebbe mai fatto la spia, costasse quel che costasse. Non sarebbe diventato un infido verme, non si sarebbe scavato la fossa da solo per essere ripudiato da tutti. No… lui era un duro, ma anche un cretino, perché era stato il primo ad alzare le mani tra i due. E a proposito di esser forti, il secondo motivo riguardava proprio quello che non stava dimostrando: gli occhi e la gola gli bruciavano forte, voleva piangere, ma strinse gli occhi più che poté, concentrandosi sul suo respiro, per non farlo. Si sentiva terribilmente a pezzi, ma era stanco di esser visto vulnerabile e non essere capito. Era stanco di cercare aiuto e essere lasciato a marcire in un angolo. Ma non voleva nemmeno essere guardato con pietà. Non era uno che aveva bisogno di pietà e compassione lui… e se avesse visto tali emozioni sulla faccia del medimago gliel’avrebbe spaccata, anche se poi avesse dovuto denunciarlo alle autorità.
    Inspirò. Espirò. Dentro. Fuori. Ma sembrava così maledettamente difficile… più volte, la sua concentrazione fu disturbata dai rumori che Aaron compì nel muoversi, nel poggiare qualcosa, anzi più cose, sul comodino affianco al lettino.
    Avrebbe voluto urlargli che non era il segreto professionale il problema. “SEI TU E QUEL FOTTUTO COGLIONE DI TUO FRATELLO!” pensò, urlando nella sua mente, pieno di rabbia.
    Le sue spalle erano tese sul lettino e la felpa che indossava non nascondeva affatto quel dettaglio. Non rispose ad Aaron, anche quando lui pretese, in qualche modo, una risposta dal ragazzino. No… non gli avrebbe rivolto la parola, perché non sapeva se, altrimenti, avrebbe sbroccato in malo modo o avrebbe pianto in malo modo. E non voleva nessuno dei due. Continuò a dargli le spalle e lasciò che calasse solo un mesto silenzio. La rabbia del guaritore sarebbe stata meglio di tutta quella gentilezza, anche perché lui non se la meritava.






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    E più lui lo rifiutava, più continuava a fare il dur più Aaron non avrebbe mollato. Si era fidato di lui una come Alyce Coffey, una che stava veramente fuori di testa, adesso davvero Adrien lo avrebbe mollato? No, non lo avrebbe mai fatto anche perchè avrebbe riconosciuto quei segni tra milioni. Se Adrien non voleva parlare, allora lui avrebbe preso le sue precauzioni, avrebbe fatto in modo e maniera che quel ragazzo si fidasse di lui. Aaron era nato in un ospedale, sua madre era un'artista ed era anche una primaria di un ospedale di rilievo, un ospedale che ancora continuava ad essere di spicco in tutto il mondo. Era privato, americano ed era qualcosa di incredibilmente all'avanguardia, sapeva cosa faceva e lui, da quando era piccolo aveva sempre cercato di diventare come Helena. Era dentro quell'ospedale, lavorava più degli altri perchè la passione e la memoria di sua madre erano più importanti di qualsiasi palazzo e Hotel di lusso che gli davano il triplo dei soldi e della fama. Sospirò sentendo i suoi rispiri per calmarsi da solo, scosse il capo. Adrien. E se mi facessi vedere? Chiese seriamente. Puoi dire che ti ho costretto e sono entrato con la forza nella tua mente. Puoi dire quello che vuoi, ma sappi che da qui non esci fin quando non sarai completamente guarito. Riconosco il tirapugli di Blake. Riconosco il suo modo di combattere e di essere. Regina aveva detto che lo aveva trovato per terra, in una pozza di sangue, e che qualcuno le aveva mandato un messaggio per avvisarla e portarlo in ospedale. Conosceva il minore come le sue tasche, era carta conosciuta per lui ed Aaron non aveva bisogno di conferme da Adrien per sapere chi fosse il colpevole, voleva solamente che si liberasse. Io non sono Blake, ed in questo momento sei tu la mia priorità e non lui. Se pensi che andrò da lui a metterlo in punizione per quello che ti ha fatto, facendogli capire che tu mi hai detto qualcosa, allora sei fuori strada. Sono qui per curare le tue ferite. Ecco, si era messo a nudo. Conosceva Blake più di se stesso, senza contare che aveva una palla nel suo armadio che gli faceva vedere qualsiasi movimento dell'opale in qualsiasi momento, anche quando andava in bagno. Fidati di me. Disse seriamente. Era un casino. Un vero e proprio casino.
