Psychoanalysis

Cam&Aaron

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    Cameron Cohen
    Ma qualcuno lo avrebbe mai detto che Cameron avrebbe mai avuto bisogno di uno psicologo? Eppure era lì, all'ingresso del San Mungo con un'espressione non molto felice. Infatti non era lì di sua volontà, bensì lo aveva accompagnato sua madre a seguito dell'ennesimo litigio, dove Cameron aveva rotto appositamente un vaso, riempiendo il pavimento di cocci e tagliandosi anche la caviglia a causa di un pezzo di ceramica particolarmente grosso ed affilato. Ovviamente non era niente di grave ed il ragazzo aveva già fasciato la ferita, quindi non era all'ospedale per quello. Lasciami, vado da solo! Già mi hai portato in questo posto di merda, almeno risparmiami l'umiliazione di entrare con una come... te! Lo aveva detto in preda alla rabbia ancora alleggiante sul suo cuore, ma vide chiaramente il dolore negli occhi di sua madre, che lo lasciò senza protestare, riprendendo il taxi e tornando a casa, mentre Cohen fu lasciato là da solo davanti a quelle porte scorrevoli. Avrebbe potuto scappare, andarsene da qualche altra parte, sedersi su una panchina e fumare. Ma qualcosa lo spinse ad entrare ed avvicinarsi alla reception, chiedendo informazioni all'infermiera. Ho un appuntamento con il Dottor Barnes o come cazzo si chiama. Cameron Cohen. Spiegò con ben poca gentilezza, ricevendo in cambio un'occhiata velenosa dall'infermiera che gli indicò secca una sedia per attendere, mentre una collega sarebbe andata ad avvisare Aaron della visita. Sua mamma aveva sentito molto bene parlare del ricco imprenditore, quindi aveva deciso di telefonare al Mungo per prenotare al figlio una seduta con lui. Sul momento, Cameron non aveva collegato il nome di Aaron Barnes a quello del suo compagno di scuola, Blake... era troppo agitare per farsi venire in mente che quello fosse il fratello. In quel momento stava pensando solamente all'odio che covava per la madre che lo aveva costretto a fare qualcosa che non aveva assolutamente voglia di fare.
    20 y.oStudenteDioptaseII annoFrom Oslo
     
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    Aaron Barnes ~ Medimago Aveva sempre avuto ben chiaro cosa volesse fare come medico, ma non avrebbe mai e poi mai pensato che uno come lui potesse fermarsi e far riflettere e "guarire" la mente delle persone. Non era mai stata una sua prerogativa, aveva sempre pensato che, in realtà, fosse molto più bravo ad agire, a guarire le ferite, ad essere resistente al sangue ed a non si sapeva quale sorta di traoma, ed invece, invece si rendeva conto che più passava il tempo più si ritrovava con disagi umani e soprattutto che a lui lasciavano tutti i casi disperati. Quando Wendy gli aveva detto che avrebbe ricevuto un nuovo paziente, che non aveva mai accettato di andare da uno psicologo e via dicendo, Aaron aveva chiesto la sua cartella clinica, e la sera, sempre mentre cercava di rilassarsi, se l'era letta, a letto, in tranquillità. Cominciava a pensare che i "matti" amavano essere curati da altri matti. Lui era una persona equilibrata e stabile? Lo si poteva seriamente dire? No, assolutament no. La sua vita sentimentale era un casino, la sua vita lavorativa era un casino, le sue amicizie erano ambigue e dove andava lui, esattamente come ogni barnes, c'era qualche disagio e qualche situazione di caos. Ovviamente in maniera completamente diversa rispetto al minore, ma Aaron non era certo una persona equilibrata, eppure aveva una buonissima fama da "strizza cervelli". Non sapeva se andare fiero di quella cosa oppure assolutamente no. Si morse appena il labbro, si lavò la faccia e le mani, si sistemò i capelli allo specchio, si rimise il camice e decise che era ora di ricominciare. Cavolo se ogni volta gli mettevano quei turni strazianti, prima o poi sarebbe morto. Possibile che nonostante ci fossero vari medimaghi, lui era sempre li dentro? Aveva la mente lucida ed adesso era pronto ad un altro caso umano, aprì la porta e sorrise a quel ragazzo. Entra pure. Gli disse semplicemente facendolo accomodare nella stanza e facendogli segno di andarsi a sedere dove voleva. Lui, non si mise dietro la scrivania, ma si mise nella sedia affianco a quella dove si sarebbe dovuto sedere il ragazzo, o almeno a quellache Aaron pensava. La porta, ovviamente, venne chiusa. Wendy mi ha riferito che non sei per niente contento di stare qui e che non è stata una tua decisione venire da me, giusto? Aveva imparato che girare intorno alle cose, quando aveva ragazzi di quell'età di fronte, non era mai qualcosa di buono e giusto. Non avrebbero apprezzato poi tantissimo la delicatezza. Attese paziente. cit. Vivi sempre come se fosse l'ultimo giorno sulla terra


