Tornei e degustazioni di vino.

Vath Remar e Evrard Boyer

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    Un giorno di lavoro, un giorno di incontri, all'ufficio Cooperazione Magica Internazionale di certo non ci si annoiava e il Funzionario Scelto Vath Remar aveva fatto il proprio dovere nei confronti della Gran Bretagna risolvendo un piccolo disguido tra il proprio paese e la Patria di Durmstrang. L'istituto per gli studi magici di Durmstrang voleva organizzare un nuovo Torneo Tremaghi per l'anno che sarebbe iniziato a breve ed era infattibile poiché,a livello organizzativo, c'era molto da preparare e da stilare per poter dare modo alle tre scuole di prepararsi all'evento. Dopo quella giornata fatta di incontri e riunioni Vath decise di andare a bere qualcosa al Paiolo Magico, lasciò il Ministero sfruttando l'ingresso dei camini per approfittare della Metropolvere fino al locale. Non appena uscì dal camino Vath si spazzò le spalle dalla cenere residua il completo fatto su misura che portava quel giorno, camicia di seta con cravatta nera, giacca e pantaloni e un soprabito lungo nero, ai piedi un paio di Oxford. Un anello con il monogramma V R all'indice destro, al polso un Rolex e, alla mano sinistra, il suo bastone da passeggio in ebano con il manico in argento a forma di serpente. La propria bacchetta era innestata al manico e il bastone era cavo in modo da celare la sua dodici pollici e tre quarti in acero e pelle di Runespoor. L'uomo appena arrivato si avvicinò al bancone e, non appena venne notato dal barista fece il suo ordine. «Gentilmente, gradirei un calice di vino elfico.» Il Ministeriale avrebbe poi estratto alcuni zellini per pagare la consumazione e si sarebbe diretto verso un tavolo libero. Liberatosi del soprabito Vath estrasse dalla tasca interna alcuni fogli di pergamena e presa la propria stilografica buttare giù il necessario per gli incontri del giorno dopo. Era uno stakanovista, cercava di portarsi avanti il più possibile per essere pronto a ciò che sarebbe successo domani. il Funzionario Scelto era più che certo che, le delegazioni di Durmstrang e Beauxbaton, avrebbero sollevato alcune perplessità logistiche sulla proposta che la stessa Durmstrang aveva piazzato sul tavolo come ad una partita di SparaSchiocco. Non appena sarebbe arrivato il suo vino avrebbe preso un leggero sorso di vino.


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    Evrard Boyer

    Edited by Vath Remar - 12/9/2021, 23:14
     
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  2. Evrard Boyer
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    l tempo libero che Evrard Boyer aveva a disposizione era veramente poco, ma non si lasciava mancare l'opportunità di farsi una bevuta al Paiolo Magico: non era tempo perso, ovviamente, perché tutto faceva parte di un piano ben studiato. In effetti, uno dei più importanti locali di Diagon Alley era frequentato anche da illustri uomini, da cui si poteva provare ad estorcere qualche informazione di spiccata rilevanza.
    Così, come molte altre sere, dopo aver raccolto il suo lungo bastone da passeggio con manico con testa di leone d'argento e cappello in testa, si diresse verso quel luogo, non sapendo che avrebbe avuto l'onore di incontrare un rinomato dipendente ministeriale, Vath Remar.
    Lo spalancarsi della porta d'ingresso portò diversi clienti a guardare verso la sua direzione, per scrutare chi fosse entrato nel pub.
    - Buonasera - disse Evrard, salutando tutti coloro che conosceva: come cliente abituale, aveva stretto diverse alleanze con gli uomini del posto. Si era avvicinato al bancone e aveva ordinato una birra schiumosa, chiedendo che potesse essergli consegnata dovunque si fosse seduto. Non si era reso conto che i tavoli erano tutti occupati, ad eccezione di uno ad uso di un uomo dai capelli biondi, elegante nel vestiario e raffinato nel gusto.
    "Probabilmente un disgustoso ministeriale, ne sono sicuro" pensò.
    Pagò velocemente ciò che aveva ordinato e, con passo sostenuto, raggiunse l'uomo.
    - Mi dispiace recarvi disturbo, ma tutti i tavoli sono occupati questa sera. Posso chiedervi se è possibile prendere posto qui? -
    La sua gentilezza era soltanto una farsa: si mostrava tale pur di fare un certo "colpo" sul suo interlocutore: se l'avesse visto rispettoso delle alte cariche, l'avrebbe potuto prendere qualche istante nelle sue grazie ed Evrard avrebbe potuto ricavarne molto. Sperava che potesse distogliere il suo sguardo il più possibile da quei fogli, in modo tale da scambiare parole che potevano fruttare molto.


