Provino Percezione dell'ignoto

Il problema principale di Morrigan risiedeva nell'incapacità di riconoscere i propri limiti. Per il docente c'era sempre qualcosa da migliorare, o per lo meno da lasciare meglio di come l'aveva trovato. In quel particolare giornata il compito che si era posto corrispondeva, in sunto, al rendere i suoi sensi quanto più affinati possibili.
"Vediamo dove le hanno nascoste" Si trovava all'entrata delle segrete e, una volta portato il peso sulle ginocchia, allargò le braccia in modo da espandere nel meglio delle sue capacità la cartina che aveva davanti.
"Interessante" La mappa era stata "presa in prestito", o "trafugata" a seconda dei punti di vista, dall'immensa libreria di Hidenstone. Morrigan né aveva studiato i bordi e i limiti, i punti salienti e quelli più noiosi, e nel farlo non ci mise molto perché: primo, non era completa; secondo, si riferiva soltanto alle Segrete del castello.
"So che non mi deluderanno"Per rendere più "intrigante" il task della giornata, aveva preso tre dei suoi studenti G.E.M.M.A. più meritevoli affidandogli un compito delicato: vi do tre trappole, nascondetele nelle segrete e assicuratevi che nessuno vi entri. Ovviamente quei piccoli "imprevisti" erano stati incantati in modo che l'unico a poterli innescare sarebbe stato lo stesso professore.
"Sarà facile, su su" Le palpebre si fecero affilate e lo sguardo vagò tra i corridoi. Mantenere la concentrazione con il fetore di umidità e il distante ticchettio dell'acqua contro il pavimento era difficile, sopratutto per qualcuno super attivo come lui, però ci riuscì.
"Forse è quello?" Una luce blu attirò la sua attenzione e, bacchetta alla mano, Morrigan avanzò di un passo.
«BuUuUuUuuu» Uno dei fantasmi senza nome comparve dalla parete alzando le braccia incorporee contro Morrigan «CoSa Ci FaI nEl LuOgO iN cUi SoNo MoRtO???».
«Ma saranno cazzi miei? E ora lasciami trovare le trappole che ho già fame» Il braccio fece per tracciare qualche ghirigoro ma si bloccò giusto in tempo quando l'altro, amareggiato, scivolò nel pavimento.
Morrigan e avanzò ma fu un errore.
Clack. E un raggio di energia fotonica gli venne vomitato contro. Il magitecnico fece giusto in tempo a proferire un «Protego» ma la maglietta che indossava venne comunque disintegrata facilmente.
«Non ci siamo» La mappa venne gettata a terra. «Ho bisogno di qualcosa di più dei miei sensi...» Insomma, quelle trappole le aveva create il miglior magitecnico al mondo, mica uno qualunque.
Un semplice gesso venne usato per tracciare un trapezio e i simboli richiesti dal Sigillo di Corvus. Poiché le trappole sparavano un silenzioso ma letale getto di luce complessa, il numero di riferimento fu l'8, collegato agli incanti naturali.
«Ah... cazzo» La mappa non mostrò alcuna trappola e il magitecnico cancellò il simbolo con cura. «Ho creato le trappole sfruttando anche le mie conoscenze magitecniche e alchemiche» Assieme all'8 arrivò anche il 4, collegato all'alchimia.
In una questione di secondi delle fioche luci ripresero a brillare nella mappa. Trovare le restanti due trappole fu facile, ma il problema di Morrigan risiedeva nel non riconoscere i propri limiti.
«Cosa nascondi?» Il suo pellegrinare lo aveva portato di fronte all'enorme portone. Portone che Morrign avrebbe voluto superare, ma non prima di averne pienamente compresi i segreti.
Il braccio si tese verso quel guardiano immobile e, nei più naturali dei modi, il mago tentò di sfruttare il migliorato intuito per comprenderne i segreti attraverso il rito di dialogo magitecnico «Rivelami cosa nascondi».

«Parlato»
"Pensato"
Narrato