Jessica vs Nathan

Jessica Whitemore

Era passato da parecchio tempo il suo ultimo duello. Sembrava che fossero passati mesi, ed infatti era così, ma sembravano passati più mesi di quelli che erano passati in realtà, forse a causa di tutto ciò che stava succedendo nella sua testa. Ad ogni modo, era il giorno. Il suo sfidante sarebbe stato Nathan ed il loro arbitro, Lancelot. E la cosa era piuttosto ironica, visti i loro precedenti, iniziati quella mattina al Molo Yggdrasill. Il biondo non sembrava aver molto digerito la scenetta tra lei e l'ametrin. E a Jess pareva che avesse il pugno un po' più di ferro con il castano. No, non pensava che non fosse imparziale con lui, non sarebbe stato da Lancelot, ma aveva l'impressione che fosse più intransigente verso gli errori di quel ragazzo nello specifico. Ed erano parecchi. Ma forse Jess si sbagliava, in fondo non era nella testa del suo docente.
Comunque, non parlava o vedeva l'amico da un po', a dire la verità. Non capiva quale fosse il motivo, visto che non c'erano mai stati e non c'erano attualmente problemi tra loro, se si escludeva la piccola ed insignificante diatriba quando aveva scoperto che Olwen non fosse il padre di Alex. Ma era passato più di un anno, era acqua passata.
Probabilmente la colpa era di quella psicopatica di Amelia. Sì proprio quella che dal nulla aveva iniziato a fracassarle i coglioni solamente perché non le aveva detto ciao quando si erano incontrate per la prima volta dopo Hogwarts. Oh beh, non che a Jess importasse poi così tanto; tra Blake, cercare posti improbabili per scoparsi mezza scuola e le crisi esistenziali di varia natura, non aveva avuto poi tutto questo tempo per sentire la mancanza specifica di qualcuno. O forse era solamente un meccanismo di difesa. Chi sta scrivendo, sta delirando quindi una spiegazione seria non l'abbiamo. Sapeva solo di avere al dito quell'anello ormai irrinunciabile durante qualunque sfida.
Non ci andrò leggera con te solamente perché siamo amici sibilò marcando quella parola; giusto per dire che forse non aveva digerito appieno la situazione, ma poco importava. Gli rivolse un sorriso, gli voleva bene certo, ma era anche piuttosto competitiva, per quanto una vittoria con qualcuno con due anni di incantesimi appresi in meno, non fosse soddisfacente come un'eventuale vittoria contro Blake, Jesse, Erik o chiunque fosse al suo stesso anno.
Oh buongiorno prof, come sta? Non si preoccupi, non mi piace barare Cinguettò all'uomo, cambiando completamente tono. Ehi, era o non era il suo docente e player che fa sbregare preferito?
Comunque, che vinca il migliore aggiunse alla fine, rivolgendo a Nath il pollice alzato ed un ulteriore sorriso.
Doveva capire che incantesimo fosse meglio utilizzare. Avrebbe potuto optare per qualche offensivo proprio di brutta maniera però erano noiosi, preferiva variare un po', provare qualcosa di nuovo e più divertente. Si mise ad osservare il luogo in cui erano alla ricerca di qualcosa di utile. L'arena era piuttosto spartana, tuttavia presentava dei tempi interessanti, cui sopra di loro galleggiava una runa. Fico. Bene. Prima di tutto, sollevò la bacchetta in aria ed eseguì i dieci passi, dando la schiena all'avversario. Quindi si girò.
Fumi Clausae iniziò come prima cosa la ragazza, sperando di impedirne la vista in modo che non attaccasse con facilità lei né riuscisse a vedere bene i tempi. Sapeva vi fosse nascosto qualcosa o avessero qualche potere strano, ma voleva essere la prima a sincerarsene. Quindi, scattò verso quello più vicino e da lì -non volendo usare un'azione intera per studiare, ci pensiamo al prossimo giro a meno che non succeda qualcosa da solo-, avrebbe tentato di colpire di nuovo un -dadi permettendo- povero Nathan afflitto da nebbia. Electro. Semplice. Veloce. Pulito.