    Evrad Boyer

    40anni ◆ Purosangue ◆ Pozionista ◆ Acromantula




    Edited by Evrard Boyer - 4/10/2021, 09:08
     
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    Le idee non mancavano, né il fatto che avrebbe dovuto citare leggi su leggi cosa di cui avrebbe potuto chiedere consiglio alla sua amica O'Brien dell'ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, di certo il mantenimento dello Statuto Internazionale sulla segretezza magica sarebbe stato vitale, delineare le prove sarebbe stato compito dell'ufficio Giochi e Sport Magici, movimentare eventuali creature magiche avrebbe interessato la Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, a lui non restava altro che mettersi attorno ad un tavolo con i suoi omologhi francesi e russi per poter discutere di tutti questi dettagli e trovare la via giusta per promuovere l'evento. La stilografica inizio a tracciare alcuni ideogrammi, il giapponese era una lingua conosciuta dal giovane Funzionario scelto dell'ufficio Cooperazione Magica Internazionale e, non era un lingua conosciutissima nel regno unito, Vath aveva preso d'abitudine di scrivere in quel modo per poter celare eventuali informazioni allo sguardo lungo di eventuali persone che lo potessero guardare.

    魔法の秘密に関する国際法の違反の影響については、魔法に関する法執行機関のテッサ・オブライエンに連絡してください。
    テストは、マジックゲームアンドスポーツオフィスによって決定および承認される必要があります。
    テストの実施のために輸入されるすべてのクリーチャーは、魔法のクリーチャーの規制と管理のオフィスに請求されます。

    Aveva appena finito di scrivere quell'appunto quando un uomo poco più grande di lui entrò nel locale salutando tutti i presenti. Lo sguardo del ministeriale si posò sul nuovo arrivato squadrandolo da capo a piedi. Buon gusto nel vestire, un completo che certo poteva rivaleggiare con quello che lui stesso indossava, cappello fedora e un bastone da passeggio non dissimile da quello dell'ex Serpeverde, la cui unica differenza era che il suo manico d'argento rappresentasse un leone. Quello doveva essere senza dubbio un purosangue, qualcuno di quella genia spiccava sui restanti elevandosi sopra di essi, la differenza d'età tuttavia, non gli permise di riconoscere l'uomo dalle sue frequentazioni di Hogwarts e quindi Vath, non si chiese chi quell'uomo fosse. Tutt'altro, continuò a scrivere, tracciando ideogrammi precisi e puliti nella linea per portarsi avanti con il lavoro.

