N
on si era mai sentito così come in quel momento, e se da un lato stava provando emozioni forti e travolgenti, quasi soffocanti, dall’altro era solo amplificato ma si rese conto che non era niente di troppo diverso da quello che provava da sempre per Marlee. Lei era sempre stata unica, impossibile da paragonare a chiunque altro, e si era sempre detto che al mondo non poteva esserci nessuno come lei, nemmeno volendolo cercare. Si era arreso su quel fronte, non aveva mai nemmeno desiderato qualcun altro come lei nella sua vita. Il motivo? Semplice, Marlee era sufficiente a rispondere a tutte le sue esigenze, riusciva a farlo sentire completo e non sentiva la necessità di cercare qualcosa di simile altrove.
Da quando lei era piombata nella sua vita non si era più sentito solo o non capito: era successo che qualcuno lo guardasse storto, o lo prendesse in giro, ma ogni volta la ragazza aveva avuto una parola di conforto o l’aveva fatto sentire accettato e compreso nonostante tutto. Dopo ogni giornata storta, dopo ogni brutto voto, dopo ogni litigata con i suoi o rimbrotto da parte di un docente, Rere c’era sempre stata con un sorriso e la frase migliore per sollevarlo. Sapeva che nessun altro sarebbe mai stato così pronto e attento, e per quel che lo riguardava si riteneva già abbastanza fortunato ad aver conosciuto una persona del genere e poter dire di essere suo amico.
Si era sentito stupido nell’evitarla per tutta l’estate, ma si era ripetuto più volte che Marlee avrebbe fatto lo stesso se avesse saputo che la cosa lo rendeva felice, e lui era sicuro che alla ragazza bastasse la presenza di Brooks per sentirsi bene, era certo non le mancasse altro. Mai avrebbe pensato che sarebbe arrivato un momento in cui avrebbe preso in considerazione la possibilità di essere lui, invece, a farla sentire così bene, di essere lui quello che voleva al suo fianco.
Non c’era nessuno che lo conoscesse meglio,e proprio per questo credeva che la ragazza sapesse bene quanto lui era ben lontano dall’essere perfetto: alle volte faticava a capire di che cosa avesse bisogno lui stesso, figurarsi riuscire a capire come far stare bene anche lei! E se avesse sbagliato tutto? Se non fosse stato capace di farla sentire bene? Se avesse fatto qualcosa in grado di rovinare tutto quanto, per sempre?
Per quanto in quel momento la sua lucidità mentale fosse sempre meno, si rendeva conto da solo che quel passo avrebbe cambiato ogni cosa, tutto quello su cui avevano fondato il loro rapporto sarebbe mutato e lui non era sicuro di essere pronto. Per un secondo si domandò anche che cosa avrebbe detto James, che cosa avrebbe pensato il gemello di Rere, come avrebbe visto una loro relazione, se gli sarebbe sembrato strano o addirittura sbagliato.
“Una cosa per volta, Tom, una cosa per volta” si ripetè, provando a mettere assieme quella matassa di pensieri che proprio non ne voleva sapere di districarsi. Era tutto così confuso, così complesso, così difficile e complicato che non sapeva da che parte cominciare, e come faceva ogni volta che si sentiva così? Semplice, agiva d’istinto. Thomas non era proprio bravo a programmare, nemmeno ad immaginare le conseguenze delle sue azioni, così spesso agiva d’istinto e poi passava gli anni successivi a rimuginare su ogni dettaglio, sentendosi un idiota. Avrebbe fatto così anche quella volta? Molto probabile, era abbastanza sicuro che avrebbe finito con il sentirsi scemo per non aver detto o fatto la cosa giusta, ma in quel momento riusciva a stento a pensare.
Non riuscì a comprendere fino in fondo le parole di Marlee e si ritrovò a studiarne il viso, i lineamenti, il colore degli occhi che non gli erano mai sembrati così belli e particolari come in quel momento, soffermandosi forse per fin troppo tempo sulle sue labbra, finendo per annuire piano, in ritardo.
“Molto meglio…” sussurrò piano, solo una parte del suo cervello capace di elaborare la sua affermazione e poi fece qualcosa di non premeditato, che avrebbe reputato sciocco e fuori luogo anche solo qualche istante dopo: si avvicinò alle sue labbra, senza pensare, e finì per sfiorarle, cominciando a pensare solo più tardi a quanto avrebbe voluto che il loro primo bacio fosse più importante di così, molto più speciale. E bastò qualche istante perchè arrossisse in modo violento, tornando a boccheggiare.
"S-scusa... non volevo...cioè volevo, certo, ma non così...ho rovinato tutto vero?!"