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Percy&Vath

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    Essere un auror era quello che Percy aveva sempre desiderato. Davvero, si reputava fortunato per essere riuscito a portare avanti gli studi e la carriera e essere diventato quello che aveva sempre voluto essere, ma in momenti come quello che stava vivendo in quella mattinata di ottobre cominciava pensare di aver fatto male i calcoli. Sarebbe dovuto andare a lavorare con il padre, a fare lo storico, senza doversi immischiare in tutte quelle scartoffie. Merlino, avrebbe dovuto essere sul campo, al massimo, ad impugnare la bacchetta contro chi andava contro la giustizia. E invece…scartoffie. Da leggere, da firmare, da scartare, da capire! Ne aveva appena presa una in mano, e ne aveva lette appena tre righe che la testasi era andato a posare sulla scrivania, facendolo sospirare. Si diede dei piccoli schiaffati, e si tirò su. Rilesse ila pergamena un paio di volte, e si rese conto che non era decisamente una cosa da poter affrontare solo con il reparto auror. Sospirò - sembrava non riuscisse a fare altro, quella mattina - si alzò e si sistemò i vestiti, dei pantaloni cargo beige uniti ad una camicia bianca e un maglioncino color champagne, dirigendosi verso l’ascensore per salire dal secondo al quinto piano, all’ufficio per la cooperazione internazionale. Una volta arrivato salutò in giro, cercando un volto noto che potesse dargli una mano. Scorse la targa dell’ufficio del sue ex prefetto ad Hogwarts e decise che avrebbe parlato con lui, tanto più che sapeva essere una persona molto dedita al lavoro. Superò il marasma di gente e bussò alla porta, attendendo un paio di secondi e poi entrando, chiudendosi il battente alle spalle. Si girò verso l’uomo, un leggero sorriso sul volto subito rimpiazzato dalla sua faccia professionale, e si avvicinò a stringergli la mano.
    -Buongiorno Remar, scusa il disturbo. - posò la cartella sulla sua scrivania - stavo leggendo dei rapporti, e vorrei un tuo parere su questo. Si tratta di alcuni commercianti Bulgari protetti dal loro ministero, che hanno creato dei disordini per la vendita di alcuni dei loro prodotti, ma abbiamo ricevuto ordini di non immischiarci finché non avremo un resoconto dall’ufficio di cooperazione internazionale.
    Si mise le mani dietro la schiena, stringendo appena le labbra e palesando in quel modo il suo non essere d’accordo con quella decisione. Aspettare, si. Capire al meglio la situazione, certamente. Ma lasciare dei criminali a piede libero in quel modo solo per delle relazioni internazionali…no, non riusciva a capirlo. Fossero stati alti funzionari, certo. A meno che il ministero della magia bulgaro non stesse nascondendo qualcosa. Guardò l’uomo negli occhi.
    -Potresti dargli una letta veloce e farmi sapere? Attenderò qui, se non è un problema.
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    Vath Remar
     
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    Quel sabato mattina al Ministero della Magia stava trascorrendo tranquillamente, niente emergenze, il vuoto più totale, dopotutto era un sabato. Il grosso del lavoro in quei livelli più "burocratici" veniva svolto durante i giorni feriali ma, il Funzionario Scelto per la Cooperazione Magica Internazionale, era solito trascorrere il suo sabato mattina al lavoro per portare avanti le pratiche che i colleghi non riuscivano a terminare durante la settimana con loro somma gioia. Il Ministeriale puntava al ruolo di capoufficio e sbrigare quelle incombenze non gli pesava, anzi era per lui una soddisfazione. Vath stava leggendo una relazione commerciale e, nel farlo, si rigirava tra le dita una sterlina. Aveva da poco terminato una relazione riguardo Loch Ness per Brian Sunday lasciandola nel suo ufficio in attesa di una sua firma per l'archiviazione e quella distrazione era un buon modo per tenersi impegnato. Un paio di colpi alla porta lo riscossero dalla sua lettura, che posò sulla scrivania in rovere, alzò lo sguardo sulla porta e si schiarì appena il timbro di voce baritonale con un paio di colpetti di tosse per dire. «Avanti.» Percy si sarebbe trovato di fronte all'ufficio di Vath, come aveva potuto notare dalla targhetta dorata all'esterno su cui era scritto

    “Vath Remar,
    Funzionario Scelto per la Cooperazione Magica Internazionale.”