    ボーバトンとダームストラングは08:00に私のオフィスにいるので、ホグワーツ魔法魔術学校の校長も会議に出席してもらいます。

    Le parole di un uomo lo riscossero dai propri appunti, Vath sollevò lo sguardo e si trovò di fronte il signore che era appena entrato con un birra in mano che chiedeva di potersi sedere al suo stesso tavolo. Chiusa la propria stilografica, radunate le carte e riposte al sicuro all'interno della tasca interna della sua giacca, Vath annuì all'uomo e con un cenno della mano fece cenno verso la sedia libera.
    «Prego, nessun disturbo, si figuri. A quanto pare oggi c'è il locale pieno.» Un sorriso cordiale, il tono baritonale di Vath era caldo e deciso. «Dato che andremo a condividere il tavolo lasciate che mi presenti, sono Vath Remar.» Il cognome Remar era noto nella società magica, sin dal mille cinquecento si avevano tracce di quell'antica famiglia purosangue. Avrebbe porto la mano all'uomo che, se l'avesse stretta, l'avrebbe scossa un paio di volte per poi lasciarla. Poi accennando un sorriso sghembo cennò con il capo verso la birra, la mano andò ad afferrare il calice di vino elfico per poi portarselo alle labbra e dosare in un piccolo sorso quel bicchiere di uva fermentata. Le parole del trentunenne erano di qualcuno abituato a conversare con la gente, i modi di fare e le movenze mostravano come fosse di nobili natali. Tra simili ci si comprendeva e riconosceva, anche l'uomo di fronte a sé era certamente un purosangue di nobili origini. L'uomo era arrivato dalla Londra babbana, Vath si chiese se, quell'uomo avesse un lavoro al ministero, era orario d'uscita e non pochi colleghi erano soliti fare un salto al Paiolo Magico per potersi rilassare un momento dalle fatiche della giornata prima di tornare a casa per cena. Avrebbe accavallato la gamba destra sulla sinistra, rilassando il corpo, lo sguardo del ministeriale cadde per un istante sul giornale posato sul tavolo, una copia della Gazzetta del Profeta, mostrava una squadra di Quidditch in formazione Testa di Falco mentre il titolo di testa declamava la vittoria dei Falmouth Falcons sulle Vespe di Wimbourne 220 a 60.


    / Per completezza:
    Contatta Tessa O'Brien, l'ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, per eventuali conseguenze della violazione dello Statuto Internazionale sulla segretezza magica.
    Le prove dovranno essere determinate e approvate dall'ufficio Giochi e Sport Magici.
    Tutte le creature importate per eseguire le prove saranno a carico dell'ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche.

    Beauxbaton e Durmstrang sono nel mio ufficio alle 08:00, quindi anche il preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts parteciperà alla riunione.



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  4. Evrard Boyer
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    cacco matto. Come previsto, l'uomo aveva abboccato alla sua trappola: se avesse voluto, Evrard avrebbe potuto prendere posto sugli sgabelli posti vicino al bancone di servizio, seppur fossero molto scomodi, ma probabilmente Vath Remar non se n'era reso conto.
    Al suo assenso, con una gioia oscura che gli scoppiava in petto ed un sorriso falsamente cordiale sul suo volto, prese posto di fronte all'uomo, sulla più comoda seduta che apparteneva ai tavoli del pub. Posò il suo boccale di birra su un vecchio sottobicchiere, per evitare di sporcare il tavolo già abbastanza sudicio di suo. Il Paiolo Magico non era di certo conosciuto per una pulizia immacolata e non capiva come quell'uomo potesse lasciare che le sue carte, che intuiva avessero un valore di tipo politico, fossero su un piano di cui non sapeva con certezza se fosse stato sterilizzato a dovere.
    - Vi ringrazio - rispose, mentre porgeva la sua mano destra per stringere quella del suo interlocutore.
    - E' un piacere per me fare la vostra conoscenza, monsieur. Io sono Evrard Boyer -.
    Lasciò che il suo accento francese, come qualche parolina, sfuggissero dalle sue labbra: se l'uomo avesse riconosciuto il suo cognome, l'avrebbe ricordato come importante Maestro di Pozioni di tutta la Francia, trasferitosi in Inghilterra per affari e mai avrebbe potuto ricollegarlo all'organizzazione criminale di cui faceva parte con molto riserbo.
    - Ho visto che avete poggiato una serie di fogli su questo tavolo: non so quale valore abbiano per voi, ma posso ben immaginare che sia alto. Perciò, se mi permettete, vorrei consigliarvi di compiere un incantesimo di pulizia prima di utilizzare il piano: penso lo sappiate, il Paiolo Magico non è proprio conosciuto per la sua pulizia - affermò, sperando che l'uomo bevesse quelle parole come consigli benevoli e non come un'offesa.
    - Spero non vi siate offeso, volevo solo darvi un consiglio del tutto benevolo. Ve lo dico perché è capitato anche a me di poggiarci delle scartoffie di valore che, ahimé, non hanno fatto una fine proprio gloriosa! -.
    Vedendo il tavolo ormai sgombro, estrasse la sua bacchetta e, dopo aver disegnato una goccia, la puntò sulla superficie, sussurrando: - Gratta e Netta -.
    - Ora penso che vada molto meglio! Spero solo che il nostro caro oste non se ne sia reso conto, potrebbe offendersi - gli disse, con una grossa risata, mentre gettava un'occhiata al ragazzo dietro al bancone, che gli aveva rivolto un sorriso: si era fatto amico l'oste, ovviamente sempre con secondi fini, ma lui non poteva pensare minimamente che potesse compiere un'azione così spregevole.
    Prese un sorso della sua birra, procedendo a pulire con celerità le sue labbra sporche di schiuma.
    - Ebbene, cosa vi spinge a venir qui per godervi la serata? Vedo che siete un uomo di alta classe! -