     
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    Cameron Cohen
    Cameron odiava un po' tutti, quindi lo sguardo di puro disprezzo che riservò ad Aaron quando gli aprì, non era assolutamente nulla di personale, non lo fece perché detestava il fratello di lui, ma avrebbe riservato quello sguardo a chiunque gli avesse aperto la porta senza discriminazione di età, sesso ed esperienza nel settore. A lui non interessava, voleva solamente tornarsene a casa, stare con Mia ed Elisabeth, farsi i cazzi propri e non doverne parlare con qualcuno che non fosse nella sua ristrettissima cerchia.
    Prima di seguire le indicazioni del medimago ed entrare, attese incerto. Era ancora in tempo per girare sui tacchi ed andarsene, ma per sfortuna ancora non gli avevano insegnato la smaterializzazione e non avrebbe certamente potuto appellare una scopa e volare via, rischiando di essere visto da chissà quanti babbani, rischiando una grave sanzione da parte della scuola e del Ministero, visto che era ampiamente maggiorenne sia per il mondo magico che per quello privo di magia. Non avrebbe avuto modo di andarsene, quindi tanto valeva mettere alla prova le capacità del dottore.
    Senza salutare né dire altro ed a testa bassa, si diresse verso una poltrona apparentemente comoda dove magari avrebbe potuto semplicemente passare l'ora in silenzio, dargli i suoi soldi ed andarsene senza che importasse veramente a qualcuno. Non era sicuro che sua madre sarebbe andata personalmente da Barnes a chiedergli come lui fosse andato, ma avrebbe potuto benissimo esserne capace, anche sperava non lo avrebbe fatto.
    Era così assorto nei suoi pensieri, che quasi sobbalzò quando Aaron si decise a prendere la parola. No, affatto. Quella stronza di mia madre mi ha portato qui asserì, sibilando con odio quelle parole. Da quando suo padre era stato messo in prigione -una babbana, i suoi crimini non erano legati alla magia-, il suo rapporto con la sua matrigna non era stato dei migliori. Forse lei inconsciamente lo incolpava della morte di Arya e della propria condizione, costretta su una sedia a rotelle. Cam era fermamente convinto di questo, perciò scattava contro di lei anche per le cose più banali e spesso aveva visto, negli occhi di lei, la paura che Cameron reagisse come il padre, ovvero picchiandola, visto che lei più di tanto non sarebbe riuscita a difendersi. Ovviamente Cam si era ripromesso che una donna non l'avrebbe mai nemmeno sfiorata, sebbene si riservasse di essere stronzo anche con loro, senza però la violenza fisica- perché non voleva che qualche altra donna subisse ciò che aveva subito la sorella, ma forse ancora non lo aveva ben metabolizzato.
    Quindi? Domandò, spiccio, guardandolo con lo stesso disprezzo di prima, la sua espressione non era minimamente mutata e non aveva cambiato idea. Che cosa siamo qui a fare? Mia madre ti ha detto di farmi un lavaggio del cervello o qualcosa del genere? Domandò scocciato, sbuffando dopo ogni tre parole.
    20 y.oStudenteDioptaseII annoFrom Oslo
     
