Avevo voglia di vederti!

Andrew&Kara

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    Andrew Barner ~ DenriseDoveva ammettere che quell’incontro lo aveva interessato a dir poco. Doveva ammettere che quella ragazza, con dei lineamenti tanto particolari, ma interessanti, gli era rimasta praticamente davanti agli occhi nonostante tutto. Andrew aveva avuto qualche esperienza, ma non aveva mai avuto lo stesso successo di Erikir con le donne, forse per il suo carattere fin troppo tranquillo, per il fatto che non era uno che si metteva molto in mostra, oppure semplicemente, perché Andrew era più uno di quelli che diventavano amici delle persone senza rendersi realmente conto del proprio potenziale, di quanto, effettivamente potesse essere una persona interessante o semplicemente bella. Lui era più uno di quelli che, nonostante fosse un figo da paura, rimanesse friendonizzato per la maggior parte delle volte, semplicemente perché “dormiva”. Non era malizioso e prima che riuscisse a capire realmente che una donna gliela stava donando con eleganza, ci metteva tempo e soprattutto ne rimaneva sempre, essenzialmente stupito. Altrettanto difficile era cogliere la sua attenzione, era riuscire realmente ad essere interessato a qualcuno, non succedeva quasi mai e quelle volte che era successo si era rilevato sempre un grandissimo fuoco di paglia. Eppure, aveva intenzione di andare a quel fornaio e chiedergli di sua figlia e quando poteva incontrarla e se poteva vederla. Era stata chiara su quando l’avrebbe, molto probabilmente trovata da suo padre, e di conseguenza Andrew andò dal fornaio di sabato mattina, all’alba, in maniera tale che sicuramente avrebbe avuto anche il tempo di aspettarla qualora ancora non fosse arrivata, oppure di andarla a cercare dove l’uomo gli avrebbe detto, o sperava comunque che lo avrebbe fatto. Con un maglioncino blu scuro, dei jeans semplicissimi e dei scarponcini da trekking al piede, entrò sorridente come al solito nel negozio. Buongiorno! Come va Signore? Si sente un buon profumino per la strada, immagino che a quest’ora può essere solamente lei! il suo entusiasmo era disarmante anche quando erano le 6.30 della mattina e lui sembrava essere fin troppo fresco come una rosa, ma ultimamente Andrew non dormiva, e se lo faceva, lo faceva malissimo, aveva così tanti pensieri per la testa che non riusciva proprio a fare una pausa, in nessun caso. Sorrise ancora al fornaio e dopo aver ascoltato la risposta avrebbe anche chiesto Ehm… lei sa dove posso trovare la signorina Karà aggiunse avvicinandosi al bancone e cercando comunque qualcosa da comprare e mangiare. In fondo se li poteva permettere tutti quei carboidrati, no? Il suo viso era rilassato, la sua richiesta pacifica. Sperava seriamente di trovarla li. Voleva sapere un po’ di cose della sua vita, magari scrivere un articolo sul suo blog! Oh si, forse avrebbe voluto farlo un po’ per tutti gli abitanti di Denrise, tipo diario di bordo, insomma era qualcosa di realmente interessante e poi lui voleva diventare uno scrittore, no? Quindi perché non cominciare seriamente a pensare di scrivere!? Attese paziente.


     
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    Kàra Onfroy
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    Non era facile trovare persone come Andrew, soprattutto tra persone non nate direttamente a Denrise e che quindi difficilmente potevano condividerne gli ideali e la visione. Di certo non aveva mai avuto a che fare con un mago nato e cresciuto fuori dall’isola che sembrasse così in sintonia con la natura che lo circondava, e per quanto per la strega non fosse difficile ricordare chi la colpiva, avevo ripensato al ragazzo diverse volte quando era tornata nel bosco.
