2° Lezione Triennio_Pozioni

[Febbraio 2022]

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  1. Howard H. Van Leeuwen
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    Howard H. Van Leeuwen
    Studente | 17 anni

    La passione di Howard per quella materia risiedeva anche nel fatto che non solo c’era bisogno di accuratezza nel trattare gli ingredienti e nel lavorarli nella maniera più attenta e precisa possibile, ma anche per il fatto che dovesse focalizzarsi bene anche sulla raccolta degli ingredienti che necessitava di un’attenzione altrettanto alta. Era indubbiamente un momento in cui lui avrebbe dovuto avere molto accuratezza, tanto da essersi appunto messo in prima fila con il proprio blocco, così da prendere degli appunti precisi ed ordinati, e soprattutto così da non perdere minimamente il filo: non poteva permettersi di perdere nemmeno un dettaglio, perché altrimenti avrebbe potuto causare delle omissioni nell’esecuzione della pozione, e sicuramente sarebbe successo qualcosa di gravemente spiacevole.
    Il ragazzo osservò prima il modo con il quale la professoressa aveva estratto le scaglie dai due animali, andando successivamente anche ad osservare la preparazione, andando ad appuntare davvero ogni singolo dettaglio con la sua scrittura piccola ma molto rapida, cercando di essere il più preciso possibile, così da non tralasciare nemmeno un dettaglio.
    Quando fu quindi il suo momento di mettersi in azione, Howard decise di emulare i movimenti della docente. Voleva in qualche modo cercare di comportarsi allo stesso modo della docente, sfruttando quindi tutti i suoi consigli, così da essere particolarmente più propenso a fare meno errori possibili. Decise quindi di dotarsi prima della propria bacchetta, così da eseguire un incantesimo immobilizzante davanti ad uno dei pesciolini sui quali avrebbe ‘operato’, andando quindi a disegnare una I e mantenendo la concentrazione fissa: sapeva che il quel momento la sua operazione sarebbe stata di importanza vitale, anche perché doveva assolutamente evitare che quella creatura si potesse in qualche modo fare del male. Andò di conseguenza a pronunciare il nome dell’incantesimo, sempre mantenendo la concentrazione, “Immobilus!”, e non appena vide il pesce immobilizzarsi, il ragazzo avrebbe dato il via alle proprie operazioni di ‘recupero scaglie’. Si premurò di entrare nell’acqua solamente utilizzando i propri strumenti perfettamente puliti, così da non contaminare l’ambiente di vita di quella creatura, seguendo anche i vari accorgimenti che erano stati da poco esposti dalla docente, andando quindi a porsi in posizione posteriore rispetto al pesciolino, cercando di operare unicamente sulla sua parte più dorsale e posteriore così da non farsi notare e da non far impaurire la creatura stessa, e tentando allo stesso modo di sfruttare le capacità ingrandenti dell’acqua, così da poterci vedere meglio. Cercò con estrema cura di muovere le proprie mani, così da non colpire la pinna del pesce, andando successivamente a sollevare con le pinze lunghe una delle scaglie, spingendo appena verso l’alto così da fare leva. Nel mentre, con l’altra mano e con precisione davvero millimetrica, il ragazzino diede un rapido colpo preciso, così da ottenere una delle cinque scaglie e ripetendo il gesto per tutte e cinque le scaglie di cui necessitava, liberando infine il pesce dall’incantesimo che aveva lanciato lui, lasciando ovviamente quello antidolorifico della professoressa ancora in azione.
    Sarebbe poi passato al loro ‘amico strisciante’, un ottimo modo per cercare di rendere quell’ashwinder sicuramente molto più ‘carino’, almeno nel nome. Dopo aver messo le scaglie del pesce su un vassoio di acciaio, dunque, il ragazzo decise di dedicarsi con dei nuovi strumenti che, tuttavia, erano simili a quelli di prima, all’estrazione delle scaglie dall’ashwinder. Prese innanzitutto la propria bacchetta, andando a rieseguire nuovamente l’incantesimo di immobilizzazione, anche se questa volta sembrò concentrarsi ancora di più così da ottenere un incantesimo ancor più potente: quella creatura poteva essere leggermente più ostile rispetto ad un pesce, e forse anche più pericolosa, motivo per il quale il ragazzo aveva provano inizialmente timore nell’averci a che fare. “Immobilus!” Ripetè ancora, dopo aver disegnato una I con la propria bacchetta, andando successivamente a riafferrare gli strumenti simili a quelli precedenti, sebbene più piccoli per il fatto che ci fosse meno ostacolo, che prima era ovviamente dovuto all’acqua.
