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Xavier&Marina

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    Xavier MacLeòid
    I piedi di Xavier calpestavano il duro legno che segnava la pavimentazione del porto. Non sapeva cosa ci fosse di attrattivo in quel posto oltre alle drakkar che lo allontanavano per scoprire mondi misteriosi, tuttavia sapeva quanto a Ghost -suo lupo cecoslovacco- piacesse lanciarsi dai pontili in acqua per cacciare qualche grosso pesce e la volontà del suo famiglio era una delle poche cose che il ragazzo tenesse in considerazione, nella vita.
    Si sedette su una panchina, mentre Ghost faceva ciò che gli riusciva meglio: attaccare. Ovviamente non le persone, quanto più i pesci. Aveva addestrato il suo lupo ad attaccare umani solamente quando glielo diceva lui, sebbene puntassero le persone che minacciavano il suo padrone, com'era successo con Alton al Rouge.
    Nell'attesa, osservò il mare calmo di ottobre, ringraziando il fatto che una barriera magica impedisse al clima di precipitare troppo e quindi non faceva esageratamente freddo anche se l'autunno era avanzato senza pietà, praticamente congelando Londra. Ma loro erano a Denrise.
    Nonostante l'orgoglio di essere denrisiani che avevano gli abitanti del luogo, a Xavier non faceva impazzire quella terra troppo piena di ignoranti per i suoi gusti, troppo inetti... tutto muscoli e niente cervello, in pratica. Al ragazzo piaceva giocare con gli altri, calcolare ogni sua minima mossa, manipolare chi si trovava davanti... non di certo buttarsi a testa bassa. Ancora bruciante era il ricordo della sua prima missione con l'acromantula, durante la quale era quasi morto, ma nonostante ciò non si pentiva di nessuna delle sue mosse, ritenendo che fossero stati gli altri troppo inetti da non concedergli un appoggio adeguato per arrivare alla vittoria. Alla fine avevano ridotto comunque il caposquadra auror ad un cumulo di carne ed ossa, ma non era abbastanza, per uno come lui. Dovevano arrivare alla meta secondo la sua scaletta mentale e non in quella maniera anarchica. Sbuffò, osservando la testa di Ghost che ogni tanto riemergeva dalle onde.
    23 y.oPredoneDenriseAcromantula
     
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    Marina Stonebrug
    "Eventually, everything connects."

    La chiatta, sospinta dal tenue vento d'Autunno, si lasciava alle spalle una lunga linea a ricordarne il tragitto. I remi erano stati incantati in modo che l'imbarcazione potesse sospingersi da sola ma quando il legno colpiva il solido strato d'acqua, il rumore era minimo, lo stesso di una carezza. I volatili che abitavano il porto alla ricerca di scarti o luoghi in cui nidificare lo sopraffavano facilmente, in quella che agli estranei sarebbe apparsa come una rozza cacofonia, ma che alle orecchie dei Denrisiani altro non era che un richiamo alla casa.
    L'unica passeggera della chiatta era una giovane strega, aveva gli occhi di un'adulta, con degli ideali o ambizioni ben ramificate, ma la carne e la pelle erano tinti di un caldo bagliore, simile a quello della luna, che la rendeva simile a un angelo. Figure di questo tipo non trovavano spazio nella religione o nella cultura di Denrise, ma lo stesso non poteva dirsi del legame con il mare che la legava a quella zattera.
    Una veste druidica, dei colori delle notti più esotiche, le fasciava le forme. Curve ed esitazioni sul tessuto lasciavano intendere che sotto questa non nascondesse altro, almeno di fisico. L'unica distrazione in quel velo nero erano rune che emanavano un certo bagliore, forse il segreto che le impediva di faticare sotto i primi rigori autunnali. Nella destra, la strega impugnava il manico di un lungo arpione alla cui estremità svettava una lama d'acciaio temprato. I riflessi del metallo erano interrotti da macchie di sangue raffermo.
    Alle spalle della Druida, sorretto da un complesso ammasso di sartiame e corde, si trovava il cadavere di una creatura marina, impossibile da identificare in quel momento. L'occhio più esperto, lo stesso delle persone cresciute in quella terra, avrebbe potuto trarre dal colore e dalle forme indizi riconducibili ai più esotici tra i molluschi.
    «Mmh?».
    La chiatta fece per avvicinarsi a uno dei moli e seppure una consistente distanza la separasse dalla terraferma, non le fu difficile notare l'ombra di uno tra i più letali dei predatori. I lupi erano creature interessanti, sopratutto per i sacerdoti legati al culto dei dei Norreni.
    «Sei un mendicante?».
    Lo sguardo risalì l'unico uomo degno d'attenzione presente in quel porto. Non furono le forme dei muscoli ad attirarla, quanto lo sguardo indomito di chi poteva scegliere un lupo come famiglio.
    «Se non hai galeoni per sfamarlo, non portarlo al porto, le creature velenose gli perforeranno lo stomaco, riducendolo all'ombra di sé stesso».
    Il che era vero. Alcune tossine delle creature marine che abitavano quel lato dell'isola avrebbero potuto trasformare Ghost in un ammasso di pustole e carne in cancrena.
    Le labbra si piegarono con decisione e un fischio andò a richiamare il famiglio dell'altro. Dunque l'arpione affondò in un trancio di carne che venne gettato in mare con la precisione di una navigatrice. Da un bordo della chiatta un Gabbiano, la sua di creatura, osservava schifato la scena.
    «Sei nuovo dell'isola?».


