Cherry

Jess&Lilith || Contest

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    Jessica Whitemore
    Quel giorno aveva addosso una felpa rossiccia come il suo umore. Ma non era proprio rosso amore, era più un rosso legato all'affetto che provava per determinate persone e, da quando la scuola era iniziata, aveva riscoperto giorno dopo giorno. Credeva di star ritrovando una certa sintonia con il suo migliore amico, con Mia si vedeva più spesso ed anche con Lucas le cose andavano alla grande, sebbene fosse fidanzato o qualcosa del genere. Aveva conosciuto anche qualche manzo nuovo o ritrovato qualcuno che aveva già visto. Un po' come Nick, che aveva conosciuto ad una festa quell'estate, ma soprattutto Julian, con il quale aveva fatto una scopata mozzafiato a New York e forse, magari, anche alla Raduna ma dipenderà da come andrà quella role.
    Sorrise comunque al ricordo della facilità con la quale riusciva ad andare a letto con qualcuno, anche se effettivamente non avrebbe dovuto essere proprio un vanto, però era una delle sue caratteristiche purtroppo.
    Ad ogni modo, poteva essere un quadro perfetto, se non fosse stato che mancava una persona a completare il tutto: Lilith. Alla fine non avevano mai più parlato dopo quanto successo al Porto, erano avvenute troppe cose in sequenza che aveva tenuto impegnate entrambe, non per ultima la loro carica da prefette, lezioni e compiti sempre più intensi ed il fatto che fossero in due Sale Comuni diverse. Ma la verità, forse, era che nessuna delle due si fosse realmente impegnata a mantenere quella promessa fatta prima di dover separare Aidan e Gyll. Avrebbero benissimo potuto incontrarsi in biblioteca così avrebbero sia studiato che parlato.
    Quindi aveva deciso di prendere l'iniziativa, andare lei stessa da Lilith e costringerla a parlare con lei, ormai erano passati mesi.
    Aveva intercettato uno del secondo anno che stravedeva per lei -la riccia stessa glielo aveva confidato quando tra loro andava tutto bene- e gli chiese dove potesse trovare il suo prefetto. La cosa triste era che ormai non sapeva più nemmeno che abitudini avesse la ragazza, se fosse cambiato qualcosa e se stesse realmente bene. Quando il ragazzino le disse che qualche volta andava a leggere nelle segrete e che l'aveva vista dirigersi là poco prima, Jessica gli regalò un sorriso grato e volò verso la destinazione, scendendo le scale e venendo avvolta dalla fredda umidità delle segrete. Rabbrividì. Era... brrr. Non sapeva nemmeno come definire le sensazioni che la pervadevano ogni volta che metteva piede là.
    Ad ogni modo, si era portata una coperta con il logo spendente dei Black Opal ed un sacchetto di patatine. Quelle classiche, niente di che. Ma era un piccolo passo verso la riappacificazione.
    Come le aveva detto il ragazzino, la trovò con il naso immerso in un libro, ma non riuscì a leggerne il titolo per via della scarsa illuminazione che rendeva nota solamente la parte superiore delle cose, essendo le torce impiantate abbastanza in alto nelle pareti. Picchiettò con il dito sul dorso del libro, chinandosi appena. Disturbo, Lily? Le sussurrò, sperando di non prendersi un rifiuto.
    18 y.oStudenteBlack OpalIV annoFrom NY
     