    con un estetica elegante e raffinata anche il posto di lavoro di Vath si presentava in un elegante raffinatezza. Era sempre stato convinto che il miglior modo per impressionare ospiti e dignitari stranieri sull'opulenza e la magnificenza dell'Inghilterra fosse presentandosi in maniera impeccabile, se stesso in primo luogo e l'ufficio in secondo. Pavimento, pareti e parte del soffitto erano fatti di parquet, il rovere con il suo colore caldo rendeva l'ambiente accogliente. Appena entrato ci si trovava di fronte la scrivania, posizionata su un tappeto che Vath stesso aveva preso durante i propri viaggi. La scrivania, anch'essa di rovere era massiccia e compatta, su cui erano posati ordinatamente i documenti. Di fronte alla scrivania stavano due sedie di legno, con seduta e schienale imbottito, mentre dietro di essa, una poltrona in pelle nera. Due librerie a muro riempivano lo spazio negli angoli, creando così un ovale, in mezzo ad esse si trovava un camino di marmo bianco su cui in bella vista campeggiava una cornice dove era ritratto su un articolo di giornale Vath. Alla sinistra della scrivania una finestra magica dava su un giardino che in fondo non era altro che il giardino di casa propria, un modo per potersi sentire a casa anche durante le ore di lavoro. A destra, separato dal resto dell'ufficio da un muretto, su cui poggiava un vaso Ming, con due colonne a sostenere l'arco si trovava quanto necessario per poter offrire qualcosa ai propri ospiti, oltre a quello, un grammofono a tromba che dolcemente spargeva per tutto l'ufficio un brano di Tchaikovsky e un mobiletto con vari dischi di musica classica.

    uffici0
    Vath avrebbe sorriso al collega ed ex compagno di Casata. Solo per lui si sarebbe alzato dalla scrivania e gli sarebbe venuto incontro, offrendogli la mano in una stretta breve ma vigorosa.
    «Lewis, buongiorno, bentrovato. Anzi! Se non ricordo male vuoi che ti si chiami Percy.» Gli avrebbe indicato con un cenno della mano la sedia per poi ascoltare la sua richiesta. Scosse rapidamente il capo, sorridendogli amichevolmente. «Nessun disturbo, tranquillo, anzi mi fa piacere ritrovarti qui, Auror vero?» Disse, notando il distintivo. «Collega di Wyatt Wolf e Krasus Thunderbolt, brave persone, cerca di legare con loro.» Gli avrebbe rivolto uno dei suoi soliti sorrisetti, come di quelli che gli rivolgeva quando lo trovava a fare qualche marachella durante gli anni di Hogwarts senza tuttavia sottrargli mai dei punti, facendogli un occhiolino d'intesa.
    “O forse a Serpeverde, ragazzi miei,
    voi troverete gli amici migliori
    quei tipi astuti e affatto babbei
    che qui raggiungono fini ed onori!”
    Vath avrebbe fatto di tutto per aiutare un vecchio Concasato e collega. Si sarebbe accarezzato il mento ponderando a fondo sulla questione. Solo dopo alcuni minuti, dopo che i suoi occhi color acquamarina saettarono avanti e indietro sul documento leggendolo in tutte la sua interezza, Vath alzò lo sguardo sul collega.
    «Certo che posso aiutarti Percy.» Gli rivolse un nuovo sorriso e si sedette alla scrivania.


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    Lo studio di Vath era tanto ordinato quanto raffinato, che secondo Percy, ben racchiudeva la personalità dell’uomo che lo possedeva. Anche nel periodo scolastico, per quel che ricordava, non era mai stato un capello fuori posto, ed era sempre da lui che gli studenti si rivolgevano per un nodo alla cravatta fatto male o un consiglio. Era stato un buon prefetto, uno che Percy aveva ricordato con simpatia e ammirazione. Quando aveva saputo che era finito a lavorare al ministero, per giunta in una posizione simile, non si era per nulla stupito. Ne era sicuramente un ottimo rappresentante, e anche il fatto che lo stesse aiutando senza problemi lo aiutava di certo ad accrescere la fiducia in lui. Strinse la mano dell’uomo, sorridendo appena, e con un cenno del capo si accomodò sulla sedia che l’altro gli aveva indicato.
    -È così, Percy andrà benissimo. - annuì una volta, mantenendo un sorriso amichevole ma non tirato sulle labbra - sì, auror. Potrei dire che sia una sorpresa, ma in realtà sapevo lavorassi qui. Complimenti per la posizione e per lo studio, ti rispecchiano appieno.
    Si sentì in dovere di annuire al suo suggerimento, evitando di informalo che effettivamente lui non aveva ancora avuto il piacere di parlare con nessuno di loro, se non cose del tutto legate al lavoro per questo conversazioni di circa cinque minuti l’una. Sorrise poi apertamente all’occhiolino dell’altro, che lo riportò indietro di parecchi anni e lo fece sentire stranamente a casa. Vide l’uomo accarezzarsi il mento, e seppe che stava pensando a come fare per poterlo aiutare. Stesse seduto tranquillo, aspettando il verdetto dell’altro, e annuì quando questi parlò.
    -Grazie mille, davvero - si sporse leggermente sulla scrivania - ok, ora. Io non vorrei sembrare quello che cerca sempre di attaccare briga, ma come possiamo fermarli s non arrestandoli? Hanno già fatto molti danni…
    Guardò Vath negli occhi, cercando una risposta.





