Giù le maschere

Jess&Nick - Contest

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    Jessica Whitemore
    Finalmente era tornata a scuola. Non pensava le sarebbe mancata così tanto con tutti i suoi ambienti magici e pieni di segreti, i suoi riti strani e le sue peculiarità. Lì aveva imparato ad apprezzare le piccole cose, capendo che la vita era un dono estremamente effimero, una di quelle cose che ti potrebbero venir tolte da un momento all'altro. Uno di quei piaceri che aveva imparato ad apprezzare, era il té di metà pomeriggio, proprio all'ora esatta cui gli elfi si producevano nel loro spettacolo. Erano pressappoco le 17 di quella prima domenica pomeriggio dopo l'inizio della scuola e Jessica aveva ben pensato che potesse valer la pena fare un salto alla Sala da te, visto che la maggior parte degli altri giorni, era piena di impegni e non poteva dedicarsi nemmeno un minuto per andare dove ora si trovava. I piedi affondavano nell'accogliente e calduccia moquette rossa, le orecchie invase da una canzone... la stessa che aveva sentito quella sera, al ballo. Il lento, precisamente. Era rilassante e gli portò alla mente anche Evan, l'adorabile sconosciuto che aveva imparato a conoscere senza conoscerlo davvero. Si avvicinò ad uno dei due lunghi tavoli, posando una mano su di una teiera contenente del "white tea", che si versò in una tazzina piccola e carina, posizionandola a sua volta sopra un vassoio. Poi fu la volta dei dolci e qui la ragazza non si risparmiò, manco fosse nuovamente incinta: bomboloni ripieni, torta al cioccolato, croissant, bigné, cannoli ed una fetta di apple pie giusto per rimanere healthy. Per il momento, decise di non andarsi a sedere al tavolo dei prefetti, cosa che avrebbe benissimo potuto fare, dal momento che non si sarebbe esentata da nuove conoscenze, cosa che sarebbe certamente successa se si fosse messa in un tavolino riservato. Magari vi avrebbe portato qualcuno, dopo. Proprio quando il suo sedere si posò, cinque rintocchi risuonarono nella stanza. Non c'era molta gente, quindi avrebbe potuto godersi tutto al meglio. Il buffet cambiò ed al suo centro, apparve una magnifica torta alla marmellata di ciliegie che rappresentava un magnifico drago e la ragazza non poté far altro che applaudire e non solo perché non voleva essere bacchettata da scopina, ma anche perché era davvero meravigliosa.
    18 y.oStudenteBlack OpalIV annoFrom NY
     
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    NICHOLAS MC CALLISTER | 06/02
    16 | I ANNO | Dioptase


