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Aaron&Jacquiline

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    San Mungo
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    Ultimamente aveva veramente un sacco di cose a cui pensare. Louise non era stata un bel colpo per Aaron specialmente per uno che davvero aveva tremila cose in testa e tremila cose in ballo. Si stava cercando di specializzare ma ancora una volta la sua vita frenetica e soprattutto con una dobbia personalità, lo stava rallentando. Doveva studiare delle cose, doveva veramente approfondire delle situazioni di magia nera e non ne trovava il tempo. Cavolo se faceva schifo la sua vita! Poi c'era il fatto che Evelyn se ne era andata e la sua vita sentimentale da che doveva prendere una bella piega, una di quelle stabili e rilassanti, ancora una volta stava risporofondando nel baratro più atroce. Come diavolo si poteva anche solo pensare di andare avanti in quel modo? Ma la cosa buona, davvero buona era che Aaron era amato davvero dai suoi pazienti ed era sempre molto stimato dai suoi colleghi. Oramai erano passati anni dalla sua laurea, ben tre e doveva ammettere che come dottore aveva acquisito una certa fama. Ecco, una cosa che gli interessava veramente tanto. lui non voleva essere solamente il figlio di, oppure il ragazzo con un portafoglio illimitato, o un proprietario terriero di troppe proprietà di lusso anche solo da riuscirle a gestire. Lui voleva essere ricordato per il bene che riusciva a fare, per il suo essere geniale, per la sua adudacia ed il suo intuito. Aaron voleva salvare vite e non solo con i suoi soldi, ma anche con la sua assoluta caparbietà e le sue qualità. Puntava a diventare il rpimario di un reparto complicato e sapeva che ci sarebbe riuscito. Ne era veramente, ma veramente sicuro. Comunque quella mattina era al bar dell'ospedale, sempre senza camice, aveva appena finito il suo turno e come al solito, da Molly, si stava facendo servire la sua colazione dei campioni mentre leggeva il giornale. Una volta addentata la sua bioche osservò un pò la stanza soffermandosi su di un viso conosciuto, ma non direttamente. Si, quella doveva essere la nuova dottoressa. Se la donna si fosse voltata sentendosi leggermente osservata, Aaron le avrebbe sorriso e fatto un cenno di saluto.
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    Aaron Barnes - 29 anni
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    Jacqueline De Lourant
    Medimaga | 28 anni
    Stretta nel suo camice bianco Jacqueline stava visionando alcuni documenti che servivano per l'autopsia di un suo "paziente". Il mondo della medicina legale era ciò che aveva sempre sognato. Niente stupide chiacchiere con il paziente, nessun bisogno di dover empatizzare con loro. Finalmente era riuscita ad ottenere quel beneamato trasferimento e, con il suo orario fisso, riusciva finalmente a gestirsi meglio la sua doppia vita. Il lavoro notturno era quello che più le dava incassi, il suo account di Instagram era sempre pieno di nuove foto dove la ritraevano in pose appositamente provocanti per attirare nuovi gonzi da spennare. Eppure non pensava ad altro che quel raffinato bar dove era stata mesi addietro che, chiaramente, era anche un bordello d'alta classe e la faceva riflettere sulla possibilità di poter andare a lavorare lì. Posò la cartellina e scrisse alcuni appunti, dalla foto l'uomo sembrava avesse avuto un trauma cranico con tanto di osso occipitale frantumato, tuttavia la ragazza doveva ancora esaminare il corpo per dare un parere più preciso. Si portò la piuma alla bocca, era una piuma di zucchero di Mielandia e, il colore verde, denotava che fosse una piuma alla menta. Era una posa involontariamente sexy che simulava una concentrazione tale su quel documento. «Ecco a lei Medimaga De Lourant.» La voce di Molly la riscosse da quella contemplazione della morte e Jacqueline alzò lo sguardo sulla ragazza che le si era avvicinata portandole un Croissant. Non si era mai data pena di conoscere il suo nome, nonostante fossero almeno sei mesi che lavorava lì. «Grazie.» Disse, per tornare subito dopo alle varie foto che ritraevano il deceduto. Eppure, con la coda dell'occhio le era sembrato di vedere un movimento, sollevò il capo e, voltandosi verso di esso notò il Medimago Barnes che la stava salutando sorridendole. Jacqueline prese la propria cartellina, il piattino con il croissant e si alzò, dirigendosi verso l'uomo. «Bonj…» Le stava per uscire il saluto in francese, sua lingua natale, si schiarì la voce e riprese. «Buongiorno Medimago Barnes.» Un sorriso e, posato sul tavolino la sua colazione, si aggiustò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

