Mia non poteva evitare di sentirsi in colpa, non c'era momento nel quale non sentisse lo stomaco chiuso, pesante, l'angoscia farla da padrona. Sapeva di stare passando un periodo impegnativo eppure si rendeva conto di essere concentrata sopratutto su sè stessa, ultimamente, e la cosa non poteva fare a meno di ferirla. Aveva sempre fatto dell'empatia uno dei suoi punti forti, lo avrebbe descritto senza tentennare come un pregio e pensava di essere portata a prestare attenzione ai sentimenti altrui, anche se non ne aveva mai fatto una vanto. Era convinta che tutti avrebbero dovuto imparare ad ascoltare il prossimo, faceva della frase "treat people with kindness" il suo motto personale, e forse anche per questo non esserne in grado la faceva stare male. Non che trattasse male chiunque le rivolgesse la parola, ma era convinta che rabbia e rispostacce non fossero gli unici strumenti per ferire una persona, alle volte anche ignorarla o stare in silenzio funzionava molto bene. E lei, nell'ultimo periodo, si sentiva una estranea nella sua stessa vita. Che cosa era successo ad Aibileen? Che cosa aveva passato? Perchè aveva deciso di tagliarsi i capelli? Era una questione estetica o aveva a che fare con quella forza più selvaggia, in senso positivo, che ora sembrava scorrerle nelle vene? Avrebbe dovuto preoccuparsi di più di lei, così come anche di Emma, che ultimamente le sembrava presa da nuovi pensieri sui quali Mia non aveva ancora avuto la forza di indagare. Si sentiva priva di energia, doveva ammetterlo, si sentiva vuota molto spesso, stanca, c'erano giorni in cui faticava anche solo a convincersi ad alzarsi dal letto e si era illusa che rimanere in silenzio avrebbe portato anche gli altri a ignorarla. Detestava piangersi addosso, aveva già passato cose terribili nella sua vita e ne era uscita vincitrice, quella era solo una rottura, solo un tradimento, perchè le sembrava che il mondo fosse finito?! Non era così, e lei avrebbe dovuto essere ben più forte di prima. Non aiutava il fatto che condividesse la "casa" con Cameron per la maggior parte del tempo, finì per guardarsi intorno preoccupata anche durante quel breve tragitto, come se il ragazzo potesse saltare fuori direttamente da uno dei muri, all'improvviso, pure in un posto come quello dove non era solito andare. Da solo, ma con Elizabeth...?! Scosse la testa leggermente, per scacciare in modo fisico il pensiero dalla propria testa, provando ad appigliarsi alle parole dell'amica e lasciarsi guidare dalla sua voce per non perdersi tra i suoi pensieri. Si sforzò di dedicarle un debole sorriso e in effetti aveva ragione, le voci nella sua testa avrebbero potuto ricordare schifosi rospi bavosi. "Ottima metafora... fa passare un po' l'appetito però!" provò a prenderla in giro, con un tono divertito per quanto le fosse possibile in quel momento. Uno dei motivi per cui aveva evitato di stare da sola con Aibi, così come anche con Emma, era che non era sicura di potersi trattenere dall'ammettere quel che era successo, non a lungo almeno, e non voleva buttargli addosso quel peso. Si sistemò quindi su una sedia di fronte all'altra e non ebbe bisogno di pensare granchè prima di rispondere. "Per me un thè, non ho molta fame...ma chiederò dei pasticcini!" annunciò cercando di prevenire la preoccupazione dell'altra, sorridendo appena quando Phoenix si posò sulla sua testa, dedicandogli una carezza sul petto, intenerita. "Che dolce... come stai Aibi?" domandò per provare a rompere il ghiaccio e anche perchè ascoltare la risposta avrebbe sicuramente aiutato a non pensare.
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