What an excellent day for an exorcism

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Denrise
    Posts
    194
    Reputation
    +45

    Status
    🗲
    Denrise
    Marina Stonebrug
    "Eventually, everything connects."

    Quella mattina aveva raggiunto l'Osservatorio con largo anticipo affinché i rifornimenti di lenti e strumenti simili potessero essere catalogati e disposti con cura. Molti tra loro provenivano dall'Italia, altri ancora dal Giappone, ma i migliori restavano quelli forgiati dai nani di Moria. A ogni modo, il galeone che aveva raggiunto Denrise si era prestato prima che il sole sorgesse e - sancito il pagamento con un sacco di lino gravido di galeoni e pietre preziose - portò la merce all'Osservatorio sollevate da incanti gravitazionali.
    Fù per quel motivo che ora, in quel cerchio semi-perfetto che sanciva il primo anello del suo negozio, lo stesso che dava ristoro ai clienti, si trovavano bauli e teche di stazza variegata. Le dita accarezzarono i bordi di dell'oggetto mentre i pollici scivolarono sotto la serratura a scatto, prima di forzarla con un tocco gentile che produsse un lieve clock.
    Mentre il coperchio superiore si apriva verso l'esterno come l'arcata superiore di un mostro marino, lievi raggi di luce rossa si sollevarono verso l'alto tradendone la superficie interna adornata di vetro cremisi e rubini sulla stessa linea cromatica. Eppure, di quell'altro prezioso, ne era il cuore l'elemento più prezioso.
    Una lente, trasparente ma rosea come l'acqua contaminata dal sangue di centinaia di cadaveri, gravitava al suo interno protetta da un cuore di linee e territori runiche.
    La bacchetta della druida sfiorò i bordi della protezione quasi fosse un bisturi e questa il grembo di una madre, aprendo un livello dopo l'altro, fino a poter finalmente giungere al fulcro della stessa.
    «Wingardium Leviosa».
    Il cristallo si sollevò verso l'alto come un sole al centro del suo sistema mentre il suono del portone che si spalancava riuscì a emulare l'interesse che la stessa lente stava esercitando su Marina, seppure in una direzione diversa.
    Prima ancora che la figura potesse definirsi, la druida portò le mani sui fianchi, le dita ad affondare sul bronzeo vestito a fronzoli accompagnato da un collare nero adornato da una piuma dorata e un paio di ballerine bordeux dal tacco affilato ma comodo.
    «Marina Stonebrug, benvenuti all'Osservatorio, qui per servirvi».


    code ©#fishbone

     
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Denrise
    Posts
    662
    Reputation
    +14
    Location
    Denrise

    Status
    🗲
    png
    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Da quando Sigurth aveva avuto a che fare con la Valchiria non c'era giorno che, il Predone, non riflettesse a fondo su quanto le proprie lacune in fatto di Spiriti e tutto ciò che era legato alla sfera del paranormale fossero vaste. L'unica a cui si sentiva in dovere di chiedere, riconoscendo in lei la competenza riguardo a quel mondo, era Marina Stonebrug colei che in effetti lo aveva aiutato a comprendere appieno ciò che il Padre degli Dèi Odino vedesse in lui e in quello che altro non era il suo destino intessuto dalle Norne. Una volta che il Predone fu di ritorno dalla spedizione infruttuosa per ottenere un tesoro, di buon mattino, si avviò verso la parte di villaggio che ospitava la struttura dell'osservatorio. Era buffo che, in tutti gli anni che aveva vissuto a Denrise, quella fosse effettivamente la prima volta che entrava nell'edificio. Per studiare le stelle aveva scalato i picchi di Odino, osservando la volta celeste come mai nessun non Denrisiano avrebbe potuto fare. Non c'era inquinamento luminoso sull'isola di Denrise, la volta celeste non era coperta dalle luci soffocanti della città che permettevano di vedere come se fosse stato giorno, e questo permetteva loro di godere della vista della volta celeste come i propri avi avevano potuto fare secoli prima. Sigurth sarebbe entrato nell'osservatorio guardandosi attorno, non sapeva se la Druida abitasse lì o usasse il posto solo ed esclusivamente per lavorare e la sua curiosità si acquietò solo quando scorse la figura di Marina. Rise alle parole della giovane donna che, evidentemente, era stata abbagliata dal sole mattutino che filtrava dalla porta e rendeva indistinta la propria figura. «So benissimo chi sei, Marina. Come stai? Ho sentito che tu sei partita per Tuulada Garsoon.» Replicò divertito Sigurth avvicinandosi a tal punto da palesarsi alla donna.

    by RevelioGDR
     
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Denrise
    Posts
    194
    Reputation
    +45

    Status
    🗲
    Denrise
    Marina Stonebrug
    "Eventually, everything connects."

    Quando il portone si spalancò finì per rivelare un manto di luce su cui faceva contrasto un'immensa ombra: l'altezza di una divinità, la forza di re dei mari, e la sicurezza che caratterizzava i predoni. Mentre i passi dell'uomo scandivano l'ingresso nella ragnatela di Marina, il nuovo arrivato si rivelò in tutta la sua famigliarità.
    Il roseo incarnato che formava le invitanti labbra di Marina si spiegò in un sorriso mentre le mani si rilassavano lungo i fianchi e il capo si piegava verso destra.
    «Sigurth Gunnarsson, lieta che il mio nome e il mio volto abbiano fatto eco nella tua memoria, ma c'è ancora molto da vedere prima che tu possa affermare con certezza di sapere chi io sia».
    Lasciò che quelle parole potessero risuonare tra le pareti lievi come se le avesse appena pronunciata nelle grotte di cristallo che adornavano la crosta o nel ventre di una caverna diun picco d'Odino salvo poi muovere qualche passo verso il bancone.
    La sua avanzata portò i diversi bauli a vibrare per poi strusciare via grevi sul terreno quasi fossero acqua e lei Mosé. Ancora una volta la lente cremisi, del colore del sangue, rimase immobile a mezz'aria, lei sole e tutto il resto prigioniero della sua gravità.
    «Sto benissimo, Sigurth, e te?».
    Molte persone si limitavano a dare una risposta sommaria a quella domanda ma non lei che faceva di ogni torto o attrito argomento di sfida e problemi da superare. Il lavoro la oberava, certo, ma nulla può spezzare l'acqua e Marina Stonebrug aveva appreso da anni come essere mare.
    «Tuulada Garsoon, un posto unico nel suo genere. Credevo che ciò si potesse dire solo di Hogwarts e Denrise, ma mi sbagliavo».
    Le dita scivolarono sul bancone fino a fermarsi ai piedi di un vaso pieno di terriccio. La sinistra ne sorresse il bordo di coccio e la destra raggiunse la bacchetta per poi puntarla verso lo stesso. Pochi colpi di polso e un sole minuscolo si fermò a poche spanne di distanza dalla terra.
    «Abbiamo avuto modo di consolidare i legami che ci univano al mar rosso e approfondire la conoscenza di Re Yasir. E voi?».
    Non sapeva molto della traversata di Sigurth e gli altri, ma conosceva il primo abbastanza per essere certa che anche lui avesse preso parte a quell'esperienza e ciò aveva certamente fatto la differenza, indubbiamente.
    «Posso offrti del succo d'arancia?».
    La bacchetta disegnò un arco sul vaso e il sole prese a tramontare, poi sorgere, e poi ri-tramontare. In meno di una decina di secondi sul terriccio passò più di un anno e come in un time lapse del legno sorse dal vaso rivelando foglie e lentamente una serie di frutti, sempre più grandi, fino a staccarsi in poche arance.
    La druida si limitò a spelarla e spremerla con un attrezzo di legno salvo poi far defluire il tutto in una teca di vetro.
    «O magari preferisci altro?».
    Una pausa mentre la druida avrebbe diviso il liquido in due bicchieri, qualora l'altro avesse accettato, o solo uno, qualora avesse optato per altro.
    «Cosa ti porta nel mio negozio?».