    Evrad Boyer

    40anni ◆ Purosangue ◆ Pozionista ◆ Acromantula




    Edited by Evrard Boyer - 13/9/2021, 12:14
     
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    L'uomo si presentò come Evrard Boyer e a Vath con quel nome gli si accese subito un campanello. Boyer era un cognome conosciuto tra le famiglie purosangue, tanto quanto il suo, Evrard poi come nome aveva un etimologia interessante. Derivante da Eberhard, l'uomo aveva tuttavia usato la versione francese cosa che, per Vath, fu sinonimo di origini d'oltremanica. Da conoscitore della lingua germanica Vath poté facilmente desumere i due elementi che componevano il nome del purosangue di fronte a lui, in primo luogo Eber stava a significare cinghiale, un animale che fin da sempre veniva considerato una preda ambita e un valoroso avversario. Gli stessi scritti omerici raccontarono di come l'eroe Odisseo nella sua giovinezza durante la caccia ad un verro venne ferito e fu proprio grazie a quella ferita che venne riconosciuto dalla sua serva fedele Euriclea mentre camuffato da straccione grazie alla Dea Atena, preparava la strage dei proci. L'altro elemento, hard o hart, era molto comune nell'onomastica germanica e stava a significare forte, audace, coraggioso e valoroso. Quindi il nome di Evrard, ponendo l'accento sulla e, si sarebbe potuto riassumere in cinghiale forte, cinghiale coraggioso o ardito, forte o valoroso come un cinghiale o, in senso lato, anche audace nella caccia. Poi il nome di Evrard Boyer era spesso nominato da Andrew Richard Remar, padre di Vath, citandolo per via dell'abilità di creazioni nelle pozioni. Non avrebbe perso il vantaggio tattico di sapere con chi stesse parlando e così non diede cenno di sapere chi fosse l'uomo. «Il piacere è tutto mio Monsieur.» Concesse il più giovane. Aveva un M.A.G.O. in pozioni e oltre a suo padre, lo citavano spesso le riviste per i pozionisti. L'interesse dell'uomo per i fogli appena riposti e per la pulizia del tavolo gli fecero alzare la guardia, da sempre protettore della propria privacy avrebbe lasciato trasparire solo ciò che lui voleva al resto del mondo. Avrebbe fatto buon viso a cattivo gioco, in fondo non aveva visto nulla se non dei fogli pieni di ideogrammi e, forse, non sapeva nemmeno la lingua. Ma perché rischiare sbandierandolo, Vath avrebbe fatto spallucce mostrando un'espressione disinteressata. «In realtà poca importanza, rispetto a quel che dite, giusto un ripasso generale della lingua che sto imparando.» Il Ministeriale aveva una memoria eiderica, gli avrebbe permesso di poter ricordare facilmente qualsiasi cosa che lui avesse immagazzinato prima nel proprio cervello. Ogni parola, stralcio di conversazione che avesse mai udito, riconducendola facilmente in un istante alla persona che l'aveva pronunciata. Eppure non si limitava a ciò, ricordava ogni brano udito, ogni sensazione provata tuttavia Vath continuava a prendere appunti, come se uno sciocco riflesso scolastico lo inducesse a sollevare la penna e scrivere. Mai aveva fatto brutte copie di ogni compito che avesse consegnato nella sua vita accademica: sempre e solo puri e perfetti originali. Il Ministeriale annui e il consiglio dell'uomo, se fosse stato lui il proprietario di quel Pub l'avrebbe dato alle fiamme e ricostruito più bello e lussuoso ma, per via della sua storicità si sarebbe trattenuto. Il Paiolo Magico di Daisy Dodderidge era il Pub più antico di Londra, in piedi dal sedicesimo secolo, e passando di proprietario in proprietario era calato il suo antico lustro facendolo divenire una squallida bettola di passaggio tra la Londra Babbana e Diagon Alley. «Vi ringrazio per il vostro consiglio mr. Boyer, apprezzatissimo. Non vi preoccupate, nessuna offesa, anzi, vi debbo ringraziare nuovamente.» Disse all'uomo con cordiale sincerità, la successiva domanda di Evrard verteva nuovamente su qualcosa che Vath riteneva sacro ma che, con una risposta ad hoc, sarebbe dovuta andare bene all'uomo appena conosciuto. «Avevo degli affari da risolvere qui a Londra, sono venuto qui più per necessità di bere che per altro: un calice di vino, specialmente se di una bottiglia d'annata è un buon rimedio allo stress giornaliero prima di rientrare a casa.» Poi, dopo aver parato le prime stoccate, saggiò il terreno con alcune domande esplorative. «Voi invece? Cosa vi porta qui?» Certo, come il nome suggeriva, Evrard sarebbe stato un valoroso avversario ma anche il più difficile libro da leggere non poteva resistere sotto l'ex Serpeverde. Dopotutto aveva fatto pratica con la migliore, sua nonna Eleanor lo aveva preso sotto la sua ala e lo aveva guidato lungo una strada tutta in salita ma che dava parecchie soddisfazioni.