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    Non lo sapeva neanche lui cosa diavolo gli stesse succedendo in quel periodo. Forse il non voler pensare necessariamente alla sua ennesima botta al cuore, oppure semplicemente alla delusione provata ancora ed ancora proprio verso le donne, lo stava spingendo seriamente a diventare più cinico. Eppure, ogni volta che una bella ragazza come lei lo guardava, ricambiava lo sguardo o semplicemente si avvicinava a lui con quel fare dolce ed amorevole, lui diventava rosso. Chi lo avrebbe mai detto che una persona importante, ricca e piena di contatti come lui, riuscisse ad avere quella dicotomia interna. Come si poteva anche solo pensare ad una cosa del genere? Come si poteva credere che quel ragazzino che arrossiva ancora quando vedeva una bella donna, aveva costruito un impero ed aveva ampiato il portafoglio già stracolmo dei Barnes. Aaron era un tipo pieno di sorprese e sicuramente era una di quelle persone che riuscivano a sorprenderti in qualsiasi modo. Anzi, delle volte si sorprendeva anche da solo per determinati suoi gesti. Si conosceva, certamente, ma a volte si sorprendeva da solo per le sue azioni delle volte avventate e delle volte fin troppo razionali e strategiche. Era un uomo d'affari sicuramente, era uno che capiva le persone e sapeva esattamente come e dove prenderle, ma non era uno che sfruttava a pieno le sue possibilità e quello Markab Castelwine glielo aveva sempre detto, a suon di botte. Di ogni tipo, a dire il vero. Quando vide la biondina prendere la sua colazione ed andare li da lui, vide con la cosa dell'occhio Molly sbuffare, e lui non potè che dispiacersi per l'ennesima volta di quella situazione, ma fu contento di conoscere la sua collega. Mi chiamo Aaron! Le disse poi sorridendole e tendendo la mano per presentarsi come si doveva. Sorrise per il suo accento. Dalla Francia in Inghilterra, un cambiamento niente male! Come mai? In genere tra francesi ed inglesi non scorre proprio buon sangue! Sorrise ancora e poi girò il suo caffè. Si malediva sempre quando sapeva di non essere perfettamente in ordine come avrebbe voluto, anche se a dire la verità era perfetto in ogni suo punto. Alla fine i Barnes erano famosi per essere dei narcisisti, chi in un modo... chi un altro, ma l'egocentrismo era di famiglia.
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    Aaron Barnes - 29 anni
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    Jacqueline De Lourant
    Medimaga | 28 anni
    Un sorriso spuntò sulle labbra di Jacqueline che addolcì ulteriormente il suo viso. Era sempre stata carina e, quando sorrideva, gli dicevano sempre che si valorizza ancor di più. Non portava addosso molto trucco, un filo di fondotinta accompagnato dal rossetto e dell'eyeliner anche se la vera magia era essere una Metamorfomaga. Quello era il suo segreto di maggior valore anche se lei, furbescamente, dava tutto il merito alla sua bravura negli incanti trasfigurativi una mezza verità che le aveva fatto più volte comodo. Si umettò le labbra, passandosi la lingua sopra di esse con un fare non volutamente provocante e accennando una breve e leggera risata cristallina rispose al collega. «Ma certamente, so benissimo chi è lei monsieur Barnes. Lei è il motivo di tanti cuori infranti fra le giovani dottorande.» Gli disse con un moto di divertimento nella voce porgendogli la mano in una stretta delicata e morbida. Poi, una volta sciolta la stretta di mano, prese con indice e pollice il proprio croissant e se lo portò alla bocca, accompagnando sotto di esso la mano per raccogliere eventuali briciole. Una volta addentato e deglutito il boccone avrebbe sbattuto le lunghe ciglia ascoltando la domanda del collega. «Mi sono diplomata a Beauxbaton e non essendoci un centro specializzato in malattie e ferite Magiche non ho fatto altro che scegliere questa struttura anche se per un certo periodo di tempo ho lavorato all'Hôpital Universitaire Pitié Salpêtrière.» Disse, assumendo la melodica intonazione del francese, posò la colazione sul piattino e schiarendosi la voce con un paio di colpetti di tosse fece. «Et toi?» Chiese sorridente all'uomo, posando con nonchalance la mano destra sull'avambraccio dell'uomo tastando la muscolatura. «Hai sempre lavorato qui al San Mungo?» Chiese inclinando il capo e facendo cadere una ciocca di capelli lungo il viso.

