Scacchi dei maghi

Jess vieni qui

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    continuo da questa role

    NICHOLAS MC CALLISTER | 06/02
    16 | I ANNO | Dioptase


    La scintilla di riconoscimento negli occhi di Jessica si era tramutata presto in qualcosa di molto più malizioso di quello che Nick aveva previsto. Le aveva specificato che Evan era il suo secondo nome, per poi annuire, facendole capire che Nick sarebbe andato benissimo. Con suo sommo dispiacere - si, come no - la cerimonia del tè era finita, e così anche il tempo di stare in quella sala. Jess probabilmente la pensava come lui, considerato il modo in cui si era avvicinata verso di lui, dando anche voce ai suoi pensieri. Il cervello di Nick era leggermente in cortocircuito, semplicemente per il fatto che non avrebbe mai pensato di ritrovarsi la ragazza sconosciuta direttamente li, a scuola, servita sul tavolo accanto ad una gustosa tazza di tè. Non che lei non lo fosse, gustosa, e Nick se lo ricordava veramente bene. Si diede uno schiaffo mentale, obbligando gli occhi a spostarsi da quella scollatura, per poi annuire alla ragazza e prenderle la mano, avvicinandosela al corpo e sussurrando
    -Mi sembra un ottima idea. Vieni.
    Mimando inconsapevolmente le mosse di lei al ballo, la prese per mano e la trascinò fuori dalla sala, sempre lasciandole il modo di divincolarsi se lo avesse voluto, e si girò a guardarla sorridendo di traverso, come a volerla sfidare. Si guardò intorno dopo un paio di minuti, riconoscendo la porta dell’aula in disuso e appoggiandovici sopra si avvicinò anche la ragazza.
    -Che dici, qui va bene?
    Senza aspetta re la risposta della ragazza aprì la porta, lasciandole la mano e andandosi ad accomodare sul divano rosso. Qui, con il ghigno malandrino che Jess aveva cominciato a conoscere, la guardò e colpì leggermente il divano accanto a sé, per invitarla a sedersi.
    Prima che potesse poi fare anche solo una mossa, il ragazzo si portò una mano al mento, pensieroso.
    -Quindi, come stai? - le chiese, ironico, e la guardò facendole capire che effettivamente i convenevoli erano belli che passati. Chissà che mossa avrebbe fatto stavolta, la regina della partita.

    Parlato - Narrato - "Pensato"- Ascoltato
    | Demons run, when a good man goes to war | code by ms. atelophobia




     
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    Jessica Whitemore
    Io te lo dicevo, quella sera, che se fosse stato destino, ci saremmo rivisti! Commentò con una piccola risatina, mentre si faceva condurre da lui senza protestare, lontana da quella stanza che ora pareva troppo stretta, troppo in vista e troppo affollata. Le piaceva divertirsi, era chiarissimo, ed adesso che aveva scoperto il vero volto del suo compagno di ballo, la posta in gioco era decisamente più alta. Entrambi riconoscevano l'altrui identità, ora.
    Non ci volle molto prima che raggiungessero la porta dell'aula in disuso. Jessica si bloccò, quasi paralizzata, mentre con la forza di un uragano, delle immagini sfuocatissime le tornavano alla mente. Ricci neri. Qualcosa di proibito. Gelosia. Rabbia ma anche amore. Tutte queste immagini la colpirono con la violenza di un pugno dritto dritto allo stomaco, quasi stordendola ed ecco quel ricordo così fugace e difficile da afferrare, che riaffiorava nella sua mente senza che lei potesse farci assolutamente niente. Si riscosse da quella specie di torpore solamente quando venne nuovamente interpellata dall'ex Evan.
    Non fece tempo a replicare che l'altro si andò a sedere all'interno della piccola zona relax, quindi si limitò ad annuire, fingendo che non stesse succedendo niente, nella sua testa, anche se invero si stava avvicinando ad un ricordo importante della sua vita e che aveva dimenticato a causa dell'Oblivion di Victoria: la sua relazione clandestina con un ex insegnante di Hidenstone, ora divenuto vampiro. Non riusciva ancora a raggiungere quella verità, ma ci si stava avvicinando a piccoli passi.
    Jessica, al suo cenno, si avvicinò al divano, sedendosi accanto a lui, ritrovando quel ghigno gemello di quello di lui. Si accarezzò le labbra con la punta della lingua, osservandolo famelica.
    Oh ora sto molto meglio affermò, posandogli una mano sulla coscia con finta noncuranza, come se non avesse appena fatto un gesto piuttosto intimo. Tu invece... ti ho già chiesto se ti trovi bene? Domandò, anche se in quell'occasione non era poi così tanto interessata alla risposta, quanto più al movimento delle sue labbra. Ed immagino che Lilith ed Howard -prefetti dioptase- ti abbiano accolto bene, tuttavia... sono qui per darti il mio personalissimo benvenuto affermò, sporgendosi appena su di lui, ma senza aggiungere contatto se non quello della mano sulla coscia.
    18 y.oStudenteBlack OpalIV annoFrom NY
     