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    Edited by Vath Remar - 14/9/2021, 07:24
     
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  6. Evrard Boyer
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    L
    ’uomo più giovane aveva parlato la sua stessa lingua, raffinata, senza sporcizia e d’oltremare, come il suo stesso nome. Evrard ne aveva capito la sostanza: era un abile conversatore di lingua e un uomo capace di rispondere propriamente ad ogni suo interlocutore. Ricettivo, cordiale, affascinante, misterioso: erano queste le parole che il mago oscuro avrebbe speso su di lui. Avrebbe scommesso gran parte della sua ricchezza sull’affermare che molte ragazzine in cotta adolescenziale gli correvano dietro, e non solo: probabilmente, anche molti adulti avrebbero tratto piacere dalla sua stessa presenza, visto l’alto profilo sociale e morale.
    - Buon per voi che non fossero di così grande importanza, mi creda: sarebbe terribile se qualcosa di importante fosse macchiato. -
    Non aveva davvero avuto tali problemi, come aveva raccontato in precedenza: Evrard era sempre stato un uomo attento e meticoloso, un perfezionista ed un pulitore seriale. Ogni sera, passava un dito lungo le superfici di quei mobili poco utilizzati per testarne il livello di pulizia: se vi avesse trovato polvere, sarebbe andato su tutte le furie e se la sarebbe presa con tutti coloro che osavano invadere il suo spazio personale e presentarsi al suo cospetto, persino sua moglie. Non che avesse così tanta stima di lei da non farle del male, poiché, dopotutto, era una donna e rimaneva tale, seppur desse grande supporto alla sua causa.
    Con aria bonaria e una mano svolazzante, rispose al ringraziamento di Remar: - Oh, non c’è di che, monsieur. E’ sempre un piacere poter dispensare consigli, soprattutto se sono rivolti, in buona fede, a persone capaci di intendere il loro significato -.
    Secondo le parole del ministeriale, era lì per staccare un po' la spina, gustarsi un bicchiere di vino e rilassarsi fino a quando non fosse giunto il momento di tornare a casa, ma il sesto senso di Evrard gli suggerì fosse una scusa, altrimenti non si spiegavano le carte: se avesse voluto davvero staccare, non si sarebbe prestato nuovamente a questioni che avrebbe occupato la memoria.
    - Avete fatto bene: ogni tanto ci vuole una bella serata in compagnia di compari per una bella e rilassante bevuta. Il lavoro stressa e che su questo non ci piove lo posso dire io stesso! -
    Era arrivato per lui il suo turno di domanda e risposta: un dialogo ben equilibrato prevedeva che ci fossero domande e risposte da entrambi gli interlocutori.
    - Come voi, sono qui per rilassarmi e bere una bella pinta di birra! – affermò, mentre con una mano mostrava il calice agli occhi attenti dell’uomo.
    - Ho avuto una giornata davvero stancante: ho preparato parecchie pozioni quest’oggi e, arrivato una cert’ora, ho deciso che avevo lavorato abbastanza! -

