Un fortuito incontro

Gyll&Aidan - contest

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Il rientro a scuola era stato più che movimentato e questo aveva fatto sì che Gyll si trovasse un sacco in difficoltà a riprendere il ritmo. Non era tanto l'idea che doveva tornare a lezione, quest'anno, che la preoccupava, quanto il fatto che quelle lezioni la dividevano dalle giornate di tirocinio con Gerald che sembravano il momento che attendesse con più foga, la mezza-veela.
    Erano cambiate tante cose e si era ritrovata ad avere a che fare con mille occhi addosso e un sacco di dicerie sul suo conto. Era chiaro che Gyll non amasse quelle situazioni, forse era per questo che quando poteva, fuggiva a Denrise per godere un po' della pace del luogo.
    L'anno era appena iniziato e già non faceva altro che contare i giorni che mancavano alle prime vacanze, quelle di Natale. Forse non si era ambientata abbastanza a scuola? Per questo sentiva tutto quel peso? No, era certa che non fosse solo per questo motivo. Era come se si sentisse continuamente in gabbia, tra quelle mura e lei non era una che voleva stare in gabbia.
    Quell'anno, l'unica consolazione nel castello era il fatto che avesse deciso lei cosa studiare e non un programma di studi che non badava alle sue esigenze. Per tale motivo, Gyll si sentiva un attimino più certa che i suoi voti si alzassero, convinta che il tutto si basasse sulla sua poca attenzione nelle materie che non amava.
    La mezza-veela, quella sera, aveva deciso di recarsi in uno dei punti più alti del castello, per poter ammirare da lì l'orizzonte e cercare di scorgere il villaggio di Denrise.
    Il tempo non era proprio dei migliori, la sera ormai le temperature si abbassavano e questo faceva sì che spesso ci voleva una felpina. Gyll, però, non era una che badava troppo a queste cose e salì quella scala a chioccia, senza nemmeno procurarsi prima una maglietta che coprisse la sua t-shirt bianca a maniche corte. Le gambe erano scoperte, portava solo la gonna della divisa e con quella il vento appena muoveva le balze. Salì fino alla voliera e si guardò attorno, notando come quegli animali fossero veramente più grandi rispetto alle civette e i gufi che erano al piano inferiore. L'odore acre che solitamente si sentiva la mattina era molto meno, dovuto alla finestra che si era aperta per permettere ai rapaci di cibarsi. Guardò i trespoli e sentì molti di loro gracchiare. Arrivata alla finestra guardò oltre quelle mura e sbuffò. Non voleva starci lì, proprio come ogni anno quando iniziava. Solo che questa volta non era scappata via dalla lezione piangendo e rifugiandosi nell'aula vuota, dove Aidan l'aveva trovata.
    Aidan.
    Altro bel grattacapo, quell'anno. Non voleva ferirlo e l'aveva ferito.
    Non voleva perderlo e l'aveva perso.
    Eppure, se avesse dovuto scegliere di tornare indietro a quella scelta, probabilmente non l'avrebbe fatto. Lei aveva scelto di andare con Gerald e lo aveva capito solo nel momento in cui aveva avuto entrambi i ragazzi nello stesso posto. Al cuor non si comanda, no? Peccato che c'era troppo di non detto che forse Aidan doveva sapere.
    Prese un respiro profondo e caccio il magifonino, scorrendo tra i contatti e trovando quello di Aidan «Ehi...
    Sono Gyll. Ti andrebbe di incontrarci in voliera?»
    - inviò, senza pensarci troppo su.
    Gyll McKenzy

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Come calmava le sue incazzature Aidan, quando era solo? Ascoltava musica. E la musica era di quelle forti. Potenti. Hard Rock o Alternative Rock, tipo i System of a Down. O ancora peggio, Heavy metal come gli Slipknot. Non era un grandissimo amante di quel gruppo ma, davvero, gli faceva benissimo quella musica, in quel momento.
    E quindi era sdraiato sul suo letto, le braccia dietro la testa, con gli auricolari alle orecchie e gli occhi chiusi a cercare di stare un po' tranquillo.
    In quel momento c'era un bel pezzo del gruppo Heavy Metal. Nemmeno così pesante in realtà, conoscendo altri pezzi del gruppo.
    E sarebbe rimasto in quella posizione finché non sarebbe stata ora di mangiare. Se solo non fosse arrivato un messaggio che non si aspettava minimamente, soprattutto quel giorno.
    Aidan aprì gli occhi, appena sentì vibrare il cellulare. Tenne la musica in riproduzione e accese lo schermo per vedere da chi arrivava il messaggio. Era Gyll. E l'incazzatura tornò a farsi setire. Strinse i denti dalla rabbia, resistendo alla tentazione di tirare il cellulare contro il muro della stanza, e sbloccò la schermata, aprendo il messaggio.
    Si limitò ad un semplice e freddissimo
    CITAZIONE
    'ok.'

