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.|thomas seanàn roberts|
Era inutile dirlo, da quando era arrivato a Hidenstone non riusciva a fare a meno di pensare ad Emma. Dopotutto aveva fatto di tutto per entrare a scuola solamente per lei, per poterla incontrare, e ancora non era riuscito a concludere niente di fatto. Okay, okay, era vero, non era lì da chissà quanto e forse non avrebbe dovuto essere così severo con sé stesso, ma a parte una presentazione fallimentare aveva fatto ben poco altro e si sentiva in colpa per non aver fatto di più.
Avrebbe potuto, condividevano lo stesso tetto e anche se non erano nella stessa Casata avrebbe potuto provare ad avvicinarla in Sala Grande, durante uno dei pasti, e ci aveva anche pensato ma alla fine a parte vacillare in modo piuttosto evidente, tormentarsi le mani sudate e fare avanti e indietro mille volte non aveva concluso niente. Non c’era da sorprendersi se alla fine Emma aveva fatto il primo passo: per quanto per Tom risultò tutto assurdo, era un miracolo che la ragazza si fosse mossa per prima perché in caso contrario probabilmente il ragazzo avrebbe aspettato in eterno o, peggio, avrebbe finito per fare una delle sue scenate imbarazzanti.
Quando aveva visto il cagnolino arrivare da lui si era un attimo stranito ma lo aveva riempito di coccole, e Mirtillo aveva impiegato ben poco a fare la conoscenza di Mr Erminio. Il suo cuore era accelerato anche solo aprendo la busta, ma leggendo il nome di Emma sulla lettera non aveva potuto fare altro che agitarsi ancora di più. Avrebbe provato a cercarla con lo sguardo per la stanza, fallendo miseramente e cercando di superare il suo imbarazzo coccolando Mirtillo, ma senza riuscire a sentirsi meno idiota.
Emma gli aveva appena chiesto di vedersi! Dannazione, che cosa avrebbe dovuto fare?! “Okay, okay, calma… andrà tutto bene, significa che gli stavo almeno simpatico no, Mirtillo?! O non mi avrebbe mai chiesto di vederci. E’ un buon inizio.” provò a confortarsi, sussurrando il suo discorso di incoraggiamento al fedele cagnolino per poi alzarsi, come sempre in ritardo, e schizzare a lezione.
Se già non si considerava un amante dello studio, non appena aveva qualche distrazione in più –e poteva anche essere un filo tirato del suo maglione- non riusciva più a stare attento. Come compagno di banco non si poteva definire certo facile: ogni volta che non riusciva a concentrarsi finiva sempre per muoversi in qualche modo, incapace di stare fermo in un solo posto per più di qualche minuto. E così aveva passato la mattinata a giocherellare con la bacchetta, a saltellare sul posto quando era in piedi e si era preso diversi rimproveri, tutti seguiti dalle sue scuse ma conclusi con un niente di fatto. Insomma doveva vedere Emma, e che cavolo, come poteva stare tranquillo!
Quando l’ultima lezione era finita era schizzato nella Sala Comune Black Opal, aveva lanciato i suoi vestiti sul letto col rischio di schiantare, nella foga, Mr Erminio contro la testiera – non preoccupatevi, l’ermellino era abituato a queste cose più di chiunque altro- mentre cercava qualcosa da mettersi. Il suo letto si sarebbe trasformato in un armadio mentre ammassava cose su cose, per poi decidere di mettersi dei jeans e una maglietta molto simili a qualsiasi altro capo del genere. Si sarebbe guardato nel piccolo specchio mezzo rotto che aveva sulla scrivania, cercando di sistemarsi i capelli. “Ok. Ok. Tranquillo. Devo respirare. Mamma lo dice sempre, andare in iperventilazione non aiuta a mettere in ordine i pensieri. Sto solo incontrando la mia gemella che non sa della mia esistenza…che sarà mai!” provò a dirsi, sforzandosi di fare un sorriso che risultò comunque poco convincente. Mr Erminio si arrampicò fino alla sua spalla appena in tempo per seguirlo fuori dalla porta, mentre quasi correva verso la Guferia, per non arrivare troppo in ritardo.