    Evrad Boyer

    40anni ◆ Purosangue ◆ Pozionista ◆ Acromantula


     
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    L'arte oratoria del Serpeverde era fatta di affondi e parate. Come nell'arte della scherma il ministeriale esponeva solo una minima parte del proprio corpo rispondendo alle stoccate del proprio avversario con delle parate per poi tentare un affondo verso di lui. Evrard Boyer era noto nella comunità dei pozionisti e, tale notorietà, faceva sì che le informazioni per chi fosse un attento ascoltatore o nel caso di Vath avesse una memoria eidetica fossero lì in bella vista pronte ad essere colte a mani aperte. Classe '81 Evrard Boyer si era diplomato all'istituto per gli studi magici di Durmstrang, fondato nel quattordicesimo secolo dalla strega bulgara Nerida Vulchanova, ed era diventato un eminente pozionista. Tra lui e Vath correvano solo nove anni di differenza e, il trentunenne, se non fosse stato solo per il cognome Remar non avrebbe avuto nulla da dire all'uomo che, privo delle conoscenze riguardo Hogwarts, non avrebbe potuto sapere dei successi accademici di Vath. Lo stesso lavoro al ministero non gli riservava quella notorietà che ci si potesse aspettare nell'ambito internazionale: come aveva imparato durante il colloquio di lavoro con Mr. Sunday. "Quando un membro di questo ufficio parla alla Confederazione Internazionale, o si presenta a un capo di stato straniero, non è mr. Fincy, miss Attham, mr. Lebanov. E' un corpo offerto al Ministero Inglese, e da esso posseduto, è un vessillo vivente della parola della comunità magica inglese. E nient'altro." Vath lascio correre l'affermazione sui documenti, così facendo l'argomento si sarebbe chiuso e, ulteriori insistenze dell'uomo sarebbero paese sospette. Quel che a Vath stonò furono quei consigli dispensati così in buona fede: un purosangue non distribuiva consigli come caramelle se non per un secondo fine, elitari fino al midollo difendevano con le unghie e con i denti il loro status tanto da non cercare di avvantaggiare altri. Lui stesso si sarebbe comportato in quel modo, favorendo solo amici e parenti, questo almeno fino a quando non aveva delineato il proprio pensiero ultimo sull'argomento. Complici una Layla Worthword e la sua amica Marie Monclaire quando, un pomeriggio inoltrato, si avvalsero delle competenze lavorative del Ministeriale per risolvere un incidente diplomatico tra Denrise e la Francia. Ciò che Vath ascoltò da parte di Evrard Boyer non fu molto, informazioni che già conosceva, eppure, con quella piccola e insignificante domanda, Evrard aveva lasciato trasparire una piccola crepa nell'armatura della propria dialettica. Senza saperlo l'uomo gli aveva appena dato la perfetta scusa per poter approfondire la conoscenza con lui senza palesare le sue conoscenze pregresse. Come gli aveva detto un suo collega avrebbe eroso quel piccolo foro lentamente, con la stessa forza che esercita la goccia d'acqua sulla roccia. Fingere la completa ignoranza dell'informazione che lui fosse un pozionista non fu affatto difficile, la bocca si aprì leggermente, andando a disegnare una o, le sopracciglia si alzarono arcuandosi leggermente e, protendendosi di più verso il tavolo, Vath avrebbe afferrato il proprio calice di vino elfico per avvicinarlo di più verso di sé. «Pozionista? Posso ben immaginare la vostra stanchezza Monsieur. Sono ben poche le persone che possano annoverare tra le proprie capacità quella di saper creare pozioni di alto grado di difficoltà. Sarete certamente richiesto da molti negozianti e enti.» Disse per poi prendere un sorso del suo vino elfico, quella constatazione era un mero preambolo per fare sentire l'uomo lusingato, uomini del genere come suo padre amavano mettere in mostra le proprie qualità e in genere si sbottonavano più facilmente. «Se posso permettermi, qual'è stata la pozione più complicata che avete realizzato?» La domanda era stata fatta, bisognava vedere se l'uomo amava mostrare la propria erudizione nel suo campo lavorativo. Evrard Boyer sembrava tenere molto alla propria apparenza, si presentava come un uomo colto, in grado di sostenere una conversazione interessante senza tirare in ballo argomenti sportivi come il Quidditch, aveva conosciuto un Concasato di quel genere, si sperticata in statistiche, strategie che la squadra di Serpeverde avrebbe dovuto adottare per vincere, a suo parere, la coppa del Quidditch. Evrard Boyer era un uomo vanaglorioso? Vath lo avrebbe determinato dalla risposta che quell'uomo gli avrebbe dato, di certo era sulla buona strada con quei consigli non richiesti. Evrard Boyer si era anche dimostrato un uomo metodico quando, con quel gratta e netta non richiesto, aveva pulito la superficie del tavolo su cui ora erano posate le bevande.