    code ©#fishbone

     
    .
  4.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Denrise
    Posts
    662
    Reputation
    +14
    Location
    Denrise

    Status
    🗲
    png
    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Un sorriso malandrino si delineò sul volto del figlio di Gunnar Ragnarsson alle parole di Marina Stonebrug. «Non ho ben compreso se questo è un chiaro invito a passare più tempo in tua compagnia ma, per quel che mi riguarda, a me sta bene!» L'uomo arrivò di fronte a lei e inclinò il capo prima verso un lato e poi l'altro scrocchiando il collo. Inarcò la schiena indietro portando le braccia in maniera che le scapole andassero verso l'interno per poi fare qualche torsione del busto e poi fermarsi. «Ah guarda, io sto benissimo: sono stato alle Bermuda all'isola di Calipso ma per quanto io sappia che Regina è un'alleata di Denrise il suo villaggio e cultura mi sono sembrati così distanti da quelli nostri.» Sigurth avrebbe ascoltato la di lei risposta, mostrandosi interessato a quelle poche informazioni che lei rivelò. «Ah si? Non ti saprei dire, io non sono mai stato ad Hogwarts, né a Tuulada Garsoon ho studiato a casa e non mi sembra che la cosa abbia influenzato negativamente su di me. Siete riuscite nella missione?» Chiese infine, curioso su come i pezzi nella scacchiera delle alleanze si stessero posizionando. Risposta che non tardò ad arrivare e l'uomo annuì in approvazione al successo ottenuto. «Ah bene! Davvero ottimo! Anche noi abbiamo avuto modo di rinsaldare i legami tra Denrise e il Mar dei Caraibi e se anche il mar rosso si è unito a noi abbiamo modo di tagliare completamente ogni via d'uscita al mar Mediterraneo.» Si sarebbe appoggiato al bancone, incrociando le braccia muscolose al petto per poi accettare l'offerta del succo d'arancia con un cenno del capo ed ascoltare la prossima domanda, più che legittima, da parte di Marina. «Beh mi faceva piacere rivederti! E poi, dato che il mondo del soprannaturale e degli spiriti sta influenzando così pesantemente il nostro futuro, ho pensato di chiedere a te aiuto e qualche lezione dato che so che tu sei molto più esperta di me in questo campo.» Le disse, rivelandole il motivo della propria visita.

    by RevelioGDR
     
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Denrise
    Posts
    194
    Reputation
    +45

    Status
    🗲
    Denrise
    Marina Stonebrug
    "Eventually, everything connects."

    La prima risponta del Gunnarson curvò le morbide labbra della Stonebrug in un sorriso tanto onesto da stupirla. Del resto, lo stesso poteva dirsi delle parole del predone con cui, negli ultimi mesi, aveva incrociato la sua vita in più di un'occasione. La prima volta, al lago, era stato un mattone che aveva sancito il vigore di Sigurth e l'assenza di timore, persino in minoranza numerica, forte del proprio coraggio e del supporto di Thor. La seconda, nel ventre mortale degli abissi di Denrise, era stata la calce che aveva stratificato l'immagine di un guerriero tanto stoico quanto fedele ai propri ideali. La terza, forse quella più significativa, era stata la nota di colore che dà alla costruzione finita anima e piacere alla vista perché, in quel momento, nel notarlo così fragile e pieno di insicurezze di fronte a un essere tanto antico quanto una valchiria, Marina Stonebrug aveva scoperto l'umanità di Sigurth Gunnarson.
    Era quella stessa umanità che aveva percepito come una boccata d'aria
    «Non dovevo aspettarmi risposta diversa da un uomo che non teme il mare, dico bene?».
    Mentre l'altro si avvicinava, Marina cullò il capo verso il basso e con questo gli anelli di zaffiro che davano colore alle sue sclere di panna. Uno sguardo rapido che parve durare nella mente della druida più lungo di un eone rapì l'immagine dell'altro, non senza rivelare scintille di curiosità tipiche di chi vede per la prima volta senza però saziarsi.
    Anzi.
    «Tra i mari a nostra disposizione sei probabilmente finito in quello più promettente».
    L'indice risalì il collo fermandosi nell'incavo che anticipa la mascella mentre un preciso quanto finto colpo di tosse spezzò come una mannaia la tensione che il primo scambio di battute aveva intarsiato. Era chiaro, d'altronde, che Marina Stonebrug rispettasse gli dei e con questa la sua opera più importante, la natura, ma che - proprio per questa ammirazione - amasse sentirsi libera da catene e perdizioni salvo poi sfruttare le prime nei momenti in cui alimentava le seconde.
    Le bastò un gesto della mano, uno sfarfallio di dita, a richiamare la magia che serviva l'Osservatorio dall'alba di Denrise mentre, lieve come una brezza, dall'orizzonte un'enorme mappa scivolò, trascinata dal vento, tra lei e l'altro, rimanendo sospesa a mezz'aria come se imprioginata in un Wingardium Leviosa.
    «Si, ogni mare è unico nel suo genere. Il Mar del Bengala naviga i piani astrali, quello Giallo ha fatto del cielo il suo dominio, il Mar dei Carabini, al contrario, si è rivelato il simulacro di culture diverse partorendo una meta sognata da magitecnici e pozionisti di ogni tipo».
    L'indice sinistro scivolò sulla mappa indicando allo stesso ritmo con cui le parole ne scandivano il nome le varie aree geografiche, fermandosi infine nell'ultimo.
    «Non è forse da una tesi e da una antitesi diametralmente opposta che si giunge a una nuova vita che ha qualcosa in più della precedente?».
    Aveva girato il mondo, amato le sue persone, e studiato i diversi particolari. Molti Denrisiani avrebbero faticato a staccarsi dall'isola che gli aveva dato i natali, ma la strega non si saziava con particolare facilità.
    Anzi.
    «Se, ad esempio, il Mar Rosso attaccasse lo Stretto di Gibilterra tenuto in scacco dal Mediterraneo, allora il Baltico potrebbe discendere dal Nord per dare supporto, ma sarebbero i Caraibi a darci il maggior margine di vittoria qualora ci supportassero con le loro pozioni o le loro invenzioni magitecniche».
    L'idea la vestì come un orgasmo dalla testa ai piedi e per questo si ritrovò con un velo di pelle d'oca ad ammantarne la pelle da cui cercò di distrarsi scrollando la chioma d'ebano per poi posare lo sguardo su Sigurth, una sopracciglia inclinata verso il soffitto a tradire l'ennesima e rinfrescante dose di curiosità.
    «Cosa ti piacerebbe approfondire, nel particolare? I guerrieri di Denrise sono abili esorcisti mentre i druidi dell'isola primeggiano nell'invocare ed evocare spiriti o dei».
    Era un mondo complesso, quello, e rischioso, ma senza rischio nessun predatore si sarebbe mai potuto saziare.