    Kàra non era una che si affezionava così, da qualche occhiata, ma era una persona empatica e attenta, che coglieva spesso dettagli e sfumature che ad altri sfuggivano ed era affascinata dagli esseri umani in generale, magici o no. Aveva avuto a che fare con i Babbani ben poche volte nella sua vita, eppure ne aveva studiato usi e costumi ogni volta in cui ne aveva avuto occasione e si reputava una studiosa interessata e puntuale, sempre attratta dalle novità e curiosa abbastanza da cercare di comprendere sempre un po’ di più della loro cultura, seppur ben lontana dalla sua. Da un lato era profondamente legata alla tradizione, agli dei, alle credenze denrisiane, e dall’altra era attratta dal progresso, o quantomeno dagli uomini e dal loro modo di evolversi.
    Trovava le persone, di qualunque tipo, genere o provenienza, sempre molto interessanti, sotto molti aspetti: un po’ come provava affetto e curiosità verso le creature che incontrava, provava gli stessi sentimenti anche per le persone che incrociava ogni giorno e non poteva evitarsi di provare un certo affetto verso tutti coloro che risultavano diversi, a loro modo. Beh diciamo pure che la lista era un piuttosto lunga, e che Kàra finiva spesso per trovare tutti quanti interessanti a loro modo, anche se poi il suo carattere le impediva di risultare sempre amichevole o alla mano.
    Si stava impegnando per uscire dal suo guscio, per cercare di essere un po’ più espansiva, più disponibile e adattarsi meglio alle situazioni, cercando di andare oltre i suoi limiti e farsi avanti. Aveva conosciuto addirittura qualche collega, fatto “amicizia” – più o meno- con alcuni dei suoi compagni di avventura e quando aveva accettato l’invito di Andrew poteva ammettere di esserne stata sorpresa lei per prima.
    Certo, non che quell’invito si fosse mai concretizzato, era stata più una proposta casuale, ma le tornò subito alla mente quando sentì una voce famigliare provenire dall’ingresso del negozio. Non capitava di rado che, soprattutto nel weekend, Kàra aiutasse il padre alla bottega, un po’ perché l’uomo cominciava d essere anziano e un po’ per puro e istintivo piacere. Anche se le persone di Denrise ancora le lanciavano strane occhiata, di tanto in tanto, alla ragazza non dispiaceva avere a che fare con i clienti e occuparsi del pane e anzi era diventata ormai un’usanza imprescindibile.
    Corrucciò le sopracciglia nel sentire Andrew chiedere di lei e si sarebbe quindi sporta dalla cucina del panifico, lì dove lavoravano il pane e lo infornavano, un grembiule legato in vita e le mani infarinate. “…Andrew?” avrebbe chiesto quindi, con un mezzo sorriso stupido ma tranquillo dipinto sul viso.

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    Andrew Barner ~ DenriseAncora conosceva poche persone ed ancora non aveva veramente idea di che cosa fare della sua vita li. Era un buon samaritano e sinceramente era sempre pronto a dare una mano a tutti, e forse quell'isola davvero non era per lui: li l'attività principale era combattere ed uccidere e si chiedeva sempre il perchè, effettivamente, Erikir diceva che non ci stesse bene! Era praticamente il suo habitat naturale! Comunque, quella mattina aveva deciso finalmente di andare a trovare Kàra. Aveva accennato la cosa al suo non parabatai, ma comunque, su quell'aspetto era una persona riservata specialmente perchè non sapeva mai le cose in che modo potessero andare a finire. Erano giorni di tensione per lui, aveva ricevuto qualche minaccia velata di qua e di la, e doveva ammettere che il fatto che lo avessero trovato anche a Denrise, gli suggeriva che quelli non erano solamente babbani, ma c'era qualcuno che aveva fatto incazzare pesantemente. Ma in quel momento, in quel forno, con quel profumo così buono, delicato e fin troppo genuino, non poteva che sorridere e pensare solamente alla meravigliosa creatura che gli si presentò davanti. Quando la vide sbucare con i capelli legati un pò bianchi di farini, il grembiule legato in vita e le mani piastricciate, gli si illuminarono gli occhi. Scusa se non