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  8. Evrard Boyer
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    a discussione era stata deviata sull’argomento “pozioni”, il che non sfuggì a un uomo attento come Evrard. Come lui, anche il suo interlocutore si dimostrava tale e quello sviamento ne era la prova lampante. Notò avessero molte caratteristiche in comune: il portamento elegante, il gusto raffinato sia nel vestire che nel mangiare, una certa classe nel parlare. Quell’uomo, però, aveva una qualità in più rispetto a Boyer, il che lo disturbava alquanto o, piuttosto, lo inquietava: l’uomo conosceva le lingue e quel tipo di erudizione era di altissima importanza. Chi era Vath Remar per esser così sapiente? Qual era il suo vero lavoro? Cosa nascondeva sotto quell’apparenza e, soprattutto, tra quelle carte? Evrard non aveva creduto nemmeno un grammo di quello che gli aveva riferito: non era uno stupido, sapeva leggere le espressioni del viso, i movimenti del corpo che tradivano una sicurezza apparente. E, poi, perché non aveva raccolto i fogli, lasciandoli sul tavolo, liberi di essere scrutati da occhi estranei che potevano anche saper leggere una lingua come il giapponese? Sicuramente era tutta una mossa: un uomo di buon gusto come Vath Remar non si sarebbe mai aggirato per miseri pub senza avere in mente un piano. Secondo il ragionamento di Evrard, quelle carte contenevano un messaggio importante e solo persone di bassa cultura, come i frequentatori del Paiolo Magico, non avrebbero potuto insospettirsi. Ma Boyer ci era abituato, non era parte dell’Acromantula Scarlatta per niente.
    - Avete pienamente ragione. Sono richiesto parecchio, non solo da enti inglesi, ma anche esteri. Dovrei considerarla una fortuna, visto il lavoro che oggigiorno scarseggia per molti! -
    A dir la verità, non gli importava di individui disoccupati e non avrebbe mosso un braccio per aiutarli: lui non era un uomo empatico e non lo sarebbe mai stato, né diventato. Non aveva avuto pietà per il sangue del sangue di sua moglie e non l’avrebbe avuta per sconosciuti.
    Che marcissero all’inferno, se questo esista!
    - Mi fate una domanda sorprendente, Monsieur. Non a molti piace disquisire su tali argomenti. A dir la verità, la pozione più complessa che ho mai dovuto preparare è stata l’Intruglio Spinoso, che consente di occupare un’area di un metro con una moltitudine di rovi pungenti e animati, capaci di attaccare tutte le persone presenti all’interno dell’area, che si pongono nel loro raggio d’azione. Mi è stata richiesta da un mio amico Auror di Francia, dicendomi che l’avrebbe tenuta di scorta -.
    Effettivamente, quella pozione non era illegale e non era stata la più complessa che avesse dovuto preparare. Ma non poteva dire di pozioni proibitive o oscure, doveva mantenersi sul sicuro.
    Diede uno sguardo al suo orologio: si era fatto tardi. Terminò la sua birra e disse: - Mi dispiace, monsieur, ma devo lasciarvi. Mia moglie mi attende e sono sicura che sia in apprensione. E’ stato un piacere parlare con voi. Vi auguro una lieta serata! -.
    Gli porse la mano, attendendo che Vath la stringesse, per poi andarsene con passo deciso.