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    Aaron Barnes ~ MedimagoNon aveva nessuna cartella clinica del ragazzo, non aveva neanche contezza di quello che gli passava per la testa, ma quando Wendy gli aveva detto quale fosse il cognome del ragazzo, Aaron, come aveva sempre si era documentato su cosa stesse trattando e dopo aver letto comunicazioni di cronaca sulla morte di Arya, le circostanze ed anche l’assassinio, alzò gli occhi al cielo e pensò decisamente che avrebbe avuto moltissimo lavoro da fare. Infatti, quando Cameron si presentò con quello sguardo d’odio negli occhi, la testa bassa e l’arroganza di chi non vuole cedere, Aaron non battè ciglio sia perché era abituato a Blake, sia perché era abituato a quelle situazioni. Si mise seduto, rispose in quella maniera ed Aaron lo guardò con i suoi occhi chiarissimi rimanendo fermo in quelli scuri del ragazzo. Sogghignò alle ultime parole del ragazzo e scosse il capo. Bisognava stare ben attenti a quello che si faceva e diceva in quelle occasioni specialmente perché non era scontata la reazione della persona che aveva di fronte. No, non ho studiato tanto per fare il lavaggio del cervello alle persone, ed inoltre non credo che ne sarei davvero in grado. rispose tranquillamente al ragazzino. Ecco, forse la caratteristica di Aaron che lo faceva essere una persona così assurdamente brava in quel suo lavoro era la pazienza. Non solo non era uno che perdeva la calma e la pazienza, ma aveva talmente tanto autocontrollo, che in quel momento, Cameron avrebbe potuto dire qualsiasi cosa, Aaron sarebbe stato completamente inerme ed indifferente a tutto. Era successo anche con Alyce, in fondo, e la cosa era finita sempre in maniera tale che lei aveva parlato ed aveva raggiunto, nolente o volente, dei risultati che Aaron aveva prestabilito. Lo stesso trattamento sarebbe stato riservato a Cameron. Mi chiamo Aaron Barnes, ma penso che tu questo già lo sai. Non sei qui sotto sequestro, se vuoi andare via puoi farlo quando vuoi. Ma se alla fine se arrivato qui, da solo, non mi pare di vedere nessuna stronza affianco a te, è perché sai che vuoi starci. Non vuoi parlare? Non parleremo, farò anche in modo di non farti pagare la seduta. Era serio, ma il suo tono di voce era comunque pacato e tranquillo. Aaron sapeva benissimo che costringerlo a fare qualsiasi cosa era inutile e lo avrebbe solamente indispettito. Cameron doveva assolutamente imparare a fare le cose perché voleva farle e comunque un percorso del genere, se fatto controvoglia non sarebbe andato a buon fine. Con Alyce ci aveva messo più di un anno, con Lilith ci aveva messo almeno 3 anni per farle capire delle cose, ed ancora lavoravano insieme… Insomma i risultati sarebbero arrivati con il tempo. Ne era sicuro. Però l’alternativa è parlare, di qualsiasi cosa, di qualsiasi persona, insultarmi se ti fa stare meglio, oppure subire la tua vita senza avere il coraggio di affrontarla. La scelta è tua Cohen! L’ultima frase fu utilizzata per un motivo. Aaron non voleva che Cameron pensasse che lui parlava a vanvera senza sapere effettivamente con chi stesse parlando, perché non era così ed era giusto che Cameron sapesse che lui sapeva benissimo perché era li, doveva solamente accettarlo. cit. Vivi sempre come se fosse l'ultimo giorno sulla terra