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    Nick rise insieme a lei, mentre camminavano per i corridoi del castello, e si girò a guardarla con un luccichio divertito negli occhi.
    -Si, ma se non ricordo male avevi anche detto che mi avresti riconosciuto grazie, e mi sembra di citare testualmente le tue parole, - mimò le virgolette con la mano libera - alle tue manine…- si bloccò e la fece avvicinare a se, per poi sussurrarle - a me non è sembrato, no?
    Riprese a camminare, sempre sorridendo. Certo, era una situazione inaspettata e decisamente sorprendete, ma questo non significava mica non poterne trarre il meglio. Arrivati all’aula, ed entrati all’interno, l’atmosfera si scaldò leggermente e in fretta - Jess non era di certo tipa da fare la timida - così in poco tempo si ritrovò la mano di lei sulla coscia, e stava guardando le sue labbra aprirsi e muoversi come ipnotizzato. Anche con la maschera Nick aveva considerato Jessica una bella ragazza, naturalmente basandosi su quello che poteva vedere, ma si ritrovò a pensare che senza di essa era ancora meglio. Duh, ovvio che lo fosse, ma una cosa era pensarlo, un altra era vederlo con i propri occhi. Il taglio degli occhi, che con la maschera non aveva del tutto notato, ora complimentava tutto il resto del suo viso, compreso il sorriso scintillante e, come praticamente ogni volta che lo aveva visto, malizioso. Sorrise, portando anche il suo busto leggermente in avanti, ad accorciare le distanze tra di loro e abbassando leggermente il tono di voce.
    -Oh si, sto decisamente alla grande.
    Sorrise, inclinando la testa leggermente verso destra, per poi alzare una mano e spostarle una ciocca di capelli dietro l’orecchio destro. Lasciò che le dita la sfiorassero e che rimanessero leggermente di più a contatto con la pelle di lei, per poi far cadere la mano.
    -Grazie mille, sai? Sei una perfetta davvero coscienziosa. -La guardò divertito, ammiccante, e si passò lentamente la lingua sulle labbra.
    -Perciò dimmi…riservi il benvenuto a tutti quanti - si avvicinò un altro po’ - o lo riservi solo ai tuoi preferiti?

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    Jessica Whitemore
    Nick aveva delle carte da giocare e lo stava facendo bene e per questo si beccò un'occhiata divertita. Annuì. Hai ragione, Nick... replicò con finta aria colpevole ed un mezzo sorriso sornione. Ma non qui, troppo affollato. Pregò senza perdere comunque il tono che aveva deciso di darsi davanti a quel ragazzino nuovo ma dannatamente intrigante.
    Ora dovrò testare davvero se sei Evan e non solo uno che si spaccia come tale! Predicò, anche se era ovviamente impossibile, visto che le aveva dato informazioni che solo lui avrebbe potuto sapere, ma provocarlo era così dannatamente divertente. La sua mano risalì appena, riuscendoci anche grazie all'inclinazione che lui assunse per venirle in contro.
    Chiuse gli occhi quando la sua mano entrò in contatto con la sua pelle e per un secondo dimenticò di essere lì, in quella stanza così isolata ma comunque così esposta, dimenticò di essere in quella scuola che le aveva portato sia dolori che gioia, ormai c'erano solo lei, Nick e quel confortevole divanetto rosso.
    Ritornò alla realtà solo quando l'altro spezzò il silenzio carico di tensione.
    Ti ringrazio, ci provo scherzò, risalendo ancora un po' la mano fino a sfiorare il cavallo del ragazzo con le proprie dita, senza però osare troppo, non ancora, dovevano prima giocare un altro po'.
    Il mio benvenuto lo riservo a tutti, ma sollevò il dito con fare ammonitore, staccandolo dai suoi pantaloni ed indossando una finta espressione seria. Solo ai miei preferiti riservo il benvenuto speciale spiegò, abbassando sensibilmente il tono della propria voce, divenuta così sensuale e dolce. La mano di Jess tornò verso il basso, ma stavolta non si soffermò sui pantaloni, andando ad arrotolarsi tra le dita il bordo della maglietta del ragazzo, sfiorandone così la pelle della pancia, calda al contatto con la sua mano. Tu non mi hai detto come stai annunciò, seguitando a sfiorargli la pelle senza mai osare troppo, giocando ed aspettando che l'altro facesse la sua mossa.
    18 y.oStudenteBlack OpalIV annoFrom NY
     
