Darkened senses

Jess&Julian

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    Black Opal
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    Jessica Whitemore
    Rumori ovattati.
    Pace dei sensi.
    Nessuno a disturbare la tranquillità.
    Jessica spalancò gli occhi scuri, sentendoli pizzicare appena per via dell'acqua. Il mondo là sotto era completamente diverso, come se gli occhi non fossero i suoi ma li avesse presi in prestito da qualcun altro. Solo quando i suoi polmoni iniziarono a reclamare aria ed a protestare per quell'apnea forzata, la corvina riemerse, infrangendo lo specchio d'acqua altrimenti immobile e ritrovandosi così esposta al sole e all'aria fresca di metà settembre. Precisamente, era venerdì 17. Aveva deciso di farsi un bagno nel fiume che tagliava in due la Riserva delle Creature Magiche. Grazie ai sassi termali presenti sul fondale, l'acqua non era fredda, anzi si prestava alle nuotate in ogni stagione, persino pieno inverno, infatti non si ghiacciava mai. Camminò in acqua fino al bordo, issandosi così con le mani ed abbassando lo sguardo sul proprio ventre; vi era una cicatrice che lo divideva esattamente in due. Jessica se l'era trovata una mattina al risveglio, in ospedale. Lo zio le aveva raccontato di essere stata aggredita da un cane randagio con evidenti problemi comportamentali e Jess si fidò senza riserve, non immaginando affatto quale triste e tetra verità si celasse dietro quell'episodio, ma lo avrebbe scoperto di lì a pochissimo con l'arrivo della prima luna piena, solo qualche giorno dopo. Ma per il momento, viveva felicemente. Non si preoccupava nemmeno di coprire quel segno, usandolo per descriversi come una combattente gonfiando ovviamente il racconto ogni volta che qualcuno glielo chiedeva.
    Stare in quel posto le trasmetteva pace e serenità, soprattutto dopo una lunga giornata di lezioni, dove aveva dovuto ascoltare ore ed ore di spiegazioni. Il lato positivo di quella cosa, era non aver più le nove materie che aveva avuto al biennio, ma certamente non era leggero, visto che i docenti ripetevano "Esami G.E.M.M.A." almeno tre volte al giorno, rendendo imminente un confronto al quale mancavano circa due anni. Si passò le mani lungo il corpo, abbracciandosi. L'acqua le gocciolava lungo il corpo, facendola rabbrividire a contatto con l'aria settembrina che solleticava il suo corpo quasi del tutto nudo, salvo per il costume che aveva scelto per quel giorno.
    18 y.oStudenteBlack OpalIV annoFrom NY
     
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Ah settembre. Il mese degli inizi!
    Non c'era che dire, non poteva fare a meno di essere lieto di aver iniziato di nuovo la scuola, ma c'era una cosa che si era prefissato e stava portando avanti con ardore e sentimento: doveva esplorarla tutta.
    Quel venerdì 17 era in programma una lunga lista di posti, intervallati dalla pausa lezioni che ovviamente avrebbe frequentato assiduamente salvo imprevisti di sorta.
    Julian amava studiare, ma prediligeva molto il suo benessere psico-emotivo, tanto da voler decidere di iniziare il suo giro da quella che era la Riserva delle Creature. L'aria settembrina non condeva ancora spazio al freddo e di questo Julian ne era lieto, tanto da ringraziare indossando un semplice jeans e una camicia bianca che portava mezza fuori e mezza infilata dentro la cintola dei pantaloni, abbottonata non totalmente, arrivando a quei bottoni necessari per lasciar intravedere il petto liscio del riccio.
    I capelli sempre sciolti e ribelli e un sorriso smagliante lo accompagnavano a vagare per quella riserva cercando quante più interessanti novità possibili. Era curioso di vedere il famoso Sherlock Holmo e quindi si avviò in quella direzione, attraversando il ponte delle lucciole magiche, che probabilmente non avevano ancora deciso di uscire allo scoperto. Quindi si avvicinò all'olmo e facendo molta attenzione decise di salirvici sopra. Un ramo nodoso tira l'altro, si ritrovoso a sedere su uno dei grossi rami che faceva da panchina ora. Lo spettacolo sulla radura era favoloso, doveva ammetterlo e da lì, decise di scattare una foto.
    Fu proprio in uno degli scatti che fece, che notò l'emergere dalle acque di una persona. Una corvina che aveva visto alla Cerimonia di inizio anno. Il suo nome era molto simile a Jennifer, ma non era certo che fosse quello. Non era bravo a ricordare i nomi, ma questo poco importava: si godette lo spettacolo della ninfa che usciva dalle acque del fiume, sorridendo tra sé.
    La vide grondare acqua e da lì, senza ancora farsi vedere, fece la sua mossa «Prenderai freddo, così.» - proferì, facendo sembrare che fosse l'olmo stesso a parlare e tentando di nascondersi tra le sue fronde.
    Julian Miller

