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.Domenica 29 Novembre 2021, ore 23.30
La domenica, che bella giornata, vero?
Nessuna lezione, la scuola non pululava di agitazione e, soprattutto, molti studenti andavano in altri posti, non stando nei territori dell'Accademia. Gyll amava la domenica, la metteva di buon umore, principalmente perché poteva fare quello che voleva senza timore di orari a tempestarle la giornata, e poi perché era il solo ed unico giorno in cui lei e Pixie potevano star fuori fino a tardi, senza violare alcun coprifuoco.
Lei e il panda rosso, infatti, avevano deciso di passare la loro serata in una zona dell'Accademia che entrambe amavano: il fiume che divideva a metà la riserva delle creature magiche.
Lì, non c'era che dire, pareva un paradiso naturale e per una come Gyll che soffriva le sue isole native per la natura che la circondava era come tornare un po' indietro, a quando a piedi nudi correva nei prati delle sue radure. Pixie, inoltre, era libera di scorazzare dove e come voleva e niente e nessuno l'avrebbe fermata. Sapeva che non doveva andare oltre, non doveva raggiungere i recinti delle creature o infastidire gli altri abitanti del luogo, ma erano regole che - stranamente - l'animaletto accettava e condivideva pur di essere libera e felice.
Avevano passato quasi tutto il pomeriggio sotto Sherlock, a leggere, studiare, ridere e sonnecchiare, ma quando si era fatta sera, la mezza-veela aveva deciso di proporre a Pixie di rimanere lì «Ho qualche biscotto per te e un paio di tramezzini, che ne dici se andiamo al fiume e restiamo lì? Rientreremo per il coprifuoco.» - disse con il volto girato sulla sua spalla destra, dove era seduta la creaturina che, di tutta risposta, alla parola biscotti non batté ciglio, salendo felice sulla testa di Gyll, come a voler accettare entusiasta quella proposta.
Gyll aveva pensato ad ogni evenienza per quella giornata e nello zaino che aveva diligentemente preparato, oltre al cibo, all'acqua e qualche libro, aveva infilato anche un telo. Eh già, perché sapeva che ogni volta che si ritrovava alle Riserve, un giro al fiume era d'obbligo e sotto la sua gonna a pieghe bordeaux e il maglione di lana nero con le maniche a palloncino, aveva indossato il suo costume intero a quadretti bianchi e rossi, con un nastro a stringerle i fianchi. Alla fin fine, non c'era nessuno e si poteva concedere anche di fare un bagno tra i sassi termali del magico fiume della radura. Le sue parigine nere completavano il suo outfit, mentre ai piedi indossava delle semplici scarpe tennis allacciate.
Quando raggiunse le sponde prossime al ponte delle lucciole, Gyll guardò verso l'alto, con un sorriso tranquillo «Sì, proprio quello che volevo.» - la sera era ormai scesa e il cielo era diventato scuro. A breve, probabilmente, mille lucciole sarebbero iniziate a svolazzare sul fiume e lei non vedeva l'ora di godersi anche quello spettacolo «Pixie, non mangiare tutti i biscotti o ti verrà mal di pancia.» - disse, mentre con la punta destra del piede, sfilava la scarpa dal tallone e stessa cosa per la gemella sinistra. Fece scivolare, poi, tutti gli indumenti sull'erba che sentiva fredda e bagnata sotto i piedini nudi e li ripose sopra il suo zaino, dalla quale aveva cacciato il telo e messo in alto alla montagna di indumenti, così da non farlo star in terra dove si sarebbe potuto inumidire, legò quindi i capelli in un chignon alto sul capo «Non entrare in acqua dopo aver mangiato. Se vuoi fare il bagno, prima dei biscotti.» - squittì appena al famiglio, per poi provare la temperatura perfetta delle acque del fiume, con la punta del piede, prima di immergersi lentamente. Socchiuse gli occhi e si lasciò andare nelle acque.
Quella era proprio la vita che voleva, favolosa...Gyll McKenzy"Non puoi attraversare la vita, cercando di non farti male."Black Opal, III anno"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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Adrien Beauvais.
