Verso la Sala del Té ed Olre!

Mia&Aibileen

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    Aibileen Beatrix
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    Quella domenica mattina, seduta a gambe incrociate sul suo letto, mentre provava a concentrarsi sul capitolo del libro di Alchimia che stava studiando, Aibileen aveva sbuffato all'improvviso, chiudendo il suddetto tomo di botto, posandolo infine sulla coperta verde menta, accanto a Nuvola, la gatta nera, che se la dormiva, mezza-affondata nel piumino, bella grossa.
    Phoenix, la Farfalla di Fuoco, intanto, stava sonnecchiando posato sui suoi capelli a mo' di fermaglio.
    L'Ametrin proveniente dalla Terra dei Canguri si voltò verso Mia, la sua compagna di stanza, con la quale si dispiaceva di non condividere più alcuna lezione. Le toccò un braccio con una mano, con delicatezza, per richiamare la sua attenzione.

    << Mia! Non riesco a studiare... >>

    Cominciò con un tono lamentoso, mettendo su un broncetto che, probabilmente, non si addiceva moltissimo ad una ragazza adulta. Ma tant'è.

    << Andiamo a strafogarci di dolci alla Sala da Té? >>

    Propose infine, abbozzando un sorriso speranzoso.

    << Siamo talmente prese dagli studi... Concediamoci una giornata di pettegolezzi tra ragazze! Hai l'aria mogia, mogia! >>

    Aggiunse, lasciandosi avvolgere da un'entusiasmo genuino che voleva, anche, allontanare i suoi pensieri dalla luna piena che ci sarebbe stata tra una settimana a quella parte, su per giù. Prese Mia per entrambe le mani, guardandola con degl'occhi da cucciolo e, se la risposta della concasata fosse stata affermativa, l'avrebbe trascinata senza tante cerimonie fino alla Sala da Té, rassicurandola sul fatto che Phoenix assomigliava abbastanza ad un reale fermaglio da poter restare sui suoi capelli senza problemi!
    La sua maglietta a maniche lunghe e a righe bianche e blu era stata infilata nella gonna blu, che le arrivava fin'al di sopra del ginocchio, dello stesso colore dei collants che indossava. Il leggero tacco delle sue ballerine rosse non avrebbe mancato, tra l'altro, di risuonare per i corridoi di Hidenstone, mentre venivano attraversati.


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    Mia era sommersa dai libri. Non lo era fisicamente, in realtà, anche se ormai avevano colonizzato l'intera superficie del suo letto, fatta eccezione per la piccola porzione su cui era seduta, ma mentalmente le sembrava che fossero sul punto di soffocarla. Una sensazione strana, forse ancora di più per una come lei che aveva sempre amato studiare e si era sempre ritenuta una studentessa se non altro affidabile. Ultimamente frequentava le lezioni a spizzichi e bocconi, aveva una pila di compiti da consegnare che puntualmente consegnava in ritardo o comunque non compilati al meglio, e per quanto si impegnasse le sembrava quasi di non essere più capace di performare come prima.
    Si poteva disimparare a studiare? Era davvero possibile che non sapesse più fare qualcosa del genere, come leggere e memorizzare? Forse aveva finito lo spazio nella sua testa per conservare le informazioni, o forse era troppo impegnata a pensare ad altro per concentrarsi su qualcosa che non facesse parte della sua vita privata ed emotiva.
    Ecco perchè si ritrovava a studiare così tanto anche di domenica, la testa chinata sui libri mentre giocherellava con la sua piuma intinta nell'inchiostro, rileggendo per almeno la settimana volta la stessa frase senza capirla ancora del tutto.
    Sussultò quando Aibileen la chiamò, seppur l'avesse toccata in modo così delicato e gentile trascinandola giù dal suo mondo e forse salvandola dai suoi beneamati demoni interiori. Inclinò appena la testa, senza capire bene subito dove volesse andare a parare, salvo poi collegare i puntini e guardarla sorpresa.
    "In realtà io..." provò a replicare, lanciando un'occhiata verso la pergamena su cui stava scrivendo che non sembrava però particolarmente incline ad aiutarla a convincersi. Vuoi la poca voglia e la poca concentrazione, vuoi il broncio e il fare adorabile di Aibi, Mia impiegò solo qualche secondo a capitolare, sospirando piano e appoggiando la piuma sul tavolo, abbozzando un sorriso non troppo convinto.
    "Sai cosa? Hai ragione, è domenica e ci meritiamo una pausa. E anche qualche dolce." concesse alla fine, alzandosi dalla sedia e stiracchiandosi. La sua mise era molto meno curata di quella dell'amica, rimase in abiti comodi raccogliendo solo i capelli in un cignon disordinato e indossando un maglione a collo alto, aderente e nero, sopra i pantaloni della tuta grigi, così da sembrare almeno presentabile ma non si sforzò oltre.
    Seguì l'altra in Sala da Tè, sorridendo appena anche Phoenix, augurandosi che davvero qualche dolce potesse aiutare il suo umore e scegliendo un tavolo abbastanza appartato perchè nessuno le infastidisse troppo.
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    Edited by Mia Freeman - 10/1/2022, 17:52
     