    , anche se non avrebbe voluto risponderle, o risponderle in modo completamente incazzato, che non aveva voglia di vederla. Però la curiosità di sapere da quanto tempo andava avanti quella storia era davvero tanta, quindi decise di andare in quell'incontro.
    Non perse nemmeno tempo a vestirsi bene. Aveva solo un paio di pantaloncini ed una camicia mezza sbottonata. I capelli...non gli fregava un cavolo se erano ordinati o no (Tanto non ci dava mai una sistemata).
    Tenne la musica alle orecchie, si mise in piedi e con tutta la calma che aveva, si incamminò verso la voliera.
    Ci mise circa mezz'ora, prima di arrivare.
    Entrato in voliera, si appoggiò allo stipite della porta con una spalla e incrociò le braccia. “Che c'è? Il tuo amato denrisiano del cazzo non lo vedi oggi?”.
    C'era bisogno di cominciare in quel modo? No. Era ovvio che avrebbe detto quelle parole? Assolutamente sì. Era Aidan, dopotutto. Non riusciva a non dire ciò che pensava. E quando era incazzato era ancora peggio.
    Aidan Hargraves

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    Il messaggio freddo di Aidan c'era da aspettarselo. Gyll non pretendeva di trovare cuoricini e fiorellini tra i suoi messaggi, dopo quello che gli aveva fatto, ma ovviamente si era preparata a tutto quello e sapeva che recuperare il rapporto con Aidan era difficile. Ma se non si fosse tolta subito il sassolino dalla scarpa, forse sarebbe stato impossibile farlo successivamente.
    Aspettava l'arrivo di Aidan facendo su e giù nella voliera, mangiandosi appena la pellicina intorno al pollice, con estrema cautela.
    Come avrebbe iniziato il discorso? Cosa gli avrebbe detto? Non aveva idea, non si era preparata, come sempre aveva agito d'istinto e aveva fatto un casino, così come la via che l'aveva portata a quella situazione con lui.
    Stava continuando a far su e giù, quando la voce di Aidan la fece sobbalzare dallo spavento, tanto da tirare troppo forte la pellicina e far uscire una puntina di sangue e un piccolo bruciore. «Merlino.» - bisbigliò portandosi il dito alle labbra per tamponare quella ferita.
    Lo sguardo cristallo si volse verso Aidan, mentre induriva appena la mascella per quelle parole rivolte a Gerald che continuavano stranamente ad infastidirle «Oggi ho lezione.» - disse lei, come se a lui interessasse davvero il motivo per cui non facesse una capatina a Denrise. Che poi, con Gerald avrebbe svolto i suoi tirocini, quindi quello significava sicuramente più tempo con lui, ma questo era una cosa che ad Aidan non sarebbe interessata. Fece un paio di passi verso di lui, fermandosi a mezzo metro circa «Volevi sapere, no? Beh... che ne dici se iniziamo a parlarne? Siamo soli io e te, adesso. Puoi farmi tutte... tutte le domande che vuoi.» - i suoi occhi celesti puntavano Aidan, era sincera nel suo parlare e lui avrebbe riconosciuto quello sguardo «... Aidan, so che può sembrare strano dopo quello che è successo, ma io ci tengo a te... davvero...» - mormorò, chinando lo sguardo sui proprio piedi.
    Gyll McKenzy