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Jessica Whitemore

Jessica sollevò gli occhi al cielo.
Non c'era da stupirsi se Lancelot non lo sopportasse.
Anche se probabilmente quel suo pensiero era influenzato dal fatto ce un po' fosse infastidita dal fatto che quella biondina tinta si fosse messa in mezzo. Non tanto per una questione di gelosia; erano ben poche le cose o persone che potevano rendere gelosa Jessica ed una come Amelia non era tra quelle. Più che altro il fatto di non essere sempre al centro dell'attenzione, quello sì che era veramente fastidioso.
Oh no, gli tolga tutti i punti che vuole ma non annulli il duello protestò, perché senza duello non avrebbe potuto sfogarsi come si deve. Non avrebbe nemmeno potuto scoparselo, vedete voi che ingiustizia. Non capiva cosa ci fosse di bello nell'amore e nell'essere fidanzati.
Sei abbastanza grande per curarti da solo replicò sprezzante Jessica, prima che i giochi avessero ufficialmente inizio. Forse per chiarire una situazione, un duello non era l'opzione migliore, ma era sicuramente quella più appagante, anche se la casuale inferiorità -causa appunto anni scolastici diversi, niente di più- non l'avrebbe fatta sentire realmente realizzata.
Comunque, iniziò ad attaccare senza preoccuparsi delle conseguenze. Insomma, considerava Nathan abbastanza forte da sapersi difendere da un po' di fumo innocuo. Ed infatti così fece. Sperò di non essere colpita o altro, ma non sprecò tempo per castare un incantesimo difensivo, sapeva di riuscire a reggere un attacco.
Potevi pensarci prima di ignorarmi annunciò, velenosa, anche se invero non è che l'altro l'avesse ignorata. Avrebbe potuto essere anche lei a scrivergli, ma era troppo una queen per fare la prima mossa. O almeno, quando non si trattava di scopare. In quel caso, non si faceva alcun problema a fare la prima mossa.
Il fumo lo avvolse perfettamente, mentre dalla runa vennero sprigionati molti, moltissimi uccelli. MLMLML. Tra cui due pinguini.
Forse distratta dal suo animale del cuore -e del culo-, Jessica non si accorse dell'incantesimo di Nathan che la colpì, anche se il dolore non fu poi così insopportabile. Era più un lieve solletico.
Si girò un attimo per osservare gli animali a sua disposizione e quando si rigirò, Nathan non sembrava più quello di una volta. Oddio, figo lo era sempre stato, ma ora lo era un po' di più, tanto che rosicò ancora di più di non poter farselo. Anche se occhio non vede, cuore non duole.
Sorrise, avvicinandosi ad un adorabile pinguino. Si abbassò alla sua altezza, sorridendo con più dolcezza rispetto a quella che aveva dedicato a Nathan in precedenza. Ciao. Io sono Jessica e mi servirebbe il tuo aiuto, se non è un problema. Potresti andare da quel bel ragazzo là e distrarlo un po'? Sai, gli piacerebbe tanto fare il veterinario, sicuramente potrebbe essere affascinato, sei un così bell'esemplare sussurrò, cercando di essere persuasiva, accarezzandogli appena l'ala nera. Non vuole far del male a voi, non lo farebbe mai... ma a me sì e non voglio che nello scontro, qualcuno di voi si faccia male. Puoi? Avrebbe benissimo potuto ordinarglielo e basta, ma era certa che ogni tanto con la gentilezza si ottenesse di più che con l'imperativo. Lasciò quindi che il pinguino andasse verso Nathan.
Prima che l'animale potesse arrivare a Nathan, la ragazza avrebbe puntato la bacchetta in direzione della collinetta in cui stava. Glisseo. Il suo obiettivo era di renderlo uno scivolo e farlo cadere ai piedi della stessa, in modo che fosse ancora più impedito nei movimenti. Beh, giusto pronto per Jared. Si, questo era il nome che aveva deciso di dare al pinguino. Se fosse tutto andato secondo i piani, avrebbe di nuovo puntato la bacchetta verso la sua vittima preferita -anche e soprattutto in camera da letto-, con un ghigno. Craveo pinguino. Ok forse non era stata molto carina né aveva utilizzato particolari incantesimi offensivi, ma voleva prima di tutto divertirsi un po'.

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Niente andò come previsto.
Riuscì a convincere il Pinguino ad andare da Nathan e quella fu la sua unica vittoria, probabilmente. La celebrò ben poco sia perché il suo Glisseo ebbe tutto l'effetto opposto di quello che sperava, sia perché venne attaccata dal ragazzo e tanti pesciolini e roba varia iniziarono ad uscirgli da ogni orifizio presente sulla parte superiore del corpo, ma Jessica non si arrendeva. Era stata gentile con quegli uccelli -un po' meno con Nathan, continuando ad ignorarlo. Sia lui che ciò che disse-, ma loro non sembravano ricambiare poi così tanto la cortesia. Doveva liberarsi di loro e per farlo avrebbe imitato una delle mosse di Nathan, circa. Protego Atralis cercò di dire, disegnando il simbolo di Urano. Il suo obiettivo era scagliare via gli uccelli senza ferirli, ma se avesse potuto usarli come arma, tanto meglio. Come arma indiretta, insomma, un effetto collaterale dello scudo.
Quindi che si fosse liberata o meno di tutti quegli uccelli che di solito gli piacevano ma ora no, puntò la bacchetta verso dov'era andato a nascondersi il suo avversario. Bombarda. L'arbitro aveva un compleanno e qui nessun problema ad accontentarlo (?) Quindi, si allontanò per quanto glielo consentisse la mezza azione, fino al tempio ancora libero

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Jessica Whitemore

Non pensi sia ora di darci un taglio? Domandò Jessica -anzi urlò- in direzione di Nathan, stanca di tutta quella pantomima. Si era avvicinata un po' alla collinetta, l'ultima rimanente, e si era momentaneamente liberata degli uccelli. Ma voleva a tutti i costi chiuderla lì. Bombarda. Iniziò subito così, senza più pensare a niente. Avrebbe davvero voluto salvare il pinguino MA EHI I PINGUINI SANNO NUOTARE MA CHE VOLETE????
E si allontanò verso la collinetta, appunto, sperando di arrivarci in cima.
Bombarda! Fu di nuovo la sua scelta. Semplice ed efficace. Aveva un appuntamento con un Dioptase del quinto anno mezz'ora a partire da quel momento. E non voleva perdersi una scopata per colpa di uno che il cazzo glielo aveva tolto.

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