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Le segrete erano il luogo migliore dove rifugiarsi. Lilith le aveva sempre predilette da quando era tornata sana e salva da quell'Halloween di anni prima, che le aveva lasciato una cicatrice profonda. Nascondersi nelle segrete era il modo migliore per fuggire agli sguardi, alle parole e alla necessità di dover raccontare per forza qualcosa. E quell'abitudine l'era rimasta: ogni volta che aveva un periodo no, in cui tutti dovevano starle lontana, lei si rifugiava nell'umidità e nella penombra di quel posto, come se fosse l'unico posto che potesse preservarla dal mondo esterno. Insomma, chi mai sarebbe andato fin lì a cercarla? Probabilmente nemmeno Blake sapeva che quello era una zona di comfort per la ragazzina e questo rendeva le segrete un luogo ancora più esclusivo per lei.
    Chiaro era, che non diventava completamente irraggiungibile e che se qualcuno l'avesse anche solo seguita per vedere che fine faceva ogni tanto, durante la giornata, avrebbe scoperto dove si sarebbe ficcata. E forse era stato proprio questo che aveva fatto il ragazzino del secondo anno che Jessica aveva fermato: sapeva che c'erano alcuni studenti che spesso sapevano ben più di quanto dovessero sapere e questo aveva portato Jessica a poterla raggiungere.
    Mentre gli occhi celesti scorrevano su quelle righe stampate di una tragedia inglese di Shakespear, Romeo e Giulietta, Lilith avvertì dei passi nel vuoto e umido corridoio delle segrete. Non alzò gli occhi dal libro fin quando non sentì bussare qualcuno alla sua copertina, quasi come se fino a quel momento non avesse necessità di distrarsi dalla lettura, non certa che fosse qualcuno che cercasse lei. Poi quel bussare e quella voce le mossero qualcosa dentro la prefetta che era molto simile ad una stretta allo stomaco. Abbazzò il libro, quindi, e posò le sue iridi celesti sulla corvina. Rivedere quel volto era strano, dopo la Cerimonia non avevano avuto modo di incontrarsi e forse non si erano impegnate nemmeno troppo a trovare un momento. Forse il motivo, per la riccia, era che ogni volta che incrociava lo sguardo di Jessica, ci rivedeva quello di Blake e tornava quel dolore di quella verità che aveva portato la riccia a non sapere nulla per mesi.
    «Ehi Jey» - era da tanto che non proferiva quel nomignolo, quelle poche lettere che suonavano in maniera affettuosa «Dimmi tutto. Abbiamo qualche riunione che ho dimenticato?» - l'idea che fosse venuta per ricordarle qualche compito da Prefetto che aveva scortato, poteva essere una giusta giustificazione, no?
    Lilith Clarke

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    La cosa bella dei rapporto è che dimentichi come sono iniziati.
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    Jessica Whitemore
    No Lilith. Nessuna riunione. Volevo solamente scusarmi di essere stata una stronza.
    No, Lilith. Volevo parlarti. Mi dispiace di essere andata a letto con Blake, è stato un momento di stupida debolezza.
    No Lilith, volevo solo dirti che sono stata una merda e che non dovevo scoparmi Barnes, tu non meritavi un'amica così stronza.

    Mille possibili risposte si accavallavano nella mente della giovane corvina, ma vennero scacciate una dopo l'altra. Forse non era saggio iniziare da subito intavolando l'argomento, per prima cosa doveva sondare il terreno, capire cosa provasse l'altra e come avrebbe reagito nei suoi confronti. L'avrebbe cacciata? L'avrebbe accettata di buon grado? L'avrebbe sopportata appena? Erano tutte domande che sarebbero state senza risposta ancora per breve tempo, dal momento che presto avrebbe dovuto dare una risposta alla sua domanda, invece di restarsene là come un pesce lesso a boccheggiare, senza sapere minimamente che dire.
    No Lily decise di provare alla fine, scuotendo la testa e prendendo posto accanto a lei. Non le chiese il permesso, non era mai stato necessario, tra loro. Eppure sentiva di aver appena fatto qualcosa di inappropriato come se accanto a lei vi fosse stato qualcuno che odiava invece che la sua migliore amica.
    In un attimo, ripercorse tutto ciò che le aveva portate a fare amicizia.
    Dopo l'incidente della cerimonia di inizio anno, non si erano mai più parlate fino a quando non l'aveva ritrovata sotto la cattedra con delle forbici in mano che decisamente non erano a punta arrotondata e quindi non approvate da Giovanni Mucciaccia.
    Ehi Lilith, ti ricordi come ci siamo parlate per la prima volta senza insultarci? Se ti può consolare, anch'io ho tentato il suicidio.
    Un altro pensiero che non prese mai realmente forma nella sua testa. Si ricordava di quel preciso momento di tanti mesi prima, più di un anno, forse due e si ricordava che qualcuno l'aveva salvata... ma proprio non riusciva a focalizzare chi. Fatto era, che l'aveva realmente salvata da se stessa.
    Sono venuta qui perché... abbiamo un conto in sospeso accennò, riferendosi alla promessa di incontrarsi "più tardi" che si erano fatte al villaggio e che poi non avevano rispettato per un motivo o per l'altro.
    Forse avrei dovuto tener più sott'occhio uno dei miei, soprattutto una fragile ed ingenua come Gyll. La stava prendendo veramente veramente larga, riferendosi a quando lei e Lilith avevano dovuto separare i due ex amanti prima che tutto finisse in tragedia. Non sapeva perché avesse tirato fuori quel discorso e non quello che le premeva di più, ma ormai la frittata era fatta.
    18 y.oStudenteBlack OpalIV annoFrom NY
     