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  9. Adrien Beauvais
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    CRETINO
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    Lui? Cosa doveva fare?! Voleva vedere cosa fosse successo per capire chi fosse stato?! Nooooo, assolutamente no. Non avrebbe visto nulla, non avrebbe rovistato nella sua mente o quel che fosse. Non avrebbe mai potuto lasciargli vedere così tanti segreti, perché chi poteva dire che sarebbe entrato e avrebbe visto altro rispetto a quel che Adrien stava dando consenso? E, comunque, non glielo avrebbe dato nemmeno se lo avesse pagato. No, assolutamente. E, nessuno avrebbe creduto che Aaron Barnes si fosse intromesso nei suoi ricordi con la forza. Era troppo stimato perché la parola di un ragazzino valesse contro quella del medimago.
    E poi ci fu quel nome. Si ritrovò a serrare ancor di più gli occhi e a stringere i denti. Come cazzo poteva farglielo capire che non gli avrebbe fatto vedere niente?! Anche se aveva capito che fosse stato suo fratello, non. avrebbe. offerto. prove. Era di una fottuta testardaggine quel Barnes! Non ci voleva mica l’arte di scrivere per capire il suo pensiero, anche se non l’aveva davvero espresso ad alta voce. Ma era palese, no?
    Si alzò di scatto, infervorato di nuovo, stringendo i denti quando tutto gli fece male. Si lasciò seduto sul lettino e guardò in malo modo l’uomo. No, come poteva fidarsi del fratello di colui che l’aveva lasciato in una pozza di sangue sul pavimento?
    - E chi cazzo te lo dice che è stato lui, eh?! Non fare supposizioni. Potresti conoscere bene tuo fratello, ma non è l’unico a girare con i tirapugni nella scuola. E non è l’unico che utilizza certi “modi” di combattere, come li chiami tu, quindi fammi il favore di lasciare il tuo naso fuori dai miei affari. -
    Poi, si zittì e scrutò le pozioni mediche sul suo comodino. Aveva bisogno di cure, lo sapeva. Come sapeva che nessun medico gli avrebbe dato il cambio, vista l’alta affluenza di pazienti in quell’importante ospedale magico. Virò il suo sguardo duro su Aaron Barnes e disse: - Lascerò che mi curi SE, e solo se, mi dirai tutto quello che mi metterai addosso e tutti i movimenti che farai. -
    Un buon compromesso, non è vero?