    Nick sospirò contento per quella che probabilmente era la dodicesima volta nell’arco di dieci minuti. Era una domenica pomeriggio, e la giornata appena trascorsa era andata magnificamente, grazie a tantissime piccole cose che erano andate magnificamente apposto senza che lui dovesse sforzarsi più di tanto.
    Aveva parlato con la sua famiglia ed era riuscito a salutare anche i nonni, Mary Lou aveva chiesto libri per il compleanno - cosa che era più che felice oltre che di regalarle anche di cercare, si era allenato dopo pranzo ed era molto soddisfatto di come stava andando, ed era appena uscito dalla bibilioteca, dove era riuscito a ritrovare il libro che stava leggendo qualche giorno prima in sala comune ma che era irrimediabilmente scomparso una volta finita la giornata. Guardando l’orologio poi, si accorse di essere in perfetto orario per il famoso tea delle cinque. Così, cercando di orientarsi al meglio, girò i tacchi e si diresse verso la sala da tè, un paio di corridoi più in la di dove si trovava lui in quel momento. Entrò nella sala un secondo dopo la fine dell’ultimo rintocco delle cinque, trovandola semi vuota ed apprezzando l’ambiente accogliente. Sentiva anche una melodia famigliare, e ci volle un momento prima che i suoi occhi si allargassero dallo stupore.
    “Merlino, il lento del ballo!”
    Sorrise, ripensando alla ragazza conosciuta quella sera, e sempre sorridendo si avvicinò al tavolo delle bevande. Soppesò leggermente cosa bere, per poi allungare una mano a prendere vassoio e l’unione di tazzina e piattino bianche con un bordo rosso. Si versò del tè nero e lo aromatizzò con una fettina d’arancia posta li vicino, per poi spostarsi al tavolo dei dolci. Ammirò meravigliato la magnifica torta posta al centro di questo, e un po’ affranto dal doverla rovinare se ne prese una fetta. Ficcò sul vassoio anche una treccia al miele e noci, per poi girarsi e scannerizzare la sala. Avrebbe potuto benissimo sedersi da solo a consumare il suo tè, ma sua madre diceva sempre che se si deve bere il tè da soli è meglio non berlo affatto, così dopo aver individuato una ragazza seduta in apparente solitudine, decise di avvicinarsi.
    -Buon pomeriggio, miss, e buon appetito. Posso sedermi o è occupato?
    In caso avesse poi ricevuto l’ok, si sarebbe seduto e dopo aver zuccherato il tè avrebbe sorriso alla ragazza davanti a lui, trovandola stranamente familiare. Accantonò la cosa, pensando che mangari l’aveva solamente incrociata nei corridoi, per poi presentarsi.
    -Sono Nicholas, Nick se preferisci. Anche tu qui per tradizione o semplicemente a rilassarti un pochino?

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    Jessica Whitemore
    Miss. Aveva già sentito qualcuno appellarla così, in passato, ma non le venne automatico collegarlo alla sera della festa, perciò non ci pensò troppo, anche se la cosa rimase un tarlo nella sua mente, a picchiettare in attesa di risposta. Sollevò appena lo sguardo, puntandolo su un ragazzo pressappoco della sua età -un po' come tutti, là dentro-, scontrandosi contro due occhi scuri che era sicurissima di aver già visto, ma non riusciva a focalizzare un volto. Anche il timbro di voce non le era nuovo, ma lasciò correre visto che era possibile che al mondo vi fossero più persone con la voce simile.
    Uh grazie iniziò, sedendosi leggermente più composta e concentrandosi solo sul suo interlocutore, non su tutto il mondo che li circondava. Per ora non c'è nessuno, ma sai sono molto richiesta replicò, ammiccò al ragazzo, lasciando quindi che si sedesse senza alcun problema.
    Io sono Jessica, quarto anno e prefetto Black Opal. Cercatrice nella squadra di Quidditch dei Black Opal. Si presentò a sua volta con un sorriso sornione, osservandolo -per non dire studiandolo- completamente, memorizzando ogni dettaglio che riusciva a vedere. Mescolò un po' a vuoto il suo thé, prima di proseguire. Non sono solita venire qui, in realtà. Credo di esserci venuta due volte in quattro anni. Ridacchiò, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e prendendo un sorso dalla sua tazzina, accompagnato da un pezzo della coda del drago. Riuscì a sentire in bocca il sapore di cioccolato e ciliegia, che si mescolavano ad un'altra quantità di sapori tutti mischiati alla perfezione. Aspettò di aver masticato per non far godere a Nick il pessimo spettacolo del cibo masticato dentro la sua bocca, quindi poté riprendere a parlare. Primo anno, immagino. Dioptase, se non ricordo sbagliato. Tentò, sorridendo. Oltre ad essere una prefetta, aveva partecipato anche lei alla cerimonia iniziale, quindi sapeva chi fosse stato smistato e dove, anche se tendeva a non focalizzare mai troppo i nuovi studenti, per quanto Nick avesse un viso particolare. Indicò l'angolo a nord-ovest con il dito ed uno strano luccichio negli occhi. Senti un po', ti piacerebbe provare l'ebrezza di sedere al tavolo dei prefetti? Gli domandò, alzandosi ancor prima che potesse rispondere qualcosa ed osservandolo a tratti maliziosa, indietreggiando verso il tavolo i cui colori predominanti erano tonalità di rosso e nero, richiamanti proprio la casata Black Opal. I prefetti potevano portare ospiti con loro, quindi non ci pensò due volte ad invitare Nick.
    18 y.oStudenteBlack OpalIV annoFrom NY
     