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    Se aveva voglia di parlare con Jessica? In realtà no. Eppure non avrebbe mai rifiutato quella che fino a quel momento era stata la sua migliore amica. Lilith ne aveva avute poche, forse quasi nessuna; tutte le sue amicizie erano state per lo più basate su quanto le altre potessero copiare da lei, ed invece, la riccia aveva creduto ad ogni suo rapporto di amicizia trovandosi poi a fare i conti, molto spesso, con la solitudine. Su Jessica ci aveva creduto, principalmente perché i suoi voti erano alti e non aveva sicuramente bisogno di copiare da lei per avere una media alta e poi perché avevano condiviso un momento piuttosto delicato che la Prefetta aveva esternato a lei per la prima ed unica volta. La vide sedersi accanto a lei e quasi sentì una stretta allo stomaco che dava sensazioni diverse: provava familiarità e quasi bisogno di averla accanto, ma anche dolore per quello che le aveva allontanate. Lasciò che il silenzio facesse da padrone in quel momento, non sapeva cosa dirle, nemmeno se voleva dirle qualcosa, ma avrebbe volentieri ascoltato il motivo per cui l’aveva cercata. Sorrise appena sentendo il riferimento a ciò che era successo il giorno della Cerimonia e scrollò le spalle «Beh, alla nostra Cerimonia del secondo anno ho cercato di rovesciarti un bicchiere contro solo perché pensavo che volevi---» – si fermò, lo stomaco si strinse ricordandosi il motivo che poi si era avverato, forse quel giorno non aveva avuto tutti i torti e ci aveva visto lungo su quello che provava per Blake, la corvina.
    Guardò la copertina del suo libro e sembrava quasi che la stesse studiando per quanto la guardasse intensamente «McKenzy sta bene?» – domandò con finto interesse, non trovando altro da dire in quel momento, non capendo se veramente avevano bisogno di parlare di quello che era successo tra lei e Blake; sapeva che prima o poi avrebbero dovuto chiarire, ma era davvero arrivato il momento?
    Lilith Clarke

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    Jessica Whitemore
    A Jessica dispiaceva di ciò che aveva fatto, invero, le dispiaceva aver tradito la fiducia di Lilith, tuttavia... aveva sempre creduto che cogliere l'attimo fosse fondamentale, nella vita, quindi quando si era presentata l'occasione, aveva semplicemente fatto qualcosa che le andava di fare, non aveva certo messo in conto che avrebbe potuto ferire delle persone, Lilith nella fattispecie.
    Avrebbe preferito che al posto di Blake ci fosse stato un qualsiasi altro ragazzo impegnato con una qualsiasi altra ragazza che non fosse Lilith, per non ferirla così tanto. Odiava veramente ciò che aveva fatto proprio a lei, nonostante fosse stata proprio la riccia a lasciare il Barnes, ma non glielo avrebbe rinfacciato, non sarebbe certo stato il modo migliore per cercare di risolvere la situazione.
    La osservò quando parlò, capendo perché si era interrotta a metà frase.
    All'epoca non aveva fatto nessun pensiero su Blake, era incinta ed era al nono mese, la sua attenzione era focalizzata soprattutto sulla data del parto che poi si era rivelata proprio quel giorno.
    Fortuna che non avevamo qualche acido strano a disposizione tentò di scherzare, sviando la conversazione dall'argomento Blake ma comunque senza ignorare completamente la sua frase. Non so quanto Alex ne sarebbe stato contento. Forse però si è spaventato, per questo è uscito quella sera stessa! Tentò con una risatina, scuotendo la testa mentre nella mente le si erano formati i ricordi di tutti quei momenti che avevano vissuto insieme a partire dalla Cerimonia per poi culminare nel "litigio" che le aveva fatte definitivamente allontanare per un buon lasso di tempo.
    Non potrebbe stare meglio, immagino. Non è lei che è stata tradita. Anche quell'argomento, a pensarci, era abbastanza collegato alla loro situazione, ma non poteva fermarsi a pensarlo per ogni tipo di discussione, quindi decise di andare avanti per la sua strada. Spero, piuttosto, che Aidan abbia deciso di non usare più la mazza. Non è che le interessasse, nemmeno a lei, davvero cosa facesse il dioptase, non lo conosceva e non aveva nessun tipo di legame con lui, ma stava cercando disperatamente di aggrapparsi a qualunque cosa non la facesse affondare. "Sai che sono diventata un licantropo?" non le pareva il migliore inizio per una conversazione, ma era un'altra delle cose che doveva dirle. "Sai che ho una maledizione lanciata da Loki?", anche quello non pareva un ottimo incipit. Doveva rimanere sul vago, anche se si rendeva conto di come anche quello fosse un campo minato. Stette quindi in silenzio, ripensando a cosa fosse meglio dire. Certo che Cora non si smentisce mai, è addirittura al passo con i tempi commentò, riferendosi proprio al fatto che gli avesse permesso di avere una specie di legame con il proprio magifonino.
    18 y.oStudenteBlack OpalIV annoFrom NY
     