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    Aibileen Beatrix
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    Aibileen sentiva di star arrivando a saturazione. Si sforzava talmente tanto nell'atto di rifugiarsi nello studio per non pensare a Tyler che, inevitabilmente, stava cominciando ad avere la netta sensazione di aver cercato al contempo di mettere, più inconsapevolmente che altro, i propri sentimenti sotto anestesia.
    Quello non andava bene per niente, non poteva e non voleva dimenticarsi delle persone a cui voleva bene che erano, beh... Ancora vive! Sapeva di essere una ragazza fortunata sotto praticamente ogni punto di vista, dolore per la morte di Tyler e piccolo problema con la luna piena a parte: aveva, per esempio, due compagne di stanza fantastiche, alle quale sentiva di voler bene ogni giorno in più che passava, e che erano ispiranti, semplicemente adorabili. Glielo aveva dimostrato abbastanza? Aibileen sentiva di no, in particolar modo quando pensava a Mia, e voleva, in quel secondo semestre, provare a recuperare come poteva. E per quel che entrambe potevano permettersi con i loro rispettivi impegni (inclusi quelli taciti, e spesso improvvisi, che avrebbero avuto con le loro testoline piene di dubbi da districare e di pensieri da lasciar respirare ed evolvere, naturalmente!)!
    E niente, quel giorno era pur sempre una domenica, dopotutto... Quale momento migliore della settimana per concedersi una pausa?
    E fu proprio quello il motivo per cui non si sentì, stranamente, per nulla in colpa nel vederla esitare qualche istante alla sua proposta, e capitolare l'attimo dopo. Le sorrise teneramente.


    << I dolci sono proprio quello che ci vuole per buttare meglio giù qualche sentimento e pensiero amaro.. >>


    Era, in nom del vero, un po' preoccupata nel vedere Mia assecondarla, sì, ma senza reale entusiasmo... Aibileen si stava convincendo sempre di più che alla ragazza fosse successo qualcosa.


    << Ma anche per sputare fuori qualche brutto, ingombrante rospaccio bavoso, pieno di verruche e di parole rugose e velenose! >>


    Le disse, sforzandosi di propinarle l'occhiolino più convinto e scherzoso possibile, nonostante la reale preoccupazione di fondo che, come al solito, l'aveva fatta partire verso l'infinito delle sue metafore improbabili e oltre.
    Una volta che l'ebbe trascinata alla Sala del Té, l'Ametrin proveniente dalla Terra dei Canguri non tardò a proporre alla concasata una tazza di cioccolata calda.


