Ripartiamo da dove tutto era iniziato?

Aidan&Gyll

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    “Cazzo.”
    Aidan correva (e che poteva fare?) per i corridori della scuola, alla ricerca di Gyll. Era un tantino incazzata perché aveva baciato Lilith. Era stato un coglione, doveva ammetterlo, ad aver accettato quella sfida. Ma, ecco, Barnes gli aveva detto che sarebbe stato un codardo per non aver accettato quella sfida. Ci aveva già pensato, in quel preciso momento si era immedesimato in Marty McFly, che quando veniva chiamato 'fifone' o qualche altro sinonimo, lui si sentiva costretto ad accettare qualsiasi cosa, facendo poi la cazzata colossale, esattamente come Aidan. Aah se potesse avere una DeLorean...o una giratempo, in effetti...chissà se esistono ancora quegli aggeggi.
    Ormai il casino lo aveva fatto, non poteva tornare indietro nel tempo e quindi doveva rimediare in qualche modo.
    Sapeva già dove si sarebbe rintanata la sua ragazza (E sperava ancora di chiamarla così, nei giorni successivi), sapeva che in ogni momento triste, Gyll si rifugiava nell'aula in disuso e piangeva lì da sola.
    Il loro primo incontro era stato proprio lì, e lei era triste e piangeva perché veniva presa in giro.
    Adesso si malediva, si insultava e, tra un passo e l'altro, si prendeva a schiaffi da solo (e non erano nemmeno schiaffetti innocui eh? Aveva già le guance arrossate), come se quello di Lilith non fosse bastato (no, non era bastato).
    Aidan finalmente arrivò a destinazione. Dietro quella porta semichiusa sentiva già i singhiozzi (o quello che sono, dipende da cosa scrive la signorina u.u).
    Aidan non ci pensò due volte, aveva intenzione di parlare con lei e voleva uscire da lì mano nella mano con lei, lasciandosi questa piccola cazzata alle spalle. D'altronde era solo un bacio, per di più rubato (Ai limiti della denuncia, ma dettagli).
    Aprì la porta ed entrò.
    “Gyll...” provo ad avvicinarsi a lei e, se glielo avesse permesso, si sarebbe messo accanto a lei (in caso contrario si sarebbe fermato a pochi passi da lei, ma doveva parlarle).
    “Posso parlare? Ti spiegherò tutto quanto, senza nessun segreto.” la guardò, rimase per un attimo in silenzio, poi riprese. “Potrai anche prendermi a schiaffi, pugni o calci. Ma prima lasciami parlare, va bene?”.
    Aidan Hargraves

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    Quello che era successo era pazzesco. Non poteva credere che davvero Aidan l'avesse fatta andare lì per vedere quello che faceva con Lilith. E poi per cosa? Per una stupida scommessa di cui lei non faceva nemmeno parte?
    Ma che gioco scemo era? E lei che si stava chiedendo se quel che faceva lei stessa fosse qualcosa di sbagliato: almeno nessuno chiamava Aidan per mostrargli che lei andava in altri lidi (?). Certo, non era sicuramente una cosa bella nemmeno quella, ma per Gyll non sembrava allo stesso livello di quello che aveva fatto il Dioptase in quel preciso istante.
    Dopo tutta quella storia, Gyll voleva stare da sola e quello che fece fu semplice: andò a recuperare Pixie in camera sua e corse verso la stanza che le donava più sicurezza, quando succedevano cose che la facevano piangere: l'aula in disuso.
    Gyll amava quella stanza, perchè era silenziosa e non c'era davvero nessuno ad utilizzarla, la maggior parte delle volte. Per questo riusciva a restare da sola e riflettere su quello che succedeva.
    Stringeva tra le braccia Pixie, come fosse un peluche, mentre singhiozzava e piangeva.
    Non sapeva se era più doloroso l'averlo visto o l'aver saputo che Aidan avrebbe voluto tanto far qualcosa con Lilith già prima di essere il suo ragazzo.
    Che poi, perchè non lo aveva fatto? Insomma, non era sempre stato il suo fidanzato, ma prima di lei poteva sicuramente provarci con Lilith.
    Povera piccola, non capiva ancora che era sbagliato non solo il comportamento di Aidan, ma anche il suo. Il tener nascoste delle cose, probabilmente le si sarebbe rivoltato contro presto o tardi (o alla cerimonia, per esempio, ma questo è un altro romanzo).
    Si era nascosta sotto la cattedra abbandonata, quindi e quando sentì la voce di Aidan, si strinse le gambe al petto cercando di soffocare i suoi singhiozzi.
    Il ragazzo sembrò non mollare e questo non fece altro che far piangere di più la piccola.
    Pixie scappò via, andando a sbirciare il dioptase, da dietro una gamba della cattedra «Va' via. Non voglio parlarti mai più.» - piagnucolò la mezza-veela, senza uscire dal suo tenero nascondiglio.