    code ©#fishbone

     
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    Denrise
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    Xavier MacLeòid
    Aveva tutta l'intenzione di allontanarsi dal Porto non appena Ghost avesse finito di pranzare, odiava quel posto. Era pieno di denrisiani idioti che non arrivavano al suo livello intellettuale nemmeno lontanamente ed in effetti non aveva molti amici, Xavier, in quell'isola, forse solo Robert.
    Si era chinato verso l'acqua per fare un cenno al lupo cecoslovacco in modo che capisse che era ora di andare, quando una voce attirò la sua attenzione. Gli occhi scuri ed inespressivi di Xavier si posarono su una donna dalle strane vesti che avrebbe volentieri ricollegato agli hippie londinesi, ma non disse niente per diversi attimi, lasciando che un silenzio cupo cadesse tra loro. La fissò per un altro po', prima di decidersi a parlare. In questo posto c'è troppa solidarietà verso chi è come loro, perché qualcuno possa esserlo replicò con freddezza, anche se invero aveva dedicato all'altra una frase ben più lunga di quelle che aveva usato nella maggior parte della sua vita. Si passò una mano tra i capelli corti mentre Ghost risaliva con l'ennesimo pesce tra le fauci, pronto a divorarselo in un sol boccone.
    Ghost è abbastanza ben addestrato da riconoscere le prede che può mangiare da quelle che deve evitare replicò con saccienza, gongolando mentalmente del fatto che avesse addestrato personalmente il proprio famiglio per ore ed ore con una certa durezza, fino a renderlo il fedele lupo che era adesso. Ed ho più galeoni di metà della popolazione di Denrise messa insieme annunciò irritato, chiedendosi chi fosse quella donna per potersi arrogare il diritto di dirgli cosa fare e cosa non fare con il suo famiglio non conoscendo proprio niente di loro.
    Comunque, quando la donna fischiò, Ghost sollevò la testa e scoprì i denti, mettendosi in posizione d'attacco, aspettando solo il segnale dell'uomo per saltare al collo della navigatrice. Segnale che, comunque, non avvenne mai. Xavier adorava torturare ed uccidere le persone, tuttavia non aveva alcun interesse nel farlo in pieno giorno nell'isola dove viveva con il rischio che venisse trucidato dagli altri predoni. Si limitava a tenere un profilo basso, sfogando le proprie energie e la propria voglia di fare del male al prossimo, solo durante le missioni dell'acromantula, anche se purtroppo non avvenivano così spesso come avrebbe potuto sperare.
    Io ci sono nato e cresciuto, qui le rispose chinandosi appena per fare una carezza al famiglio in modo da fargli capire di non abbassare la guardia ma che per ora la donna non costituiva affatto una minaccia. Anzi, lasciò addirittura che si tuffasse ancora in mare per accaparrarsi ciò che la donna gli aveva appena lanciato, tornando in superficie tutto orgoglioso con il pezzo di carne tra le fauci.
    23 y.oPredoneDenriseAcromantula
     
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