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    Se Aidan non fosse incazzato, forse avrebbe chiesto scusa per averla fatta spaventare. E se Aidan non fosse incazzato, vedendola portare quel dito alla bocca avrebbe risvegliato in lui qualcosa...e quel qualcosa può essere raccontato solamente in sala giochi. Ma Aidan era incazzato, e forse ho scritto troppe volte 'incazzato' che sembra che quello incazzato sia il player, Ma il Player non è incazzato perché vuole bene alla player di Gyll. Ma stiamo divagando.
    Dicevo: Aidan era incazzato e, nonostante gli occhioni di Gyll che lo facevano impazzire fissavano i suoi, non poteva dimenticare ciò che aveva fatto.
    Per cercare comunque di non cadere nella tentazione, Aidan distolse per un po' lo sguardo, improvvisamente interessato ad un barbagianni che ronfava tranquillo. Che poi era pure un bell'esemplare...Sto divagando nuovamente.
    “Aaah certo, la lezione. Giusto. Tanto poi lo vedrai quando farai il tirocinio. E immagino che bel tirocinio ti farà!” Aidan sbuffò, incrociando le braccia, senza distogliere lo sguardo dal barbagianni, che ora, svegliatosi, fissava con aria di rimprovero il giovane dioptase. "Che cosa guardi tu?" Mormorò al volatile
    Intanto ascoltò ciò che l'opalina gli stava dicendo, scuotendo la testa subito dopo e voltandosi verso di lei.
    “Forse devo ringraziare il professor Olwen per avermi rimpicciolito la mazza. A quest'ora il tuo amato denrisiano, sarebbe rimasto senza denti.” Fece un profondo respiro e riprese, tenendo sempre le braccia incrociate. “Tu tieni a me. Tieni a me, scopandoti un altro ragazzo. Nascondendomi questo per quanto tempo? Settimane...mesi! Forse non sai cosa vuol dire tenere ad una persona, se appena vedi un altro penedotato gli salti addosso!” Forse stava esagerando coi termini ma...indovinate? Aidan era incazzato.
    “Iniziamo con questa domanda, allora, dato che sei disposta a rispondermi. Quando sei stata con questo tizio? Quando è iniziata tutta questa storia?”
    Ormai voleva saperlo. Tanto per farsi un conto, per quanto tempo girava per la scuola con un paio di corna da cervo.
    Aidan Hargraves