    << Quale cioccolata pensi che si adatterebbe meglio al tuo umore? O preferisci del thé? >>


    E niente, come spesso le accadeva quando si sentiva impanicata e/o preoccupata, o si lasciava trasportare dall'impulso di straparlare, o dalla sensazione di bloccarsi, e di non riuscire a spiccicare più nemmeno una parola.
    E per quanto fosse certo che, per Aibileen, Mia era adorabilmente carina anche quando si era appena alzata ed aveva i capelli tutti scompigliati, e che in tuta stava benissimo, si era preoccupata anche della poca attenzione che aveva messo nel prepararsi... Per quanto la suddetta attenzione, almeno, se non altro, fosse stata un minimo presente.
    Phoenix, notando il sorriso di Mia, abituato ed affezionato alla sua presenza, si posò trai suoi capelli con leggerezza, tanto che il fruscio delle sue ali poteva assomigliare ad una carezza.


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    Mia non poteva evitare di sentirsi in colpa, non c'era momento nel quale non sentisse lo stomaco chiuso, pesante, l'angoscia farla da padrona. Sapeva di stare passando un periodo impegnativo eppure si rendeva conto di essere concentrata sopratutto su sè stessa, ultimamente, e la cosa non poteva fare a meno di ferirla. Aveva sempre fatto dell'empatia uno dei suoi punti forti, lo avrebbe descritto senza tentennare come un pregio e pensava di essere portata a prestare attenzione ai sentimenti altrui, anche se non ne aveva mai fatto una vanto. Era convinta che tutti avrebbero dovuto imparare ad ascoltare il prossimo, faceva della frase "treat people with kindness" il suo motto personale, e forse anche per questo non esserne in grado la faceva stare male.
    Non che trattasse male chiunque le rivolgesse la parola, ma era convinta che rabbia e rispostacce non fossero gli unici strumenti per ferire una persona, alle volte anche ignorarla o stare in silenzio funzionava molto bene. E lei, nell'ultimo periodo, si sentiva una estranea nella sua stessa vita.
    Che cosa era successo ad Aibileen? Che cosa aveva passato? Perchè aveva deciso di tagliarsi i capelli? Era una questione estetica o aveva a che fare con quella forza più selvaggia, in senso positivo, che ora sembrava scorrerle nelle vene?
    Avrebbe dovuto preoccuparsi di più di lei, così come anche di Emma, che ultimamente le sembrava presa da nuovi pensieri sui quali Mia non aveva ancora avuto la forza di indagare. Si sentiva priva di energia, doveva ammetterlo, si sentiva vuota molto spesso, stanca, c'erano giorni in cui faticava anche solo a convincersi ad alzarsi dal letto e si era illusa che rimanere in silenzio avrebbe portato anche gli altri a ignorarla.
    Detestava piangersi addosso, aveva già passato cose terribili nella sua vita e ne era uscita vincitrice, quella era solo una rottura, solo un tradimento, perchè le sembrava che il mondo fosse finito?! Non era così, e lei avrebbe dovuto essere ben più forte di prima.
    Non aiutava il fatto che condividesse la "casa" con Cameron per la maggior parte del tempo, finì per guardarsi intorno preoccupata anche durante quel breve tragitto, come se il ragazzo potesse saltare fuori direttamente da uno dei muri, all'improvviso, pure in un posto come quello dove non era solito andare. Da solo, ma con Elizabeth...?!
    Scosse la testa leggermente, per scacciare in modo fisico il pensiero dalla propria testa, provando ad appigliarsi alle parole dell'amica e lasciarsi guidare dalla sua voce per non perdersi tra i suoi pensieri.
    Si sforzò di dedicarle un debole sorriso e in effetti aveva ragione, le voci nella sua testa avrebbero potuto ricordare schifosi rospi bavosi. "Ottima metafora... fa passare un po' l'appetito però!" provò a prenderla in giro, con un tono divertito per quanto le fosse possibile in quel momento. Uno dei motivi per cui aveva evitato di stare da sola con Aibi, così come anche con Emma, era che non era sicura di potersi trattenere dall'ammettere quel che era successo, non a lungo almeno, e non voleva buttargli addosso quel peso.
    Si sistemò quindi su una sedia di fronte all'altra e non ebbe bisogno di pensare granchè prima di rispondere. "Per me un thè, non ho molta fame...ma chiederò dei pasticcini!" annunciò cercando di prevenire la preoccupazione dell'altra, sorridendo appena quando Phoenix si posò sulla sua testa, dedicandogli una carezza sul petto, intenerita. "Che dolce... come stai Aibi?" domandò per provare a rompere il ghiaccio e anche perchè ascoltare la risposta avrebbe sicuramente aiutato a non pensare.
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    Aibileen Beatrix
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    Il pensiero che, tra due lunedì, vi sarebbe stata una nuova notte di luna piena, una nuova notte che non avrebbe passato nel suo letto, in camera con Mia e con Emma... Non le piaceva per niente. In particolar modo, aveva il timore di "insospettirle", nonché di... Poterle metterle un giorno, in qualche modo, in pericolo. Accrescere l'inclusione dei licantropi nella comunità magica era importante, secondo lei? Sì, sicuramente sì, ma la paura di poter mettere a rischio le due concasate era comunque lì, bella concreta e presente.
    Ma, in quel momento, si sforzò più che poté di scacciare tali pensieri dalla sua mente, per concentrarsi il più possibile su quelli che sembravano affollare la testa (ed il cuore?) dell'amica. Le sembrava così... Stanca. Da quanto tempo era che non dormiva bene? E per quale motivo? O, più probabilmente: per quali motivi?
    Rise alla battuta che Mia fece sulla sua metafora poco... Come dire... Elegante, ed alzò appena le spalle a mo' di scuse.