ti ho avvertita, ma non è che uso molto la tecnologia, e poi ti avevo detto che ti avrei fatto una sorpresa, e quindi! Eccomi qua! Aggiunse poi riservandole un maestoso sorriso prima di essere catturato da dei biscotti al cioccolato. Quindi aiuti non solo dietro al bancone, ma anche proprio in cucina! Wao!Meraviglioso! L'entusiasmo di Andrew, il suo modo meravigliato con la quale la stava guardando, ed i suoi brilluccichii negli occhi erano in netto contrasto con una signora entrata da poco che vedendola sembrò quasi gelarsi inizialmente. Andrew non ci fece minimamente caso. Puoi venire? Ci andiamo a fare una passeggiata, oppure ti aspetto! Oh... non so, se vuoi ti aiuto! C'è sempre bisogno di braccia forti per qualche lavoretto scomodo! Sorrise anche al padre e poi si voltò verso la signora. Siete fortunati ad avere delle giovani ragazze volenterose come lei! Si, era l'alba, era sabato mattina ed Andrew parlava troppo, sempre e comunque con una certa allegria che, effettivamente, non era del tutto umana!


     
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    Kàra Onfroy
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    Si rendeva conto che Denrise, ad un occhio estraneo, poteva sembrare un’isola piuttosto spoglia, per quanto immersa nella natura si rendeva conto che lì il clima era duro e così lo erano anche molti dei suoi abitanti. Molti denrisiani erano impegnati nella caccia e nelle attività legate al mare e alle sue creature, non si poteva dire che fossero un popolo pacifico per quanto le loro guerre avessero sempre ragioni ben precise e non fossero mai mosse dal caso. Kàra stessa aveva le mani macchiate di sangue dalle precedenti avventure, tutte iniziate e portate a termine per un obiettivo che considerava positivo ma questo non toglieva importanza o criticità a quel che si era ritrovata a fare.
    Non si sarebbe reputata impeccabile o innocente, anzi si sentiva in parte in colpa per tutto quello che aveva fatto, le faceva male pensare a quanto si trasformasse quando era in battaglia ma non era il momento per pensarci.
    In quel momento i lavori manuali la tenevano impegnata abbastanza da non farla pensare troppo, il che era una benedizione in quell’ultimo periodo. Così come lo era anche Andrew, sotto certi punti di vista, l’occasione perfetta per pensare a qualcosa o qualcuno che non fosse legato a quel che aveva vissuto. Era felice di vederlo, in realtà, ma comunque sorpresa che fosse comparso così, dal niente. Era vero, il ragazzo le aveva già detto che avrebbe voluto passare del tempo con lei, dopo il loro primo incontro, e non le dispiaceva l’idea di rivederlo, era solo una persona molto più chiusa e riservata dell’altro, almeno a primo acchito.
    Non mancò comunque di sorridergli, cordiale, ignorando le occhiate del padre che di certo non si aspettava quel tipo di visita. Dopotutto Kàra era sempre stata una ragazza sulle sue, non aveva molti amici ed era raro che ricevesse visite, ancora di più non annunciate.
    “Non preoccuparti, non è di certo un problema, sono felice che tu abbia avuto tempo per passare a trovarmi solo...non me lo aspettavo!” ammise impacciata, pulendosi le mani sul grembiule e togliendoselo poco dopo, con calma. Non era entusiasta ma solo perché non faceva parte della sua persona mostrarsi particolarmente emotiva, in realtà era davvero felice di vederlo lì. Lo vide adocchiare dei biscotti al cioccolato e ne mise alcuni in un sacchetto, insieme altri ad alla lavanda fatti da lei e qualche altro alle mandorle. “Mi occupo solo di alcune preparazioni ma sì… hai già fatto colazione? Tieni, puoi assaggiare qualcosa.” propose allungando il sacchetto ad Andrew per poi rivolgere un leggero sorriso alla donna che stava dietro al bancone e a suo padre, che comparve dalla cucina in tutta la sua statura alla quale Kàra lanciò un rapido saluto. “Il forno è di mio padre.” spiegò con gentilezza per poi recuperare il proprio cappotto. “Possiamo andare a fare una passeggiata, avevo quasi finito in ogni caso!” sorrise dolce, salutando il padre con un cenno.

