Another brick in the wall

Charles&Marlee

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    Charles Freeman
    Novembre era vicino, Halloween ancora di più. Per assurdo, quello era il giorno dell'anniversario di lui ed Eilidh e non mancava tanto, ragion per cui aveva deciso di recarsi a Denrise per comprarle un regalo. Avrebbe benissimo potuto andare a Diagon Alley, tuttavia in quell'isola c'era qualcosa di speciale che non era certo avrebbe trovato altrove, primi tra tutti gli oggetti strani e misteriosi che vendeva. Aveva già in mente una cosetta da prendere, quindi si permise di fare un giretto nel villaggio, perdendo tempo. Purtroppo, da quando c'era stata la cerimonia di inizio anno, era impossibile smaterializzarsi anche al porto, perciò aveva dovuto sobbarcarsi un lungo viaggio in Galeone, perdendo buona parte della mattinata, arrivando giusto per l'ora di pranzo. Fortunatamente era sabato ed aveva il giorno libero, perciò si poteva permettere qualche distrazione. Si diresse quindi verso la Piazza, intenzionato a cercare un bar dove mangiare qualcosa prima di dirigersi a Burgnir per ottenere ciò che gli sarebbe servito. Mentre camminava, le mani infilate nelle tasche, si imbatté in un volto che non pensava di rivedere mai più. Era solo una bambina l'ultima volta, ma i ricci di Marlee erano inconfondibili, incorniciavano un volto allegro e sempre gentile, dai riflessi solari ed in grado di far risollevare gli altri con una sola parola.
    Era assieme ad alcuni suoi coetanei e non seppe se fosse il caso di disturbarla o meno, infondo probabilmente non si ricordava di lui nemmeno un po'. L'ultima volta saranno stati almeno otto anni prima, ad una cena organizzata dai gemelli. Allora non era ancora diventato un licantropo e la sua vita scorreva come sempre, tra cene e feste importanti, proprio come quella dove aveva visto la ragazza per l'ultima volta. Rimase a fissarla, imbambolato, per diverso tempo, indeciso sul da farsi. Incredibile, era un auror che aveva affrontato decine di missioni, eppure dovette rimanere immobile per lunghi minuti prima di prendere la sua decisione. Marlee! Sei davvero tu? Domandò abbastanza retorico, avvicinandosi alla ragazza, sperando di non disturbarla.
    24 y.oAurorLycanPureblood
     
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    |marlee "mar" beauvais|


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    a verità nuda e cruda era che Marlee non aveva intenzione di passare la giornata al castello. Semplice. Non aveva voglia di rintanarsi in qualche aula, o in biblioteca, o peggio ancora in sala comune, e sprecare una meravigliosa giornata di ottobre - calda, per giunta - a non fare nulla. Così aveva messo dei vestiti comodi, si era pettinata i capelli, anche se per finta, aveva preso a braccetto due ragazze della sua casata e si era diretta verso il villaggio. Aveva anche quasi mandato un gufo a Tom, informandola della sua passeggiata e chiedendogli se aveva voglia di unirsi, quando aveva pensato che una giornata per lei, lontanana da quelli che ultimamente affollavano i suoi pensieri, sarebbe stata solo che ottimale. Sorrise a Sonya e a Denny, chiaccherando del più e del meno. Non era mica un peccato uscire per conto suo, o non voler vedere nessuno della “sua cerchia”, giusto? Scosse le spalle, lasciando dietro di se tutti i pensieri del genere, e affrontò il viaggio verso la meta con il sorriso. Una volta arrivate le accolse l’atmosfera meravigliosa del villaggio, che l’aveva sempre fatta impazzire. A braccetto con le ragazze fecero un bel giro, fermandosi a comprare dei bracciali fatti a mano che sembravano di ottima fattura. Mar, per non fare un torto a nessuno, ne prese uno ad ognuno dei suoi fratelli, scegliendo quelli che si adattavano al possessore prima di decidere di che colore volessero essere. Stavano quindi passeggiando, e Marlee stava ascoltando le storie che Sonya raccontava agitando le mani come se fosse stata punta da un ape, quando una voce semi sconosciuta le arrivò all’orecchio. Si voltò, incontrando un volto tanto familiare quanto alieno. Le ragazze dietro di lei ridacchiarono, si presero per mano e si allontanarono, sussurrandole un “ci vediamo al castello, Mar!” Che la fece annuire meccanicamente. Il ragazzo l’aveva chiamata per nome, e anche lei si ricordava il suo…era…ma certo! Il nome tanto ridicolo e simpatico impossibile da scordare! Sorrise a trentadue denti, allungandosi verso di lui.
    -Nimbus! Merlino benedetto, non avrei mai pensato di rivederti! - gli prese una mano, come aveva fatto tanti anni prima per trascinarlo via dalla sala da pranzo - come stai? Sei cresciuto tantissimo, Morgana, è quasi impensabile! - Gli lasciò la mano, sorridendo - che ci fai da queste parti?