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    Mentre la player di Gyll e il player di Aidan si amano in altri lidi, ecco i due piccoli attori virtuali che sono pronti a scannarsi con la forza di due leoni da arena. Gyll non stava facendo nulla per cercare di ammaliare il ragazzo, si concedeva solo quello sguardo fisso su di lui, quell'incastrare i loro occhi per cercare di giungere ad una civile convivenza, visto che l'anno era appena iniziato.
    La mezza-veela si aspettava uno scazzo come quello che Aidan iniziò a fare, quindi chiuse gli occhi cercando di non sbraitare anche lei per il fatto che implicitamente (e manco troppo) stesse insultando Gerald davanti a lei.
    Non reggeva proprio l'idea del biondo trattato in quella maniera anche solo a parole, ma ora non poteva reagire e doveva tentare di mantenere un equilibrio affinché non scoppiasse una lite ancora più brutta di quella che già non era venuta fuori «Sono certa che quel tirocinio sarà solo un tirocinio... Gerald è bravo ad insegnare.» - voleva mordersi la lingua per aver fatto un complimento al denrisiano davanti ad Aidan, ma non poteva fare retromarcia e mentire, per lei, era così difficile, soprattutto a causa del suo essere impulsiva che la spingeva a parlare prima di pensare. Guardò appena verso il barbagianni, per poi tornare al ragazzo «Aidan...» - mormorò appena, quasi a voler cercare di calmarlo, con un tono dolce e pacato «Lo ringrazio anche io, Olwen... o forse ora staremmo parlando con te nel letto del San Mungo o dal dottor Mave.» - ancora una volta aveva implicitamente detto che Gerald avrebbe avuto la meglio su di lui, ma allo stesso tempo che lei sarebbe andata al suo capezzale (?) per curarlo.
    Lo sentì sbraitare, quindi e strinse gli occhi per quelle parole. Le domande erano raffiche di lame taglienti e Gyll si morse il labbro: mentire o dire la verità? Il dilemma non si pose, era lì per chiarire e non avrebbe nascosto niente più.
    Prese respiro, lasciando ancora il silenzio tra loro, lo sguardo non si calò «Non gli sono saltata addosso, Aidan... so che tu pensi che io abbia perso la ragione e sia corsa tra le sue braccia, senza una motivazione, ma non è così.» - ok non era il modo migliore per iniziare «Ci siamo conosciuti durante la lezione di Rune, quando abbiamo cercato le uova di Ostara. Poi... mi ha invitato alla festa che si sarebbe tenuta la sera e sono rimasta per il rituale.» - lui sapeva di che rituale parlavano, visto che c'era a quella lezione «E' stato con me tutta la notte...» - non aveva finito il racconto, non gli aveva detto che non era stata la sola volta che si erano incontrati, ma lui aveva solo chiesto quando fosse iniziata, no? Non stava mentendo...
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    Forse ad Aidan piaceva farsi del male. Lui stesso stava cominciando a capire una cosa: A volte, dire la verità faceva male. Però Aidan capiva che dire la verità era giusto. Per questo lui diceva sempre ciò che pensava o ciò che aveva fatto. Non gli piaceva mentire, anche se era una cosa sbagliata. Forse...ometteva qualcosa, nelle verità, questo era vero. Ma comunque, sentendo le parole della ragazzina, Aidan rise con uno sbuffo e scosse la testa. “Oooh e cos'è che ti ha insegnerà? Ti insegnerà a fare p...mmmm” si bloccò subito, mettendosi un pugno in bocca e voltandosi. “Meglio che sto zitto, guarda.”
    Le parole di Gyll, subito dopo che lui parlò di Olwen che gli aveva rimpicciolito la mazza da baseball, fecero inferocire ulteriormente il dioptase che, però fece un profondo respiro. “Ne sei sicura?” Disse, finalmente volgendo lo sguardo sull'opalina. “Fossi in te non ne sarei così convinta.”
    Poi Aidan fece la fatidica domanda. La cosa che più gli importava era sapere dove era iniziato tutto questo.
    Sbuffò di nuovo, incrociando le braccia e osservando il solito barbagianni che ricambiava con quello sguardo di rimprovero come se avesse fatto qualcosa. Aidan alzò un sopracciglio e gli fece una linguaccia.
    “Non gli sei saltata addosso...però nel viaggio di inizio anno mi hai lasciato lì e sei corsa da lui.”
    mormorò, spostando lo sguardo verso il panorama che offriva la guferia e continuò ad ascoltare.
    Quando sentì ciò che disse, sentì come un nodo salirgli dallo stomaco fino alla gola. Per la prima volta in vita sua, Aidan si sentiva veramente ferito. Tradito.
    Non gli era mai importato nulla, le sue storie non duravano più di una settimana. Ma Aidan sentiva che con Gyll era diverso. E si era sbagliato. Certo, la storia era durata più dei suoi standard, ma era comunque troppo breve.
    Strinse i denti, mettendosi le mani tra i capelli, scompigliandoseli. “Ostara...fottuta ostara...” mormorò “Fottuto Ol...” si mise ancora il pugno tra i denti “Merda. Merda, merda, merda. Devo stare calmo.” Parlava più tra se e se, che altro. “Da ostara...Tutto questo tempo...” fece un altro respiro profondo e tornò a guardare fuori.
    “Che stupido che sono stato.” mormorò ancora, stringendo i denti e poi decise di guardare Gyll. “Sai una cosa? Io mi ero davvero innamorato di te. Ed è forse la prima volta che mi capita. Pensavo che avrei passato un altro bellissimo anno assieme a te...ma mi sono sbagliato” se lo avesse sentito Barnes in quel momento gli avrebbe tirato un ceffone per farlo risvegliare. Al pensiero dell'amico rise e scosse la testa “Che coglione che sono stato. Davvero un coglione.” rimase in silenzio per un po' e poi, all'improvviso gli scappò una domanda che forse non voleva fare. “Quante volte vi siete visti. E dove.”
    Aidan Hargraves