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    Con Jessica era sempre stata certa di potersi fidare e forse per tale motivo aveva abbassato la guardia, anche quando credeva che il problema principale fosse la vicinanza di Blake a Mia, con il senno di poi avrebbe forse dovuto fidarsi più di Mia che della corvina eppure, quell’errore l’aveva fatto e ora si ritrovava senza Blake e senza Jessica. Quando si erano incontrate al villaggio avevano ritrovato subito quella complicità, ma quanto sarebbe stato difficile recuperarla come erano prima? Si capivano con un semplice sguardo e questo, a lei, mancava da morire. Cercò di abbozzare un sorriso alle parole di Jessica, per quanto l’idea che l’era rimasta e che aveva predetto un futuro piuttosto lontano e che quel bicchiere d’acqua, forse, se l’era meritato se fosse stato adesso. Tuttavia aveva dietro solo un libro e non era il caso di lanciarglielo dietro, non avrebbe sicuramente risolto la situazione tra loro, forse l’avrebbe peggiorata. «O semplicemente era curioso di guardare con i suoi occhi cosa stessimo facendo.» – provò a scherzare, ma era così difficile non pensare a quello che realmente era successo. Sollevò le spalle e pensò quanto fosse strano trovarsi a parlare del tradimento di Gyll, quando in realtà avrebbero dovuto parlare di quello che era stato tra lei e Blake «Qualcuno le ha spiegato come funziona una relazione? Non mi pare tanto sveglia, quella ragazzina.» – espose con sincerità, trovandola davvero poco lampante, la Mckenzy «Qualche mese prima aveva sbroccato perché il suo ragazzo aveva baciato me, beccandosi anche uno schiaffo.» – sbuffò, infastidita da tutto quello, ma trovando in quel ricordo anche l’immagine di Blake che la difendeva a spada tratta «Io avrei evitato di usare la mazza contro un Garlic. Insomma, Aidan si sarebbe fatto male, per fortuna è finita per il meglio.» – e c’era più che un fondo di verità in quelle parole. Di nuovo il silenzio calò tra loro ed era – non tanto imbarazzante – quanto strano che loro fossero cadute in quella situazione. Lilith si morse il labbro, mugugnando un assenzo a quelle parole, poi non potè più trattenersi «Jey. Come siamo arrivate a questo?» – domandò istintivamente, spiazzando anche se stessa.
    Lilith Clarke