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    Jessica Whitemore
    Rumori ovattati.
    A Jessica piaceva stare in compagnia di tanta gente -soprattutto di sesso maschile- ma ogni tanto adorava anche starsene per conto suo proprio come quel giorno, in cui la sua unica compagnia era il lento scrosciare dell'acqua ed i sassi termali posti sul fondale, che riuscivano a riscaldare l'acqua persino nei rigidi mesi invernali.
    Alla fine, quando le stavano per crescere naturalmente -e non grazie ad un incantesimo- le branchie, decise che fosse giunto il momento di risalire, infatti si sedette sul bordo del ruscello, asciugandosi i capelli con un semplice gesto di bacchetta, facendoli tornare morbidi e lucidi come sempre, come se l'acqua non avesse mai toccato quei fili corvini.
    Proprio mentre era profondamente assorta nei suoi pensieri, una voce la colse completamente impreparata, facendola sobbalzare e quasi cadde nel fiume, ricomponendosi abbastanza in fretta, però, e scuotendo la testa per tornare vigile e concentrata su ciò che le accadeva attorno. Sbuffò. Non so chi tu sia e non riconosco la tua voce annunciò con molta nonchalance a dimostrazione di come avesse ancora molta strada da fare per diventare una brava prefetta, ma non è che le importasse poi così tanto!
    Tuttavia in quattro anni non ho mai sentito quell'Olmo parlare, perciò... in uno scatto, si alzò in piedi. Molte ragazze, pur essendo tranquillamente in costume, si sarebbero coperte per un pudore sconosciuto a Jessica che, invece, affrontò la pianta -o chi per essa- a testa alta, mostrando che non aveva paura di far vedere il proprio corpo.
    ...vieni fuori. Magari sarò buona con te e non ti toglierò punti! Non era realmente arrabbiata, anzi chiunque fosse, avrebbe chiaramente potuto notare una nota di divertimento nella sua voce oltre che di curiosità. Comunque ti ringrazio per la premura, ma non mi ammalo facilmente... e poi l'acqua è riscaldata. Potresti venire a farti un bagno con me al posto che nasconderti. Commentò, girando le spalle all'olmo e tornando verso la riva, ancheggiando con un sorriso furbo, che però l'altro non avrebbe potuto vedere, dal momento che era di spalle.
    18 y.oStudenteBlack OpalIV annoFrom NY
     