    code ©#fishbone

     
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Denrise
    Posts
    662
    Reputation
    +14
    Location
    Denrise

    Status
    🗲
    png
    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Il mare era un denominatore comune per il popolo di Denrise, fonte di vita e di ispirazione per migliaia di Predoni eppure, tra tutti i mari, Sigurth in quel momento era rapito dalle polle azzurre che altro non erano che le iridi di marine. Quegli occhi in quel momento rappresentavano uno specchio d'acqua calmo e tranquillo in cui il figlio di Gunnar ci si sarebbe specchiato rimirandone le screziature. L'aveva fatta sorridere e, quella, per lui era già una vittoria e, alla replica di Marina, anche e labbra di Sigurth si sarebbero piegate in un sorriso. «No, infatti, più che temere il mare ne rispetto la sua forza e l'imprevedibilità che possa improvvisamente abbattersi furioso sulla Drakkar. Ma so bene che il mare è vita, la culla primordiale di ogni creatura che si sia sviluppata su questo globo.» Una volta giunto da lei una risata, tonante come il colpo di Mjölnir, proruppe nuovamente dalle sue labbra mai ripiegate verso il basso. «Sicuramente sarà il più promettente ma quale bellezza ha paragonato a colei che ne porta il nome?» Chiese, tra il serio e il faceto, alla donna. Sigurth ne apprezzava le movenze, atti ad esprimere al meglio la sua personalità così confidente nelle proprie capacità, a tratti mistica, sempre forte e sensuale che Marina incarnava. Ascoltò le nozioni che la Druida gli stava raccontando, annuendo poi alle considerazioni che fece riguardo all'isola di Calipso. «Già, seppur con l'arte pozionistica io abbia in minima parte a che fare con la magitecnologia…. Lascio completamente a desiderare, non mi è mai interessata e non esercita quell'attrattiva tale da farmi aspirare a diventarne un maestro.» Rivelò continuando ad osservare la mappa seguendo ciò che il dito della ragazza indicava. «Sono dell'idea che il lato positivo degli eventi negativi consiste nel fatto che siano indispensabili per arrivare alle fasi positive.» Con la mappa distesa sul bancone era evidente come, nella strategia della guerra che si andava a delineare, l'obiettivo di Denrise fosse quello di tagliare completamente fuori ogni possibilità di rifornimento dall'esterno. «Senza dimenticare il canale di Suez, potremmo davvero avere una possibilità tagliandoli completamente fuori e poi altro che Cacciatore Bianco.» L'idea che si erano fatti era simile e, su quella lunghezza d'onda, Sigurth prese lo slancio per il nuovo argomento che sembrava incuriosire ulteriormente la Druida. «L'arte dell'esorcismo, sono un combattente che sfrutta perlopiù armi e incanto offensivi, non voglio essere inerme se mai incontrassi qualcosa di diverso a cui il mio stile di combattimento è totalmente inefficace.» Le disse, cercando di farle comprendere quanto avesse bisogno di lei per progredire e poter realizzare ciò che la Valchiria gli aveva rivelato.

    by RevelioGDR
     
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Denrise
    Posts
    194
    Reputation
    +45

    Status
    🗲
    Denrise
    Marina Stonebrug
    "Eventually, everything connects."

    Il mare spaventava solo chi non lo aveva mai affrontato in un giorno di tempesta, e nessuno dei due denrisiani presenti al primo piano dell'osservatorio sembrava peccare di quella mancanza. Se la druida aveva scoperto come piegare le onde e le maree al suo volere, sfruttandole sul campo di battaglia alla stregua di come una mistress farebbe di frusta e tacco, il predone sembrava aver appreso come cavalcare le correnti affinché le sue ambizioni potessero sempre trovare un porto sicuro in cui sbarcare.
    Una comunanza, quella, che rendeva il rapporto tra i due tanto delizioso quanto tentatore.
    «Se continui così potrei arrossire e innamorarmi come una tra le tante ragazze che hai fatto tua in questo o quel porto».
    Un tono graffiante, quello, che univa all'acerba ironia il sacro sentore di genuità tipico di chi, finalmente, non aveva di fronte un acquirente o un timoroso degli dei ma qualcuno che avrebbe potuto definire proprio pari.
    «Non ti nego che le mie competenze vertono prevalemente sull'aritmantico e sul come questo mondo sappia rivelarsi di supporto sia in ambito pozionistico che magitecnico. Eppure sono certa che druide valide come Airwen o magitecnici abili come Maverick e Garlic sapranno far di questa rinnovata alleanza occasione per forgiare nuove opportunità per la nostra isola».
    Le sarebbe piaciuto poter vantare valide competenze in entrambi i campi ma, quando il destino le aveva posto davanti la tacita scelta di dedicarsi alle arti druidiche, Marina aveva preferito studiare a fondo pochi campi ma in modo eccepibile: astri, elementi, e spiriti.
    «Se evitiamo di farci chiudere in una tenaglia allora potremmo mettere in scacco il Mediterraneo».
    L'indice sfiorò la mappa con la delicatezza che avrebbe usato per tracciare in simbolo astrale nella sabbia delle sacre coste di Denrise salvo poi risalire la carta fino a giungere allo Stretto di Gibilterra. Qui, con un movimento tanto rapido quanto elegante, il dito saltò verso il Brasile e solo la calma imperturbabile di Marina le impedì di affondare l'unghia lì dove l'inchiostro ne delineava i confini col resto del mondo.
    «Dovremmo pensare a un modo per troncare il resto del mondo dalla battaglia. Certo, significherebbe anche troncare ogni via di fuga, ma nello scappare che onore ci sarebbe?».
    Un tiepido sorriso a incurvarle le labbra mentre dalla politica e dalla tattica il Gunnarson si muoveva verso acque a lei più conosciute.
    «Per mia esperienza posso dire che chi primeggia con armi e incanti offensivi finisce per cavarsela anche con le arti esorcistiche. A tal fine uno scontro poco si distacca da quelli a cui sei già abituato. Anzi».
    Indice e medio si unirono per risalire verso l'occhio destro, lascivamente posato su quello di Sigurth, in un gioco di sguardi che al malizioso ora aveva sostituito il serio.
    «Il primo passo è quello di analizzare il bersaglio perché non tutti gli spiriti condividono la stessa natura. Denrise sfida da anni l'oscuro lasciando che le sua influenza si rintani negli angoli lontani dall'isola ma a breve affronteremo il sacro. Il grosso degli incanti esorcistici ha delle particolarità marginali aggiuntive contro l'oscuro, ovviamente, e sarebbe interessante ricercare incanti che possano vantare effetti aggiuntivi contro il sacro, come ad esempio gli angeli del mediterraneo».
    L'aspetto analitico avrebbe potuto fare la differenza ma ancora una volta era la conoscenza la chiave del successo.
    «Avresti l'ambizione o la pazienza per provare a creare un incanto simile?».