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.Pixie era una golosona e chiunque avesse conosciuto dal primo anno la piccola e pasticciona panda, avrebbe sicuramente pensato che non c'era niente di anormale nel fatto che lei stesse divorando dei biscotti seduta sul telo di Gyll.
Il povero e dolce (e figo, ma non lo diremo) Adrien, invece, non aveva idea di chi avesse davanti e quando si avvicinò all'animaletta, questa lo guardò con il boccone che le riempiva le guanciotte. Squittì appena, sembrava quasi una risata stridula la sua e quando il ragazzo le parlò, quella girò il capino a destra e fece per ascoltare, come se veramente le interessassero le parole dell'opale. Quando lui finì di parlare, il panda mise in bocca un nuovo pezzettone di biscotto, per poi scattare di nuovo verso lo zaino, nella tasca anteriore e prenderne un altro.
Lo guardò e poi spostò i suoi occhietti neri sul ragazzo, quindi zampettò da lui e si fermò ai suoi piedi, alzandosi sulle due zampe e allungandosi con il biscotto verso Adrien per offrirglielo.
Già, Pixie era certa che quei biscotti fossero i suoi, quindi non aveva intenzione di smettere di mangiarli, ma avrebbe volentieri offerto al ragazzo un altro biscotto. Se lui l'avesse preso o meno, il panda avrebbe poi attraversato lo spazio tra le gambe di Adrien per sfuggire nell'acqua, arrivare alle sponde del fiume e fare un salto per atterrare di pancia nelle acque.
Acque che schizzarono in faccia a Gyll, che invece, ancora con quel sorriso pacato, si stava godendo una bella nuotata, con le prime lucciole nell'aria che accendevano i loro sederini; «Pixie, ma che ...» - scattò a mettersi dritta, interrompendo quel suo galleggiare a pancia all'aria e prese il panda rosso in braccio «Quanti biscotti hai mangiato, Pixie? Hai tutte le briciole in faccia.» - disse, ridendo appena e iniziando a spiccicare dal musetto del panda tutte le briciole che l'acqua aveva solo attaccato di più, sotto le proteste mute dell'animaletto, che invece si muoveva ribellandosi. Pixie, in realtà, era entrata in acqua per avvisare che c'era qualcuno vicino al loro zaino, ma non aveva fatto in tempo, essendo rapita da una Gyll che si preoccupava di toglierle le briciole. Difficilmente Gyll avrebbe lasciato andare Pixie, fin quando non le briciole non sarebbero sparite. Certo era che se si fosse anche solo minimamente girata, avrebbe notato che non erano più sole e che c'era Adrien, ma questa è un'idea che a Gyll non passò nemmeno per la mente.Gyll McKenzy"Non puoi attraversare la vita, cercando di non farti male."Black Opal, III anno"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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Adrien Beauvais.
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.Quella specie di conversazione tra Pixie e Adrien sarebbe stata da documentare per mostrare agli occhi di tutti quanto la panda fosse così devota ai biscotti e quanto fosse allo stesso tempo generosa da dare al ragazzo la possibilità di mangiare uno dei suoi biscotti preferiti. Questo, ovviamente, l'altro non lo sapeva e Gyll aveva avuto ben poco tempo di presentare Pixie ai nuovi arrivati e soprattutto ad Adrien. Ogni loro incontro fortuito pareva mostrare all'altro una parte della mezza-veela, questa volta, al concasato era toccata Pixie e i suoi biscotti.
La premura di Adrien sarebbe stata apprezzata da Gyll se solo lo avesse sentito, tuttavia Pixie non aveva ben chiaro indigestione quanto fosse una parola pericolosa; lei aveva solo un obiettivo: mangiare più biscotti possibili.
Tuttavia, quando Adrien accettò quel biscotto, Pixie sembrò quasi essere entusiasta, tanto da far muovere appena la sua coda, prima di sfuggire alla sua vista e tuffarsi nell'acqua.
