La cicala e la formica

DONGIOVANNI

Corteggiatore impenitente di donne, audace e fortunato, talvolta millantatore.

La vita da predone era paradossale: da un lato, poteva essere la più intrigante e adrenalinica tra il ventaglio di quelle che il biondino avrebbe potuto scegliere; dall’altro, però, era incredibilmente rompipalle. Tutti lo conoscevano come “Darkness”, infatti, la maggior parte della gente della sua ciurma era solito chiamarlo con quel soprannome. Solo a pochi eletti era data l’opportunità di chiamarlo Edward. Comunque, a lui non dispiaceva che fosse utilizzato il suo vero nome: dopotutto, glielo aveva dato sua madre… era stata la sua ultima parola prima che spirasse e se ne andasse per sempre, partendo per il cielo. Il biondino non era mai stato credente, lui non credeva nemmeno negli dèi, però per la figura della donna che l’aveva amato a tal punto da morire per lui avrebbe fatto volentieri un’eccezione. A volte pensava alla morte che, un giorno, l’avrebbe portato via con sé e si chiedeva se l’avrebbe mai potuta vedere: non sapeva nemmeno che aspetto avesse. Nessuno gli aveva mai dato una foto di lei: si era sempre dovuto basare sui racconti di sua nonna, come chiamava la vecchia balia che l’aveva preso con sé, e sulla sua immaginazione. Era così che aveva sviluppato quella creatività che lo contraddistingueva dagli altri e non solo: la sua dote principale era non solo far il dongiovanni, ma, soprattutto, fare il nullafacente. Mentre tutti i suoi compagni si erano fatti carico di qualche lavoro, in vista della partenza a poche ore della drakkar, Edward se ne stava bello immobile, stravaccato ai piedi dell’albero della nave, schiena poggiata al tronco e con una sigaretta tra le dita che si portava ritmicamente alle labbra mentre i suoi occhi erano puntati all’orizzonte più prossimo. Era bello osservare gli altri faticare, mentre lui non faceva nulla, se non pensare e sghignazzare quando veniva combinato qualche guaio.

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DONGIOVANNI

Corteggiatore impenitente di donne, audace e fortunato, talvolta millantatore.

Il sole alto baciava la pelle abbronzata del giovane predone, il quale non aveva avuto nemmeno l’accortezza di mettersi un po' di crema solare: sì che era ormai mulatto di braccia, ma avrebbe comunque potuto ustionarsi, visto che faceva un caldo boia. Non gli era nemmeno passato per la mente di mettersi un cappello in testa, che si sarebbe accaldata se, ogni tanto, non avesse preso un po' d’acqua fredda e se la fosse versata senza troppe cerimonie sui capelli, bagnando le assi di legno della nave e riuscendo a far cacciar fuori dalle labbra di qualche marinaio certe bestemmie che avrebbero fatto accapponare la pelle a chiunque, ma non al ventiquattrenne.
Aveva alzato le maniche della camicia fino ai suoi avambracci, quasi stesse lavorando come un mulo. Insomma, Edward era capace di attirare su di sé le beffe dei predoni, ma a lui non importava nulla. Aveva pagato per la manutenzione? Sì, anche se con grosse e molte storie. Erano pur sempre 20 galeoni scalati alla somma da spendere per le sue belle storie di letto! E visto che si era rotto abbastanza i gioielli di famiglia di pagare, aveva deciso di prendersi un giorno di ferie e non far nulla, anche se ciò accadeva praticamente sempre.
D’improvviso, le sue orecchie furono raggiunte dall’urlo del suo nome storpiato: non fu tanto questo, quanto la voce che lo urlò che riuscì a far riconoscere al biondino il suo imminente nuovo interlocutore. Con tutta la calma del mondo, si alzò e si avvicinò alla balaustra della nave, da cui si sporse, con un sogghigno. Prese un tiro dalla sua sigaretta e, poi, salutò il predone con tono melenso.
- Signor Baker… che sorpresa! Come dice? – gli domandò, prendendolo leggermente in giro.
- Quanto ho pagato? Beh, 20 galeoni come tutti! -
Scoppiò in una risatina divertita: quello lì sì che era ignorante. Era l’uomo giusto da prender per i fondelli. Si chiedeva come caspita avesse fatto ad essere a capo del Canto della Sirena.
- Infatti la sta prendendo per il verso sbagliato. Faccia come me: si sieda un po' e faccia fare agli altri! Dopotutto ci hanno fatto pagare: e non dovrebbero essere quei “parassiti” a lavorare per noi? Comunque, se vuole le do un pò d'acqua. La vedo abbastanza provato - gli disse, mentre un piano gli si formava nella mente.

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