Avrebbe fatto il suo ingresso con il fiato corto e il cuore avrebbe perso un battito nel vederla vuota, salvo poi individuare Emma e sentire lo stomaco chiudersi all’istante. “C-ciao…disturbo?!” avrebbe chiesto, facendo lamentare qualche gufo forse per via della sua voce troppo alta.
PARLATO - ASCOLTATO - NARRATO
bymars. -
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.|thomas seanàn roberts|
Si era reso conto di quanto la sua risposta suonasse stupida nel momento esatto in cui aveva lasciato le sue labbra eppure che cosa poteva farci? Non voleva davvero infastidirla, anche se era tutto nato perché Emma gli aveva chiesto di uscire e non certo il contrario e quindi come poteva invitarlo se poi non lo voleva intorno?!
Sarebbe comunque arrossito leggermente, difficile determinare però se fosse per le sue parole o per la corsa, e si sarebbe passato le dita tra i capelli, annuendo. “Uhm … ha senso…giusto…” avrebbe borbottato, sentendosi ancora più stupido e ancora più impacciato di poco prima. Avrebbe lanciato quindi occhiata al gufo, agitato sul suo trespolo, inclinando appena la testa e impiegando qualche istante a realizzare di come probabilmente fosse stato proprio lui a infastidirlo.
“Ups… forse è il caso di non urlare troppo qui dentro.” avrebbe osservato, parlando più a sé stesso che ad Emma, visto che lei sembrava molto più pratica e stava cercando di rimediare ai suoi errori. Non mancò di notare quanto fosse portata per gli animali, dal momento che il gufo sembrò acquietarsi all’istante, con tanto di occhiata sorpresa da parte di Thomas. Occhiata che rivolse poi poco dopo anche ad Emma, sgranando appena gli occhi e trasformando la sua espressione in una stupida, preso in contropiede.
“Wow, hai pensato proprio a tutto!” replicò prendendo il bicchiere e cominciando a bere, ricordandosi qualche istante dopo che forse non era proprio gentile berlo tutto subito, lasciandone quindi metà. “Davvero buonissimo, grazie, era quello che ci voleva” ammise con un sorriso impacciato, sperando che la ragazza non lo prendesse troppo per pazzo, anche se l’agitazione non giocava molto a suo favore.
“Quindi sei amica degli elfi?! Figo! Mi insegni come fare?” si ritrovò a chiedere prima ancora di realizzare quanto potesse suonare strana una richiesta simile, fortunatamente salvato dai cioccolatini provvidenziali della bionda, che contribuirono a distrarlo e al contempo portarlo a illuminarsi, con un sorriso capace di rischiarare l’intera Hidenstone se unito a quello della gemella.
“Li hai fatti per me?! Oddio non dovevi, che bello, sono così contento di poter assaggiare qualcosa, sono sicuro saranno buonissimi!” cominciò a dire, e si costrinse a metterne uno in bocca per non cominciare a straparlare. Se la ragazza avesse avuto qualche dubbio sulla riuscita dei dolci di certo avrebbe potuto stare tranquilla, l’espressione entusiasta e sorpresa di Tom sarebbe stata un’evidente conferma di quanto per lui fossero buoni.