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    Il sorrisetto che Percy ben conosceva sul volto del suo ex Caposcuola la diceva lunga sul fatto che la mente del Ministeriale era già al lavoro sulla risoluzione del problema. La Cooperazione Magica Internazionale era una branca molto varia del Ministero della Magia Britannico e, come aveva detto il Capoufficio Brian Sunday durante il suo colloquio di assunzione "Per quanto la tecnica magica continui ad avanzare negli anni - anche se non più come una volta - permettendoci di accedere ad agi sempre nuovi, deve ancora essere inventato un incantesimo o una pozione in grado di mettere d'accordo gli interessi di due distinti individui. La cosa diventa ancora più complicata se a dover essere armonizzate sono le volontà di due diversi Ministeri." Un sorriso più nostalgico comparve sul volto del Funzionario Scelto, il capoufficio Sunday era stato un mentore che, per tutta risposta da Vath, apprezzava appieno e il ministero avrebbe perso un uomo chiave nel suo organico quando di lì a pochi mesi l'anziano ministeriale sarebbe andato in pensione. "E questo è il nostro lavoro: far rispettare le esigenze e le volontà del Ministero della Magia Inglese (e dei suoi cittadini) all'interno della comunità magica internazionale; attraverso il dialogo, attraverso lo scambio, attraverso il convincimento. Siamo l'ultima linea di difesa tra Diagon Alley e un'invasione di prodotti a basso costo importati dai Ministeri Orientali." «No, non serve arrestare nessuno. Tuttavia nulla vi impedisce di requisire la merce in quanto, i semi di Tentacula Velenosa, si tratta di Beni non Commerciabili di classe C. Per quanto riguarda invece sangue di Re'em e il commercio dei tappeti magici che qui vedo nella lista di oggetti lasciami dire che, per i secondi, c'è proprio una nota sul registro degli oggetti incantabili proibiti in quanto di uso comune potrebbero inavvertitamente finire in mano ai Babbani. Per il sangue di Re'em invece, ci sarebbe un grosso problema, si tratta in effetti di un bene non commerciale di classe A in quanto darebbe a chi lo beve una forza immensa.» Lo sguardo del ministeriale si sarebbe sollevato dal documento, per incontrare quello dell'Auror e porgergli nuovamente il documento. «Non sono certo io a dover dare ordini, tuttavia, dato che sei qui a chiedere il mio consiglio ti dico questo: Sequestrate la merce, fate rapporto e l'ufficio Cooperazione Magica Internazionale avvierà le pratiche intermediarie con la sua controparte Bulgara.» Funzionario Scelto per la Cooperazione Magica Internazionale non per nulla, il mago era sicuro di sé, come sempre, preciso e ligio alla legge magica, conoscendo tutti i cavilli e le leggi di cui aveva bisogno per lavorare, detto quello all'ex Concasato avrebbe incrociato le dita delle mani, ponendo queste sul proprio grembo.