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    Andrew Barner ~ Denrise Ancora stava prendendo confidenza con tutto quello che lo circondava, ancora non capiva per bene quello che doveva e quello che non doveva fare. Era complicato per lui trannetersi e comunque la gente di Denrise gli ricordava molto Dumstrag, il che era un bene ed un male. Era un bene perchè amava quella scuola, alla fine gli aveva donato una persona come Erikir e soprattutto era stato sempre bene, botte a parte, ma gli aveva insegnato qualcosa, qualcosa di concreto, invece, c'era l'altro lato della medaglia che gli faceva male in quanto le persone erano troppo fredde e sempre concentrate su loro stesse e soprattutto rissaioile. Era come avere un tuffo nel passato e rendersi conto che tutto quello era un incubo, una spirale da dove non sarebbe mai uscito. In quel momento Denrise era veramente una terra straniera che non riusciva a capire a pieno. Era come se tutto quello fosse qualcosa di già vissuto e che non avrebbe mai voluto rivivere. Ma adesso era grande, aveva altre consapevolezze e comunque non sarebbe andato da nessuna parte senza il suo migliore amico. Se lo era ripromesso, lo aveva deciso e non aveva nessuna intenzione di disattendere quello che aveva pensato per la sua vita. Sorrise ancora alla ragazza, quel forno, quella gentilezza, innocenza sul suo viso e quel suo essere così disponibile ed attenta a tutto quello che poteva servire ad una persona così importante come l'uomo che le aveva fatto da padre, ad Andrew commuoveva. Gli piaceva, pensava che lei avesse una marcia in più e voleva conoscerla meglio a tutti i costi, e comunque quel suo dire che non era ben voluta dalla sua gente lo aveva incuriosito. Bastava pensare che ad Andrew intrippassero le storie tristi, malinconiche e dove il rpotagonista fosse un incompreso. Si, esattamente come la sua storia! Forse perchè capiva meglio cosa provava la persona che parlava oppure perchè lui era così abituato a tutto quello che aveva sempre la soluzone a tutto. Ridacchiò per quello che disse. Lo so, ma era da tempo che volevo farlo! Inoltre sto andando a Londra per fare del sano shopping e di conseguenza volevo prima passare del tempo insieme a te! Spero che le sorprese a Denrise sono gradite esattamente come nelle altre parti del mondo! Aggiunse anche un pò imbarazzato della situazione. Insomma avere il padre di una donna del genere e di quelle dimensioni in una terra che non conosci e non sai come potrebbero reagire, era complicatissimo, anche per uno spensierato e completamente disinibito come lui. Poi si rese conto che stava guardando i biscotti e mentre lei li metteva dentro un sacchetto avrebbe tanto voluto dirle che li voleva assaggiare tutti, ma che comunque non avrebbe potuto pagare tutta quella roba. Scosse il capo. In realtà ancora no! O meglio ho preso solamente un pò di caffè prima di uscire, ma no, non ho fatto colazione! Poi, non se lo fece ripetere due volte e sorridendo prese un solo biscotto al cioccolato. Era abituato a quel genere di situazioni, non si faceva nessun tipo di problema. Beh, se tu dai una mano...Salve, sono Andrew! Disse poi sorridendo a l'omaccione che sbucò per vedere cosa stesse succedendo, beh, doveva ammettere anche che fosse normale quella reazione, lui era comunque uno straniero, no? Era normale andare a vedere di che si trattasse! Fece un respiro profondo. Che bella notizia! Andiamo allora! Aggiunse poi andando verso la porta, sorridendo di nuovo alla signora ed aprendo la porta a Kara per farla passare. Prego! Gentiluomo quale era non sarebbe mai andato prima lui della ragazza castana. Comunque una volta usciti da li fece un grande respiro profondo, giusto per respirare quell'aria pulita a pieni polmoni. Le persone che si svegliano troppo tardi la mattina non hanno idea di cosa si perdono! Spero di non aver sbagliato a farti una sorpresa, ma non potevo più rimandare. Come stai? Chiese poi infilandosi le mani dentro le tasche. Era veramente, ma veramente piacevole avere quel tipo di compagnia, Kara era una persona che lo metteva a suo agio e soprattutto che gli donava tranquillità!