“Fono buoniFFimi!” avrebbe esordito entusiasta, arrossendo nel realizzare di aver parlato, come sempre, a bocca mezza piena e avrebbe poi provato ad imporsi più calma, sedendosi al suo fianco e cercando di mettere insieme i pensieri. “Non posso farmi prendere per matto da subito, non vorrà mai più vedermi tipo mai più più!” provò a ricordarsi, schiarendosi la voce e sorridendole imbarazzato. “Scusa… è che sono davvero buoni e io…uhm… diciamo che sono davvero felice di poter passare del tempo con te”
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.|thomas seanàn roberts|
Aveva aspettato quel momento per così tanto tempo che ora non gli sembrava vero di poter avere Emma lì, davanti a lui, e cominciava a testare sulla propria pelle che cosa intendesse la gente quando sosteneva che i social fossero pieni di menzogne. Ammetteva, almeno con sé stesso, di aver seguito Emma un po’ ovunque e aver cercato di capire qualcosa in più di lei attraverso le sue foto o i suoi post, ma ora che ce l’aveva di fronte si rendeva conto di quante cose avesse dato per scontate e quante ne avesse perse direttamente, senza rendersene nemmeno conto.
Non aveva capito quanto fosse portata con gli animali ma ora che la stava vedendo in azione faticava a negarlo. Le avrebbe sorriso, annuendo con sicurezza alle sue parole. “Oh lo vedo, ti ci vedrei bene come medimaga! Non che io ti conosca così bene, certo, ma si vede che sei portata per prenderti cura degli altri…” cercò di spiegarsi, nel vago tentativo di non sembrare uno stalker inquietante e spaventarla così, al primo incontro.
Aveva intuito che la ragazza fosse solare e amichevole, questo era qualcosa che poteva intuire anche dalle sue foto o da quello che commentavano i suoi amici, ma non aveva potuto ovviamente immaginare quanto potesse essere accomodante e gentile anche con lui, quando non lo conosceva nemmeno. Non era tenuta a comportarsi così, non sapeva niente di lui, e proprio per questo non poté proprio fermarsi dal cominciare a fantasticare sull’esistenza di un legame tra gemelli, qualcosa di personale, che solo loro condividevano e che non aveva spiegazioni logiche.
A Thomas piaceva la scienza, certo, e trovava affascinante li avere delle leggi e dei principi che dominavano il mondo, ma spesso si perdeva troppo nel suo mondo immaginario per potersi definire razionale e logico. Per lui poteva davvero esistere quel legame, quella sorta di filo invisibile che gli aveva sempre uniti, anche quando non ne erano consapevoli, e stava già fantasticando di tutte le volte in cui erano stati vicini, anche se non lo sapeva. Faticò a tornare alla realtà e buttò lì un sorriso impacciato, cercando di ascoltare le sue istruzioni.
“Mmmh…okay, non devono essere impegnati e sembrare gentili… ci proverò e ti saprò dire!” promise alla fine, anche se non era proprio bravo nel relazionarsi con gli altri e forse avrebbe finito per fare un po’ pena anche agli elfi, senza bisogno di quelle accortezze che, con ogni probabilità, avrebbe anche dimenticato.
L’ammissione della ragazza lo portò a guardarla intenerito, senza riuscire a capacitarsi di quanto fosse dolce e gentile un pensiero del genere. “Oh wow… beh in effetti hai un po’ ragione, nessuno nella casata mi ha accolto con succo di zucca e cioccolatini…!” ammise con un sorriso adorabile e al contempo impacciato, senza riuscire proprio a fare altro che annuire alle domanda dell’altra, già convinto che fosse la migliore pasticcera di tutti i tempi. “Hai proprio talento, io sono una frana in cucina e ora Mia ha una temibile rivale, potresti batterla di certo!” le comunicò anche se lui le leccornie di Mia non le aveva mai assaggiate ma ormai era partito per la tangente e sarebbe stato difficile fargli cambiare idea.