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    Jessica Whitemore
    Sapeva benissimo che non sarebbe stato facile recuperare la situazione e la fiducia di Lilith, ma doveva almeno provarci. Jessica aveva un carattere piuttosto caotico e non riusciva a garantire a nessuno un certo comportamento, in quanto era imprevedibile persino per se stessa. Insomma, non aveva fatto quasi cedere persino Jason, più di un anno prima, sebbene fosse fidanzata con... chiuse gli occhi. Con chi era fidanzata? Giurava di esserlo, avevano parlato di qualcosa di simile, lei ed il druido, ma... non rimembrava proprio la persona in questione. Ad ogni modo, era certa di essere stata fidanzata con qualcuno, ai tempi, eppure era disposta a tradirlo anche con l'erbaiolo, quindi non era proprio un esempio di correttezza, eppure era da sempre coerente con sé stessa e faceva solamente ciò che le garantiva di stare bene. Ma ciononostante, si sarebbe dovuta seriamente impegnare per riguadagnare la fiducia della riccia.
    Credo poi se ne sia pentito annunciò giusto per concludere il discorso ed allontanare dalla loro memoria, quella serata di luglio che aveva certamente decretato l'inizio della fine... e pensarci non le piaceva poi così tanto, nonostante non fosse stata lei ad essere stata tradita.
    Oh Gyll è... non lo so, a volte -sempre- non sembra essere connessa con il mondo. O forse, più semplicemente, è incoerente. Scosse le spalle, non aveva intenzione di criticare l'amica, era solo un dato di fatto e lo avrebbe detto di chiunque, persino di Mia, se fosse stato quello il caso.
    Oh beh se è come il cugino, non sarebbe finita bene, per Aidan. Non aveva mai avuto modo di confrontarsi personalmente con Garlic, ma lo aveva osservato, durante quei giorni in cui erano stati i denrisiani a dover gestire quella mandria di ragazzini e Blake le aveva accennato a cosa fosse successo tra loro quando aveva tentato di violare le regole per andarsene a Dubai.
    Ma tutti quei discorsi così frivoli ma con un fondo amaro, vennero ben presto spazzati via dalla domanda successiva della riccia. Non lo sapeva, non aveva proprio idea di che cosa le avesse condotte lungo quella strada. Infatti si strinse nelle spalle.
    Non lo so, siamo solamente due stupide, suppongo tentò senza troppa convinzione, anche perché ad aver sbagliato era specialmente lei, sebbene in quel momento Blake e Lilith non stavano insieme. Ma penso anche che le segrete non sia il posto migliore per fare questo genere di discorsi.
    18 y.oStudenteBlack OpalIV annoFrom NY
     
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    Non era facile mettere una pietra sopra a quello che era successo, ma Lilith dovette ammettere a se stessa che Jessica l’era mancata e quando al villaggio si erano incontrate, la riccia aveva cercato di nuovo nei suoi occhi lo specchio della loro complicità, trovandola in parte. «Nah, quando diventerà grande te ne sarà grato di averlo messo al mondo.» – come ogni figlio, no? (ciao Alyce!). Non le piaceva quella situazione che si era creata tra di loro e per quanto stesse cercando di fingere che andasse tutto bene, sapeva che non poteva nascondere a Jessica quello che realmente passava nella sua mente, era certa che la corvina sapeva che stavano girando attorno al vero motivo che le aveva spinte ad incontrarsi. Sbuffò una risata riguardo le parole spese per Gyll «A volte. Sempre. Io non so dove viva quella ragazzina, pensavo che dovesse solo abituarsi alla nuova scuola e tutto il resto. Invece è proprio idiota. Dai, Jess, so che è tua amica, ma non capisco nemmeno come sia entrata in questa scuola di eccellenze.» – giusto per ricordare che Hidenstone fosse una scuola per studenti eccelsi (ciao Cam, ciao Blake!), Lilith sottolineò la cosa «Non la odio, sia chiaro. Ma la reputo davvero non meritevole di quanto questa scuola offra. La vedo troppo presa da unicorni e nuvolette di zucchero filato, ecco.» – quella era la vera idea che aveva la riccia di Gyll e ora l’aveva finalmente esposta. Annuì «Mi alleno con Philipp da due anni, ormai. E se il cugino combatte anche solo la metà di come combatte lui, a quest’ora Aidan era ancora in infermeria.» – sospirò appena, trovandosi nuovamente vittima di quel silenzio assordante, prima di romperlo lei stessa con quella domanda che spiazzò entrambe. Fece per stringersi anche lei nelle spalle «Possibile, ma … credi che potremmo recuperare, un giorno, quello che avevamo?» – quella era una domanda che doveva fare più a se stessa che a Jessica, in quanto era lei che aveva perso la fiducia in Jessica. Annuì a quella proposta «Se scegliamo un posto caldo, sarebbe meglio…» – disse consapevole che quella situazione si sarebbe dovuta portare ad un punto fermo, sperando per il meglio.
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