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    Aidan si aspettava una reazione del genere. Sapeva a cosa andava incontro...solo che non sapeva come risolvere quelle cose, con sicurezza. Aveva già fatto delle cazzate simili ma non era mai corso dietro alla ragazza ferita per cercare di tornare con lei. Lo faceva proprio perché voleva lasciare la ragazza. Con Gyll era tutto diverso. Aidan era corso a parlare subito con lei e cercare di risolvere il problema per tornare assieme a lei come se nulla fosse successo. Perché, in effetti, era stato solamente un bacio, con tanto di ceffone e per niente velate minacce di morte.
    Era stato pure scemo che non aveva nemmeno scommesso un galeone, almeno ci aveva guadagnato qualcosa, oltre al ceffone. Ma ormai il danno lo aveva fatto e non gli restava altro che tentare di risistemare i pezzi rotti.
    Ovviamente Aidan sapeva benissimo che avrebbe trovato Gyll in quell'aula e non sarebbe andato via, prima di aver parlato con lei.
    Aidan si guardò intorno, cercando la ragazza negli angoli della stanza e, ad un certo punto notò ill famiglio di Gyll sbucare da sotto la cattedra e nascondersi dietro una gamba della cattedra. E a quel punto capì dove si trovava la ragazzina. Aidan sospirò e si avvicinò alla cattedra, andandosi a sedere su di essa, con le gambe incrociate.
    “Non vado via finché non ti spiego tutto, Gyll.” Incrociò anche le braccia, guardando verso il basso, sperando che magari Gyll si decidesse ad uscire da sotto la cattedra.
    “Hai visto cosa ha fatto Lilith? Secondo te lei era consensiente a quel bacetto? Non aveva nessun significato, quel bacio. Manco mi è piaciuto, a dire la verità. Tu baci mille volte meglio!”.
    E non era affatto una bugia per far addolcire l'opalina. Anche perché quello che aveva dato alla sua prefetta non era un bacio 'come si deve'.
    “Era solamente una scommessa con Blake. Una sfida. Voleva vedere se io avevo il coraggio di baciare un'altra ragazza di fronte a te. Non era nulla di intenzionale”
    Certo, tutti sanno i sogni erotici che faceva il dioptase ma, appunto, erano solo nella sua testa.
    Solo lì poteva fare questo genere di cose.
    “Esci da sotto la cattedra, per favore? Vorrei parlarti guardandoti negli occhi...” Il dioptase si mise a pancia in giù, sulla cattedra e sbirciò Gyll, a testa in giù. “Dai...”.
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    Questa narratrice quasi se la ride di come passa da una role in cui è lei a dover spiegare cose a questa dove, invece, il povero burattinaio di Aidan sarà nei panni di colui incriminato.
    Ah, che bella la vita, vero?
    Riparare i danni era nella natura degli essere umani, soprattutto quando i danni erano proprio loro a combinarli ed entrambi, i qui presenti, ne avevano fatti diversi mentre quella loro relazione andava avanti.
    Gyll si era rintanata sotto quella cattedra dove aveva trovato un posto sicuro con cui nascondersi da tutto e da tutti, ma Aidan aveva imparato a conoscerla e sapeva sempre dove trovarla. «Hai già spiegato, va' via ora!» - disse la ragazza, dando un pugno al piano sopra di lei, dopo aver sentito che Aidan si era seduto lì. Pugno che non avrebbe fatto altro che un solo rumore, ma nient'altro.
    «Ah, fai anche una classifica dei baci che dai? Sentiamo e metti anche i voti?! No. Non voglio sentirti e non mi interessa chi bacia meglio, non ti bacio mai più!» - il lato infantile di Gyll continuava a farle tenere il broncio, mentre singhiozzava quelle parole, senza uscire dal suo sicuro nascondiglio, seppur voleva davvero guardare il faccia il dioptase. Ma non gliel'avrebbe data vinta questa volta, non avrebbe ceduto alle sue parole ai suoi pigolii «Tu menti. E stai dando la colpa a Blake. Potevi dire di no, lo sai? E poi, che scommesse sono?! E se io facessi lo stesso con te?» - senza sapere che qualche tempo dopo avrebbe fatto qualcosa di decisamente peggio, al povero Aidan.
    Quando lui si affacciò, Gyll sgranò gli occhi e poi si mosse lì sotto per voltarsi di spalle «No. Non ci esco fin quando tu non vai via!» - quel dai del ragazzo la fece quasi cedere, ma Gyll era una ragazzina testarda «Io e Pixie non vogliamo parlarti.» - Pixie in quel momento squittì quasi interrogativa, come se lei non sapesse niente di quella decisione.
