Resilient Evil

Skyler Mave

Forse iscriversi alla Lega dei Duelli non era stata una buona idea, data la sua scarsa propensione al combattimento, ma ormai Skyler aveva deciso: per diventare un difensore migliore, era necessario sapere quanto fossero più forti i maghi contro cui combatteva. Fino a quel momento infatti, salvo qualche stronzata fatta con Markab per attirarsi le ire di due Troll e una piccola scaramuccia con una druida millenaria (durante la quale comunque Brian Ensor si era dimostrato ben più pericoloso), l’Infermiere non aveva avuto poi molti più contatti con nemici degni di questo nome.
Reputava pericoloso, però, starsene con le mani in mano.
Aveva sempre pensato che uno dei modi migliori per crescere dal punto di vista magico fosse quello di affrontare le proprie paure: tuttavia, era da tempo che l’uso dei Dissennatori era stato vietato dal Ministero, e anche prima non è che fosse particolarmente facile reperirne uno.
Come fare, allora?
Aveva pensato bene di fare a meno di usare un Dissennatore, quando un Molliccio poteva benissimo fare le stesse cose, ma senza per forza causare la perdita della sua anima.
‘E poi, la mia anima è a rischio dal momento in cui ho conosciuto Markab, no?’
Trovare un Molliccio papabile era comunque stato arduo; fortunatamente, aveva trovato uno dei “fondi di magazzino” delle lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure nella Stanza delle Necessità. O, forse, la creatura si era nascosta lì con la speranza di vivere tranquillamente e Skyler era andato a rompergli le palle.
Certo, il ragazzo non si sarebbe mai aspettato che un incontro con un Molliccio potesse essere così terribile.
Aveva aperto le ante dell’armadio in cui si trovava il Molliccio, e questo si era subito palesato in un modo, per così dire, creativo.
Un’orda di zombie, capeggiata dai suoi parenti. E Markab. E i gatti sia passati che presenti.
Skyler sapeva benissimo che la sua più grande paura fosse la morte delle persone a lui care, ma vederle in quello stato lo colpì ulteriormente: non solo erano morti, ma non avrebbero mai più potuto riconoscerlo.
‘No… non è vero, ricordatelo…’
Eppure, come poteva puntare la bacchetta contro le persone (e gli animali) che più amava in assoluto, in qualunque multiverso si trovasse (eccetto quello in cui li odiava, ma ehi - di quell’universo a chi importava?)?
Tentò di alzare il braccio della bacchetta, ma era paralizzato: cosa poteva fare? I gatti zombie (Golden Nugget, Caramac, SevenUp e Bloody Mary) sembravano quasi essere l’animalizzazione (‘Si dirà così?’) dei Cavalieri dell’Apocalisse, e altrettanto minacciosamente si avvicinavano, soffiando. Markab, i Nonni e la Madre invece avevano un passo ben più lento, ma che lasciava ben presagire la loro pericolosità.
Non poté fare a meno di indietreggiare lentamente, pensando ad un modo divertente per sconfiggere il Molliccio.
“Buoni - sapete che non mi piacciono i Resident Evil… preferisco i film stupidi sugli zombie, tipo Zombieland… o La Notte dei Morti Dementi…”
In fondo, era Skyler, ed il modo migliore che conosceva per affrontare i nemici era parlargli: certo, questi nemici non avrebbero mai risposto a lui, ma tanto valeva fare il tentativo. E soprattutto, dire stronzate era il modo migliore con cui aveva sempre affrontato ansia e paura: non era ciò che avevano fatto insieme a Markab, quando avevano giocato la prima volta a Dead Space?
Intanto, i gatti zombie avevano iniziato a balzare sempre più vicino: era così che si comportavano i Mollicci, quando la loro vittima era messa alle strette?
“Voi… non siete reali - o siete morti, e quindi innocui, o siete vivi, e quindi fanculo - più tardi vi chiamo e facciamo qualcosa insiemEEEH!”
I felini balzarono verso di lui e, difendendosi con il braccio sinistro, impugnò saldamente la bacchetta con la destra e urlò, non senza una certa nota di terrore, “RIDDIKULUS!”.
Gli zombie si ritrovarono in Modalità Bubble Head, per cui persero l’equilibrio, sbattendo le fronti giganti dei loro capoccioni per terra. Per quanto nella realtà sarebbe stato dispiaciuto per una scena del genere, avrebbe comunque riso: in quel frangente, sapendo che si trattava di un Molliccio, non ce la fece e iniziò a ridere sguaiatamente, mentre con la bacchetta li - anzi, ormai lo - faceva rotolare per rinchiuderlo dentro l’armadio.
“E sta’ lì finché non sei pronto per il coming out, tesoro bello!”

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