L'intento della creatura era quello di avvertire Gyll che ci fosse qualcuno e di dirle anche che questo qualcuno aveva preso uno dei suoi biscotti: era felice di quel gesto di Adrien, ma se avesse avuto la parola, forse sarebbe stato tutto più semplice. La mezza-veela, di contro, quello che fece quando Pixie arrivò in acqua da lei, fu iniziarla a spulciare da quelle briciole che dimostravano il fatto che avesse ingurgitato i biscotti. Squittì di protesta, la piccola pelosa, ma Gyll la riprese «No, Pixie, lo sai che quelle briciole non le porterai nel mio letto.» - la ribeccò lei, ridendo appena. Era serena, come ogni volta che si trovava a contatto con la natura ed era con Pixie.
Quando Adrien si immerse, Gyll non si rese conto del fatto che dall'altro lato ci fosse qualcuno, presa com'era a ridere e scherzare con la bestiolina e - quando il ragazzo urlò- Pixie fu quasi lanciata in aria per lo spavento che Gyll si prese, sgranado gli occhi. Prima di rispondere, però, la ragazza cercò di riascoltare nella sua testa la voce che aveva parlato e per un attimo divampò di un rosso molto simile a quello del pelo della compagna «A-Adrien?» - il tono era dubbioso, poteva aver sbagliato, ma quella voce che l'aveva aiutata una notte, probabilmente non l'avrebbe mai dimenticata. Lasciò che Pixie nuotasse oltre il sasso che divideva i due ragazzi, per raggiungere di nuovo il Beauvais e girargli intorno, quindi Gyll si affacciò da quel sasso e guardò oltre. Sì, era lui e...era mezzo nudo.
Gyll sgranò gli occhi e se avesse incrociato lo sguardo di Adrien, avrebbe sicuramente cercato di distogliere il proprio dal fisico del concasato per spostarsi sull'acqua «Pixie, vieni qua... non dare fastidio...» - cercò di richiamare il panda, che in realtà pensava più a nuotare attorno al ragazzo «Scusala, è un po' molesta.» - e mentre lo diceva, la ragazza prese coraggio, cercando di aggirare il sasso e afferrare Pixie dalla coda. La panda si scansò, squittendo dispettosa e schizzando la mezza-veela «Ehi!» - disse la biondina, ridendo appena per quel gesto «Sembra che tu le piaccia... se ti dà fastidio, beh... cioé mandala via... non volevamo disturbare.» - e ora che era dall'altra parte, sfuggire allo sguardo di lui era così difficile.Gyll McKenzy"Non puoi attraversare la vita, cercando di non farti male."Black Opal, III anno"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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Adrien Beauvais.
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.Com'era possibile che Adrien fosse lì. E com'era possibile che loro si incontrassero sempre e solo di notte? Insomma, non era normale che due su due, i loro fossero incontri che tempestivamente si svolgessero al calare del sole. Non sapeva davvero dove seppellirsi, perché credeva fermamente che lì ci andasse solo lei ed invece, quel sabato, aveva compreso come non fosse l'unica a cercare la pace in quello spazio naturale.
Voleva realmente fuggire, scappare, seppellirsi, affogare... che più? La presenza di Adrien aveva dato il colpo di grazia a Gyll. La compagnia non la spaventava, ma il ritrovarsi Adrien mezzo nudo nello stesso suo fiume. Pixie, sembrava non preoccuparsi minimamente di non essere più sole, anzi, sembrava quasi anche contenta e questo era dovuto al fatto che Adrien avesse accettato il biscotto che lei gli aveva offerto.
Gyll, invece, alternava il suo sguardo dall'acqua al volto di lui, notando come quegli occhi duri la stavano osservando «L-lo so, stiamo dando fast---» - le parole di Adrien fecero irrigidire la mezza-veela che si trovò a guardarlo con gli occhi sgranati e non pensò minimamente al fatto che non dovesse mordersi il labbro inferiore, che... lo fece. E non lo lasciò mentre avanzava a quel comando imperativo, mentre le spalle si stringevano appena, come in difesa di se stessa. Guardò Pixie con fare di rimproverò come una studentessa che riprende con lo sguardo la sua compagna di banco, dopo essere state sgridate dal docente.