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    Anche se poteva tranquillamente sembrare che Aaron era uno di quegli spocchiosetti, arroganti e soprattutto stronzi ragazzi ricchi viziati fino a non finire, abituati a certe lusighe, Aaron non lo era affatto. Quando la sua collega gli disse che effettivamente era il motivo di un sacco di cuori infranti in quel posto, seppur ne era consapevole e cosciente, non si sarebbe mai abituato, ed infatti stava arrossendo leggermente, fino a guardarla di nuovo in quegli occhi tanto chiari. Sorrise alla ragazza, ma scosse il capo.Ma no! Ti posso assicurare che io non faccio niente di spaciale. Ecredo che si infatuino solamente di quello che sentono di me, quello che sanno della mia famiglia e soprattuto del mio patrimonio! Ma non sono poi così fantastico come si dice! Il primo ricco sfondato, forse uno degli unici nel mondo magico ad essere una persona così veramente modesta. Non lo diceva solamente per farsi dire che non era vero e che invece era bellissimo! Lo diceva perchè seriamente lo pensava, perchè seriamente pensava di non essere come lo descrivevano, anche se cavolo! Se tutti dicevano la stessa cosa, se lo stesso Castlwine che non si legava a nessuno, forse neanche alla sua ombra, diceva che effettivamente era bellissimo e fantastico, beh un minimo di verità c'era in tutto quello che si diceva, no? Sorrise comunque alla biodnina di fronte a lui prima di osservarla mangiare quel cornetto con tanta grazia. Il suo accento le ricordava la persona più assurda e scoppiettante che conosceva, e forse si conoscevnao anche, ma non era uno dedito all'indagine. Spero che tu non sei tra una di quelle dottorande! Lo disse in maniera veramente spontanea prima di bere ancora un pò della sua spremuta d'arancia e gustarsi quel suo accento e soprattutto quel suo racconto. Interessante. Veramente interessante, lui era stato in quell'ospedale e le cose andavano decisamente in maniera diversa dal San Mungo. Sorrise alla ragazza e poi pulì le labbra con il tovaglioso. Era bella, era sensuale, chissà perchè alla fine della fiera riusciva sempre a trovarsi in quelle situazioni in cui non capiva esattamente come realmente comportarsi. Si, diciamo che ho sempre lavorato in questo posto, lo frequento da quando ero un bambino. Mia madre era un medico. Era un primario in una clinica privata in germania e poi è venuta qui quando si è conosciuta con mio padre. Pazzesco come l'amore ti faccia lasciare un lavoro del genere per diventare un semplice medico in un ospedale pubblico, incasinato e con degli orari massacranti! Certo, lui lavorava veramente e davvero duro li dentro, anche se, ovviamente, nessuno voleva, almeno in quello, riconoscere i meriti di un ragazzo che per carità, aveva un sacco di privilegi, ma che aveva veramente studiato per tutto quello.
    Aaron Barnes

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    Aaron Barnes - 29 anni
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    Jacqueline De Lourant
    Medimaga | 28 anni
    Jacqueline avrebbe riso alle parole di Aaron, una risata cristallina e melodiosa. «Oh no, Guaritore Barnes. Non sono una di quelle dottorande infatuate di lei.» Il tono caldo, sensuale della voce era condito da un leggero morso sul labbro inferiore. «Mon dieux! Ma dov'è che ho lasciato le mie buone maniere, je soius Jacqueline De Lourant! Ravi de vous rencontrer. Molto piacere!» Tentò nuovamente di porgere la mano al collega, forse la prima volta era troppo preso dall'imbarazzo per notare il gesto e, sorridendogli mostrando i denti, avrebbe replicato alla sua domanda se fosse stata anche lei una tra quelle dottorande. «Moi?» Disse, caricando la propria perplessità, portandosi la mano libera al petto. «Non, ce n'est pas possible.» Scosse il capo e poi, dopo qualche secondo, si aprì in un sorriso. Quando passò Molly le posò una mano sul braccio e chiese. «Pardonne-moi, potrei avere anche un cappushino, oui? Ah e una jus…spremuta? D'aranche, s'il te plaît?» Sorrise e, lasciato il contatto con il braccio della ragazza, portò nuovamente lo sguardo verso Aaron. «Oui, si, anche io mi trovavo male con gli orari, specie con il turno notturno. Alla fine ho fatto richiesta e sono riuscita a dedicarmi alla medicina legale, in cui mi sono specializzata.» Anche per stare lontana dai pazienti chiacchieroni, ma questo se lo sarebbe tenuto per sé, sorridendo al Medimago. Sospirò e, alle parole di Aroon, avrebbe detto. «Ohh l'amour… che cose pazze che fa fare l'amore per chi ha la fortuna di trovare la persona per cui mettere a rischio la propria vita, ma per chi non ha quella fortuna l'amore è un sentimento effimero fatto solo di sesso e vuote carezze.» Povera sciocca, abbandonare un posto da primario in una clinica privata per fare la sguattera in un bordello pubblico pensò malignamente nel frattempo.