     
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    Kàra Onfroy
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    Non era solita fare amicizia con gli sconosciuti. Denrise era, dopotutto, una città di porto, per quanto fosse un villaggio chiuso nelle sue tradizioni e legato al passato, rimaneva comunque tappa per diverse navi e nella sua vita Kàra aveva visto diversi stranieri camminare per le strade del villaggio e sapeva molto bene che si trattava di persone di passaggio, novità che arrivavano e poi sparivano con la stessa velocità con il quale erano comparsi. Si trattava di persone che non capivano quel posto, che non si potevano sentire a casa tra quelle casette e quel vento gelido e che Denrise stessa non avrebbe mai accettato.
    Sapeva bene quanto fosse difficile diventare parte di quel posto, lei era arrivata quando era ancora una bambina, senza una scelta alternativa, eppure ricordava molto bene quanto le persone fossero state severe anche con lei, con i loro sguardi vitrei e le loro parole taglienti. Non giustificava quel comportamento, come avrebbe potuto? Ma cominciava a comprenderlo dopo una vita passata lì e se non altro sapeva prevederlo.
    Andrew non aveva l'aria da straniero, con la sua carnagione dorata avrebbe potuto anche spacciarsi per un uomo di mare, ma aveva quegli occhi chiari e l'accento tipico di gente che veniva da fuori. Certo, la sua solarità forse era la cosa che attirava più attenzione di tutto: nessuno andava in giro con quel sorriso e quell'allegria a Denrise, i Druidi erano spesso rudi e goffi e lei stessa non aveva grande entusiasmo nei suoi modi di fare e sospettava fosse colpa della sua infanzia lì.
    A lei non dispiaceva, trovava la diversità se non altro interessante e le piaceva l'idea di parlare con una persona che aveva avuto esperienze così diverse dalle sue, così lontane da quello che lei poteva immaginare.
    Lasciò a Andrew un sorrisino colpevole, stringendosi appena nelle spalle. "Uhm... non sempre, dipende. I denrisiani più anziani ti direbbero che c'è un'etichetta ben precisa per le sorprese, perchè non portino cattive novelle..." ammise dispiaciuta per poi riprendersi subito "Ma a me non dispiacciono, sono contenta tu abbia deciso di passare!" cercò di confortarlo con gentilezza, parlando prima che chiunque altro presente potesse intervenire e spiegargli in modo più burbero di lei come funzionassero le cose lì. Con la sua esperienza con i giovani studenti aveva imparato ad essere più paziente e gentile e in quel momento sospettava che Andrew non avesse alcun bisogno di avere a che fare con l'atteggiamento tipico delle persone locali.
    Si schiarì la voce, togliendosi rapidamente il grembiule e controllando di non lasciare niente in giro e sistemare le ultime cose prima di lasciare la panettiera e uscire con Andrew. Per la barba di Merlino, lei che usciva poco prima dell'orario di lavoro... comprendeva le occhiate confuse di suo padre, per quanto non avrebbe mai commentato ad alta voce e non era tipo da fare domande, non davanti a degli sconosciuti. Lo salutò con un cenno della mano, seguita fuori dal bancone solo da Metcalfe che si affrettò a raggiungere la sua spalla, scrutando Andrew con occhiate furtive verso il ragazzo pur cercando di non farsi beccare.
