Incontrarsi per la prima volta

Nothing is absolute

L'anno prima aveva contato i giorni che la separavano al primo settembre, finendo col prendersi una sbronza solitaria, con una vista strategica sul porto di Denrise; quell'anno, invece, quasi non si accorse del fluire di agosto nel giorno dell'arrivo degli studenti sull'isola. Un nuovo anno scolastico era alle porte e, per la seconda volta, lei non sarebbe stata presente in quelle calde vesti familiari di docente bensì in quelle fresche e libere di libraia. Non aveva perso troppo tempo nell'organizzare lo stand in modo maniacale, prediligendo la praticità alla spettacolarizzazione. Invero la strega aveva predisposto un chioschetto, con tre lati su quattro occupati dalla merce che vendeva per quel mercato della Domenica straordinario. Alla sua destra i curiosi e affamati lettori avrebbero potuto trovare libri molto comuni e comuni, facilmente acquistabili dagli studenti più che dai docenti; alla sua sinistra dominavano piume, boccette di inchiostro, biro babbane e qualsiasi articolo di cancelleria, in senso stretto, sarebbe stata utile. Davanti a lei, invece, troneggiavano taccuini ed agende nei colori delle casate della scuola di Victoria, con le ultime chicche fresche fresche di arrivo: dei post-it utili per chi lo studio non sapeva neanche cosa fosse -ahimé, come ex docente sapeva quanto fosse vera quell'affermazione- passando per degli astucci dalle caratteristiche affascinanti, tanto da trattenere per sé un intreccio del Diavolo, fino alla chicca per i più chiacchieroni e temerari: la pergamena-pizzino, utile per chi proprio non riusciva a desistere dal comunicare, con messaggi protetti dalla più antica delle magie. Al posto della classica tettoia a coprire il tutto vorticavano delle miniature di volumi famosi che al passaggio delle persone terminavano di azzuffarsi per andare a coccolare e a procacciarsi il cliente di turno. D'altronde lei non si sarebbe mai abbassata ad urlare e starnazzare come gli altri, dopotutto lei lì era inglese.

Le iridi verdi si puntavano di tanto in tanto su quello eterocromatico di Garlic, aumentandone la frequenza quando le voci dell'attracco del Dragone degli Abissi giunsero fino a loro, con la strega che finì con l'indossare il ricordo di una vecchia maschera, ormai sbiadita sotto il sole di Denrise. Oltre a quella il corpo era fasciato da un abito leggero, dalle sfumature del verde foresta, con piccoli ricami più scuri recanti simboli che il docente di Rune non avrebbe avuto difficoltà a decifrare. Il primo ad avvicinarsi alla sua postazione fu un ragazzo che sembrò occhieggiarla con interessi altri oltre la lettura, il che le fece pensare che sì, aveva un toy boy, ma il moretto che si trovava davanti aveva ancora l'aspetto del teen. E poi, dannazione, avrebbe potuto essere suo figlio o, peggio, un suo studente.
«Bentornato a Denrise, allora, signor Wood», un sorriso accennato, di circostanza, mentre si avvicinava all'espositore dei libri. «Non conosco i suoi gusti ma, volendo, potrà dilettarsi con una delle biografie dei più grandi maghi dell'ultimo secolo oppure potrebbe trovare interessante il libro della Dideroit sui portali magici», nel dirlo la destra volò a carezzare la costa di Viaggio alla ricerca dei portali nascosti. Avrebbe lasciato del tempo per decidere al ragazzo, rimanendo comunque nella sua orbita per altre eventuali domande o richieste di consiglio, spostandosi con lo sguardo sulla bancarella di fronte di Brugnir per ritrovare un Philipp selvatico che guardava con aria ostile il povero Wood.
Ma l'incontro con un ragazzino che non aveva mai avuto la (s)fortuna di incontrarla era nulla paragonandola alla vista della Ivanova che, con eleganza, si era fermata al suo stand per un saluto. «Eva», un lieve inchino del capo ed un sorriso che seppur piccolo fu capace di coinvolgere le sue iridi verdi. «Bene, direi. Piuttosto sei pronta per il nuovo anno accademico?» Purtroppo però la docente di Incantesimi non era sola, bensì come un'ombra vi era l'ex collega di Alchimia. «Black... la tua agenda è ancora ad attenderti al mio negozio. L'ho conservata con cura», salutò, ricordandogli di fatto quanto avessero in sospeso e, precisamente, un duello.

Everything changes, everything moves, everything revolves, everything flies and goes away