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    Sapeva esattamente chi fosse la ragazza che avava di fronte a lui. Sapeva esattamente come si chiamava e quando si era trasferita. Era il pupillo del capo del San Mungo e comunque era uno che donava veramente, ma veramente parecchio a quell'ospedale quindi, almeno un minimo, doveva esserne il "padrtone"! Forse era anche per quello che era in affari con magie sinister ed era anche per quello che alla fine non veniva mai scoperto per le magagne che aveva ma veniva sempr ricordato come la persona più buona, gentile, ingenua e spontanea che si avesse in circolazione. Ma infondo per essere così ricchi un qualche pregio bisognava anche averlo no? Ed Aaron aveva quello che era un grandissimo parvento! Era uno che sapeva mascherare veramente molto bene quello che pensava e quello che provava, praticamente, l'esatto opposto del minore Barnes. Sorrise alla bionda e lasciò che dicesse che no, non era una di quelle dottorande, e per fortuna tra le altre cose, e poi le strinse appena la mano delicatamente. Dottoressa De Lourant, in inghilterra siamo molto più scortesi di voi francesi, quindi io ti darò diretamente del tu! Queste usanze formali non ci appartengono! Puoi chiamarmi Aaron! Aggiunse poi sorridendole ancora prima di fare un altro sorso alla sua spremuta d'arancia per poi sorriderle ancora e mangiare un altro pezzetto del suo cornetto mentre la ragazza bionda attirava l'attenzione di Molly che arrivò quasi spazientita da lei. Aaron detestava quelle situazioni. Comunque, mandò giù il boccone, e la trattenne con un dito alzato per poi chiederle un altro cornetto. Aveva una fame pazzesca. Non parli bene l'inglese oppure è divertente parlare con l'accento naturalmente sensuale francese?Chiese poi scherzosamente visto come aveva chiesto le ordinazioni e come poi aveva risposto perfettamente a lui. L'accento francese doveva ammettere che gli piaceva molto, specialmente sulle ragazze. Aveva un suo vero perchè ed era legante, un pò sensuale nell'accezione positiva ed anche un pò negativa. Si detestò da solo per certi pensieri. Il suo viso, però, rimase completamente intonzo. Interessante la tua concezione d'amore. E tu sei rientri tra quelli che farebbero follie oppure quelli che pensano che sia un sentimento effimero fatto solo di sesso e carezze vuote? Chiese poi interessato alla cosa. In fondo Aaron era un grandissimo filosofo e soprattutto era uno studioso a cui piaceva enormemente sentire le opinioni delle persone, ma soprattutto al quale piaceva veramente moltissimo ascoltare, e mentre lo faceva era bravo a capire, a captare, a studiare chi aveva di fronte. Sorrise ancora alla ragazza ed attese la sua risposta. Sapeva essere una donna interessante, doveva solamente capire fino a che punto.
    Aaron Barnes

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    Aaron Barnes - 29 anni
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    Jacqueline De Lourant
    Medimaga | 28 anni
    Quando lui propose di darsi tra loro del tu valutò per un momento la possibilità. «Très bien!» Sorrise annuendo al Medimago di fronte a lei, portando lo sguardo su di lui. «Allora sono sherta che potrai chiamarmi anche tu Jacqueline, in fondo noi siamo colleghi, oui?» Un sorriso caldo che mostrava il bianco dei denti. «Perdona il mio essere...formale, je souis, perdonami, sono cresciuta nella formalità e ero la “Petite Princesse” di casa De Lourant, sono certa che anche tu comprenderai.» Il proprio accento francese sfuggì nuovamente dalle labbra e, annuendo alle parole di Aaron Jacqueline si rese conto che, un vecchio problema pronuncia, tendeva a palesarsi nel momento in cui, la ragazza non sapeva cosa replicare. «No, no, ho studiato Inglese durante i primi anni della mia vita, con un insegnante privato. L'accento compare a volte.» Certo che conosceva l'inglese, e anche bene! Se non studiava quell'arpia della sua tutrice Magonò la puniva duramente. Ripensare a quella donna la fece ispirare a fondo, tuttavia il ricordo di come lei spesso si fosse vendicata nei suoi confronti la fece sorridere, un sorrisetto malizioso che si manifestò sul suo visino di porcellana. Avrebbe terminato il proprio Croissant e, pulendosi la bocca con un tovagliolino di carta, spostò lo sguardo su Molly. Forse lei era una che faceva pazzie per amore, era palese, da come si era comportata prima avvicinandosi a lei per ascoltare la sua richiesta che fosse cotta persa di Aaron. Era un vero peccato che il rampollo dei Barnes attirasse così tante attenzioni, con le giuste moine forse quella suorina sarebbe potuta trasformarsi in una demonietta tra le sue braccia. Si schiarì la voce e, con un sorriso, avrebbe detto. «Non saprei, ancora non ho incontrato nessuno che abbia suscitato quell'emozione.» Ma, soprattutto, non esisteva una donna tanto pazza da assecondarla in tutto e per tutto.