    PARLATO - ASCOLTATO - PENSATO - NARRATO
    bymars




    Edited by Marlee Beauvais - 5/11/2021, 10:07
     
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    Charles Freeman
    Charles aveva sempre trovato che la riccia fosse una grossa boccata d'aria fresca nella vita di chiunque avesse a che fare con lei, lui compreso. Infatti le cene da lei le aspettava trepidamente ed ogni occasione era buona per scappare da quella stanza opprimente piena di gente dalla mentalità parecchio chiusa, fatta eccezione per qualcuno, come i genitori della ragazza stessa.
    Rivederla a braccetto con quelle due ragazze, gli aveva scaldato il cuore. Erano anni che non riusciva ad avere contatti con lei per questo o quel motivo, non ultimo il fatto che la sua vita fosse fin troppo incasinata e che voleva coinvolgere meno persone possibili, terrorizzato dalle possibili conseguenze che avrebbe potuto causare la sua presenza. Insomma era un licantropo, aveva una famiglia che non aveva mai smesso di cercarlo ed una buona quantità di demoni, cosa contro la quale combatteva ogni giorno e che aveva fatto davvero vedere solo alla donna che amava, Eilidh, e al suo mentore Morrigan.
    Sorrise guardandola e rimase così per qualche tempo, osservando la mimica di una delle sue amiche, rendendosi conto che se qualcuno lo avesse visto così, avrebbe potuto prenderlo per uno stalker, un pedofilo o chissà cos'altro... ammesso che a Denrise sapessero di cosa si trattasse. In effetti era un'isola meravigliosa ma non erano proprio rinomati per essere svegli ed intelligenti. Ad ogni modo, le si avvicinò, decidendo finalmente di approcciarsi a lei, cancellando tutti i propri dubbi ed indossando un sorrisone sulle labbra.
    Quando i loro sguardi si incrociarono, il tempo parve fermarsi e tutto attorno a loro si zittì. Non è che avesse una qualche infatuazione per lei -ma era stata un mattone importante della sua infanzia e non poteva certo dimenticarlo-. Quasi non si accorse delle ragazze che si allontanarono, lasciandoli soli con quel tono che pareva tanto da "ti lasciamo con il tuo ragazzo", cosa che sicuramente non era possibile e mai lo sarebbe stata. Era un po' come una sorellina minore, tipo Mia.
    La mano di Charles si chiuse automaticamente attorno a quella ben più piccola di Marlee e per qualche secondo gli ricordò quel giorno quando erano evasi da quella sala da pranzo troppo asfissiante per quei due ragazzi dalla mente troppo aperta per quasi tutti coloro che riempivano la stanza.
    Un sospiro al ricordo del suo vecchio nome, seguito da un diniego con la testa. Non mi chiamo più così la informò, ripudiando il suo vero nome quasi fosse qualcosa di eccessivamente orribile ed in parte lo era. Charles Freeman è il mio nuovo nome. Nimbus Nott è morto una notte di tanti anni fa spiegò, anche se non scese nei dettagli. Non le spiegò che i suoi genitori avevano rinchiuso la sua sorellina con lui durante la sua prima trasformazione, nella speranza che la uccidesse e risolvesse la maggior parte dei loro problemi, non le spiegò che era stata proprio quella notte a fargli decidere che non sarebbe restato un minuto di più in quella casa e che non avrebbe mai più vedere quell'espressione di puro terrore sul volto di Mia.
    Anche tu sei cresciuta tantissimo, piccola Mar ridacchiò, posandole una mano sulla spalla -quando lei gliela lasciò andare- allentando la presa sui propri ricordi, tornando al qui ed ora.
    La vita non va malissimo, adesso sono un auror la aggiornò, tralasciando tutti quei particolari che rendevano "Non va malissimo" un grande eufemismo tra rivolte dei licantropi, la sua stessa nuova natura e tutti i demoni che doveva affrontare ogni giorno. Sono qui perché cercavo il fabbro, volevo fare un regalo alla... fece una pausa, decisamente poco abituato ad etichettare Eilidh come qualcosa, ma sapeva che a distanza di quasi un anno dal loro primo bacio, non era più "la sua coinquilina". ...alla donna che frequento concluse, restando abbastanza generico. Lei e la medimaga ne avevano vissute tantissime, fino a quel giorno. Tu invece? Immagino che sia qui perché frequenti Hidenstone. Conoscerai Mia Freeman, immagino. Lasciò che fosse lei a fare i dovuti collegamenti. In qualsiasi casa fosse finita la riccia, era improbabile che non conoscesse la biondina, sia per la sua natura da prefetta, sia perché era una delle persone più buone e dolci che avesse mai conosciuto. Ed era amica di Barnes. E suo malgrado, quel ragazzo era abbastanza popolare.
    24 y.oAurorLycanPureblood
     
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