    Decise di non optare per i guanti in pelle di drago che avrebbero reso i movimenti decisamente più goffi ed ostacolati, andando di conseguenza a ripetere le stesse strategie che aveva adottato poco prima per estrarre le scaglie da quel pesce. Andando quindi a fare leva, nuovamente, cercò di sollevare le scaglie, andando successivamente a reciderle di netto e con precisione, facendo ancora attenzione a non fare del male alla creatura in questione, per poi ripetere il gesto per cinque volte, così da avere tutte le cinque scaglie di cui aveva bisogno. Adagiò infine quelle scaglie su un vassoio in pietra, così che il calore non si diramasse per tutto l’eventuale vassoio di acciaio, ed isolando quindi la propagazione del calore stesso.
    Dopo aver recuperato quegli ingredienti, dunque, il ragazzo si sarebbe diretto davanti alla propria postazione, iniziando a preparare la pozione. Misurò per mezzo di un apposito becher cilindrico, sterilizzato e graduato ben 350 mL di acqua di sorgente, andando a porla successivamente all’interno del proprio calderone, accendendo la fiamma e moderandola fino ad ottenere una fiamma media.
    A questo punto, con delle pinze sottili, il ragazzo prese ben 6 ali di coleottero dall’apposito contenitore, facendo premura a muoversi con movimenti calmi e ben calibrati, per poi metterle direttamente all’interno del mortaio con molta tranquillità, pestandole con fare moderato e senza eccedere in forza. I suoi movimenti erano eleganti, ben calibrati, ed ovviamente il suo scopo era quello di ottenere una polvere fine. Successivamente, vedendo come l’acqua di sorgente nel calderone fosse effettivamente arrivata ad ebollizione, quel ragazzo decise immediatamente di aggiungere le foglie di acetosa così com’erano, andando a controllare che fossero effettivamente pulite, andando a quel punto ad abbassare la fiamma così da lasciarle infondere a fuoco lento, aspettando quindi che l’infuso fosse pronto.
    Nel momento in cui l’acqua divenne gialla, ovvero quando le foglie persero sufficientemente clorofilla, il ragazzo versò la polvere di ali di coleottero, andando a mescolare per sei volte in senso orario. Una volta fatto quello, il ragazzo mise le scaglie di Ashwinder dentro un mortaio grande e spesso. Lo fece mettendosi dei guanti in pelle di drago, giusto per essere più sicuro, andando quindi a pestare con fare molto professionale e preciso, andando ad inserire la pappetta che si era venuta a creare nel momento in cui aveva usato il mortaio, andando successivamente a tenersi a debita distanza dal calderone, aspettando quindi che, non appena messo quell’intruglio di scaglie di Ashwinder, facesse una grande nuvola di vapore. Si tenne a debita distanza per non rimanerne colpito, andando a quel punto ad impostare un timer di sei minuti dopo aver rialzato il fuoco a fiamma al massimo, andando a quel punto a prendere un tagliere, poggiarci sopra le scaglie di ramora, andando a quel punto ad asciugarle prima con carta pulita così che potessero essere asciutte, per poi triturarle tutte in pezzi che fossero il più simili possibili, andando appunto ad eseguire dei tagli precisi e netti con il coltello, immaginandosi proprio come se fosse in cucina, e cercando quindi di avere la stessa accortezza e precisione di sempre.
    Una volta scaduto il timer, dunque, il ragazzo avrebbe inserito le scaglie all’interno della pozione dopo aver abbassato la fiamma accuratamente, e dopo aver inserito le scaglie avrebbe mescolato un po’ in maniera casuale, andando non a contare troppo attentamente le volte in cui avrebbe mescolato, girando un paio di volte in senso orario e antiorario, lasciando poi il tutto in infusione per trenta minuti dopo aver spento la fiamma.
    Una volta che il timer squillò, determinando la fine di quel tempo di attesa di infusione, il ragazzo andò lentamente a filtrare con un colino a maglie fini la pozione, andando ad eliminare quindi la parte solida e lasciando solamente la parte liquida. Attese dunque di terminare il processo prima di alzare la mano, aspettando che arrivasse la prof per controllare il proprio lavoro.
    RevelioGDR
     
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