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.Marina Stonebrug"Eventually, everything connects."
La mano sinistra della strega raggiunse le labbra carnose come a voler nascondere una risata, efficaci la metà di una secchiata d'acqua sulle vive fiamme di un Ardemonio. Vedere Sigurth virgolettare l'ultima parola l'aveva rivestita di un brivido che dal bacino era scalato fino alla schiena e, aggirata questa, ne aveva conquistato il volto.
«Passato, presente, e futuro sono già scritti. Ciò che ci siamo lasciati alle spalle non è più territorio di nostra influenza ma le considerazioni del momento possono ancora avere un peso sul futuro.
Il bello e brutto delle druide e delle veggenti era quello. Le loro parole erano leggere come il vento e incisive come la tempesta a seconda del significato che si attribuiva a ogni singola frase o pausa.
«Non puoi sentire la mancanza di un castello in cui non hai mai vissuto e non puoi tornare indietro per viverlo, ma quando avrai dei figli e un barbagianni entrerà nella tua dimora potrai scegliere di non spezzarlo a metà con la tua ascia o di non farlo divorare ai tuoi di corvi».
Lungi da lei criticare le scelte di un uomo navigato come il padre di Sigurth, preferì lasciare che il discorso morisse con quelle ultime considerazioni come i resti di una nave in balia alle correnti in attesa di arenarsi sulla sabbia.
Tesoro ben più proficuo parve quello che l'altro avrebbe citato da lì a breve.
«Sull'oggetto ho poco da dire. Per quanto esperta a riguardo ne so francamente poco. Prende il nome di una figura venerata da diversi babbani e londinesi, un certo Babbo Natale».
Lasciò l'altro in attesa affinché il corvo della sua memoria potesse cibarsi di quel nome in cambio di reminiscenze possibili o ricordi.
«A quanto pare questa figura è solita visitare le case nella notte di Natale per portare regali e questo oggetto lo aiuterebbe tra una materializzazione e l'altra».
Passò il labbro tra i denti e lasciò lo sguardo a vagare nella finestra. Normalmente preferiva stupire i suoi clienti ma Sigurth ormai era un compagno d'avventure e far sì che quell'oggetto unico gli finisse in tasca poteva fare la differenza tra la vita e la morte. Morire non era un grande male per un denrisiano ma per chi sopravviveva al lutto valeva l'esatto opposto.
«Forse hai bisogno di più tempo per richiedere l'aiuto di una valchiria... nel mentre approfittane per affinare il tuo terzo occhio».
E non solo la tua terza gamba con le londinesi che ti noteranno alla...
«Lega duelli... interessante. Ho sentito che diversi Denrisiani la sfruttano per testare tattiche e guadagnare un po' di galeoni. Anche Kwaku è molto conosciuto all'interno».
Informarsi su tutto e tutti era la sua specialità. Perdersi una notizia, specialmente sui talenti emergenti, significava trasformare un potenziale tesoro in cenere.
«Al massimo potrei offrirmi io come tua sfidante se vuoi affinare le tue arti. Giuro che ci andrò piano».
Prima che potesse continuare il cigolare dell'enorme portone seguito da una campanella avrebbe potuto catturare l'attenzione dei due. Una rapida occhiata ed entrambi i denrisiani si sarebbero accorti della presenza di due giovani adolescenti, vestiti da studenti di Hidenstone, sul portone del negozio in attesa di comprare chissà cosa.
«Ci andrò piano... forse».
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SPOILER (clicca per visualizzare)Non so perché ma ho trovato estremamente carina l'immagine di Sigurth che fa le virgolette ahah. -
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.Marina Stonebrug"Eventually, everything connects."
Portò le mani sui fianchi lasciando scoperto l'addome come se non si trovasse di fronte a uno dei più formidabili guerrieri di Denrise. Sigurth Gunnarson avrebbe potuto aprire una strega reputata blasfema dalla spalla destra al fianco sinistro con un colpo d'ascia o ne avrebbe potuto sventrare l'addome con un diffindo ben piazzato, eppure Marina Stonebrug si sentì solida come la roccia d'un fondale marino nella convinzione che l'altro non le avrebbe torto un capello. Lasciò il collo morbido, la chioma scura come Huginn e Muninn a danzare nel vuoto più simile alle onde del mare che a dei semplici capelli, e l'ennesima risata della giornata a illuminarle il volto.