     
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    Cameron Cohen
    Cameron si sentiva come un animale in gabbia. Una gabbia molto piccola che avrebbe volentieri raso al suolo, sentiva le sbarre bruciare a contatto con la sua pelle, sentiva che si stava consumando nell'odio e questo non andava bene, ad Arya non sarebbe piaciuto... ma lui proprio non riusciva ad evitare di sentirsi come un leone al quale hanno appena sottratto la preda senza possibilità che potesse fare niente per riprendersela. Quasi ringhiò.
    Aaron Barnes, sì ripeté facendo un semplice cenno del capo, ma quel nome non sembrava rassicurarlo poi molto. Non conosceva il ragazzo, quindi su di lui non aveva niente da dire, ma conosceva -grossomodo- il fratello, per quanto sembrassero completamente diversi. In effetti quello intelligente della famiglia doveva essere proprio il ragazzo che ora gli stava difronte, ma scacciò il pensiero con un soffio. Fai parte di quei ricchi privilegiati, lo so. Alzò un dito come a voler prevenire qualsiasi obiezione o discorso moralista. Prima che tu mi dica che lavori sodo per essere così ricco e bla bla bla, lo so. Ma il vostro patrimonio non è stato certo messo in piedi da voi. Erano obiezioni un po' deboli e Cam stesso lo sapeva, ma di base anche il suo tono era poco convinto; forse continuare ad insultarlo non era la strada migliore per ottenere ciò che voleva, doveva farsene una ragione e provare ad ascoltare, anziché dare costantemente aria alla bocca senza nessun valido motivo.
    Non mi serve la carità... ho i soldi per pagare. Cameron prendeva sempre come un insulto il non farlo pagare, come se volessero fargli l'elemosina, come se lo guardassero tutti dall'alto in basso a causa della sua condizione economica. E c'era chi lo faceva, poco ma sicuro, ma non erano tutti così meschini, arroganti e superficiali. Infondo al suo cuore era certo che Aaron non fosse tra quelli, ma non lo avrebbe mai ammesso a voce alta.
    Sospirò, ascoltando le sue parole ed abbassando momentaneamente le sue resistenze per chiudersi in un cupo silenzio che andò avanti almeno per mezz'ora.
    In quella mezz'ora, Cameron cercò di mettere in atto diversi processi di elaborazione, cosa che non gli riusciva sempre perfettamente, ma davvero ci provava. Pensò alla sorella, pensò a tutto ciò che la vita le aveva tolto, pensò a quel professore rinchiuso ad Azkaban e sperò ci marcisse, ma pensò anche a Mia. La sua dolce piccola Mia. L'unica persona che aveva creduto sempre in lui... e lui l'aveva tradita!
    In quel periodo, lei ancora non sapeva niente, ma presto lo avrebbe scoperto e non sarebbe andata a finire proprio bene. Ma in quel momento Cameron non poteva saperlo, quindi non avrebbe saputo nemmeno la tempesta che si sarebbe abbattuta su di lui. Quasi come se la sua rabbia si fosse indebolita al pensiero delle due donne della sua vita, iniziò a parlare.
    Hai mai visto qualcuno che con la sua sola presenza, riesce ad illuminare una stanza intera? Che con un suo sorriso è capace di rimarginare qualsiasi ferita e scacciare qualsiasi problema? Domandò al dottore con un'espressione sognante, come se non fosse realmente in quella stanza, ma con la mente si trovasse ben altrove. Beh, Arya era tutte queste cose. Quando facevo a botte con qualche ragazzo, ad Hogwarts, che la fissava troppo, lei era là pronta a confortarmi con il suo dolce sorriso, senza mai biasimarmi, curandomi ogni lesione. Era... era tutto ciò che un fratello avrebbe potuto desiderare dalla sorella. Anche se avevamo una madre diversa, era come se tutto questo non esistesse. Come se fosse in tutto e per tutto la mia sorellina.. Ho giurato di proteggerla sempre ed ho fallito, capisci? Ho lasciato che si innamorasse di quel professore, che lui la usasse e che alla fine... si liberasse di lei. Dopo quello sproloquio, abbassò la testa e sospirò, privato di qualsiasi altra energia. Non era più sicuro che sarebbe riuscito a proferire una sola altra parola senza crollare. Sentiva già pizzicare gli occhi, ma non aveva nessuna intenzione di far vedere ulteriore debolezza ad Aaron, doveva essere il più forte possibile. Si passò una mano sul volto, spostandosi a destra il ciuffo che gli era piovuto su un occhio. Rialzò il volto.
    20 y.oStudenteDioptaseII annoFrom Oslo
     