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    Sorrise al sorriso di Jessica, semplicemente annuendo e arrivando nella stanza, e ridacchiando all’affermazione di lei.
    -Mh, hai deciso già le modalità con cui porterai a termine questo lavoraccio? - Le fece l’occhiolino - no, perché poi tocca a me scoprire se sei davvero tu, sai?
    La guardò socchiudere gli occhi, sorridendo sornione di conseguenza, per poi essere lui quello a socchiuderli al passaggio delle dita di lei sul cavallo dei suoi pantaloni, diabolica come quella notte. Si passò la lingua sulle labbra mentre ghignava, guardandola negli occhi.
    -Sono davvero - si avvicinò leggermente - davvero - ancora un po’ - davvero lusingato - le sussurrò quasi sulle labbra, per poi allontanarsi e rabbrividire al contatto delle dita congelate di lei con la sua pelle nuda, che evidentemente era di nuovo bollente, come la sera del ballo. Alzò le spalle, portando due dita a sfiorarle il braccio lentamente, come se lo stesse facendo soprappensiero.
    -Oh be’, direi che non posso proprio lamentarmi, non ti pare? - si spostò leggermente, permettendole di fatto più contatto con la sua pelle, per poi spostare la testa verso quella di lei - e tu di certo migliori il tutto. Le porse una mano, e se la ragazza l’avesse presa se la sarebbe tirata in grembo, posandole le mani ad entrambi i lati del bacino.
    -Ora che abbiamo levato di mezzo convenevoli e buona cortesia, io sono davvero curioso di vedere se sei davvero J. - Sorrise, mettendo la fossetta alla mercé di Jessica - insomma, procedure di sicurezza, sai. - le prese una mano e cominciò a darle dici sul dorso, lentamente, come a sentire qualcosa - mh…la pelle è morbida come la ricordavo. Vediamo se anche i tuoi baci lo sono.
    Dando il tempo alla ragazza di fermalo, in caso non avesse voluto, si sporse di lei. Se Jessica fosse rimasta ferma, o avesse fatto in modo di fargli capire che il bacio non era troppo, le avrebbe preso il volto tra le mani e l’avrebbe baciata con lentezza, tracciandole il labbro inferiore con i denti e con la lingua, pregustando già la sua.


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    Jessica Whitemore
    Potremmo scoprirlo insieme annunciò quasi illuminata da una qualche idea di origine divina, sorridendo maliziosamente al ragazzo ed annuendo tra sé. Io conosco il tocco di Evan e tu quello di J. Immagino l'unico modo per scoprirlo, sia utilizzare proprio il tatto... sussurrò allusiva, mentre l'atmosfera all'interno della stanza era sempre più elettrica ma mai volgare, come se stessero calibrando tutte le loro mosse restando però fedeli ad una qualche specie di galateo.
    Davvero lusingato, eh? Ripeté rabbrividendo, trovandosi le labbra del ragazzo così estremamente vicine alle proprie. Non si annoiava mai in compagnia di Nick -sebbene fossero stati soli appena due volte, quella compresa- ed era certa che potesse avere davvero un buon potenziale.
    Sorrise al suo rinnovato tocco, guardando il ragazzo con gli occhi neri più lussuriosi che mai, mentre la lingua passava sul labbro inferiore, affamato.
    Pochi secondi dopo la sua risposta, cadde nel suo tranello -o forse lo fece apposta- prendendogli la mano e venendo tirata addosso a lui. Non le dispiacque e sorrise accettando di buon grado quella nuova posizione, soprattutto perché aveva una buona dose di comando, cosa che non guastava proprio mai.
    Non aggiunse nient'altro beandosi del suo tocco e delle sue parole, decisa a dimostrargli che si trattasse veramente di J e non di una che le assomigliava particolarmente. Ti assicuro che sono proprio J sbuffò in una risata, lasciandolo fare finché le loro labbra non si scontrarono ed allora lei schiuse le labbra per permettere alla lingua di lui di entrare e procedere con quella danza che continuava quella iniziata il giorno del ballo, in pista. Questa divisa fa davvero schifo commentò, strappandogli la camicia di dosso senza troppa grazia -avrebbe potuto semplicemente porvi rimedio con un reparo- e la lanciò a terra, godendosi la vista del di lui torace, sorridendo famelica. Decisamente meglio, anche se forse i colori dei Black Opal ti starebbero meglio constatò come se fosse un'esperta di moda, sfilandosi la sua cravatta e posizionandola come una fascia dietro al collo di lui, tenendola con entrambe le mani ai due lembi estremi, senza però tirare. Avevo ragione, ti sta magnificamente sogghignò, ritirandola verso di sé ma non gettandola a terra. Senti un po' Nick, cosa ne pensi di rendere le cose... meno convenzionali? Domandò, alzandosi e lasciandogli cadere la propria cravatta in grembo, lasciando che decidesse lui come usarla. Si girò e si allontanò, ancheggiando sensuale, fino a posarsi con la schiena al muro opposto della sala ed ammiccare. Vediamo cosa sai fare, di nuovo.
    18 y.oStudenteBlack OpalIV annoFrom NY
     
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