    code ©#fishbone

     
    .
  8.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Denrise
    Posts
    662
    Reputation
    +14
    Location
    Denrise

    Status
    🗲
    png
    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Il sorriso di Sigurth si sarebbe allargato ulteriormente alla rivelazione della Druida e, sogghignando, annuì alle sue parole. «È quello su cui contavo Marina e anzi, il rossore delle tue guance sarebbe più bello di ogni tramonto sul mare.» Avrebbe alzato il braccio verso di lei, se glielo avesse permesso le avrebbe carezzato la guancia con il dorso delle dita per poi proseguire a dirle. «Perdonami l'ardire nel correggerti ma non c'è stata nessuna che “ho fatto mia in questo o quel porto”. Ho avuto un'unica ragazza, Liv Marshall, la figlia di Thorsteinn e Svein, ma ormai è passato molto dall'ultima volta che l'ho vista o sentita, non credo neanche che stia più qui a Denrise.» Le avrebbe rivelato, che poi non era una gran rivelazione, era risaputo sull'isola che stavano assieme. Non aveva più parlato di Liv da ben tre anni eppure Marina possedeva la capacità di far emergere delle riscoperte sfaccettature della sua personalità che il Predone aveva seppellito così in profondità da risultare quasi estranei alla sua persona. Il Gunnarsson avrebbe ascoltato le parole della Druida, annuendo seriamente. «Non ho mai avuto la pazienza di mettermi lì a capire l'aritmanzia. La mia scuola è stata casa, dove studiavo il cielo, le specie animali e la natura. Sono sempre stato portato per cose più fisiche ed offensive e sopporto abbastanza bene il dolore fisico e mentale. Aspetti più… Teorici non fanno per me.» Cosa che, in effetti, Marina avrebbe potuto già aver notato nelle poche volte che aveva avuto a che fare con Sigurth. Posizionato al suo fianco, Sigurth si sarebbe spostato alle spalle di lei per vedere meglio la mappa. La mano di Sigurth sarebbe andata alla mappa, posandosi delicatamente su quella della Druida per poi spostarla sul Mar Nero. «Abbiamo citato il mar Rosso e il Mar dei Caraibi, luoghi dove siamo stati e con cui abbiamo rinsaldato le alleanze. Il Mar Mediterraneo ci è nemico. Senza contare il Mar Nero, la Crimea potrebbe rivelarsi un buon punto di appoggio ma credo che, a meno che qualche altra squadra di Denrise oltre alle nostre sia andata lì, non dovremmo aspettarci supporto da parte loro sempre se non hanno cambiato bandiera. D'altro canto c'è anche il Mare del Sud che, data la sua posizione, prendere la parte di uno o dell'altro interromperebbe la loro storica fama di neutralità e pacifismo. Non credo che convenga loro iniziare proprio ora una guerra. Il mare del Bengala, invece, è il popolo meno prospero: entrare in guerra potrebbe essere vantaggioso solo se una o l'altra parte offre qualcosa di parecchio sostanzioso. Infine, ultimo ma non per importanza, il Mar Giallo, i cinesi sono troppo impegnati nella loro corsa alla conquista dello spazio, l'obiettivo di colonizzare la Luna è da sempre ricercato da loro e forse sono proprio loro quelli che mi preoccupano di più: si sono modernizzati, decidendo di investire in magitecnologia e alchimia, puntando però in una direzione profondamente diversa da quella caraibica, al cielo. Un attacco aereo lascerebbe le nostre navi alla loro mercé.» Concluse, sollevando la mano di lei insieme alla propria intrecciando le dita con le sue, se ci fosse stata complicità da parte di Marina l'avrebbe portata alle labbra baciandola. Le avrebbe lasciato la mano, posizionandosi di fronte a lei, per ascoltare ciò che diceva riguardo l'arte dei riti esorcistici. «Ammetto che, nelle ultime missioni, quando ero con Baker non stavo a pensare molto ad una strategia, cercavo di fare più male possibile senza curarmi molto dell'aspetto analitico del nemico. Forse, recentemente, l'ho fatto un'unica volta mentre ero all'interno di Niflheimr quando abbiamo trovato degli Hobgoblin.» Capiva che, esaminare il nemico fosse importante, gli avrebbe dato dei vantaggi ed offerto possibilità maggiori di scegliere al meglio quale incanto applicare. «Non so se sarei in grado di creare un incanto da zero o se riesco a modificarne uno per aggiungere effetti aggiuntivi ma credo che tu mi conosca, ho piegato un Farfallus Explodit facendolo diventare il simbolo di Odino, penso di riuscire a modificare altri incantesimi per ricercare l'effetto che tu descrivi.» Disse, più che mai riflessivo nel valutare l'opzione fornita da Marina, appoggiandosi con il bacino al bancone posando entrambe le mani sul bordo dello stesso.

    by RevelioGDR
     
    .
  9.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Denrise
    Posts
    194
    Reputation
    +45

    Status
    🗲
    Denrise
    Marina Stonebrug
    "Eventually, everything connects."