Avrebbe cominciato a mangiucchiare i cioccolatini e si sarebbe seduto a terra, accanto a lei, per poi bloccarsi all’istante quando l’altra cominciò a parlare di quelle cose. Emma forse non ci aveva pensato, ma tirare fuori il discorso mentre Tom stava bevendo il suo succo di zucca non era una buona idea: il ragazzo cominciò a tossicchiare, sempre più forte, spaventando qualche gufo nella voliera e cercando di riprendere a respirare, cosa che avvenne dopo qualche minuto, con una certa fatica. ” Oh…Uhm… anche io ho questa sensazione.” riuscì solo a dire alla fine, la voce gracchiante e le guance arrossate, il cuore accelerato nel petto, il cervello che cominciava ad andare in pappa. “Che poi magari non è una sensazione e basta! Cioè boh magari in una vita precedente no? O quando eravamo piccoli… non a scuola, io sono andato ad Ilvermory, però così no, per dire…”
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.|thomas seanàn roberts|
In quel momento avrebbe tanto voluto entrare nella sua testa per capire che cosa pensasse la ragazza di lui, come lo vedesse, quanto stupido apparisse ai suoi occhi. Non era mai stato bravo a interagire col prossimo, ancora meno quando era sotto stress e non era proprio il tipo che riusciva a calmarsi. Ci provava, davvero, si sforzava di non straparlare o di non fare la figura dell’idiota, ma ogni volta falliva miseramente e anche se ora avrebbe voluto fare una bella figura, almeno con Em, sentiva che non sarebbe andata meglio del solito.
Di certo la bionda era molto più brava di lui, e se una parte di Tom un po’ la invidiava, l’altra era fiera che quella bontà e quella dolcezza fosse andata da qualche parte, tra loro due. Le sorride intenerito, annuendo con vigore anche se lui Erik lo aveva solo sentito nominare e non lo conosceva di certo. “Oh sono sicura che sarai anche meglio!” le comunicò con orgoglio, e probabilmente l’altra non avrebbe capito il motivo di quel sentimento ma per lui era chiaro che lei avesse qualche punto in più. Era di parte? Forse. Si era costruito parecchi castelli in aria immaginando come fosse e forse si stava facendo un po’ troppo prendere dall’entusiasmo.
“Dopo pranzo…ricevuto…!” ripetè provando a concentrarsi per poi ascoltare la sua opinione sugli opali, che in effetti gli sembravano un po’ particolari ma lui che cosa poteva saperne?! “Vedrò di tenere a mente anche questo, allora.” promise con aria forse fin troppo solenne, una parte di lui ben conscia di come avrebbe dimenticato tutto nel giro di qualche secondo, troppo concentrato sull’instaurare un legame decente con la sua gemella inconsapevole, legame che lui stesso stava già sabotando con le sue terribile figure da idiota.
Cercò di riprendere a respirare in modo normale, scuotendo la testa di fronte al suo senso di colpa e cercando di parlare quasi subito, perché non si rattristasse troppo. “No, no… non è colpa tua…sto bene.” borbottò piano, sentendosi un idiota per aver reagito in quel modo e provando
“Oh lo s-… Voglio dire, anche io!” rispose istintivamente, il cuore accelerato nel petto e l’urgenza di dire qualcosa che teneva per sé da così tanto tempo da non riuscire nemmeno a ricordarsi quando avesse cominciato. Dal momento in cui aveva scoperto di avere una gemella aveva iniziato a fantasticare su quell’istante in cui si sarebbero incontrati, aveva immaginato quella stessa scena così tante volte che ogni tanto si chiedeva se non fosse già successo, se fosse davvero tutto frutto della sua immaginazione oppure no.
“Non è mai successo prima, non fare scherzi e non impazzire. Con calma. Non vuoi rovinare tutto.” provò a ricordarsi, schiarendosi la voce e provando poi a dire qualcosa di sensato. “Non tutto, intendo che anche io sono nato a Dublino… poi sono cresciuto un po’ in giro, la mia famiglia ha girato il mondo… non la mia vera famiglia, la mia famiglia affidataria.” si ritrovò ad aggiungere, cercando di essere chiaro e non perdersi troppo ma finendo per mettere troppe informazioni insieme, in ogni caso.
PARLATO - ASCOLTATO - NARRATO
bymars.