    Sorrise appena ad Andrew quando le aprì la porta, uscendo prima di lui anche se lei era decisamente più semplice e non aveva bisogno di quel genere di buone maniere. "Mangia pure allora, io ho già assaggiato l'impasto di alcune torte...! Se vuoi altro dopo posso darti qualcosa anche per il pranzo" si offrì gentile, sistemandosi Metcalfe sulla spalla e avviandosi per una delle strade di Denrise, annuendo piano alle sue parole.
    "Sono d'accordo, la mattina presto è uno dei momenti migliori della giornata..." ammise per poi guardarlo attenta. "Io sto bene e tu? Hai detto di aver organizzato giornate di shopping a Londra... conti di rimanere qui ancora per un po'?"

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    Andrew Barner ~ DenriseAndrew non apparteneva a nessun posto. In realtà non sapeva se quello era un bene oppure fosse davvero il male più grande della sua vita. Poteva benissimo pensare di essere un camaleonte, riusciva ad adattarsi a tutto quanto, era sempre pronto a prendere l'aspetto migliore e più giusto di tutto quello che aveva intorno e delle località che visitava, ma allo stesso rimaneva sempre con i suoi valori ben intatti, sempre pronti ad essere la linea conduttrice di ogni suo comportamento. Aveva sepre ricercato le sue origini, avrebbe voluto conoscere i suoi genitori, sapere perchè lo avevano abbandonato in un posto squallido come quell'orfanotrofio ed aveva sempre avuto la curiosità di sapere, effettivamente lui da dove venisse. Perchè avevano scelto proprio Dumstrag per lui e cose del genere! Ma non solo non ne parlava mai con nessuno di quelle cose, ma in realtà, si sentiva anche a disaggio anche solo a pensarle. Se non aveva una famiglia la ragione era solamente che chi l'aveva messo al mondo non si era impegnato abbastanza per tenerlo con se. Ammirava le persone come Kàra, il loro senso della responsabilità, ma soprattutto il senso dell'appartenenza, il rispetto delle tradizioni. Sorrise per quello che disse sulle sorprese e i densiriani. Si morse il labbro e con il braccio si grattò la nuca quasi imbarazato. Ah. Ok, hai un manuale d'istruzione? Sai ho letto di alcune vostre leggende, dei vostri dei che venerate, siete un'isola molto interessante e mi ricorda tantissimo un telefilm babbano che ho visto tempo fa! Siete un mix tra Lost, non aprite quella porta e la strage degli innocenti, ma la vostra cultura mi piace moltissimo! Andrew era uno che andava spesso e volentieri fuori tema, completamente. Era uno che parlava, chiacchierava, esprimeva idee e soprattutto voleva conoscere sempre tutto. Era un tipo curioso, quello era poco ma sicuro. Sperava che Kàra non si fosse offesa per quello che aveva detto, anche perchè era seriamente un complimento! Guardò quei dolci come se fossero la cosa più buona di quel mondo e quando lei glieli offrì, lui non potè fare a meno di annuire. Grazie, veramente! Prese un biscotto al cioccolato e mentre passeggiavano per il villaggio sorrise e chiuse gli occhi. Vediamo se indovino gli ingredienti: cannella, cioccolato...Fece un altro morso, ma si fermò. Forse erano solo quelli gli ingredienti. Poi sorrise alle sue parole mandando giù il boccone. Io? Beh, rimarrò per un bel pò di tempo se tutto va come deve andare. Sono venuto qui per il mio parabatai e penso che ci rimarrò per sempre. Sai abbiamo litigato tantissimo anni fa ed adesso bisogna recuperare il tempo perso, poco ma sicuro! Aggiunse poi stringendosi nelle spalle e mangiando un altro biscotto. Per questo mi servono nuovi vestiti e mi serve anche una guida per questo posto. Di tanto in tanto guardava il piccoletto che aveva sulla spalla. Lui viene sempre con te? Chiese incuriosito e dolcemente.


     
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