    Aveva mutilato per molto meno, la druida. Spesso gli uomini si scordavano quanto le donne potessero essere pericolose, notando la bellezza dei loro petali per poi svalutare le loro spine affilate come daghe. C'era un ragazzo, ad esempio, a Forte delle Acque, che la privò della bacchetta dopo una notte passata a bere per provarne ad abusare fisicamente dopo averla legata. Un passo falso, però, aveva fatto cigolare il pavimento risvegliando la druida. Marina aveva letto nello sguardo del ragazzo molto, forse troppo, e non le servì alcuna conferma prima di agire. Evocato uno spirito del vento, aveva tranciato di netto il suo braccio destro all'altezza del gomito, con un Diffindo Coeli tanto preciso da massimizzare il dolore e minimizzare la possibilità che l'altro non sopravvivesse alla notte.
    Il ragazzo non l'aveva neanche sfiorata, Sigurth sì, ma la druida scelse di concederglielo.
    «Tu? Sigurth Gunnarson? Una sola ragazza?».
    Se il suo complimento l'aveva privata del dono delle parola il tempo sufficiente affinché non potesse parlare quando la mano vissuta del predone aveva sfiorato la guancia morbida come un fiore di lei, la frase che seguì il gesto la riportò con i piedi per terra, lì, all'Osservatorio che restava la sua ragnatela.
    Era lei la predatrice, o almeno questo amava raccontarsi.
    Marina, del resto, era una corrente che aveva benedetto più di un porto, lunatica come lo stesso astro da cui la parola prende il nome, mutava preferenze e gusti come le nuvole in cielo cangiano forma e colore a seconda dell'ora del giorno.
    «L'aritmanzia richiede una base teorica per essere padroneggiata ma gli aspetti pratici potrebbero stupirti: rituali per scovare ogni nemico, ibridare specie animali diverse, o ancora piegare i propri incanti affinché questi possano colpire persino il nemico più schivo».
    La vita era una questione di prospettive, del resto. La guerra che incombeva su Denrise avrebbe spinto molti a cambiarle, tollerando ad esempio l'oscuro Mar rosso e i suoi necromanti, oppure approcciando aree del magico che non avevano mai avuto l'ardire di abbracciare.
    Era quello l'elefante nella stanza, certo, e per questo non si sarebbe spesa in scenate di gelosia quando le attenzioni della mano dell'uomo passarono dalla sua morbida mano all'antica mappa.
    «Come affronteresti un attacco aereo?».
    Si ritrovò a chiedere lei, lasciando la mano in balia del predone, troppo interessata a discutere di tattiche e guerre per farsi distrarre da un bacio.
    «Se non hai mai avuto bisogno di studiare un nemico, significa che non hai mai avuto un degno avversario».
    Un sorriso a spezzarle le labbra, certa di quanto appena detto. Sopravvivere così a lungo senza pensare a una strategia era un sinonimo di fortuna e persino Baker, per quanto burbero, sapeva valutare due volte meglio di quanto metà Denrise avrebbe creduto.
    «C'è qualche incanto che ti piacerebbe modificare a tal fine?».
    Quella della farfalla divenuta corvo era una scelta d'Odino, del resto, non di Sigurth.


    code ©#fishbone

     
    .
  10.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Denrise
    Posts
    662
    Reputation
    +14
    Location
    Denrise

    Status
    🗲
    png
    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Come il corvo che incarnava, emissario di Odino Padre degli Dèi, Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson condivideva molte delle caratteristiche del passeriforme. Certo era che si trattava di un opportunista nelle occasioni che gli si presentavano; come il corvo, inoltre, il predone teneva un comportamento similare nonostante la propria forza, era assai cauto e prudente; prima di intraprendere un combattimento, era solito effettuare una ricerca atta ad individuare il minimo segno di pericolo presente sul territorio. Tale prudenza, tuttavia, veniva quasi del tutto abbandonata in difesa del proprio territorio. Ma l'aspetto su cui Marina era incredula, per cui forse il Padre degli Dèi aveva deciso di assegnargli quella forma animale, era la monogamia di cui Sigurth faceva sfoggio in quel momento. Nel periodo in cui era rimasto con Liv Marshall, aveva preso il mare parecchie volte e mai una volta era venuto meno al legame a cui era legato con lei. «Sì, io.» Disse, sorridendole, contento che non si fosse sottratta a quel contatto tra le proprie dita e il suo volto. Il Predone si trattava di un Vergine, segno di terra, immutabile e duratura, i cui tratti caratteriali erano una spiccata razionalità, metodicità e una capacità d'analisi. La sua personalità, infatti, non prescinde dalla serietà, rigorosità, organizzazione, ordine, precisione, perfezionismo e attenzione ai dettagli con cui svolgeva i propri doveri sull'isola di Denrise. Il figlio di Gunnar Ragnarsson risultava infatti meticoloso, ossessionato ed estremamente critico ma si trattava comunque di una persona concreta, affidabile e con un forte senso del dovere. Ascoltò le parole di Marina e, valutando l'aritmanzia, il suo responso fu dato con la mano libera di fronte alla bocca accarezzandosi la barba. «Sembra interessante detto così ma non credo di essere portato, alla fine ciò che sto facendo è specializzarmi sul combattimento e roba più fine di questo tipo non è da me.» Disse, lasciando che le proprie orecchie si beassero del suono della voce di Marina. «Stai parlando con uno che può diventare corvo e raggiungere quelle navi in volo. Ammetto però che sarebbe azzardato da parte mia spingermi da solo ad attaccare un'intera nave, quindi suppongo che cercherei di riportarla a terra con un Incanto Anti-Levitazione o suggerirei di farlo a qualcuno più esperto di me con questo tipo di incantesimi mentre insieme agli altri guerrieri Denrisiani andrei all'assalto.» Ammise facendosi pensieroso, era la prima volta che rifletteva su come affrontare una nave volante e la spontaneità della risposta che diede lo stupì. Alle parole di Marina Sigurth sorrise, accennando ad una fragorosa risata. «Sì, probabilmente hai ragione Marina. L'unica volta che in effetti mi sono trovato in difficoltà è stata al villaggio di Ulwandile Isigodi quando Dumisama ha evocato quell'astro che si è schiantato contro di me.» Avrebbe riflettuto sulla domanda che le aveva rivolto la Druida e se da un lato poté dirsi sorpreso di non aver mai riflettuto su quell'aspetto dall'altro lato aveva già delineato il suo percorso, era certo che si sarebbe allenato, avrebbe fatto suo il combattimento in ogni sua forma dagli incanti offensivi alla grezza forza delle sue braccia ma, oltre a questo, l'uomo non avrebbe disdegnato il sottile ma efficace mondo del saper resistere agli incanti e impararne a schivare gli effetti. Se dai suoi viaggi aveva imparato una cosa ciò era che uno stile di combattimento fluido e pieno attacchi e schivate avrebbero fatto la differenza tra la vita e la morte in una guerra come quella che andava a delinearsi. «Probabilmente prenderei un semplice Sortilegio della Fiamma Fatua e cercherei di modellare la fiamma a forma di freccia, cosicché possa penetrare più a fondo nel corpo dello spirito e causargli più danni, oppure in un Incantesimo Fulminante quando creerei delle nuvole in cielo, farei in modo che oltre ad una scarica di fulmini uscisse dalle nuvole un lampo in maniera tale da accecare lo spirito.» Quelle considerazioni gli vennero spontanee, senza che ci dovette pensare più di tanto.

    by RevelioGDR
     
    .
  11.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Denrise
    Posts
    194
    Reputation
    +45

    Status
    🗲
    Denrise
    Marina Stonebrug
    "Eventually, everything connects."