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    NICHOLAS MC CALLISTER | 06/02
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    Nick ridacchiò prima di poter fare altrimenti, scostandosi i capelli dalla fronte e facendo uscire la fossetta.
    -Oh be’, mi prenderò il mio spicchio finché non c’è nessuno, allora!
    Si sedette e dopo ave mescolato il suo thè se lo portò alle labbra, assaporandolo e sorridendo al gusto della bevanda. Era decisamente ottima, quasi quanto quello che Tilly gli preparava a casa. Spostò il sorriso verso la ragazza, inclinando la testa verso destra. Perché diavolo tutto questo gli dava un terribile senso di deja-vù?
    -Quarto anno, eh? Spero di entrare nella squadra anche io! Sono, modestamente - la faccia non tradiva la benché minima modestia - un ottimo battitore!
    Quei capelli…
    “Merlino, Nick, basta! Sta diventando una cosa inquietante, smettila.”
    Si riportò la tazza alle labbra, per mascherare il conflitto che stava avendo con il suo cervello, e dopo averla riposata tagliò con la forchetta un pezzo di fetta di torta, trovandosi ad imitare i movimenti di Jessica.
    -Ahi ahi, non ci siamo! Il thè è la bevanda dell’anima, dice sempre mia madre. In qualsiasi situazione, fa sempre bene!
    Rise con lei, assaporando la torta e sospirando contento al tripudio di sapori che la componevano, per poi rialzare lo sguardo sulla ragazza e annuire, leggermente impressionato.
    -È un super potere dei prefetti ricordarsi le casate di tutti gli alunni, o sei solo tu che sei speciale?
    La guardò indicare il tavolo dei prefetti sulla destra, e sorrise anche lui di traverso allo strano luccichio che aveva animato gli occhi della ragazza. Annuì velocemente, per farle capire che andava bene, la osservò alzarsi e mentre anche lui si alzava la vide indietreggiare come una gatta verso il tavolo rosso e nero.
    I flash della festa erano davvero troppi per essere ignorati, e la figura di Jessica circondata da quei colori…troppo familiare per essere un caso. Scosse la testa, deciso a non sovrapporre l’immagine di J con quella della ragazza appena conosciuta, e la seguì al tavolo, posando il suo vassoio con grazia e sedendosi, stavolta, proprio accanto a lei.
    -Ah be, voi prefetti vi trattate alla grande, devo dire. Quasi quasi mi impegno per diventarlo anche io…