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    Sapeva che quel loro incontro non sarebbe stato semplice, sapeva che la rabbia faceva dire cose che a volte non si pensavano nemmeno, ma sentire Aidan comportarsi a quella maniera, la stava ferendo davvero tanto. Lo vide bloccarsi, ma il messaggio era chiaro: Gyll strinse i pugni lungo i fianchi e la mascella si indurì «Sì, meglio che stai zitto.» – disse lei con un tono decisamente diverso da quello a cui Aidan era stato abituato a sentirla parlare, era fredda, distaccata e scazzata «Adesso sei passato ad offendere? Non c’è bisogno di bloccare la bocca dopo che hai detto praticamente l’intera frase, Aidan.» – i suoi occhi di ghiaccio rimasero bloccati a guardare la figura di Aidan, questa volta il dispiacere abbandonò la sua espressione, lasciando il posto alla delusione «Ho ammesso di aver sbagliato, ma a quanto pare a te non basta e per sentirti realizzato devi dire stronzate.» – forse per la prima volta da quando era ad Hidenstone, Gyll usò un linguaggio un po’ più colorito del solito, azzardando addirittura una parolaccia. «Sì, ne sono sicura.» – rispose lapidale, sollevando gli occhi al cielo quando lui continuava ad ipotizzare il contrario «Ne sono certa. Per quanto sarebbe stato davvero di pessimo gusto risolvere tutto con le mani.» – l’idea le fece tramutare l’espressione in una smorfia di schifo. La linguaccia al barbagianni non aiutò a smorzare gli animi, anzi, Gyll la trovò di dubbio gusto, aggrottando la fronte, prima di sentire quello che commentò il dioptase «Sono andata a salutarlo, Aidan. E non me ne pento. Non sono andata lì solo per Gerald, ma anche per Philipp.» – anche questa era una verità, visto che il cugino di Gerald era uno dei modelli che Gyll aveva deciso di seguire già prima che il biondino muscoloso giungesse al suo cuore.
    Quasi tutte le vicende dell’incontro di Gerald furono dette, la reazione di Aidan era da aspettarsela e Gyll non disse niente, lasciandolo sbollentare «Sono stata solo con lui durante Ostara.» – come se questo potesse migliorare la situazione poi. Le parole che Aidan le confessò dopo furono una pugnalata al petto, ripetuta più e più volte. Chinò lo sguardo, che si fece liquido sentendo pungere le lacrime che volevano uscire «Non volevo che finisse così, Aidan… Io anche credevo di essere innamorata, ma ho sbagliato tutto. Sei stato il mio primo ragazzo e quello con cui ho fatto cose che non avevo mai fatto e tutto quello che abbiamo vissuto insieme lo sentivo davvero.» – era una verita, seppur una magra consolazione della cosa. Poi una nuova domanda, Gyll si morse il labbro «Aidan…» – era quasi una supplica di non continuare a fare quelle domande. Tirò un respiro profondo e poi «Ad Ostara e quest’estate… all’Isola di Andromeda. Solo queste volte… ma non è il quanto stiamo stati insieme, Aidan… è il come sono stata…» – se avesse continuato con le domande, Gyll avrebbe sicuramente continuato a rispondergli rischiando di ferirlo e di svelare cosa veramente era andato male tra loro.
    Gyll McKenzy

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    La ragazzina aveva ragione. In effetti Aidan stava esagerando un po' troppo con le parole, ma come si poteva notare era amareggiato, deluso, tradito e molto molto incazzato.
    Non disse nulla però quando lei parlava, brontolando un 'pff' di tanto in tanto, con le braccia incrociate al petto.
    Rimase in silenzio anche quando lei disse che non voleva che le cose finissero così. Avrebbe commentato con un 'invece è proprio così che è finita' ma non voleva più parlare.
    Mentre poi lei gli riferiva che era stata con lui anche quella estate, Aidan distolse lo sguardo e scosse la testa, incredulo.
    “Mi hai deluso, Gyll. Mi hai tradito.”
    Non immaginava affatto che fosse capitato a lui tutto questo.
    Non sapeva più cosa dire, non voleva più vederla ed adesso era grato del fatto che ora lei avrebbe partecipato alle lezioni del triennio e non l'avrebbe più vista durante le sue lezioni.
    Poi, dopo alcuni minuti in silenzio, Aidan si mosse e si avvicinò a lei per la prima volta, da quando si erano incontrati. La guardò...non con odio, non riusciva ad odiarla, anche se l'aveva tradito. La guardò con delusione, uno sguardo che non nascondeva quanto fosse triste per quello che lei aveva fatto “Ho sbagliato tutto. Non avrei dovuto incontrarti. Mi hai letteralmente fuso il cervello. Ero completamente perso. Ti pensavo ogni giorno, ogni notte, quando non ero con te. Forse ti pensavo anche quando tu ti scopavi quel denrisiano, tutte e due le volte” Poteva dirlo in modo più delicato ma non era da Aidan, ovviamente.
    “Non credevo nemmeno io che sarebbe finita così. Ma invece è proprio così che finisce.” alla fine quella frase l'aveva detta.
    “Quello che volevo sapere l'ho saputo. Forse non avrei dovuto saperlo. Forse era meglio rimanere senza risposte. Ed è meglio se non continuo a fartele. Non so cosa ho fatto di male, cos'è andato storto tra di noi e non voglio saperlo. Io ho finito.”
    E detto questo, Aidan si mise le mani in tasca e si voltò, allontanandosi definitivamente da lei e dirigendosi verso la sua sala comune. Forse era meglio cominciare a fumare. Doveva chiederne una a Blake Barnes.
    Aidan Hargraves

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