    << Touché... Mi scusi, Mademoiselle! >>

    Abbozzò un lieve inchino principesco ed un baciamano, fingendosi seria e solenne, prima di rivolgerle un occhiolino complice e ridacchiare, sforzandosi di apportare all'amica quel poco che poteva di energia positiva e di leggerezza.
    Alla dichiarazione di Mia di non avere molta fame, però, la preoccupazione tornò a riprendere il sopravvento, non tardando, alla sua successiva richiesta di pasticcini, ad andare a prendere una quindicina di questi ultimi (un po' di ogni gusto) dai vassoi del buffet, posizionandoli su di un piatto, per poi afferrare con l'altra mano una teiera di thé e "volando" a servire Mia! Riuscì a versare il suddetto thé nella tazza posizionata di fronte all'amica, nonché a posare il piatto pieno delle leccornie qui sopra nominate senza intoppi, salvo poi... Versarsi qualche goccia di cioccolata sulla gonna quando Mia le chiese come stesse!

    << Ah! Per Merlino trasfigurato in rapa... Gratta e netta! >>

    Una volta "sfatto il misfatto", Aibileen si sedette sulla sedia, sforzandosi di sorridere a Mia nel modo più rilassato che le riuscì:

    << Ecco... Sto abbastanza bene, grazie! Da un po' di tempo a questa parte, ho sempre più voglia di correre, in particolar modo la mattina, nei week-end... Spero di non svegliare né te, né Emma, in tali occasioni, tra l'altro! >>

    Si grattò appena la nuca con una mano, prima di proseguire, decidendosi ad andare dritta al punto:

    << Ti trovo spenta, ultimamente... Ti è successo qualcosa, Mia? Sono preoccupata per te! >>

    Ammise, accarezzandole una mano con le dita, in attesa di una sua risposta. Risultava abbastanza chiaro che entrambe, in quel periodo, avessero ammucchiato in loro stesse un bel po' di cose! Che fosse giunto il momento di... Tirarle un po' fuori? Condividerle? Confidarsi?
    Quel momento che si ritagliarono per loro, per rilassarsi, permise ad ogni modo loro di ricentrarsi un attimo su loro stesse, e di condividere, in ogni caso, il loro stato d'animo, le loro sensazioni, il bene che la compagnia dell'una faceva all'altra. E, a modo loro, sostenersi... Con o senza parole.

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    Edited by Aibileen Beatrix - 20/3/2022, 14:14
     
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