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    Jessica Whitemore
    A Jess piaceva parecchio fare nuove conoscenze, soprattutto se si trattava di ragazzi carini e con un buon potenziale, così com'era Nick. Lasciò che si sedesse con il proprio benestare, sorridendo alla sua mancanza di modestia, un punto decisamente in comune con lei.
    Credo che la squadra abbia bisogno di un battitore, sì commentò, andando a memoria, poiché non si ricordava bene se lo avessero trovato. Sapeva che Cameron -lo conosceva solamente perché era il fidanzato di Mia- era uno dei due, ma se ve n'era un altro, aveva certamente un viso troppo anonimo nel volto di Jess, per poterlo ricordare.
    Forse dovrei venire qui più spesso. Magari puoi insegnarmi altri detti di tua madre replicò, ammiccando e prendendo anche lei un ennesimo pezzo di torta, trovandosi a tranciare la pancia del drago. Quella voce... si trovò a pensare, ricordandosi di averla certamente già sentita e non era sicura che ciò fosse avvenuto il primo giorno di scuola. In effetti, era abbastanza certo che non ci avesse mai parlato, con lui, prima di quel momento. Non avevano lezioni in comune ed il primo giorno era stata quasi tutto il tempo per conto suo. Quella cadenza, quell'eleganza... se avesse potuto, si sarebbe data una botta in testa per non continuare quelle riflessioni, tuttavia facendolo sarebbe risultata a dir poco pazza agli occhi del neo Hidenstoniano.
    Vorrei poterti dire che sono io ad essere speciale -ed in effetti lo sono- tuttavia... fece una pausa, guardandosi attorno come a volersi sincerare che non vi fosse nessuno, nemmeno gli stesse per confidare un segreto di stato.
    ...tuttavia ritengo che entri nelle cose che un buon prefetto deve sapere. Un'altra pausa, mentre ingollava un altro lungo sorso di te, passandosi una mano tra i capelli corvini. Il fatto è che sono stata scelta solamente perché per un periodo molto lungo, la ex prefetta -Elisabeth- si è dovuta assentare per problemi personali e non avevano nessun altro sbuffò dolorosamente. Gli costava uno sforzo immenso ammetterlo, soprattutto davanti a qualcuno che non conosceva... ma forse era proprio il fatto di non conoscerlo, che glielo aveva fatto dire senza troppi problemi. Sarebbe stato diverso se davanti si fosse trovata uno dei suoi migliori amici, come Erik, Jesse e via dicendo.
    Però ben poche persone credono che io sia adatta per questo ruolo, ragion per cui certo di comportarmi al meglio... e sapere chi sono gli studenti, è il primo passo confidò quasi annoiata, perché le cose così burocratiche non le tollerava proprio, preferendo essere libera di dimenticare nomi e volti, ma pur di dimostrare a Lancelot che valeva qualcosa, lo avrebbe fatto. Tralasciando che ad inizio anno gli avesse dato dello stronzo.
    Comunque, propose a Nick di accomodarsi al tavolo riservato ai Prefetti, avvicinandosi con estrema grazia, sedendosi poi su una sedia in modo che riuscisse a vedere l'altro perfettamente negli occhi.
    Beh guarda, non è una possibilità così remota. Se mostri di comportarti bene e di impegnarti a scuola, non avrai certo difficoltà a diventarlo, prima o poi gli spiegò, guardandosi nuovamente in giro per evitare di parlare davanti a qualche professore. E se vuoi violare il coprifuoco od altre regole, non farti scoprire sussurrò ammiccando, con l'aria di chi lo avesse fatto un centinaio di volte come minimo, prima di allora.
    18 y.oStudenteBlack OpalIV annoFrom NY
     
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    NICHOLAS MC CALLISTER | 06/02
    16 | I ANNO | Dioptase


    Nick si stava divertendo, ed era decisamente contento della cosa. La giornata, per fortuna, stava davvero procedendo come da manuale. Se non fosse per quello strisciante senso di aver già visto questa ragazza mi starei godendo meglio anche il thè. Lasciò cadere l’argomento quidditch, certo che ci sarebbero stati altri modi e sopratutto un altro momento per parlarne, e si concentrò sulle successive parole dette dalla ragazza.
    -Dovresti, si. Se così fosse, avresti una cultura solo fondata su proverbi e detti, visti quanti me ne ha insegnati.
    Sorrise, ripensando a tutte le volte in cui la madre gli aveva ripetuto frasi e detti fino a farli diventare pane quotidiano della casa. Persino Tilly, l’elfo domestico personale di Nick, aveva cominciato ad andare in giro e a ripetere piccoli detti, fino ad adottare un “Tilly does as Tilly does” decisamente ripreso da sua madre. Si girò verso la ragazza, portandosi alla bocca la tazzina e bevendo un altro sorso di thè, notando come la ragazza lo stesse scrutando.
    “Che anche lei abbia le stessa sensazione…?”
    Rise di cuore alle parole di Jessica, trovandola deliziosamente simpatica e alla mano. Ascoltò la storia con cipiglio interessato, non intervenendo ma lasciandola parlare, e annuendo di tanto in tanto per rendersi partecipe. Quando lei finì la storia si portò una mano sul mento, pensieroso.
    -Be’, di alunni ce ne sono abbastanza da permetterti di cambiare idea. Non penso che la preside nominerebbe prefetto qualcuno di cui non si fidi o che non pensi sia adatto per il ruolo. - sorrise a Jessica, sincero - e per me hai già provato il punto, quindi complimenti!
    Si accomodò all’altro tavolo e l’ascoltò riprendere il discorso prefetti, che allontanò con una scrollata di spalle.
    -Bah, ti dirò. Non sono stato prefetto ad Hogwarts, e tanto mi basta per capire che non sono portato. Le ronde, il casino che devi fare per metterti d’accordo…nah... - mangiò un boccone di torta, sorridendole - poi magari cambio idea, chissà.
    Si poggiò lentamente al tavolo con i gomiti, come a pensare a qualcosa di distante, e guardò la ragazza.
    -Poi, già mia madre mi rompe le scatole con organizzazioni di balli e cene e feste per purosangue imbalsamati, ci manca solo dover pensare a d essere prefetto!