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    Sbuffò. Era un cocciuto assurdo. Possibile che non si redeva conto che se faceva tutti quegli scatti finiva di rompersi le costole? E una costola rotta poteva perforargli un polmone e se non la smetteva poteva prendercele anche dal Barnes più grande? Sospirò quando lui continuò a negare l'evidenza. Blake ha un pirapugni forgiato da Phillip Garlic solamente per lui. Un folle che ha insegnato ad un altro folle non solo a combattere meglio ma con armi più potenti. Ha una lama d'acciaio che tu neanche puoi immaginare, se ti tocca in certi punti ti rompe le ossa anche solo con il pensiero. Inoltre Regina è entrata con un messaggio in mano, chiariamente scritto da mio fratello, perchè non ha usato abreviazioni, è stato coinciso e ti ha aiutato. Perchè Blake è l'unica persona in quella scuola ad essere contraddittoria fino allo sfinimento e a riuscire ad ammazzarti di botte ed a volerti aiutare in contemporanea. E no, nessuno di voi avrebbe fatto quello che ha fatto Blake. Nessuno di voi avrebbe preso un telefono ed avrebbe chiesto aiuto per la stessa persona che ha massacrato.Non coprire Blake, perchè non gli serve nessuna copertura, almeno non con me. Conosco Blake da quando è nato. Non è il suo modo di combattere ad essere unico, oddio anche quello, è molto più preparato di voi sotto ogni punto di vista, ma il suo modo di sfidare la permanenza in quella scuola che mi ha fatto capire che era stato lui. Voleva sapere perchè sapeva perchè era Blake. Ecco glielo aveva detto. Il tirapugni di Blake non era un tirapugni, ma un vero e proprio guanto. Guanto che se trasfigurato - e Blake era bravo a farlo - avrebbe fatto male anche ad un assassino provetto. Poi decise che in qualsiasi caso non era quello il momento e quando avrebbe visto Blake lo avrebbe ucciso lui. Ma come gli veniva in mente? Era impazzito? Poi la proposta di Adrien fu un fulmine a ciel sereno. Ok, si era convinto. Assolutamente. Qualsiasi cosa pur di curarti. Aggiunse seriamente facendogli segno di stendersi di nuovo. Aaron ogni boccetta che prendeva ne descriveva il contenuto e l'effetto, come se gli stesse facendo una lezione. Alla fine Adrien avrebbe compreso che di Aaron ci si poteva fidare. Dovresti rimanere qui, in osservazione per la notte. Gli disse seriamente, mentre gli spadenva un olio che avrebbe rilassato tutti i suoi muscoli e soprattutto dato un sollievo imminente ad ogni parte del suo corpo. Con un colpo di bacchetta gli aggiustò tutte le ossa ma poi gli mise anche una fascia e un collarino. é vero che la magia fa miracoli ma puoi avere qualche ricaduta. Devi stare fermo e soprattutto non devi sforzarti, fare a botte meno che mai e non puoi fare sport, quidditch neanche lontanamente. Aggiunse seriamente. Devi dormire e rimanere qui dentro. Aggiunse poi perentorio.
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  11. Adrien Beauvais
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    Odiava il fatto che Aaron Barnes si stesse rivelando così intuitivo e perspicace… non voleva che lo venisse a scoprire, punto. Non voleva che sapesse con certezza che fosse stato Blake a picchiarlo in quel modo, perché avrebbe fatto trasparire la propria vulnerabilità, fragilità e debolezza. E, inoltre, non voleva far la spia. Quindi, se avesse pensato di fargli vuotare il sacco con quelle parole si sarebbe sbagliato di grosso. Si… si sarebbe fatto curare dal medimago perché, lo sentiva sulla pelle, ne aveva decisamente bisogno, visto che ogni movimento gli provocava fitte assurde in quasi ogni parte del corpo. Perciò avrebbe fatto quello che voleva, a patto che lui gli avesse raccontato dettagliatamente ogni mossa in anticipo. Non si poteva mai essere troppo prudenti e, dopotutto, chi conosceva il Barnes più grande così bene da sapere con certezza che ci si poteva fidare di lui? Di certo, non era Adrien Beauvais.
    Aaron avrebbe potuto avvelenarlo con qualche sostanza. Era lecito pensare a un fratello maggiore che tentava di nascondere le cazzate del minore. Almeno Adrien l’avrebbe fatto per James o Marlee e Regina.
    Dopo essersi alzato dal lettino, zoppicante e con una smorfia di dolore dipinta sul volto, si avvicinò al guaritore, fissando il proprio sguardo duro nei suoi occhi di ghiaccio.
    - Senti. -
    Okay, sì, era parecchio ineducato. “Ma al diavolo l’educazione!”.