Non aveva il coraggio di guardarlo in faccia, ancora una volta aveva disturbato il suo voler stare in pace e questa volta non sapeva davvero come rimediare. Pixie salì sulla roccia e guardò i due, mentre le mani di Gyll si incrociarono tra di loro, dietro la sua schiena e ...
Mentre Adrien parlava, Gyll guardava verso l'acqua, ma man mano che il ragazzo parlava il suo sguardo cercava di rimanere rattristato, ma quello che lui stava dicendo le scaldò il cuore. Le spalle scivolarono verso il basso e i suoi occhi da cerbiatto cercarono il concasato «Ma io non so---» - sussultò quando Adrien l'anticipo, sgranando il celeste dei suoi occhi e trovandosi spiazzata dal fatto che sapesse cosa avrebbe potuto dire. Pixie squittì, mentre agitava una zampetta, come se volesse anche lei appellarsi al fatto che esistesse, ma Gyll non sapeva cosa dire, non sapeva cosa fare e più cercava di pensare, più sentiva la testa andare in fumo. Stringeva le dita delle mani, come se potessero aiutarla a trovare la concentrazione e poi «Adesso ci sei tu, non sono sola.» - se lo aspettava? Adrien avrebbe potuto prevedere anche quella risposta? Ed era la sola cosa che Gyll riuscì a dire nel panico.Gyll McKenzy"Non puoi attraversare la vita, cercando di non farti male."Black Opal, III anno"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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Adrien Beauvais.
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.Per Gyll era normale andare da sola nelle zone naturali, nelle sue Isole di Skye lo faceva e quello era ciò che più le mancava di casa sua, la piena libertà di potersi immergere nella natura senza che ci fossero pericoli alcuni. Eppure, se solo avesse riflettuto un po' di più, almeno quanto lo stava facendo Adrien, probabilmente avrebbe capito che quella non era Highlands e lei non aveva la benché minima idea di cosa si potesse nascondere tra i vari luoghi naturali di quel posto. Ma questo, la mezza-veela non lo prese minimamente in considerazione, lasciando che la sua vena hippie prendesse il largo, spingendola in quel fiume a fare il bagno di notte.
Quando Adrien ammonì Pixie, la piccola panda abbassò la zampa che aveva iniziato a muovere, squittì uno sbuffo e si riaccucciò sul masso che aveva diviso la mezza dall'opale, fino ad ora. Gyll non disse nulla, come se avesse ammonito anche lei, in un certo qual modo, ma cercò di resistere all'idea di ridere, quando Pixie iniziò a squittire come se stesse cantando, solo per attirare l'attenzione di Adrien. Quella bestiolina sapeva davvero essere un cabaret e forse era il motivo per cui si trovava tanto bene con Gyll: il loro carattere era simile e questo faceva sì che le due crescessero bene in simbiosi «Pixie. Sssh. Niente biscotti.» - mormorò la mezza-veela, mentre portava l'indice destro alle labbra, per mimare il segno del silenzio. Al sentire la parola biscotti, Pixie divenne completamente muta e Gyll potè volgere lo sguardo verso Adrien, ascoltando cosa aveva da dirle. Arricciò le labbra, mentre la punta del naso si mosse a destra «Sì, lo so. Ma... da me questi posti sono totalmente sicuri, Adrien. Io... sono abituata a vivere libera, a passare le giornate nelle radure e questo mi manca molto.» - fu la prima volta che ammise quanto le mancava l'aria di casa, senza specificare quale fosse, al ragazzo opale.
Lo vide avvicinarsi al telo e tornare per avvolgerlo attorno alle proprie spalle, quindi sollevò la testina verso di lui, guidata da quelle dita delicate che l'accompagnarono a incrociare lo sguardo del concasato, con un sorriso semplice. Quelle successive sue parole le fecero allargare le iridi di cristallo, che appena vibrarono come se fossero liquide, quindi le guance divamparono.