    Evrad Boyer

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    Dipendente Ministeriale ~ C.M.I. ~ 31 anni ~ Inglese
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    Il Ministeriale ascoltò ogni singola sillaba di Evrard Boyer. I suoi occhi color acquamarina erano puntati su di lui e, per un brevissimo istante, il Funzionario Scelto per la Cooperazione Magica Internazionale era certo di aver visto nell'uomo trasparire inquietudine. «Capisco Mr Boyer, sono certo che nonostante tutto apprezziate ogni singolo ordine che vi recapitino.» Come era previsto il pozionista si lasciò cullare da quel senso di adulazione che Vath voleva instillare in lui e gli rivelò di essere richiesto da molti in effetti. Aveva proprio ragione Mr. Sunday a dire che ogni discussione è un duello, ma la cortesia vuole che sia mascherata da confronto e in tal modo aveva fatto: quella partita a scacchi gli stava piacendo, un interlocutore al suo pari livello, molto attento a misurare le proprie parole. «Un utile modo per poter fuggire rallentando il nemico, il vostro amico Auror è assai previdente.» Evrard Boyer proprio come l'etimologia del suo nome indicava era un avversario ostico ma, a Vath, non importava poiché rendeva quella sfida ancora più apprezzata. Difficilmente il trentunenne riusciva a trovare un interlocutore del suo livello e, quando lo faceva, apprezzava enormemente gli scambi di affondi e parate per determinare la supremazia della dialettica. Il Ministeriale prese un sorso di vino lasciando che Boyer continuasse a parlare, attento ad ogni dettaglio che l'uomo potesse lasciarsi sfuggire. E, proprio sul finale, l'elegante pozionista di fronte a lui lo fece. Non che fosse un dettaglio importante, tuttavia, l'informazione che fosse sposato non passò certo inosservata. Le famiglie tradizionali purosangue avevano modo di conoscersi un po' tutte tra loro poiché avevano la tendenza a intrecciare rapporti parentali tra loro, se da quel poco che aveva visto di Evrard Boyer aveva capito che l'uomo di certo non avrebbe sposato una mezzosangue o, figurarsi, una nata Babbana di conseguenza sarebbe stato facile risalire ai rapporti tra Boyer e le famiglie purosangue contemporanee. Vath allungò la mano verso l'uomo intenzionato a ricambiare la stretta. Ma come già si ritirava? Vath non poté che dirsi deluso da quel confronto troncato così a metà, tuttavia la sua espressione non fece trasparire nulla anzi,un sorriso cordiale apparve sul proprio volto. «Arrivederla signor Boyer, il piacere è stato mio. Buona serata.» Avrebbe detto, poi osservandolo uscire dal locale avrebbe preso l'ultimo sorso del proprio vino elfico pronto per ritornare a casa. L'argomento Durmstrang e torneo Tremaghi lo avrebbe affrontato il giorno dopo in ufficio.


    vath2



     
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