    - Non so chi cazzo vi credete di essere voi Barnes, ma avete rotto le palle. Non siete al centro del mondo e questo – indicò sé stesso e i danni che gli erano stati arrecati – non vuol dire che sia stato fatto da tuo fratello. Lui avrà un tirapugni più forte – e grazie per avermi svelato il suo piccolo grande segreto! -, ma che ne sai che altri non abbiamo qualcosa di simile nascosto nei loro cassetti del dormitorio, eh? E poi, un normale tirapugni fa grossi danni. Te lo posso assicurare. Quindi, ora, smettila di giocare la carta del fratello maggiore incazzato con il minore e curami. Rispettando i miei patti. -
    Ci stava andando giù pesante. Lo sapeva. Ma si sentiva così incazzato che non riusciva a trovare altro modo per buttar fuori tutta quella rabbia. Lasciò che l’uomo facesse come richiesto. Le ultime direttive, però, lo scossero.
    - NON HO BISOGNO DI RESTARE IN QUESTO POSTO DI MERDA! – urlò.





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    BLACK OPAL
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    ADRIEN BEAUVAIS
    I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedirgli di nuocere.
     
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    Che denota ambizione, intraprendenza o, anche, eccessiva presunzione.
    Di tante persone che potevano arrivare a fine turno, a lui proprio Adrien doveva capitare? Doveva ammettere che quel ragazzino era un osso duro, ma se pensava che camminare zoppicando verso di lui con aria minacciosa ed usando qualche parolaccia, e qualche minaccia vana e sorda, potesse anche smuoverlo per un secondo, allora non aveva capito proprio niente. Quello che dovevano mettersi in mente quei ragazzini era il fatto che Aaron, come gli altri medimaghi li dentro, erano adulti e quelle scene da adolescenti impazziti le vivevano tutti i giorni. Aaron aveva detto per la prima volta ad una sua paziente che sua madre era morta, ed adesso Adrien parlava di centro del mondo, di Barnes, e di non giocare. Gli sembrava uno al quale gli andava di giocare? No perchè nel caso Aaron avrebbe davvero fatto un applauso a se stesso. Sospirò appena subito dopo che lui ebbe finito di fare il suo sproloquio, ma questa volta decise che rispondere non solo non ne valeva la pena, ma era anche inutile. Stenditi. Disse semplicemente cambiando discorso. Adesso Adrien era una persona fin troppo intelligente ed avrebbe potuto, tranquillamente, leggere negli occhi di Aaron completa indifferenza per quello che gli aveva detto. Cosa pensava di ottenere in quelle condizioni. Ti dirò un'ultima cosa. 1 non è un segreto che Blake si alleni tutte le settimane con Garlic e che lui lo stimi e gli voglia bene moltissimo. 2 io non mi credo di essere nessuno e Blake tantomeno, 3 sei un ragazzino e per questo non ho intenzione di continuare questa conversazione con chi non fa altro che giocare a chi ce l'ha più grosso. Quindi non parlare, non urlare o sarò costretto ad anestetizzarti. Era serio, autoritario. Se fino a quel momento aveva cercato di essere un "amico", in quel momento era un medico. Adrien avrebbe imparato a sue spese che Aaron non era per niente come Blake: se Blake dopo un pò tornava sui suoi passo, Aaron era l'oroglio sceso in terra. Voleva distacco, bene, gli avrebbe fatto capire cosa fosse davvero il distacco.
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    Aaron Barnes
    Più alto vola il gabbiano, e più vede lontano.
     
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  13. Adrien Beauvais
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    CRETINO
    Stupido, imbecille.
    Quando gli ordinò di stendersi con quel tono imperante, Adrien non fece altro che reggere ancora per qualche secondo lo sguardo, prima di zoppicare verso il lettino e far come gli era stato richiesto. Odiava quell’affare: era duro e scomodo e il tessuto di cui era ricoperto non faceva altro che graffiare sulle sue già presenti e dolenti ferite.