Il fiato le si era fermato appena, quindi cercò le parole per sbloccare quel silenzio improvviso «Proverò a prestare più attenzione, Adrien. Però...» - questa volta furono le sue dita a toccare azzardatamente il mento di lui, per accompagnarlo a spostare lo sguardo da lei a quello spettacolo che Gyll attendeva da un po' «...se non fossi venuta qui a quest'ora, non avrei potuto vedere questo.» - le lucciole avevano riempito il cielo sopra il fiume e sia Gyll che Pixie avevano il nasino puntato all'insù, come due bambine che si stupivano ogni giorno di quella natura che le circondava «Come mai sei qui?» - domandò con un filo di voce, come se non volesse disturbare le lucciole, e continuando ad osservare quelle lampadine naturali.Gyll McKenzy"Non puoi attraversare la vita, cercando di non farti male."Black Opal, III anno"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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Edited by Adrien Beauvais - 14/3/2022, 18:02. -
.Capire Pixie, a volte, era veramente difficile, per questo quando Adrien le rivolse quella domanda, Gyll la guardò e poi guardò il ricciolino. Come poteva farsi capire, la piccoletta, se non sapeva nemmeno lei cosa realmente voleva dall’opale? Pixie gli andò vicino, sollevando le sue zampette anteriori come se volesse essere presa in braccio. Gyll sospirò «Le piaci. Devi aver fatto qualcosa che ha conquistato Pixie, ecco…» – cercò di dar voce alla creaturina, che di rimandò si girò verso la padroncina come se avesse inteso la mano che le stava dando «Non so cosa tu abbia fatto, ma per lei dev’essere stato tanto importante da credere che ora tu sia suo amico.» – scrollò le spalle, con un sorriso delicato «Pixie, dai. Non dare fastidio, vieni qua.» – le mormorò piegandosi sulle proprie ginocchia e sperando che il famiglio tornasse dove doveva tornare: da lei.
La questione più importante, tuttavia, non era tanto Pixie che molestava Adrien, ma Gyll che lo aveva alterato ancora una volta. Le labbra della mezza-veela si arricciarono appena, mentre la punta del naso si muoveva con loro. Sapeva bene che quel posto non era sicuro come casa sua, altrimenti anni prima non avrebbero rapito delle studentesse all’interno della scuola stessa, per come si vociferava in giro, tuttavia per Gyll era davvero importante trovare un posto dove potersi godere un po’ di serenità e la riserva era il posto migliore per lei. Tuttavia comprendeva la preoccupazione di Adrien, magari anche semplicemente perché aveva inteso quanto lei fosse distratta, ma non volle controbattere a quel che disse il Black Opal, trovandoci quanta più verità avesse pensato di potervi trovare in quelle parole. Eppure, il motivo per cui era andata lì si palesò di lì a poco: le lucciole iniziarono ad accendersi tutt’intorno a loro e Gyll sembrava osservarle con gli occhi di chi le vedeva per la prima volta, nonostante fosse uno spettacolo che non aveva mancato di vedere in altre occasioni. Quelle piccole lucine si riflettevano nello specchio degli occhi da cerbiatto della mezza-veela, che per un attimo spostò l’attenzione di quello sguardo su Adrien, trovandolo a sorridere. Lasciò la presa sul suo mento, delicatamente, sfiorando appena nella ricaduta della mano, il petto di lui senza nemmeno prestarci poi tanta attenzione, presa dal racconto di quello che lo aveva spinto ad arrivare fin lì.
Aggrottò la fronte, mentre la ragazzina ascoltava quel racconto. Le dita scivolarono a muovere, se lo avesse concesso, di nuovo il volto di lui, partendo dal mento, con dolcezza, per osservare quell’occhio nero «Perché ti ha dato un pugno?» – sussurrò flebile, come se non volesse far sentire a nessuno quella loro conversazione o, forse, non voleva rovinare l’atmosfera delle lucciole «Adesso come va il dolore alla testa?» – il suo tono era gentile e preoccupato al tempo stesso «Se mi avessi chiamata, ti avrei potuto portare qualcosa di caldo.» – gli sorrise appena, stringendosi nelle spalle.Gyll McKenzy"Non puoi attraversare la vita, cercando di non farti male."Black Opal, III anno"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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