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    Jessica Whitemore
    Tra tutti i mille difetti che si potevano attribuire a Jess -poco rispetto nei confronti delle regole e dell'autorità, leggerezza, impulsività e tanti altri- non si poteva certo dire che non accogliesse calorosamente i primini ogni anno, anche prima di diventare prefetta, cosa avvenuta -per altro- solamente l'anno prima, quello stesso mese.
    Non si smette mai di imparare, quindi sarei lieta di conoscerla! Non stava esattamente scherzando, ma Jessica era così, non sapeva nemmeno cosa fosse la timidezza, non sapeva cosa fosse il pudore. Bastava pensare che girava tranquillamente in biancheria per la propria sala comune, indipendentemente dal fatto che vi fossero suoi compagni o meno.
    Non conosci la Burke affermò con una leggera risata, sollevando la tazzina ancora fumante, davanti il viso. Non so se ti hanno raccontato qualcosa di tutti gli avvenimenti successi in questi ultimi tre anni, ma non fanno certo buona pubblicità. Eppure i genitori continuano a mandare qui ragazzi ogni anno commentò sovrappensiero, chiedendosi come ancora facessero a fidarsi di Victoria. Naturalmente era felice che l'Accademia non chiudesse, ma era davvero curiosa di come ce la facesse. O forse il governo magico era abituato ad Hogwarts ed a tutto ciò che era successo, ragion per cui chiudeva un occhio davanti qualche piccola mancanza della platinata preside.
    Sorrise colpita ai complimenti di Nick, ringraziandolo con un impercettibile cenno del capo. Era una tipa orgogliosa e ringraziare le era difficile, ma Nick aveva tutta la sua gratitudine, in quel momento.
    Rise. Oh essere prefetti richiede meno di quanto sembri! Ma anche lei, non diede più troppo peso al discorso, mostrandosi interessata alla vita dell'altro, sentendo ancora quella sensazione di familiarità, dopo la sua ultima frase.
    Wow... e organizzi così tante cose? Ti posso capire; a me non è richiesto di farlo, ma devo subirmi mio zio... oltre al fatto che mi ha trascinata per tutta l'estate -per il tempo che sono stata a Londra, almeno- a vari balle e feste! L'ultimo non è stato molto tempo fa, magari c'eri anche tu ridacchiò la ragazza, ritenendolo comunque parecchio improbabile perché per quanto non sembrasse, Londra era parecchio grande e magari lui nemmeno conosceva la famiglia. Mi pare si chiamassero... scorse un attimo nei cassetti della sua memoria, arrampicandosi per archivi immaginari in cerca di quel nome per lei così tanto difficile da memorizzare. ...Selwyn!
    18 y.oStudenteBlack OpalIV annoFrom NY
     