    Non riuscì a trattenersi dallo spalancare gli occhi incredulo quando lo minacciò apertamente di anestetizzarlo. Si mise rapidamente a sedere, rompendo l’obbedienza che gli aveva dato qualche tempo prima. L’opale non si sarebbe mai lasciato anestetizzare perché quante cazzo di cose poteva fargli in quelle condizioni lo sapeva solo Aaron. No… sul suo cadavere piuttosto. I segreti di Adrien dovevano rimanere i suoi, a costo di far quello che non avrebbe dovuto. Aveva iniziato una lotta ormai e non l’avrebbe terminata in quel modo.
    Bene, non voleva davvero farlo. O forse sì. Ma, comunque, non aveva scelta. Quel coglione non poteva trattarlo così e Adrien non glielo avrebbe permesso, non dopo quello che gli aveva fatto suo fratello. Tirò indietro le braccia e le lanciò contro il guaritore, spingendolo davvero forte, mentre gli urlava contro: - VAFFANCULO, SEI SOLO UN GRANDE STRONZO! -.
    Che cosa si stesse per scatenare contro di lui non ne aveva idea. “Probabilmente gli Inferi… l’intero Ade” pensò, ma non si sarebbe mai dato per vinto. MAI. E se davvero avesse voluto provare ad anestetizzarlo, qualche cazzotto, ne era certo, sarebbe volato da parte sua, anche se non aveva proprio molte speranze di sfuggire alla presa di un uomo del tutto adulto.
    E se pensava che sarebbe rimasto sul lettino ad attendere la vendetta del giovane, si sarebbe sbagliato di grosso. Si gettò giù dalla brandina, dal lato opposto, in modo tale che il lettino fosse tra lui e il Barnes, così da avere almeno un minimo per difendersi.





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    Si lasciò spintonare, lasciò che il rgazzino andasse al di la del lettino, che facesse la sua scena da ribelle e poi scosse il capo. Davvero pensava che quello scontro lo avrebbe vinto lui ed in quel modo? Aaron era un mago, era forte, era addestrato e non aveva nessuna intenzione di continuare a parlargli davvero con le buone. Se lui voleva continuare a fare il bambino stupido, Aaron non aveva voglia, davvero, di continuare quella cosa. C'erano persona che davvero avevano bisogno di cure e davvero voleva andare a casa dopo 48 ore di turno. Erano stati due giorni massacranti, aveva dovuto fare un intervento difficile, aveva dovuto subire i pianti di qualcuno che non avrebbe mai più abbracciato la propria madre, aveva visto una gamba amputata ad una bambina babbana ed adesso un ragazzino che voleva giocare a braccio di ferro proprio non gli andava. Ammetto che a volte sbagliano anche i migliori. Credevo fossi molto più intelligente. Disse semplicemente levandosi il camice ed andandolo a poggiare sulla sedia. Poi prese i suoi effetti personali e li mise in tasca. Lo guardò quasi con delusione. Voleva quello, voleva apparire una persona stupida, una persona irrecuperabile? Bene, ci stava riuscendo alla grande. Se prima Aaron lo aveva visto come un ragazzo con forti potenzialità, in quel momento gli sembrava solamente un ragazzino spaventato. Finchè non imparerai a riconoscere le persone di cui ti puoi fidare e quelle di cui non ti puoi fidare, Adrien, rimarrai sempre e solo un bambino indifeso e spaventato. Non disse altro, prese una boccetta con dentro una polverina e la soffiò. Era un anestetizzante, il ragazzo sarebbe crollato di li a poco. Aaron non era un bambino e faceva quel mestiere da anni, davvero fare quelle scene da film era qualcosa che lui riteneva intelligente? Quando il ragazzo crollò a terra, Aaron presa la bacchetta e con un wingardium leviosa lo fece lievitare sul lettino, lo curò in tutti i suoi particolari e poi uscì dalla stanza. Guardò la ragazzina seduta li ancora con gli occhi lucidi e le sorrise. Tuo fratello starà bene, quando si sveglia può uscire dall'ospedale. Credo che lo farà domani mattina per le 9.00, di turno è la dottoressa Gellis. Per qualsiasi cosa chiamami pure. Aggiunse poi sorridendole ancora e passandole il suo numero di telefono.
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