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    Percy ammirava le persone che sapevano il fatto loro. Di certo Vath era una di quelle, pensò, mentre aspettava una risposta dall’ex concausato. Aveva uno sguardo sicuro, e si vedeva da come scorreva le cose sul foglio che gli aveva consegnato che sapeva cosa stava per dire. La schiena di Percy si appoggiò involontariamente allo schienale della sedia. Aveva fatto bene a venire da lui, senza dubbio. Avrebbe di certo preferito riuscire a risolvere la questione da solo, ovviamente, ma non chiedere aiuto quando serviva era una prerogativa dei Grifondoro, orgogliosi com’erano, mentre lui sapeva benissimo quando doveva farlo. E di certo neanche affidarsi a Vath era stato un caso. Tirò la bocca in un sorriso compiaciuto, per poi annuire alle parole pronunciate dall’uomo, portandosi due dita sotto il mento.
    -Esatto, soprattutto quel sangue è decisamente problematico.
    Incontrò lo sguardo del ministeriale e riprese il documento, chinando il capo in segno di ringraziamento.
    -Hai ragione, mi sembra decisamente la cosa più sensata da fare. In questo modo potremo rispettare gli ordini ma comunque fare qualcosa di concreto. - si alzò dalla sedia, la cartella di nuovo stretta in mano - Sempre sul pezzo, non c’è che dire! - deciso poi a non sembrare un maleducato, si schiarì leggermente la voce (dannazione, non era mai stato bravissimo con i rapporti interpersonali) - Per il resto tutto bene? Non ti ho praticamente neanche chiesto come stai, perdonami!
    Si passò una mano tra i capelli, leggermente imbarazzato, per poi riportarla all’alteza della vita. Di certo non erano fatti suoi quello che succedeva nella vita di Vath, ma era comunque d’obbligo informarsi di come stesse. Sua madre sarebbe rabbrividita se avesse saputo che aveva iniziato una conversazione senza chiederlo, ma comunque, non che gli importasse molto di ciò che pensasse la madre, ecco.
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    Vath si concesse una risata, era da molto che non gli capitavano casi del genere. Fossero stati tutti così il lavoro all'Ufficio Cooperazione Magica Internazionale sarebbe stato una pacchia e poi, il caso, aveva molte similitudini con il suo primo incarico. Mediare con i commercianti cinesi, rappresentati da Yan Li, era stato lo spartiacque da quello che era il Vath studente modello di Hogwarts neo diplomato con il membro del Ministero della Magia Britannico per l'ufficio Cooperazione Magica Internazionale. Il lavoro svolto con i Cinesi gli aveva fruttato un'articolo di giornale sulla Gazzetta del Profeta posto sul proprio caminetto e la posizione che stava ricoprendo in quel momento. Mediare, trovare un punto di convergenza, Vath aveva fatto di quel compito una filosofia di vita cercando tuttavia di far sempre prevalere gli interessi dei cittadini Britannici. Avrebbe accolto il parere e i complimenti dell'Auror sorridendo seraficamente, con quel suo sguardo dagli occhi acquamarina che avrebbe mostrato un leggero autocompiacimento nel vedere risolta una nuova "minaccia economica". «Cerco solo di svolgere i miei doveri, al meglio delle mie possibilità, tutto qui Percy.» Risolto quel problema il collega del secondo livello si era alzato dalla sedia pronto, probabilmente, a tornare verso la porta dell'ufficio. Vath lo avrebbe imitato, alzandosi a sua volta, quando la domanda di lui lo fece fermare con le terga a pochi centimetri dalla seduta della propria poltrona in pelle nera. Avrebbe posato nuovamente i glutei su di essa per poi fare un lieve cenno con la mano verso la sedia che Percy già aveva abbandonato per invitarlo a sedersi nuovamente. «Tutto bene, ti ringrazio, te?! È sabato, non chiuderti nuovamente nel tuo ufficio! Prenditela con calma, stamattina, posso offrirti un thè?» Con un rapido movimento della mano Vath andò con la mano al proprio bastone da passeggio. Estratta la bacchetta il Funzionario Scelto per la Cooperazione Magica Internazionale l'avrebbe levata, puntandola contro il set da the che rispose lesto. Un paio di tazze di ceramica bianche bordate d'oro, con tanto di piattini coordinati, si alzarono in volo e si sarebbero posate dolcemente sulla scrivania del ministeriale mentre un bollitore avrebbe iniziato a fischiare per annunciare che l'acqua per la bevanda tradizionale inglese era arrivata a bollore. Un paio di scatolette di legno si sarebbero sollevate in aria per atterrare placidamente sulla scrivania. Da esse uscirono alcuni sacchetti con diverse misture di the mentre, da un'altra, dei filtri di cui andarono a posarsi alcune foglie di the per poi legarsi e andare a posarsi delicatamente nella tazza. La stessa poi veniva irrorata di acqua bollente contenuta nella teiera. Avrebbe riposto la propria bacchetta e, molleggiato il filtro nell'acqua calda, lo sguardo del ministeriale avrebbe incontrato quello dell'Auror.