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Trattenne una piccola risata vedendo la prefetta rischiare di capitombolare nel fiume, nuovamente. Sicuramente il suo intento non era quello di vederla cadere nell''acqua, ma era chiaro che una scena del genere era decisamente comica, agli occhi di chiunque avrebbe visto quel piccolo atto teatrale.
    Le sue parole, poi, fecero sì che l'interesse di Julian nel stuzzicare di nuovo Jessica, diventasse vivido «Non puoi riconoscere la mia voce, non ci siamo mai presentati ufficialmente.» - e c'era un fondo di mezza verità, alla fine lui sapeva perfettamente che fosse la Prefetta dei Black Opal, ma non aveva mai avuto modo di avvicinarla e presentarsi come avrebbe dovuto fare.
    «E chi ha detto che sono l'Olmo? Potrei essere lo spirito della Riserva o... pfff---» - il suo parlare si interruppe appena, come se non riuscisse più a reggere quella risata che gli solleticava il naso.
    Osservò, poi, dall'alto, quella ragazza in tutto il suo splendore e si morse il labbro, quasi come se avesse visto un bocconcino con cui deliziarsi.
    «Perché dovrei venire io lì giù? Hai paura di arrampicarti?» - il tono del Dioptase si fece un pizzico sfidante, come se volesse continuare a giocare con la mora.
    Sollevò un sopracciglio a quelle parole e a quell'invito, beandosi di quei fianchi che si muovevano a destra e sinistra, dondolando e portando Julian a dover trattenere il fiato per poter cercare di non avere un'erezione immediata «Un bagno, dici?» - mormorò, quasi come se volesse ritrovare la salivazione alla bocca, che si era seccata nel guardare la corvina «Sono abituato a fare il bagno nudo, e se qualche prefetto mi vede, potrebbe togliermi punti.» - non poteva fare a meno di stuzzicare chi aveva davanti, soprattutto se aveva un aspetto interessante così come lo era quello di Jessica «Se non ci fossero prefetti in giro, potrei accompagnarti in questa nuotata. Sono fastidiosi i prefetti che ti vogliono togliere punti, non credi?» - continuava con quel tono divertito, sperando di stuzzicarla ancora.
    Julian Miller

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    Jessica Whitemore
    Jessica non era mai stata una fifona e sebbene avesse sentito una voce provenire dall'etere, era pieno giorno e lei era una streghetta ben più esperta della maggior parte dei suoi coetanei. Aveva a disposizione un intero libro di magie e non aveva paura di usarle. Sapeva come usarle. Se ci fosse stato qualche pericolo, non avrebbe esitato nemmeno un attimo a sfoderare la propria bacchetta, anche se per il momento la situazione sembrava piuttosto pacifica e "lo spiritello" pareva divertirsi un mondo a prenderla in giro.
    ...od uno stalker psicopatico? Lo aiutò lei finendo la frase, scocciata da quella che sembrava una risatina sommessa. Era consapevole della sua bellezza disarmante e del fatto che non sarebbe stato insolito se qualcuno si fosse interessato a lei in modo particolare, anche se l'idea che potesse essere uno studente, qualcuno con cui condivideva le sue giornate anche senza saperlo o, ancora peggio, un professore, le faceva una certa inquietudine. Aveva visto streghe millenarie, rapimenti, fantasmi di bambini morti, attentati e molto altro ancora, ma non era così propensa a credere che esistessero le voci. Com'è che diceva Hermione? "Persino nel mondo dei maghi, sentire voci non è un buon segno"?
    Sospirò, spazientita. Forse era tutto ciò che stava succedendo, a spazientirla. Non c'entrava lui o qualsiasi essere fosse -la voce era indubbiamente maschile-, ma la sua situazione personale, come l'essere diventata un licantropo ma non saperlo. Al pensiero del morso del cane, cosa che lei all'epoca ancora credeva. In un attimo raccattò la bacchetta, puntandola contro il proprio corpo. Vestis. E venne avvolta ben presto da una normale t-shirt ed un paio di pantaloncini corti. Non sopportava che, chiunque fosse, vedesse quel taglio che aveva sul ventre, non se non si conoscevano.
    Non mi sfidare replicò, avvicinandosi all'albero e non mettendoci poi molto ad appendersi ai rami come se fosse nata solo per quello ed in effetti aveva un'agilità niente male che le permise di scalare l'olmo senza eccessiva difficoltà, cercando di arrivare dal suo interlocutore. Se fosse riuscito a vederlo in viso, avrebbe sogghignato. Sono d'accordo, sai? Gli disse, forse sorprendendolo o forse no, ma comunque avrebbe cercato di vederlo per bene. Si da il caso che io per oggi non lo sia, sai la mia spilla si deve essere persa da qualche parte... quel commento fu seguito da una risatina maliziosa a sottolineare come fosse una non prefetta per un giorno.
    18 y.oStudenteBlack OpalIV annoFrom NY
     
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