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    In genere le persone come lei lo incuriosivano parecchio. Il fatto che fosse una ragazza ricca - quello era palese - così bella e gentile, era sicuramente un sinonimo di inganno. Nessuno era gentile e ricco allo stesso modo. Neanche lui era una persona tanto trasparente, la metà delle persone pensavano che fosse un santo, un ragazzo senza macchia e sanza paura, uno sempre pronto ad aiutare gli altri. Ed in realtà era anche in quella maniera, ma come ogni Barnes, aveva anche lui un lato oscuro. Lato oscuro che aveva messo in piedi un traffico di droga parallelo alla S&S, che trafficava organi per Sinister, e tanto, tanto altro. Era qualcosa che non avrebbe mai pubblicizzato e che nessuno avrebbe mai scoperto. Aaron Barnes era tanto famoso quanto bravissimo a
    far trapelare solamente le notizie che lui stesso voleva far trapelare. Era una di quelle persone completamente illegibili. In fondo era uno che arrossiva alle avance delle belle donne, che delle volte non sapeva neanche come si approcciava con delle ragazze, e soprattutto era un disastro sotto tantissimi punti di vista sociali, ma... Ma forse era solamente una copertura? Bene, nessuno lo avrebbe davvero mai scoperto. L'unico suo punto debole che al contempo diveniva punto di forza imbattibile, e totalmente noto a tutto il mondo, era proprio suo fratello Blake.E quella era sicuramente una certezza. Jacqueline! Pronunciò il suo nome in perfettissimo accento francese. Ecco, Aaron era davvero un uomo dalle mille risorse ed aveva modi tutti suoi per provarlo. Sorrise alla ragazza ed ascoltò quello che aveva da dire. Poi scosse appena il capo. In realtà no, non sono cresciuto come un principino in una bolla di cristallo. La mia famiglia è sempre stata ricca, non aristocratica e ti posso assicurare che non è la stessa cosa! Ammise sorridendole anche veramente imbarazzato della cosa. il fatto era che tutti pensavano che la ricchezza venisse da una forma mentis diligente, qualcosa di paragonabile a lezioni private e cose del genere. No, la famiglia Barnes non era certamente in quella maniera.
    E cosa serve per farti suscitare quel tipo di emozione? Chiese poi curioso. Ecco, Aaron era uno che adorava quelle conversazioni perchè riusciva a capire sempre qualcosa della persona con cui parlava. Ed il fatto che non fosse uno che pensava solamente al sesso, sicuramente aiutava in modi che altri uomini non potevano neanche immaginare. Sorrise attendendo una risposta!
    Aaron Barnes

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    Aaron Barnes - 29 anni
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    Jacqueline De Lourant
    Medimaga | 28 anni
    La ragazza di nome Molly sarebbe arrivata con la sua spremuta d'arancia e, la Medimaga, avrebbe sorseggiato quel concentrato di vitamina C. Impegnata nell'atto di bere Jacqueline avrebbe ascoltato il collega spiegargli come la sua famiglia non fosse aristocratica annuendo più per dare l'impressione che gli interessava ciò che l'uomo stesse dicendo. Un sorrisetto malizioso sarebbe comparso alla domanda del collega. Certo, lui si aspettava una risposta ma la verità era che lei non poteva dirgliela. Il tocco sensuale di una mano femminile tra le sue cosce, la consapevolezza di fare qualcosa di proibito e peccaminoso con qualcuna con cui poteva condividere senza riserve l'esperienza, la lenta e progressiva corruzione di un animo candido verso l'abisso dell'eterna dannazione: tutte quelle cose la facevano sentire letteralmente, come aveva detto Marina, una succube tentatrice. Una predatrice sessuale alla ricerca di altre anime da donare al proprio signore e padrone Aēšmadaēva, comunemente noto come Asmodaeus. Si era avvicinata al culto dei demoni passando attraverso il satanismo e, nelle campagne parigine, si era dedicata a rituali mistici. «Il profumo delle candele accese, un buon borgogna del '90 e… la mer di Debussy in sottofondo.» Certo era una risposta un po' vaga e bislacca che non rispondeva affatto alla domanda di Aaron ma in quel frangente la sua attenzione era sulla sua borsetta, aperta, con dentro la sua mano a cercare il portafoglio. «Mon dieu, c'est pas possible» Si sarebbe morsa il labbro inferiore, pensierosa, assumendo una posa involontariamente sensuale e parlando la propria lingua madre in riflesso ad un problema più pressante. Avrebbe sospirato e, rimettendosi a posto una ciocca di capelli andata fuori posto nella foga della ricerca, avrebbe alzato lo sguardo verso Aaron assumendo una smorfia contrita. «Mi spiace doverlo chiedere, in genere non faccio queste brutte figure… ma temo di aver lasciato il borsello nell'altra borsa che ho lasciato a casa.» Avrebbe osservato il collega dispiaciuta e alzandosi gli avrebbe chiesto. «Dici che mi faranno la gentilezza di poter pagare domattina?» Era orgogliosa e di certo non gli avrebbe chiesto di pagargli la consumazione.