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    NICHOLAS MC CALLISTER | 06/02
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    La sensazione di aver già conosciuto Jessica non se ne voleva proprio andare. Anche il modo in cui rispondeva, come si poneva rispetto a cosa le diceva, sembrava una cosa già vista.
    “Già, ma dove..?”
    Sorrise alla risata di lei, scuotendo leggermente la testa per farle capire che effettivamente non aveva conosciuto la preside dell’istituto.
    -Mai vista, mai parlato con lei. - alzò le spalle, noncurante - mh, io so che è una scuola che da ottime basi per poter andare bene nel mondo del lavoro. Sicuramente un po’ di adrenalina non guasta!
    Rise, pensando che effettivamente sua madre non doveva sapere nulla di tutti quegli avvenimenti, altrimenti in quel momento si sarebbe trovato probabilmente ancora tra le mura della cara e vecchia Hogwarts. Non che quella fosse effettivamente più sicura, ma sempre meglio di niente.
    Rise con lei all’affermazione sui prefetti, lasciando cadere l’argomento per uno molto più interessante.
    Sorrise comprensivo a Jessica quando questa nominò lo zio, lasciandole intendere che effettivamente avere dei parenti fissati con queste cose non era sempre un bene. Si spostò leggermente in avanti con il busto, con la bruciante sensazione che finalmente le sue domande avrebbero avuto risposta. La guardò pensare attentamente al nome della famiglia, e si ritrovò quasi a sperare…
    Si ritrasse di botto, guardandola meglio e dandosi dell’idiota in tutte le lingue che conosceva. Merlino, come aveva fatto ad essere così stupido e a non riconoscerla? Certo, la maschera che aveva indossato per tutta la serata non aveva di serto aiutato, ma come aveva potuto non riconoscere quegli occhi, quella scintilla che aveva ogni volta che diceva qualcosa…Le labbra! Morgana benedetta, come aveva fatto a non riconoscere quelle labbra?
    Decise di giocare, come avevano fatto anche quella sera. Si spostò in avanti, sorrise con la fossetta in mostra e inclinò la testa di lato.
    -Si, c’ero. Ho ballato con un diavolo vestito da angelo, e mi sono divertito da matti, stranamente. - allargò il sorriso, facendolo diventare quello che sua madre definiva “il sorriso dello stregatto” - come va, J?

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    Jessica Whitemore
    Tutta la loro conversazione precedente sparì in un soffio, a quel sussurro, immobilizzandola sul posto, le braccia appena posate sul tavolo, il sorriso congelato a metà. Come aveva fatto a non accorgersi di tutte quelle similitudini? Persino la canzone che aleggiava nella stanza, era un segno. Si trovava davanti Evan, in quel momento... solo che o non era il suo vero nome, oppure il secondo o qualcosa del genere. Glielo avrebbe certamente chiesto, prima o poi, non appena fosse sparito lo shock.
    Evan ricambiò non appena riacquisì la capacità di parlare, deglutendo appena ma senza distogliere il suo sguardo, mostrandogli quell'espressione da diavoletto angelico che l'aveva colpito, non facendo percepire il suo sbigottimento per un secondo di più.
    Sono prefetta nonostante abbia dato dello stronzo ad Olwen il primo giorno di scuola ed abbia lanciato una fattura contro la Lynch davanti agli occhi della preside. Quindi direi benone annunciò, lo sguardo al solito furbo e malizioso, mentre osservava i lineamenti dell'altro. E chi si aspettava di incontrarti di nuovo sussurrò, leccandosi il labbro inferiore, puntandolo come una tigre fiera punta la propria preda. In effetti, Sam la paragonava spesso ad una tigre e forse aveva proprio ragione.
    Tu, Evan? Replicò la domanda, sottolineando ogni sillaba del suo nome con la lingua. O dovrei chiamarti Nick, adesso? Domandò quindi, sorseggiando il suo thé fino a vuotare la tazzina. Lanciò uno sguardo all'orologio, soghignando. Ormai erano le 17 e mezza, la cerimonia del the era passata e potevano spostarsi altrove, forse in un posto un po' più adatto a loro. Finì anche la sua torta, provocandolo com'era solita fare, osservandolo ed assaporando lentamente ogni boccone, finché il suo piatto fu completamente pulito, pronto per essere portato via dagli elfi. Senti, perché non ce ne andiamo da qualche altra parte? Sibilò con sguardo lascivo, protendendosi verso di lui, con quella divisa poco abbottonata, senza proprio niente sotto.
    18 y.oStudenteBlack OpalIV annoFrom NY
     
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