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    Aaron Barnes ~ Medimago Aveva imparato a gestire la ribellione da quando Blake aveva cominciato a camminare, ed Annie era erantrata nella sua vita. Aaron aveva sempre avuto un rapporto strano con le persone, era come se avese una calamita per i problemi, i disaggi e gli scoppiati di testa. Nella sua vita erano tutti quanti presenti e la cosa non sapeva neanche se fosse un problema suo che andava sempre a braccetto con queste persone oppure era un problema di queste persone stesse. Era come se alla fine della fiera avesse qualcosa da dare a tutti loro oppure che tutti loro avevano qualcosa da far scoprire a lui. Era il primo ad analizzarsi in maniera molto scrupolosa, sapeva ogni sua debolezza e sapeva anche il perchè di quella debolezza. Quando Cameron disse quella cosa, Aaron sorrise appena. No, non ti dirò che lavoro sodo, non sono una persona che tende a giustificarsi. Sono stato privilegiato, ma se ho questo patrimonio è perchè la mia famiglia, in particolare mio nonno aveva un fiuto infallibile per i soldi. Ma ti posso assicurare che non è tutt'oro quello che luccica! Rispose sincero. Si, sicuramente la sincerità e l'essere diretti era una delle caratteristiche principali dei Barnes. In maniera differente, Blake ed Aaron non erano persone che le cose le mandavano a dire. Non ce la facevano, non sarebbero stati coerenti con loro stessi e soprattutto con la loro natura. Sospirò per la risposta sul fatto di non pagare e scosse il capo. Non ti sto facendo la carità. Ti sto dicendo che se vuoi andare via senza parlare o fare la seduta, non ti faccio pagare per un servizio di cui non hai usufruito! Sarò anche un privilegiato ma ho il valore dell'onestà, almeno quella intelettuale! Rispose poi lasciando che il ragazzo pensasse un pò a riordinare le idee. In vero era contento che non si alzasse ed adasse via. In quel momento aveva comunque aperto la sua cartella clinica ed aveva letto bene di sua sorella, soffermandosi leggermente sui particolari. Non disse niente ovviamente, e quando quella mezz'ora, in cui Aaron si riposò decisamente la testa dai mille impegni, passò, allora Aaron guardò l'atteggiamento del dioptase ed in cuor suo sorrise appena. Lasciò che facesse il suo sproloquio e che gli parlasse di sua sorella Arya come se fosse davvero l'amore della sua vita. Sorrise a quelle parole che il ragazzino aveva rivolto alla sua sorellastra. A te è mai successo di vedere una persona e sentire il cuore prima fermarsi per un secondo e poi prendere a battere all'impazzata, come se volesse uscire fuori dal petto per arrivare il più vicino possibile al cuore di un altro? Innamorarsi non è una scelta, e tenere lontane due persone che si amano o tenere una persona lontana dalla persona amata non solo è una scelta sbagliata, ma la più dolorosa ed egoista che si possa fare. Si vede che amavi tua sorella, ma non potevi decidere tu dei sentimenti da farle provare, anche se questi l'hanno portata ad un funesto evento. La sua voce era molto più dolce. In quel momento non poteva che pensare a suo padre e l'amore sconfinato per sua madre e di quanto odiasse suo fratello per avergli distrutto una famiglia che era perfetta. L'odio lo aveva consumato a tal punto che adesso non rimaneva niente di Jason Barnes. cit. Vivi sempre come se fosse l'ultimo giorno sulla terra




    Edited by Aaron Barnes - 6/2/2022, 22:27
     
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    Cameron Cohen
    In effetti avrebbe voluto anche anche la sua famiglia avesse fiuto per i soldi. In effetti sua madre era ricca fino allo schifo, tuttavia aveva preferito scappare... non sapeva bene perché. Era ancora troppo piccolo, quand'era successo, perché si rendesse conto di avere un fratello, il prediletto della mamma purosangue. Il frutto del tradimento. Ma non era il momento di pensare a quello. Era come una consapevolezza lontana che non riusciva mai realmente ad afferrare.
    Wow, mamma mi ha portato da tanti strizzacervelli, mi hanno fatto pagare una cifra esorbitante sebbene non avessi spiccicato parola. Aaron avrebbe dovuto capire che quello era quanto più vicino a delle scuse ed ad un complimento, che avrebbe ricevuto da Cameron, almeno quel giorno.
    Ci mise un po', dovette meditate, pensare a fondo, rendersi conto di che cosa non andava, cercare di metabolizzare tutto. Ma poi si era sbottonato ed aveva iniziato a parlare a ruota libera, aveva fatto fuoriuscire tutto ciò che Arya aveva suscitato in lui quand'era viva. Il tesoro che sentiva di aver perso.
    Alle sue parole, sollevò leggermente la testa, radunando i pensieri che stavano vagando a briglia sciolta nella sua mente. Un sorriso malinconico. Il discorso di Aaron gli aveva fatto pensare alla sua adorata Mia ed a ciò che le aveva fatto, anche se ancora lei non lo sapeva. L'aveva tradita con Elisabeth e non si sarebbe mai perdonato, ma non lo avrebbe nemmeno mai davvero ammesso. Per lui non era successo nulla di così irreparabile, sebbene la biondina ancora non lo sapesse e non sarebbe stata certo del suo stesso avviso. Io... sì, credo di sì. O almeno, qualcosa di simile balbettò, rifiutandosi di ammettere che forse si era innamorato di Mia troppo tardi e che le cose erano già state rese irreparabili oltre ogni previsione. Ma se il mio mettermi in mezzo l'avesse salvata, sono sicuro che avrebbe capito. Arya capiva sempre tutto. Era più sveglia di qualsiasi altra ragazzina della sua età, sai? E... lei non sarebbe felice di sapere che cos'ho fatto sussurrò a voce bassissima, tanto che ci si sarebbe anche potuti immaginare che lui avesse parlato, ma lo aveva fatto davvero. Non era certo che avrebbe voluto confessare ad Aaron il tradimento. Non lo aveva detto a nessuno, prima di quel momento.
    20 y.oStudenteDioptaseII annoFrom Oslo
     