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    Era strano vedere una persona che conosceva dai tempi di Hogwarts in ambito lavorativo. Di certo Vath Remar non era il primo che incontrava dei tempi di Hogwarts, ma gli faceva sempre strano pensare che pochi anni prima - per modo di dire, visto che in realtà di anni ne erano passati - stava passeggiando per i corridoi del castello dopo il coprifuoco cercando di non farsi beccare e adesso si trovava a parlare di cooperazione magica in divisa da Auror. Sorrise alla risposta dell’uomo, sempre posato, sempre perfetto, e si ricordò le buone maniere. Domandò, dunque, e ricevette come risposta un invito a bere un thè. Sorrise e annuì, riaccomodandosi sulla sedia che aveva abbandonato pochi secondi prima.
    -Tutto sommato bene, anche se il lavoro diventa più stressante ogni giorno che passa. - osservò il servizio che si preparava da solo, quasi ridacchiando. Le magie domestiche erano le sue preferite, perché gli facevano risparmiare del tempo e sopratutto evitavano che roba tipo i piatti sporchi marcissero nel lavandino, dimenticati persino da Merlino e Morgana.
    -Adoro questo tipo di magie - si ritrovò a dire, per poi prendere anche lui una tazza e sistemarsela, aggiungendo dello zucchero e prendendo un cucchiaino.
    -Non chiudersi in ufficio diventa difficile quando ogni cosa che succede ha bisogno di una scartoffia compilata accanto, non trovi? - prese un sorso di the, assaporandolo e sospirando - certe volte ho come l’impressione che da qui a un mese diventerò matto.
    Alzò lo sguardo al cielo, facendo un sorrisino, per poi riportarlo al suo ex concasato.
    -Tu invece da quanto tempo lavori qui al ministero? Deve essere stato appagante venir preso in un ufficio così di spicco…
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    Il ministeriale avrebbe estratto dalla tazza il filtro del thè, scolandolo del liquido trattenuto con il cucchiaino ascoltando le parole di Percy riguardo al complicarsi del lavoro giorno dopo giorno. Un sorriso sarebbe comparso sul volto del Funzionario Scelto per la Cooperazione Magica Internazionale, sollevando lo sguardo dalla tazza al collega del Quartier Generale degli Auror, mostrandosi divertito. «Posso comprendere che, a volte, il lavoro sia più dura del previsto. Io stesso mi son dovuto confrontare con il dover fare una trasferta a New York al Ma.C.U.S.A. per sbrogliare un difficile caso di migrazione dei Neri delle Ebridi. Ho dovuto trascorrere un anno lontano da casa, insieme ad alcuni colleghi dell'ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, per trovare una soluzione che soddisfacesse entrambi gli stati. Eppure, se ricordi bene il mio compagno di dormitorio Geoffrey Hill, lui diceva una cosa che applicava al Quidditch ma che si può assumere a tutte le cose che facciamo: “Siamo Serpeverde, quando il gioco si fa duro, noi siamo i più adatti a risolvere le cose."» Avrebbe aggiunto un cucchiaino di zucchero e, presa in mano la tazza, avrebbe dato una cauta sorsata al thè. Aveva la brutta abitudine di non saper attendere che il liquido raggiunga la giusta temperatura, con il rischio di scottarsi la lingua. Trovando la temperatura del thè congeniale Vath prese un nuovo sorso, posando la tazza sul piattino corredato, ascoltando l'affermazione del collega. «Suppongo di sì, Lizzie, la mia segretaria in questo caso è più che un valido aiuto nel tenere pulita e in ordine la mia agenda. Troppi incontri, pranzi e cene a cui devo presenziare! Solo in un caso sul campo posso contare sull'arguzia che ci ha fatto soggiornare tra le fila dei verde-argento e sono un piacevole diversivo.» Alla domanda dell'ex Concasato sorrise. «Dieci anni quasi, un terzo della mia vita circa e non ti nego che ci sono state delle soddisfazioni lungo tutto questo percorso.» Aveva iniziato all'età di ventidue anni, dopo aver fatto alcuni viaggi all'estero per comprendere meglio le società magiche degli altri paesi.


