Babel

Da quando aveva deciso di trasferirsi a Denrise, metter su un'attività e lasciarsi alle spalle la sua vita come docente, abbracciando gli usi e costumi di quel popolo Kenna aveva compreso come i suoi viaggi a Londra sarebbero stati davvero pochi, tanto da avere ancora spazio su una mano per contarli. Dopotutto le avventure sembravano non mancare mai in quei luoghi: missioni, viaggi di esplorazioni o di commercio. Il porto sembrava non dormire mai. E al porto, quella sera, diede appuntamento al suo compagno, proprio sulla passerella che conduceva alla sua drakkar. Indossava un pesante mantello verde brillante, che nei movimenti lasciava intravedere gli stivali in pelle di drago alti fino al ginocchio, sotto un tubino color zafferano che richiama il trucco leggero sulle palpebre. Si sentiva sexy e pronta a passare una serata diversa che non fosse al Canto della Sirena. C'era da dire, però, che il rischio di finire in qualche locale per quella sera era alto, visto che la Londra Magica, soprattutto di sera, offriva per lo più quel genere di intrattenimento. Eppure, dopo mesi, aveva voglia di cambiare aria, anche solo per una sera e chiedere la compagnia del proprio uomo era solo la ciliegina sulla torta. «Sei sicuro di voler prendere la tua drakkar?» Avrebbe chiesto al buon Garlic una volta giunto. «Potremmo sempre chiedere un passaggio e passare il tempo in altro modo», le mani della donna sarebbero corse sulle spalle del biondo fino ad intrecciarle nella chioma. Le labbra ad un respiro di distanza. «O forse potremmo prendere direttamente una stanza al Paiolo se troppo ubriachi per tornare». Si tenne quel pensiero per se, lasciando che l'uomo prendesse la sua scelta liberamente, anche se aveva pochi dubbi su dove l'ago della bilancia avrebbe finito col pendere.

Londra, nel periodo natalizio, era magica e non solo per le traverse di Diagon Alley. Lì si respirava un atmosfera diversa, lontana da quella terrosa e naturale, nonché primordiale, cui ormai si era abituata. Il rumore dei tacchi accompagnava i due mentre superavano la Gringott per dirigersi verso il luogo dove c'era uno degli uomini che Philipp più odiava, secondo -forse- solo a Maverick. Sperava che il vecchio e tronfio proprietario, con più figli che offerte di stanze, non fosse presente quella sera. Prima di spingere la porta per entrare la donna si fermò per incontrare lo sguardo dell'uomo. «Per questa sera lasciamo qui fuori i problemi ed i pensieri. Ho solo voglia di divertirmi, Garlic», la voce sensuale, così come lo sguardo carico di promesse che gli lanciò. «Andiamo» e superata la pesante porta d'ebano si diresse sicura verso il soppalco, lì dove c'era una pista da ballo. Il pensiero di calcarla, quella sera, non era poi così sbagliata per lei.

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