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    Aaron Barnes ~ MedimagoPotevano rimproverare tantissime cose ad Aaron Barnes, la prima era che forse si, il suo patrimonio illimitato avrebbe sfamato almeno mezza popolazione Africana e che forse era anche egoista il fatto di tenerlo comunque centralizzato tutto nelle sue mani. Era un privilegiato e su quello Cameron aveva ragione, ma aveva un cuore grande e sapeva utilizzarlo al meglio, almeno quando aveva un camice bianco addosso. Sorrise appena per quello che disse e quasi a scherzare con falsa modestia si indicò come per fargli capire che adesso poteva anche evitare di paragonarlo agli altri, perchè lui non era in quel modo, perchè lui era diverso non perchè era ricco, ma perchp quel lavoro lo aveva scelto per passione e non di certo per lo stipendio! Forse era un bene avere tutti quei soldi, perchè davvero ci metteva l'anima ed il cuore quando sentiva quei ragazzi parlare e cercare sempre, in qualsiasi momento di aiutarli delle volte non dormendoci neanche la notte. Faceva dei loro problemi i suoi problemi. Aveva un'ematia fuori dal normale e quello lo aveva sempre saputo. Quindi attese che il ragazzino fosse a suo agio ed ancora cercò di ascoltare fino in fondo le sue parole, senza biasimarlo, senza giudicarlo, senza fargli capire quello che pensava, anche perchè in quel momento non pensava assolutamente niente. Qualcosa di simile? Chiese incuriosito. Non conosceva Cameron, per aiutarlo doveva per forza "entrare nella sua mente", doveva cercare di capire come ragionava e soprattutto cercare di riuscire a trovare il punto esatto dove la sua mente si "inceppava". Cameron quando sei innamorato non hai nessuna ragione che tenga. Si, ti avrebbe ascoltato, ti avrebbe capito, ma avrebbe trovato il modo di vedersi con quell'uomo e fare la stessa cosa che ha fatto. Ognuno di noi si rende arteficie del proprio destino nello stesso momento in cui fa una scelta. Qualsiasi essa sia. Credo che tua sorella sia stata una persona coraggiosa ed abbia creduto fino in fondo in un amore. Sbagliato? Certo, forse si, ma probabilmente, se adesso tu potessi parlare con lei, lei ti direbbe che lo rifarebbe ancora. Non era un psicologo per i deboli di cuore ne tanto meno uno che diceva le cose che volevi davvero sentirti dire. Era una persona onesta ed era una di quelle persone che preferivano aiutarti con la verità più tosto che dirti tremila bugie ed illuderti che sarebbe andato tutto bene. Poi le parole del moretto lo lasciarono un pò interdetto ma soddisfatto. Cos'hai fatto che la renderebbe poco felice? Chiese poi portando alla luce delle parole sussurrate. In fondo era attento a quello che stava dicendo il ragazzo perchè era a lui che stava sentendo. Attese i suoi tempi. cit. Vivi sempre come se fosse l'ultimo giorno sulla terra