    Aveva del paradossale quanto l’animo di quei due fosse in completa antitesi da ciò che ci si sarebbe potuti aspettare dal loro ruolo e aspetto. Sigurth era un monogamo, ad esempio, sebbene il grosso dei predoni avesse fatto del razziare e conquistare, con stupri o conquiste più lecite annessi, il proprio stile di vita. Marina era una druida e lei, dove molti tra gli altri individui che per un motivo o per un altro si erano trovati a coprire questo ruolo avevano scelto la castità in nome del loro amore per gli dei, aveva preferito rimanere libera come il mare di cui portava il nome, disposto a piegarsi - per la di lui volontà - sotto questa o quella marea.
    Doveva esserci un motivo per cui gli dei avevano scelto per lei la rara forma del kraken per il proprio patrono. L’animale fantastico, infatti, al di là delle proprie abitudini di riproduzione, era caratterizzato da un gola insaziabile e l’immancabile ambizione di accogliere tutto ciò che cadeva nel proprio campo visivo sotto le sue spire.
    «Ci sta».
    Gli confesse quando l’altro preferì mettere un paletto sul fin dove spingersi nello studio delle arti belliche. Lei, dal canto suo, aveva dimostrato di sapersi destreggiare sul campo di battaglia al punto che, se in quelle situazioni fosse morta, sarebbe stata certamente accolta tra le braccia degli dei nel Valhalla. Eppure, sebbene avesse la confidenza per poter parlare di quell’argomento con tranquillità, non si voleva arrogare il diritto di controbattere a un predone sulle delle terre - il combattimento - che ormai aveva certamente esplorato a sufficienza.
    «Ti é mai capitato di gettarti da solo o con pochi… eletti… in situazioni così pericolose?».
    Lei, in un certo senso, l’aveva fatto sia negli abissi di Denrise che nel regno del più potente necromante al mando, ma in entrambi i casi aveva validi compagni come Nara o Kwaku con sé.
    «Comunque anche io avrei optato per gli strumenti da te suggeriti salvo che, data la mia natura da studiosa degli astri, mi sarei concessa una mossa alla Dumisama per congiurare tempeste di vento oppure una pioggia di meteore».
    A quelle parole seguì un sorriso così ingenuo, volutamente, che avrebbe sfumato le linee di confine che separavano scherzo da brutale onestà.
    «So che certi guerrieri sono in grado di rendere i propri esorcisti penetranti a priori… perché non renderli… aggiranti?».


    code ©#fishbone

     
    .
  12.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Denrise
    Posts
    662
    Reputation
    +14
    Location
    Denrise

    Status
    🗲
    png
    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Appoggiato al bancone Sigurth pose entrambe le mani sui fianchi di Marina, un tocco delicato e gentile che sarebbe proseguito verso la schiena di lei per percorrere la linea della spina dorsale. Colei che portava il nome del Mare avrebbe potuto vedere il lato più affettuoso del Predone che, con quelle attenzioni, le stava riservando. «Noto un certo disegno nella trama dell'arazzo che le Norne stanno intessendo con i fili dei nostri Destini.» Disse con la sua voce profonda specchiandosi nei suoi occhi. «Se posso avere l'ardire fin dal primo istante in cui ti ho vista al lago di Vaan ho compreso che sei una donna forte e determinata e se nella mia forma Animagus sono legato all'aria come corvo del Padre degli Dèi nell'altra mia forma più umana e terrena sono legato al mare.» Le mani, posizionate ora sulla schiena di lei accarezzavano dolcemente con i polpastrelli il bronzeo vestito della Druida. «Non pretendo né voglio possedere il Mare, esso è libero e, per definizione, impossibile da limitare. Mi basterebbe solamente lasciarmi cullare tra i suoi dolci flutti di tanto in tanto.» L'avrebbe guardata negli occhi, consapevole che l'acume della donna avrebbe compreso il reale messaggio che voleva intendere. Alle parole di lei Sigurth scosse il capo. «L'unica volta in cui sono stato solo o con poche persone è stato all'interno di Niflheimr per ritrovare Kwaku insieme a Jonathan e la Druida O'Neill. Poi da solo sono andato a cercare un tesoro ma ho fatto un buco nell'acqua, la mappa era un falso.» Per quanto riguardava lo scopo della sua visita Sigurth si sarebbe messo a riflettere sulle parole della donna, invitandola dolcemente nel contempo a poggiarsi contro il proprio petto esercitando una leggera pressione sulla schiena di lei. «Rendere i propri incantesimi in grado di tracciare il percorso del nemico e far sì che questo non sfugga ad essi sarebbe una gran cosa. Come riescono quelle persone a farlo? C'è qualche arte o qualche accorgimento che ti rende in grado di eseguire tali prodezze?» Che fosse il suo retaggio da Mezza-Veela o il suo spirito energico e combattivo era indubbio che Marina esercitasse un forte ascendente sul Predone figlio di Gunnar.

    by RevelioGDR
     
    .
  13.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Denrise
    Posts
    194
    Reputation
    +45

    Status
    🗲
    Denrise
    Marina Stonebrug
    "Eventually, everything connects."

