Incontrarsi per la prima volta

Un altro anno stava prendendo piede e questo voleva dire nuovi studenti e nuove ansie da prestazione per la docente-chioccia Eva Ivanova. La donna era una di quelle insegnanti che vedeva i propri studenti non tanto come qualcuno da allenare al mondo magico, ma qualcuno da crescere per il mondo esterno. Diventava qualcosa di più vicino ad una madre e loro, per lei, erano tanti piccoli figlioletti che le davano una preoccupazione immensa.
L'arrivo di settembre, infatti, per la rumena, voleva dire prepararsi a guardare giovani maghi e giovani streghe, salire sulla nave che li avrebbe portati a quella che era la scuola dell'elite per eccellenza e lei non poteva far altro che essere fiera di quelle menti che si imbarcavano; tuttavia, la preoccupazione principale, non era se fossero pronti a quello che dovevano studiare, tanto a quello che dovevano affrontare.
«Giuro che ogni anno ho sempre più il timore per gli studenti che arrivano e per quelli che rimangono...» - confessò alla sua dolce metà, tenendola per mano, in un tono mieloso e basso, in maniera tale che potesse sentire solo lui. Il sorriso di Eva era delicato, mentre cercava negli sguardi degli studenti volti nuovi, ma soprattutto quelli più "vecchi", per così dire.
Erano appena scesi a terra ed i ragazzi avevano modo di poter iniziare a consocere - per i nuovi - lo spirito d'accoglienza (?) denrisiana, prima di rinchiudersi nelle mura del castello e piegare la testa sui libri.
Eva era contenta della cosa, anche perché significava, anche per lei, godersi gli ultimi momenti di libertà e, magari perché no, anche qualche compera in più.
«I rapporti con Denrise stanno migliorando di anno in anno, non credi, caro?» - chiese la rumena, guardando a destra e manca, quasi orgogliosa di quell'accoglienza che non si aspettava, visto l'odio per gli inglesi (intesi come chiunque esterno a Denrise) che avevano i Denrisiani. «Secondo me, rimanga tra noi, sono qui sotto minaccia o sotto pagamento.» - queste parole furono sussurrate avvicinando le labbra all'orecchio dell'altro. Detto questo, andò con Samuel verso la Piazza del Mercato e iniziò a guardarsi attorno, cercando qualcosa di interessante per lei. Lo sguardo vagava da un banco all'altro, mentre si avvicinava ad uno ad uno. Lo sguardo risalì sul biondo cacciatore, annuendo con il capo in segno di saluto e poi spostando lo sguardo sulla vicina Kenna. Un dolce sguardo all'ex docente «Kenna, bentrovata. Come stai?» - disse con un tono dolce e lo sguardo che si fermò in quello della denrisiana.

Eva Ivanova

Pensa, credi, sogna e osa.

Doc. Incantesimi, Resp. Diop