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    Già di per se Aaron era una persona che non si interessava al mondo esterno, come ogni Barnes sulla terra, poi, quando davanti a lui incontrava persone che sembravano essere meno interessate di lui, allora era la fine. Sorrise alla sua collega e non si espose ulteriormente. in fondo la famiglia Barnes era una delle famiglie più notorie e ricche di Londra, oltre che una delle più antiche, non doveva certo dare spiegazioni ad una donna che non era neanche di li. Ma non era quello il punto. Aaron era abituato al genere di ragazze sfrontate, che sapevano esattamente come utilizzare il proprio corpo e la propria bellezza per fare colpo su un uomo, e seppur anche i suoi occhi ghiaccio volevano la sua parte, non era per niente attratto da persone come lei. Era come se avesse la sindrome del medico costantemente, gli piacevano le donne da salvare, quelle di sani principi, ma che avevano carattere e che seppur bellissime utilizzavano il prorpio cervello per far colpo. Sorrise ancora alla bionda mentre lei gli elencava qualcosa di quasi scontato per quelli della loro classe sociale. Ma era troppo gentile e signore per dire qualsiasi cosa che non fosse un:Quindi vai molto sul classico. Scommetto che un sacco di persone hanno usato questastrategia. Rispose semplicemente prima di assistere ad una scena che per lui era imbarazzante per natura. Il fatto era che lui non vedeva dei soldi contanti da una vita e delle volte non si portava neanche le carte dietro. In genere pagava anche solo con il suo cognome, o comunque qualcuno lo avrebbe fatto per lui. Ad esempio nell'ospedale per lui ed Annie c'era un conto aperto che in genere pagava ogni fine mese! Quindi quando lei fece quella richiesta, Aaron ridacchiò appena. Ci pensò io. Sono io che ti ho invitata al mio tavolo, dopotutto! Rispose semplicemente prima di stringersi nelle spalle. Ecco, la stanchezza cominciava seriamente a farsi sentire, ma comunque cercò di non darlo a vedere, anche perchè la giornata era ancora fin troppo lunga, di conseguenza non si poteva permettere in nesusn modo di andare a riposare. Comunque, spero che prima o poi cambierai idea sull'amore. é un sentimento troppo complesso per ingabbiarlo davvero in una serata con del buon vino e della buona musica! Forse stava banalizzando quello che la bionda gli aveva detto che avrebbe suscitato in lei delle emozioni, ma Aaron si aspettava sempre qualcosa di più dalle persone, e, seppur molto garbato e gentile, non riusciva propriamente a mentire.
    Aaron Barnes

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    Aaron Barnes - 29 anni
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    Jacqueline De Lourant
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    In un primo momento Jacqueline non sapeva come coglierle quelle parole, avrebbe ringraziato per l'offerta di pagarle la colazione ma quello che Aaron disse dopo la lasciò interdetta. «Perdonami, si stava parlando di amore o eccitamento sessuale? Perché mi sembra che la nostra conversazione verteva su di una semplice e basilare emozione senza specificare l'amore. Sarò banale ma ho due metri e due misure: con uno calibro il semplice rapporto sessuale scevro da ogni sentimento, con l'altro invece qualcosa di più profondo e sentito. Direi che hai le idee molto poco chiare ma ben confuse: ho specificato prima, magari eri distratto, ma l'amore quello con la A maiuscola, fa fare follie invece quello da una notte sola no. Magari è solo sfortuna ma per il momento io ho incontrato solo uomini che vogliono solo usare il mio corpo.» Certo non andava a sbandierarlo in giro il suo essere lesbica, soprattutto sul posto di lavoro. Si sarebbe mostrata perplessa alle parole di lui, perché non aveva ancora avuto l'occasione di sperimentare una cosa così grande, solo una leggera cotta adolescenziale consumata nel bagno delle ragazze di Beauxbaton. «Perdonami, in cosa dovrei cambiare idea? Se non l'ho ancora provata come potrei farmi un metro di paragone? Comunque mi spiace che tu abbia frainteso le mie parole.» Ed ecco l'ennesima riprova che le sue parole furono fraintese, sorrise e scuotendo il capo Jacqueline avrebbe detto al collega. «Ingabbiarlo? Del buon vino e musica non servono ad ingabbiare un sentimento tanto complesso come l'amore ma sono un accompagnamento per una serata che si presuppone essere romantica da ricordare in futuro con la stessa persona con cui la stai vivendo.» Jacqueline sciorinò tutto d'un fiato quel discorso, più per un senso di non voler essere definita in quel modo superficiale e sbrigativo che per una reale voglia di confidenza.