«A forza di frequentarmi hai iniziato a parlare come un druido, sai?».
A volte il Fato conduce su una via che nell'immediato non ci appare chiara ma, con il passare del tempo, potrebbe assumere un nuovo significato. Non avrebbe faticato a credere che qualche altro suo collega, intento a redarguire un giovane scolaro o un tirocinante proveniente da Hidenstone, avesse potuto proferire le stesse identiche parole, numero per numero, vantando però metà del magnetismo del navigato predone.
«All'incirca, bravo».
Si trovò ad annuire compiaciuta di come l'altro avesse colto in concetto meglio di quanto la stessa Marina avrebbe mai potuto esprimerlo. Ci si scordava spesso, di fronte a quelle montagne di muscoli scavata dal mare e dalla rabbia conosciute come Denrisiani, quanto questi guerrieri fossero temibili non solo per la loro forza o capacità offensiva quanto anche per l'astuzia con cui sapevano collegare fenomeni ed eventi allo scopo di progettare il più proficuo degli attacchi. Ricollegare immediatamente il Natale a Yule era una semplice rappresentazione di questa dote ma non per questo più banale.
«Chissà, il rosso ti donerebbe. Si, forse non te l'ho detto prima ma saresti stato un ottimo grifondoro. Questa casa fa del coraggio il filtro con cui screma i propri membri e venne fondata da uno dei più potenti guerrieri del passato. Qualcuno sostiene che, proprio in virtù di questo coraggio e queste doti da combattente, lo stesso avesse linee di sangue condivise con i primi denrisiani...».
Eppure, quella era un'altra storia di cui in quel momento forse non avrebbero avuto bisogno.
«Il terzo occhio è un muscolo di cui maghi e streghe sono particolarmente dotati. Come ogni muscolo, può venire allenato dall'allenamento costante. Viene consigliato, ad esempio, di studiare ogni evento incontrato durante una giornata in funzione di ciò che è successo nel rilevante passato o nell'imminente futuro. Ad esempio, se in cielo potresti scorgere un'altisonante formazione di gabbiani e incontrare un kraken a poche ore dall'evento, potresti credere che le due cose siano collegate».
La questione era infinitamente più complessa. Spesso si credeva che la trasfigurazione e l'annessa abilità di manipolare la materia sotto il fervido furore della propria volontà fosse la branca più complessa della magia perché richiedeva una conoscenza chirurgica di ciò che la magia finiva per sbagliare. Marina sospettava che il titolo di complesso per eccellenza spettasse alla divinazione perché neppure la conoscenza di ciò che si andava a studiare poteva garantire non una perfetta ma neanche una prima riuscita del tentativo divinatorio.
«Ma puoi provarci, nella tua prossima missione. Pensa agli dei e chiedi a loro cosa potresti fare per compiacerli».
Non era scontato riuscirci ma sarebbe stato superfluo narrare gli onori e i fasti a cui erano legati coloro che riuscivano a soddisfare i desideri dei primi tra gli spiriti.
Quando qualcuno di ben più basso, ovvero gli studenti, fece per avanzare verso di lei, bastò che Sigurth si ergesse in tutta la sua altezza affinché questi piegassero il loro passo verso destra, scomparendo dietro gli scaffali riservati alle Mappe per luoghi improbabili e alle Lenti per spioni curiosoni.
«Se non vuoi sfidarmi me ne farò una ragione. Chissà, però, che non mi troverai nella Lega duelli ad attenderti».
Un occhiolino, un passo, e un sospiro verso l'altro. Non sarebbe stata certamente lei a cacciarlo dal suo negozio o tanto meno due piccoli infanti di Hidenstone. La scelta spettava a lui.
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Lasciò le spalle morbide nel catturare quella stoccata che fu la risposta di Sigurth, ancora una volta nel giusto e nella ragione come solo un Anziano del villaggio avrebbe saputo essere, a testimoniare quanto le avventure che si era lasciato alle spalle lo avevano fatto crescere.
Marina Stonebrug aveva rinunciato a comprendere a pieno il futuro nel momento in cui si era accorta di cosa avrebbe significato riuscire in tale impresa. La stessa metafora che sorreggeva la storia di chi in tale atto era riuscito, Odino, era evidenziatore attorno alle conseguenze di quel gesto. Sapere cosa ci avrebbe atteso nel futuro significava perdere il piacere di ogni sorpresa e portarsi appresso il grave peso della consapevolezza prima del dovuto.