     
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    Cameron Cohen
    Forse Cameron si stava un po' scucendo, forse.
    Sembrava aver capito che l'altro realmente non era là per giudicarlo o per aggiungere altra somma al proprio patrimonio.
    Forse era semplicemente là per ascoltarlo, per immagazzinare mentalmente i suoi problemi ed aiutarlo a trovare una soluzione. Aaron Barnes, forse, non aveva la vita perfetta che molte persone credevano. Forse ricchezza non stava a significare assenza di problemi ed assoluta felicità.
    Forse, e dico forse, stava iniziando ad idealizzare meno il Barnes grande, a vederlo meno come essere perfetto e più come essere umano. Anche se la strada per la totale comprensione, era ancora lunga.
    Mia si limitò a dire. Sì, forse ciò che aveva spiegato Aaron, si addiceva perfettamente a ciò che provava per Mia. Lei era esattamente il suo sole, colei capace di illuminare il mondo intero con un solo sorriso. La persona più bella, forte e dolce allo stesso tempo che lui avesse mai conosciuto. Però l'aveva tradita con la propria migliore amica. E ciò che era peggio, era il fatto che avrebbe sempre e comunque continuato a non prendersi completamente la colpa, checché ne pensassero o dicessero gli altri.
    Forse hai ragione si limitò a dire, stringendo i pugni con tale forza da graffiarsi la pelle dei palmi. Non era ancora convinto di quella storia, era certo che avrebbe potuto fare di più per Arya, anche a costo di pedinarla giorno e notte. Forse l'avrebbe odiato, avrebbe sperato e preferito che non esistesse, ma ora sarebbe viva. Sospirò, perché ora c'era un argomento più concreto ed immediato da affrontare, ovvero il suo tradimento, cosa che non avrebbe reso felice né Arya né Mia, ma con quest'ultima... doveva ancora fare i conti fisicamente.
    Si prese il suo tempo prima di rispondere.
    Non era certo di voler dargli spiegazioni, né spiegargli perché aveva detto quelle parole. Non credeva di essere pronto a confessare di aver tradito Mia, non al fratello di Blake. Se lo avesse raccontato al piccolo cagacazzo, avrebbe avuto delle grane. Non che avesse paura di lui, però voleva essere lasciato in pace da chiunque a risolvere i suoi problemi.
    Comunque, dal momento che era certo vigesse il segreto professionale, decise di parlare, anche se un po' a pizzichi e bocconi.
    Credo di aver fatto una cosa stupida alle uniche due persone che tenessero veramente a me, all'interno della scuola. Sollevò una mano, prima che potesse dire qualcosa. E intendo chiaramente tra i miei coetanei, prima che tu possa tirar fuori qualche nome improponibile di professori. Si strinse nelle spalle, sospirando appieno.
    20 y.oStudenteDioptaseII annoFrom Oslo
     
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    Aaron Barnes ~ MedimagoNon sapeva il perchè, ma alla fine riusciva sempre a far si che le persone si fidassero di lui e quella era la sua vittoria più grande. Cameron era una persona che aveva sofferto e quella era l'unica cosa certa in quel momento. Doveva anche ammettere che tutto quello era palese ed i suoi atteggiamenti erano fin troppo palesi. Era sempre sulla difensiva qualsiasi cosa che gli si dicesse, era diffidente, era poco espansivo e non diveva le cose per intero. Diceva piccole frasi, solamente alcuni nomi, ed anzi per la prima seduta, quello per uno come lui, era fin troppo. Si morse il labbro quando sentì quel nome. Ecco, Mia era sempre stata la migliore amica di Blake, quando l'aveva conosciuta aveva visto in lei qualcosa di realmente bello, puro, vero e persone come lei non ne esistevano al mondo, o comunque era molto molto raro esistessero. La sua espressione però rimase impassibile. Lui non era li come fratello maggiore di Blake o come amico di Mia, ma come supporto per Cameron ed in quel momento gli interessava solamente quello che lui pensava, quello che lui voleva. Sorrise a quel ragazzo come per rassicurarlo. Da li dentro non sarebbe mai uscito niente e comunque Aaron era uno che ci teneva da morire ai suoi pazienti specialmente se erano di Hidenstone. Era incredibilmente assurdo tutto quello, come era riuscito ad entrare a scuola senza neanche entrarci, come si confidavano con lui più gli amici/nemici di Blake che Blake stesso. Ma non si perse sei suoi pensieri e quando disse che aveva fatto stare male le uniche due persone a scuola ce ti tenevano a lui ridacchiò per quello che disse dei suoi professori. I professori sono professori, per quanto possano tenere a voi, loro fanno il loro mestiere, quindi non ti preoccupare che non faccio nessun tipo di nome improponibile! Aggiunse poi ridacchiando prima di farsi di nuovo serio. Che hai fatto che ritiene essere stato "stupido"? Gli fece capire chiaramente che lui non pensava che fosse qualcosa di stupido e seppur aveva intuito di cosa si trattasse, cercò comunque di far parlare lui cercando di metterlo in tutti i modi a suo agio. cit. Vivi sempre come se fosse l'ultimo giorno sulla terra


     
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