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    San Mungo
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    Se c’era una cosa che Aaron non sopportava per niente era la presunzione di dire che gli altri avevano torto senza però farsi veramente un mea culpa. Sapeva benissimo di quello che stava parlando e credeva davvero che la ragazza non capisse bene l’inglese, specialmente per la sua risposta. Si vedeva che non conosceva Aaron e si vedeva che ad essere confusa era lei. Lui non avrebbe mai parlato di eccitamento sessuale con una ragazza che per di più non conosceva. Aveva parlato della follia che sua madre aveva fatto per AMORE, e lei gli aveva risposto che ancora non conosceva quella sensazione e che NESSUNO, aveva suscitato quell’emozione. Ancora, Aaron aveva chiesto cosa le sarebbe servito per suscitarla e lei aveva risposto del vino, e musica. Comunque non la interruppe. Il suo discorso glielo lasciò finire perché era fin troppo signore per interromperla. Ma quando disse che forse era lui ad essere confuso sgranò gli occhi e rise. Non ce la fece a trattenere la risata ed in quello era veramente, ma veramente un Barnes. Scosse il capo come per dirle che forse aveva perso il senso del discorso. Non voglio essere scortese, ma forse ho parlato troppo velocemente in inglese e magari non ci siamo capiti bene. Il fatto è che io non sono confuso su alcunchè e soprattutto non sono una persona che parlerebbe in questa maniera così esplicita di “eccitazione sessuale”, specialmente se sto parlando con una donna che per di più non conosco. Fece una pausa e parlò immensamente più piano rispetto a prima. Poi riprese. Non credo di essere stato distratto, non è qualcosa che mi appartiene. Ti faccio un riepilogo, così almeno leviamo qualsiasi tipo di confusione, che di certo non appartiene a me: ti ho detto che lavoro qui da sempre ed ho sempre frequentato il San Mungo perché mia madre era un medico e ti ho specificato che prima era un privato e poi per amore ha rinunciato la sua carriera. Tu mi hai risposto, precisamente “che cose pazze che fa fare l'amore per chi ha la fortuna di trovare la persona per cui mettere a rischio la propria vita, ma per chi non ha quella fortuna l'amore è un sentimento effimero fatto solo di sesso e vuote carezze.” Me la ricordo a memoria sia perché dopo tutti questi anni di medicina ho una memoria di ferro, sia perché le tue parole mi sono rimaste molto impresse. Le ho trovate poetiche ed allo stesso tempo malinconiche, vere, tristi ed anche molto romantiche. Fece un’altra pausa. Aaron era un corvonero, era una persona puntigliosa, era un rompicavolo allucinante ed aveva una memoria assurda. Era sempre stato un buon osservatore, un buon ascoltatore ed in genere lasciava cadere sempre tutto, tranne quando gli si rimproverava qualcosa che a lui non stava bene. Non era mai stata una persona confusa ne distratta e forse, ad uno che aveva sempre la testa si libri ed era sempre attento a qualsiasi cosa ed ad ogni minimo dettaglio, rimproverarlo di una cosa del genere era seriamente un affronto. Sempre sullo stesso argomento, riprese a parlare. Non voglio essere ulteriormente puntiglioso, ma se tu specifichi che “chi non ha la fortuna di trovare quel determinato sentimento e provare quella determinata emozione, l’amore è un sentimento effimero fatto solo di sesso e vuote certezze”, vuol dire, almeno nella nostra lingua, che tu definisci l’amore come un sentimento effimero fatto solo di sesso e vuote certezze. Da questo la mia domanda più precisa: cosa serve per farti provare quella determinata emozione. Ovviamente mi riferivo all’amore, perché quello era l’oggetto della nostra chiacchiera. Come vedi non sono io quello confuso. Si fermò un momento. Se quello non sarebbe bastato avrebbe continuato ulteriormente. Sospirò. Non ho frainteso, credo che tu non ti sei spiegata bene. Se l’oggetto principale è la follia d’amore che ha fatto mia madre, non vedo come dovrei riferirmi a banale eccitazione sessuale. Inoltre credo che sia veramente offensivo il fatto che tu possa pensare che io guardi una donna e l’unica cosa che possa venirmi in mente è parlare di sesso. Mi dispiace per te e per le persone che hai incontrato nel tuo cammino. Ma io non sono uno di quelli e non credo neanche che sia buona educazione potermi paragonare o avere la presunzione di dire che io sia confuso oppure abbia frainteso delle tue parole. Il suo tono era sempre gentile. Era un Signore con la S maiuscola e quello che più lo innervosiva era quando le persone soffrivano di quell’arroganza vana che veniva esercitata senza neanche riflettere. Erano parole, era una conversazione e forse la ragazza veramente non sapeva bene parlare l’inglese. Ma non sarebbe stato di certo uno che si emozionava davanti ad una bella donna. Che poi a lui piacevano generi diversi, quindi parlare di eccitazione sessuale con la prima che capitava non era proprio da lui e soprattutto non sarebbe mai successo con una come lei.
    Aaron Barnes

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    Aaron Barnes - 29 anni
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    Jacqueline De Lourant
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    Uomini… O meglio, maschi.
    “Ma quanti problemi avevano? Davvero erano ancora convinti di essere loro il sesso forte o di poter ancora trattare la donna come se fosse un essere inferiore che non sapeva quello che voleva e diceva? Che il fatto di avere un'estremità pendula e floscia tra le gambe li eleggesse a esseri superiori?”
    Perché reputava che essere Uomo non comprendesse determinati stereotipi, come quelli che stava calcando quello seduto al tavolo con lei, aveva pensato, sentendosi parlare a quel modo e tornare al filo principale del discorso mentre lo ascoltava per metà. Avrebbe sorriso con derisione per tutto il discorso del collega che, pur di mostrarsi superiore a lei, stava riassumendo tutto ciò che si erano detti fino a quel momento con tono saccente. Jacqueline avrebbe accavallato le gambe chiudendo gli occhi ed accarezzandosi la fronte delicatamente con medio e anulare della mano sinistra.