    Il corpo rimase immobile quando le dita di Sigurth scivolarono sulla carne di Marina. L'anima, però, prese a ruggire. Il vivo incarnato delle labbra si piegò in un morbido sorriso mentre lo sguardo che condivideva col cielo il ceruleo e l'azzurro osò piegarsi verso l'altro.
    Poteva udirne i respiri come poteva percepire l'eco del battito del cuore nel proprio petto. Sigurth era un predone, certo, ma ogni esperienza mortale o frazione di secondo passato assieme a lui ne metteva in risalto aspetti diversi. Era una reliquia persa nei fondali marini, Sigurth; in pochi avrebbero avuto il coraggio di osservarlo, molti di meno di quello di esplorarlo. A Marina le sfide piacevano e di fronte agli ostacoli si sentiva adirata e incentivata in equal maniera.
    Sigurth, poi, era quanto di più simile a uno spirito o una divinità avesse mai conosciuto tra i denrisiani. Come il relitto di cui prima, destava timore alla stregua di un drago o di una divinità appartenuta a un culto perduto. Dei primi, la druida, se ne intendeva poco. Di esseri divini, invece, ne sapeva fin troppo.
    Non era il loro potere o le loro gesta ad affascinarla quanto più lo scoprirli umani, pieni di vizi e difetti come un vaso di vetro scosso dalle intemperie del tempo. Sigurth, in quel momento, sembrava più vivo della foresta eterea, cuore dell'isola, o del mar baltico, pelle della stessa.
    «La determinazione è ciò che ha reso i denrisiani ciò che sono ed è l'unica qualità che, di fronte alle insidie del mare, ci permette di sopravvivere».
    Come l'acqua, Marina sapeva adattarsi al contenitore che aveva scelto di avvolgerla. Aveva accettato il tocco di Sigurth e ne aveva sostenuto lo sguardo quando era stato il momento. Il suo sapersi adattare non era segno di debolezza quanto più manifestazione tangibile della sua algida determinazione. Molti denrisiani si paragonano alla pietra, impiegabile. Lei era acqua e, all'occorrenza, sapeva piegarsi senza mai spezzarsi, o spezzare montagne e scogli facendo perno sulla sua volontà e lo scorrere del tempo.
    Fortunatamente per Sigurth, la stazza non era abbastanza per includerlo tra quelle catene montuose di cui avrebbe voluto minare la vetta.
    «Le basi della magia le ho consolidate in Scozia, nel castello che prende il nome di Hogwarts. Lì le persone vengono divise in quattro case a seconda delle loro attitudini caratteriali».
    Il mento si sollevò verso l'alto per permettere al suo sguardo di raggiungere quello dell'altro senza distrazioni. Le labbra si sarebbero sciolte in un morbido sorriso mentre l'indice avrebbe ricercato l'avambraccio del predone per risalirlo e congiungersi al gomito.
    «Tra queste quattro case, due sono le più famose. La prima seleziona i suoi membri tra i più coraggiosi, la seconda tra i più ambiziosi. Gli dei mi hanno voluta tra i secondi, eppure mi chiedo dove saresti finito te».
    Marina era una druida, un tramite tra il mondo degli dei e quello dei mortali. Le sue parole pesavano come il vento e i suoi presagi come le tempeste. Provarci con lei era in equal modo atto di coraggio e di ambizione, ma solo uno tra questi poteva prevalere nella singola persona.
    Si sarebbe distaccata dalla pressione che parve richiamarla al petto dell'altro muovendo lievi passi verso una finestra circolare che dava sul villaggio, il bracco destro a fluttuare nel vuoto per invitare Sigurth a seguirla.
    «Su cosa cala il tuo occhio quando osa posarsi sul panorama che hai di fronte?».
    Una voce come il miele fragile ma inopportuna come il tocco d'un amante in un luogo pubblico avrebbe raggiunto il predone fondendosi al distante rumore delle onde che esplodevano contro il porto e le nenie dei druidi che provenivano da qualche tempio sperduto.
    Sigurth, da lì, avrebbe potuto notare il cielo di un azzurro tanto brillante da sembrare fittizio. Sotto al firmamento, volgendo lo sguardo a occidente, avrebbe colto le immense ed eterne montagne di Denrise, oscure e ammantate da tempeste di neve come l'inferno riservato ai traditori. Scendendo ancora avrebbe superato le fitte foreste tanto vive e rigogliose da sembrare la la chioma di Freya, verde come gli smeraldi, profumate come solo la natura sapeva essere. Ancora, superate le mura, avrebbe distinto l'immenso tempio in cui, con la druida, aveva avuto modo di colloquiare con un'emissaria di Odino. O forse sarebbero state le strade intricate come le crepe di un vetro scheggiato ad attirarne l'attenzione, crocevia che avrebbe potuto portare l'altro all'interno di qualche casa misteriosa che ne avrebbe sancito la fortuna o la disgrazia. La torre del Capo Villaggio, magari? Si stagliava in alto quasi a voler sfidare gli dei, ricordando al mondo intero come per questi esseri i denrisiani provassero rispetto, mai timore. Oppure il mare, di cui lei portava il nome e il profumo, ma anche la mortalità e l'impossibilità di essere domandata.
    Lei lo aveva un obiettivo in tutto quello.
    Lui anche.
    Marina voleva solo capire quale.
    «Sei un eroe, Sigurth, per coraggio o ambizione. In entrambi i casi, un eroe morto smette di essere utile alla patria. Evita di gettarti all'attacco sé non sei certo di poter avere la meglio o non hai qualcuno che possa coprirti le spalle».
    Di fronte a discorsi simili, parlare della magia nella sua forma più grezza sembrava alla stregua di discutere il meteo in una locanda durante un giorno di pioggia. Marina riprese il controllo del suo respiro, lo sguardo ancora rivoltò a ciò su cui la finestra le dava visione, l'udito a catturare ogni esitazione o dubbio di Sigurth.
    «Spesso la strada è incerta ma il traguardo no. Non esiste un unico modo per raggiungere un obiettivo. La mia conoscenza della natura mi permette di risvegliare l'anima degli elementi e con questa gli spiriti che ne costituiscono l'essenza affinché seguano i miei bersagli ovunque essi fuggano. Altri ancora, studiosi d'aritmanzia, hanno una conoscenza teorica della magia tale per cui riescono a modularne la forma affinché prenda traiettorie imprevedibili persino per i bersagli più accorti».
    O quasi.
    «Certi, infine, ma di questo non ne ho mai avuto la riprova, ottengono questo dono dagli dei dopo aver sacrificato qualcosa».
    In quel mondo nulla era regalato, ma un eroe degno di tale nome non poteva certamente avere paura di sacrificarsi.
    O sacrificare.


    code ©#fishbone

     
    .
  14.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Denrise
    Posts
    662
    Reputation
    +14
    Location
    Denrise