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    Edited by Vath Remar - 20/3/2022, 20:04
     
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    Perseus
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    Spalancò leggermente gli occhi, con la tazza poggiata sul labbro inferiore, pronta per essere inclinata. Non che non avesse mai pensato al fatto che il lavoro lo avrebbe potuto benissimo allontanare da casa per più di qualche settimana, ma sentirlo raccontare così lo lasciava decisamente sorpreso. Annuì mentre l’altro parlava, per fargli capire che effettivamente era attento al discorso, e prese un sorso di thè con un sorriso nascosto dalla tazza. Ricordava bene Hill, era stato davvero d’ispirazione ogni partita di Quidditch che giocavano. Era confortante sapere che effettivamente gli insegnamenti della vita potevano venire da qualsiasi cosa..
    -Immagino che non sia stato facile, stare lontano così tanto…sarebbe difficile separarmi da mia sorella, ora che ci penso. - posò la tazzina sul piattino - e Hill è sempre stato un gran chiaccherone, vero? Ricordo quella volta che gli chiesero di fare un discorso e lui per tutta risposta aveva riadattato uno dei discorsi del Quidditch in uno generalmente motivazionale…io e Norris abbiamo riso per tutta la serata a ripensarci!
    Sospirò, poggiandosi allo schienale e rivivendo gli anni che aveva passato nella scuola, tra meraviglie e orribili mesi passati a piangere la separazione dei suoi genitori. Le scartoffie si riappropriarono dei suoi pensieri, e si ritrovò a sorridere all’affermazione dell’ex compagno di casata.
    -In effetti tu hai anche da pensare a pranzi e cene…per quanto eventi di quel tipo possano divertire immagino che quelli lavorativi siano una vera riserva di mal di testa…
    Sorrise all’evidente orgoglio nella voce di Vath al parlare della sua carriera e piegò la testa verso di lui, congratulandosi silenziosamente.
    -Effettivamente un bel traguardo, caspita.
    Un’occhiata all’elegante orologio lo fece poi sussultare. Si affrettò a finire il the rimasto nella porcellana per poi posare piattino e tazzina sulla scrivania, prendendo i documenti e alzandosi dalla poltroncina.
    -Grazie mille per il the e la chiacchierata, Vath. Purtroppo devo davvero volare, se non voglio che il capo mi faccia una testa tanta per il ritardo! - sorrise, riprendendo la postura dritta - da rifare, decisamente! Buon lavoro e ancora grazie!
    Alzò i documenti verso di lui a mo di ringraziamento e infilò la porta, deciso a finire al più presto la giornata di lavoro.
    © code by LaNine e prelevabile Qui
     
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    L'incontro era stato proficuo per entrambi. Vath si mostrava felice di aver potuto aiutare Percy in quella che, alla fine, era la sua sfera di competenza. Quando il discorso deviò sulle memorie scolastiche il sorriso del Ministeriale si allargò ulteriormente trovando nell'ex Concasato terreno fertile per quel tipo di rimembranze. «Indubbiamente non lo è stato ma diciamo che, per il forma mentis che ho, è risultato semplice adattarsi. Fortunatamente abbiamo sistemi di comunicazione sempre rapidi e sentirsi giornalmente con casa era a un paio di squilli di Magifonino.» Un sorriso più pensieroso comparve sul volto quando Perseus nominò Geoffrey, Vath si ritrovò a scuotere il capo in disaccordo con quanto lui disse. «No, non è mai stato un gran chiacchierone, forse tu lo ricordi in questa maniera perché in pubblico tendeva a voler sembrare più sveglio rispetto a quel che era. Non fraintendermi! Bravissimo giocatore di Quidditch, infatti è entrato tra i Falmouth Falcons, ma molti di quei G.U.F.O. e M.A.G.O. lì ha ottenuti grazie a me. In dormitorio non era uno che parlava molto.» Forse era proprio per quel motivo che Geoffrey Hill gli spediva con puntuale regolarità un paio di biglietti per la tribuna ViP per ogni partita disputata dai Falchi. «Questione d'abitudine, evidentemente, non che mi dispiaccia questo tipo di incontri almeno il mangiare è sempre di qualità. Invece per quanto riguarda la compagnia, che può annoiare alcuni, c'è da dire che si riunisce gran parte della crème della società magica.» Un lieve cenno del capo fu rivolto all'Auror, in ringraziamento al complimento che gli aveva fatto, poi in tutta fretta Perseus sì sbrigò a terminare il proprio the e a prendere i documenti, alzandosi. «Nessun problema, Percy, è stato un piacere per me aiutarti.» Disse, alzandosi a sua volta per accompagnarlo verso l'uscita. «Magari un giorno di questi ti invito per fare qualcos'altro, esterno al lavoro, così abbiamo più tempo a disposizione. Arrivederci.» Gli avrebbe offerto la mano per un'ultima stretta e gli avrebbe aperto la porta, concludendo così l'incontro.


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