    «Appunto!» Avrebbe detto al collega. «Comunque non c'è problema, tu hai la tua idea e io la mia. Io stavo solo facendo notare che sì, l'amore fa fare follie. L'esempio calzante è stata tua madre che ha lasciato un posto prestigioso, remunerativo con tanto di possibilità di fare carriera per inseguire l'amore.» “O per i soldi.” Pensò, mentre Aaron si riempiva la bocca d'amore ma che in realtà non lo conosceva appieno nemmeno lui per non cogliere la differenza che Jacqueline stava cercando di spiegargli. «Ti ho appena spiegato la differenza che c'è, per me, tra Amore e vuote carezze ma per quanto riguarda il cosa mi serve per provare quel determinato tipo di emozione non te lo so dire perché gli uomini da me hanno sempre e solo voluto sesso e vuote carezze, pensi che si possa fare un paragone?» Rivolgendogli un'occhiata, supponendo che quell'uomo si stesse chiudendo in una corazza di maschilismo e ipocrisie.

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    AMBIZIOSO
    Che denota ambizione, intraprendenza o, anche, eccessiva presunzione.
    Era seccante tutto quello, sia perchè Aaron non era una persona che si credeva superiore a nessuno, e si poteva affermare con tranquillità che lo era seriamente rispetto a tante persone, sia perchè detestava le persone che non capivano quando sbagliavano ed erano così tanto superbe ed assurde che facevano anche del loro sorriso un ridolio e derisione. Sospirò e non rispose a niente di quello che la ragazza disse. Di tantissime qualità che aveva il Barnes, la pazienza non era del tutto una di queste. Era un uomo d'affari e purtroppo per lui sapeva riconoscere esattamente quando ne valeva la pena e quando invece non c'era niente di interessante da scoprire. Era partico con tutte le buone intenzioni, aveva riconosciuto in lei una persona che non era nel suo posto e, come al solito, voleva essere cortese, socievole e soprattutto darle il benvenuto in maniera amichevole, ma a quanto pareva certe persone non sapevano andare oltre il proprio naso. Non era un problema suo, specialmente non in quel periodo che stava vivendo. Le sorrise e poi scosse appena il capo quasi come se volesse spazzare via quella conversazione. Si, hai ragione, sono io che ho frainteso tutto, forse colpa della stanchezza! Disse in maniera gentile e falsamente comprensiva. Ma la ragazza on avrebbe mai potuto sentirlo dal suo tono perchè Aaron non si tradiva mai ed era una persona troppo dolce e servizievole per essere anche solo sgamato. Tutto quello che nella vita aveva fatto, sarebbe stato completamente impossibile se il suo viso o tono di voce tradisse emozioni. Le sorrise ancora poi ascoltando la fine del suo discorso. Mi dispiace che hai incontrato solamente uomini che non hanno saputo valorizzare la tua persona! Lui non era mai stato così, quindi cosa doveva risponderle, inoltre parlare in maniera così generale di qualsiasi cosa avesse una protuberanza in mezzo alle gambe, era da persone che Aaron non avrebbe mai considerato al suo livello, sia maschi che femmine. Era evidente che la ragazza volesse avere ragione ed era altrettanto evidente che Aaron aveva provato a farle capire che la sua supponenza non attaccava con lui, ma ovviamente non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, e di conseguenza, aveva deciso che voleva che qualcuno le desse ragione? E che sia! Hai ragione nel dire che la maggior parte degli uomini cercano solamente sesso nelle donne, ma è altrettanto vero, che, almeno per la mia modesta opinione, voi donne avete una marcia in più, capite prima le persone e raramente vi sbagliate. Sentite il pericolo e capite cosa vogliono da voi gli uomini prima che lo sappiamo noi maschietti. Beh, era anche vero che la biondina ci era cascata decisamente male visto che aveva di fronte lo scapolo d'oro di tutta Londra, ma allo stesso tempo quello che era stato abbandonato più volte dalle donne e lui era quello che aveva ricevuto solamente effimero sesso. Quindi no, non poteva capire i suoi discorsi, perchè lui non si trovava nella posizione "forte", ma lei non lo sapeva e Aaron non aveva intenzione di spiegarglielo, non più almeno. Penso che tutti abbiamo un'idea di amore anche se non l'abbiamo mai provata. Io sono certo di non essermi mai innamorato per soldi o per qualcosa di materiale. So esattamente cosa ci vuole per farmi perdere la testa e lo so perchè, in genere, mi accompagno solamente di persona che mi suscitano emozioni! Ma si, ancora una volta hai completamente ragione. Non si può fare nessun paragone! Che poi con cosa, esattamente? Lui le aveva chiesto un pensiero, suo. Ma andava benissimo in quel modo, guardò il suo orologio.
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    lONDINESE
    MEDIMAGO
    IMPRENDITORE
    Aaron Barnes
    Più alto vola il gabbiano, e più vede lontano.
     
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