    Status
    🗲
    png
    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Parlare con Marina non era mai semplice, ogni parola proferita dalla mora Druida di Denrise sembrava possedere la potenza di uno di quei vaticini degli antichi popoli. La donna offriva sempre uno spunto di riflessione e questo era accaduto anche in quel momento in cui Sigurth si fermò a cercare di cogliere ogni possibile significato nelle frasi che Marina gli rivolse. Il mare era un elemento imprescindibile per la vita di Denrise e dei Denrisiani: su di esso avevano basato la loro economia, sulla pesca la loro fonte di sostentamento e la loro forza era nelle navi che ogni giorno salpavano ed approdavano al loro porto portando con loro visitatori che spendevano i loro Galeoni nelle attività più disparate, dalle loro taverne, ai bordelli e ai loro negozi. Menzione particolare andava alla forgia di Brugnir dove il Predone aveva acquistato solo di recente dei vestiti rinforzati magicamente per assorbire meglio i colpi oltre ad uno scudo che avrebbe utilizzato insieme alla bacchetta o con l'ascia barbuta che portava al proprio fianco. «La determinazione, sì!» Disse, infine, riscuotendo sé stesso dalle proprie riflessioni. «Ma è indubbiamente vero che, al pari della determinazione, la stessa tempra di Denrise ha permesso ai suoi abitanti di sopravvivere secoli e secoli quasi immutati nonostante l'avanzare inesorabile del tempo e di tutte quelle amenità moderne.» Il Predone sollevò la mano sinistra, accarezzando con la punta delle dita i baffi. La Druida evocò con le sue parole il castello in Scozia, Hogwarts, lo stesso luogo dove aveva studiato la magia. Gunnar Ragnarsson non aveva fatto partire nessuno dei suoi figli e figlie alla volta della Scozia e, per quanto le basi della magia nel castello venissero studiare in maniera profonda, a Sigurth non si era mai trovato in difetto rispetto a studenti diplomati ad Hogwarts. Certo, il figlio di Gunnar non aveva un M.A.G.O. in Aritmanzia o non aveva ampliato la propria conoscenza sulla cultura dei Babbani ma su quelle materie che seriamente servivano nella vita aveva la piena padronanza. «Se fossi stato ad Hogwarts mio padre mi avrebbe preso a calci per il resto della vita. Ricordo bene il giorno dell'arrivo della lettera: un barbagianni dal piumaggio grigio come il cielo in tempesta era entrato dalla finestra il giorno del mio undicesimo compleanno. Se hai presente mio padre sai bene quanto sia bravo con le asce da lancio, lettera e uccello sono stati bersaglio di un'ascia e il nostro Crup di famiglia Wagner ha fatto una bella colazione quel giorno. No, lo studio da casa non ha nulla da perderci rispetto ad una scuola piena di Inglesini con la puzza sotto il naso, stare in quel castello mi avrebbe rammollito o mi sarei ritrovato un giorno sì e l'altro anche coinvolto in una rissa.» Avrebbe sogghignato a quell'affermazione e, ascoltandola, avrebbe scosso il capo in un diniego. «Non ho idea in quale "casa" mi sarei trovato ma, di certo, nessuna di esse avrebbe accolto uno come me. Mi sarebbe sembrato di stare in una gabbia per sette anni.» Marina in quel frangente si era allontanata e, alzando una mano verso di lui, gli fece capire di seguirla. Lo accompagnò ad una finestra e, lasciandogli completa libertà di visuale, gli chiese quale cosa lui vedesse per prima. Un sorriso sarebbe spuntato tra la barba del Predone un po' per via della domanda e, il restante, perché intuiva che, dietro a quella domanda, si celasse la volontà di Marina di sondare il suo animo. Fece un respiro profondo e guardò oltre la finestra. «Sono un Predone Marina e, questo, si traduce nel fatto che io sono un navigatore. Il mio sguardo si posa sull'orizzonte esattamente nel punto in cui il mare ed il cielo si congiungono. Odo il ruggito delle onde ed garrito dei gabbiani, percepisco il vento carico di sale che sfiora la mia pelle e, talvolta, il mare è così simile al colore del cielo che è quasi impossibile se non per un occhio allenato scorgere la diversa sfumatura.» Marina lo aveva definito un eroe e, per un attimo, l'autocompiacimento di Sigurth prese il sopravvento eppure la donna lo aveva definito in quel modo perché ogni eroe alla fine possedeva quel "difetto fatale" che lo conduce spesso alla morte. Un avvertimento da non sottovalutare, specialmente da parte di una Druida la quale aveva fatto da intermediaria tra lui ed una delle Valchirie di Odino. «Come ho già detto, sono un combattente, immagino che mi vorrò specializzare su di quello, una volta ho visto combattere un cosacco russo: era sfuggente quanto un'anguilla. Si smaterializzava in un attimo e colpiva da una parte diversa e così a seguire. Mi è piaciuto subito come stile ma credo che servirà molto allenamento per arrivare ad una tale bravura. Inoltre non sono molto portato per gli incantesimi scudo quindi credo che punterò ad irrobustire la mia aura magica per farla diventare una sorta di scudo alternativo.» Parlare di futuro gli sembrava ancora prematuro, con una guerra in corso ogni minima azione poteva determinare il suo successo o la propria disfatta.

    by RevelioGDR
     
    .
  15.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Denrise
    Posts
    194
    Reputation
    +45

    Status
    🗲
    Denrise
    Marina Stonebrug
    "Eventually, everything connects."

    Ascoltò le parole due alla volta, finendo una frase e rimanendo col fiato sospeso finché il predone non sfiorava l'inizio dell'altra. Sorrise persino dove non avrebbe mai potuto credere di provare simpatia. L'immagine di un crup che affondava i canini della tenera e devastata carne di un barbagianni la incupì, la musicalità con cui aveva raccontato il tutto gli fece esattamente l'effetto opposto.
    «Secondo me ti saresti divertito. Molto. Sei troppo intelligente per precluderti una via e le stesse vie ti avrebbero scelto con piacere».
    I giorni in cui aveva frequentato il castello erano ormai lontani ma il ricordo di quelle mura, quanto quello dei suoi abitanti e dei loro vizi, era più vivido di mai. Aveva visto tante ragazze provare pene d'amore per studenti che valeva un dito del Gunnarson ed era certa che quest'ultimo avrebbe fatto faville con tutte loro. I denrisiani prima che navigatori e pescatori erano predoni conquistatori.
    Il concetto di gabbia le risultò più facile da comprendere. Per un denrisiano non c'era tortura peggiore della perdita di libertà e ogni canone o regole a cui si aderiva non poteva che condurre a questo risultato. La stessa Marina che era entrata a Hogwarts era morta tra quelle mura lasciando che, dal cadavere, si liberasse un imenottero più maturo e pronto ad affrontare il mondo.
    «Un giorno anche quest'isola ti starà stretta».
    Nessuno avrebbe saputo dire se quella frase fosse stata detta come monito od offesa, presagio o scommessa. Gli occhi d'un ceruleo fittizio si persero verso l'Orizzonte, lì, dove Sigurth aveva indicato. Un respiro le abbandonò il corpo nel congiungersi alla consapevolezza che le stesse norme del villaggio, canoni e regole annesse, fossero catene troppo strette per chi bramava l'avventura e la libertà. Sigurth era una tra queste persone, la sua compianta Nara lo stesso.
    Lentamente il capo ruotò verso l'isola dimenticando il mare che si era lasciata alla destra. Lo sguardo non esitò neanche un istante sui Monti o sulla Foresta Eterea, come neanche tra le strade del Villaggio o il maggiore tra i suoi Templi. Come lance nella carne della preda ambita, le pupille affondarono nella Torre del Capovillaggio.
    Di fronte alle regole che limitano la libertà esistono tre alternative. Sottomettersi, come facevano in molti. Scappare, come gli avventurieri. O piegarle al proprio volere, come gli eroi il cui difetto fatale rispondeva al nome di ambizione erano soliti fare.
    «Sembra uno stile molto interessante anche se la grande presenza di barriere anti-smaterializzazione potrebbe rendere il tutto estremamente complesso. Forse potrei avere qualcosa di utile verso l'Autunno a tale scopo».
    Sollevò le spalle con noncuranza, dando il massimo dell'importanza alle parole del predone ma riponendo il minimo della fiducia su coloro che le recapitavano i tesori più ambiti.
    «Hai mai pensato di stringere un patto con degli spiriti? È una scelta rischiosa, incredibilmente rischiosa, ma che sa pagare chi è forte di ideali e di intenti».
    Marina scivolò con un passo al fianco di Sigurth lasciando le dita della mano destra libere di scivolargli dal torace alla schiena.
    «Le Valchirie non sono solo emissarie di Odino ma anche incredibili guerriere. Se saprai catturarne i favori potrebbero darti un paio di ali e, magari, guidare i tuoi colpi esorcistici contro i nemici».
    Non poteva avere la certezza di quanto detto ma se c'era una cosa che non mancava alle persone ambiziose, quella cosa era proprio la capacità di viaggiare con la mente.


    code ©#fishbone

     
    .
21 replies since 24/7/2022, 18:13   318 views
  Share  
.
UP