La conoscenza era paradossale, in pochi sorsi sapeva arricchire un uomo o una donna, in tanti li rendeva pazzi e furiosi.
Era come fissare il Sole troppo a lungo per poi bruciarsi retina e cornea.
Odino non aveva semplicemente sacrificato un occhio, aveva osato troppo a lungo.
Lui si che sarebbe stato un interessante Serpeverde.
«Non me ne intendo molto di armi».
Una scrollata di spalla per liberarsi di quella serie di riflessioni blasfeme che accomunavano il padre degli dei al più comune dei mortali e tornò a dedicarsi a Sigurth. Il capo si piegò quel che bastava per intravedere il filo feroce dell'ascia di Sigurth.
«Trovo curioso che in caso di tale superiorità la gente preferisca comunque spendere di più per una spada che per un'ascia».
Aveva letto numerosi libri di storia e macinato racconti su racconti di guerrieri o maestri d'armi del passato. Eppure, spesso, ora il suo occhio attento a discernere i dettagli da cui avrebbe potuto trarre o meno il massimo dei vantaggi. Ciò che avrebbe detto da lì a breve erano considerazioni d'intuito, non d'esperienza, e quindi avrebbe accolto ogni margine di errore proferito.
Il dito indice si sarebbe sollevato a un pollice dal piatto dell'ascia.
«Il peso nella tua arma è concentrato in alto e nel colpire avresti una leva vantaggiosa che ti aiuterebbe a fare più danno. Di contro, la spada è un'arma più bilanciata nel peso e nella forma: riusciresti a difenderti più velocemente con una di queste da un colpo nemico. Per non contare sul fatto che la spada offre una superficie maggiore in grado di arrecare danni letali».
Storicamente l'arma di Godric era più costosa di quella adoperata da Sigurth e da suo padre, ma a Marina parve che entrambe fossero eque; dispari se considerate in situazioni particolari, letali sempre - come il Barbagianni di Hogwarts aveva avuto modo di scoprire -.
«Quello che suggerisci tu è un approccio a monte. Se hai di base le conoscenze d'Ornitomanzia, allora potrai interpretare quel che vedi immediatamente. Eppure, le conoscenze possono essere errate e ciò che vale ieri può non valere un domani. L'approccio che ti ho descritto è a valle: se vedi tre corvi volare in una determinata armonia e poco la tua drakkar viene attaccata da un kraken, allora forse rivedendo tre uccelli volare in quella certa maniera potrai predire un nuovo attacco...».
Quello non era un metodo esaustivo. Ancora una volta tutte e due le strategie avevano vantaggi e svantaggi. Studiare l'ornitomanzia avrebbe permesso all'altro di decifrare il volo degli uccelli in anticipo, portandosi indietro margini di errore derivanti da insegnamenti sbagliati, ad esempio. Effettuare l'esercizio suggerito da Marina, oltre che a trasformare Sigurth in un più attento osservatore, lo avrebbe aiutato anche a cogliere con maggiore semplicità il disegno degli Dei.
Non si sarebbe sorpresa di cosa avrebbe udito da lì a breve. Sollevò un sopracciglio compiaciuta e le gote si dipendessero di un rosa confetto nel sentire di come l'altro fosse sopravvissuto dopo aver richiesto l'aiuto degli Dei.
«Sei una persona molto fortunata, Sigurth. Ho sentito di persone che hanno speso anni e decenni nei pressi di una spiaggia per catturare le attenzioni di un Dio venendo ripagati solo con un paio d'occhi bruciati dalla salsedine e ginocchia arse vive dalla sabbia. Eppure, la prossima volta, prova a chiedere cosa gli Dei vorrebbero da te».
Una missione, per definizione, aveva un obiettivo. Aggiungerne un altro in seguito a un suggerimento da una divinità poteva essere rischioso, certo, ma anche appagante.
«Non posso chiudere il negozio. Ho diversi capitani che mi devono raggiungere nell'arco della giornata per discutere di rotte di navigazione o per aggrazziarsi gli dei prima di qualche razzia che hanno in serbo. Provo affetto per te e confido nelle tue capacità, ma neanche tu riusciresti a placarne la furia».
Quello sì che sarebbe stato un addestramento.
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