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    Aidan sapeva che avrebbe dovuto metterci un po', prima di far pace con Gyll, e quindi si era messo comodo sulla cattedra dove Gyll si era rintanata e non si sarebbe mosso di lì finché lei non l'avrebbe perdonato.
    Quando lei parlò accennò un sorriso. Adorava quando Gyll faceva la bambina. Scosse la testa ma non disse nulla. Lasciò parlare ancora la ragazza e, con un sorrisetto rispose a ciò che disse. “Beh, ho un quadernino dove ho scritto i nomi delle ragazze che ho baciato ed il voto del bacio” in realtà non era affatto vero. Era vero che aveva baciato tante ragazze e, in alcuni casi li paragonava tra di loro, ma non aveva mai pensato di dare dei voti. "Scherzo, ovviamente" aggiunse, per non farla arrabbiare ulteriormente.
    “Io però voglio ancora baciarti. E voglio ancora stare assieme a te...quindi non ho intenzione di andarmene, finché non mi perdoni”
    Quando gli disse che mentiva, Aidan scosse nuovamente la testa, stavolta però per il fatto che si trovava in disaccordo con lei. “non sto mentendo, te lo giuro. Ed è vero...avrei potuto rifiutare...ma Blake mi avrebbe dato del codardo...ed io non sono codardo! Non potevo rifiutare.”
    Ed era vero anche questo, anche se era anche vero che baciare Lilith era un suo piccolo desiderio, ma non poteva dirle questo. Il dioptase, quando si affacciò per vedere Gyll, le fece un sorriso. “Te l'ho detto: Io non andrò via finché non mi perdoni. Potremmo anche restare qui tutta la notte. Non mi importa nulla se toglieranno punti alla mia casata o mi metteranno in punizione. A me importa che tu mi perdoni. E soprattutto che io e te stiamo insieme.”
    Detto questo, Aidan scese dalla cattedra e si mise seduto a gambe incrociate di fronte a lei. Guardò lei, poi Pixie e infine tornò su Gyll. “Io invece sono sicuro che Pixie voglia che tu ti dimentichi di quello che è successo e che vieni qui a darmi un bacio. Che è quello che desidero più di ogni altra cosa.” Inclinò leggermente la testa, guardando la ragazza. “Dai...mi perdoni?”
    Aidan Hargraves

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    A volte l'infantilità di Gyll non aiutava nessuno a comunicare con lei, soprattutto se la mezza-veela si sentiva ancora ferita dall'altro. Aidan stava facendo una gran fatica soprattutto per questo motivo, perché ogni parola che diceva, Gyll la rigirava come un qualcosa che potesse farle male.
    Quando sentì quelle sue parole, non manco di dare un pugno verso l'alto, colpendo la parte della cattedra dov'era seduto Aidan, che probabilmente avrebbe sentito il colpo provenire dal basso «Allora puoi cancellare il mio nome, stupido paguro!» - paguro? Eh? Cosa?! Perché?
    Anche Pixie non era certa di quello che aveva detto la mezza-veela e di quanto appellare Aidan paguro fosse una vera e propria offesa, forse per i paguri? Boh, chi lo sa cosa le stava passando per la testa, sicuro era che il broncetto non glielo toglieva nessuno, seppur Aidan non potesse vederlo.
    Chinò lo sguardo che si fece languido a quelle parole del dioptase che desiderava ancora star con lei. Ci stava pensando già a perdonarlo, ma il ricordo di quel bacio le fece scuotere la testa «Non ti credo più!» - pigolò la mezza-veela, sbuffando ancora e tirando su con il nasino.
    La giustificazione che aveva trovato per il suo non rifiuto non la reggeva proprio, tanto che diede un ulteriore pugno al sedile di Aidan. Oddio, pugno era un parolone, fece fare solo rumore al legno con quelle manine prive di forza bruta «Meglio codardo, che poco rispettoso di me.» - una frase di senso compiuto, complimenti a lei «Potevi rifiutare ed essere superiore a queste cose, invece no. Bravo, eh, bravo!» - fece sarcasmo battendo anche le mani al dioptase «Blake ha detto che tu volevi baciare Lilith. Non mentire, Blake non mente.» - questo non sapeva se fosse vero, ma ora era arrabbiata e quindi tutti dicevano la verità tranne Aidan, nella sua testa.
    Lo guardò affacciarsi e stizzita volse lo sguardo altrove, tirandosi Pixie tra le gambe «Magari se dai un altro bacio alla tua prefetta non ti toglie punti, no?! Va' viaaaaa ~ » - Pixie, però quando vide Aidan, sgusciò fuori dalle braccia di Gyll e si mise a saltellare per cercare di giocare con il ragazzo «Non posso dare baci a nessuno, non mi muovo di qua io.» - e il suo tono, adesso era leggermente più basso, come se lasciasse intravedere uno spiraglio di luce in quella lite, come se volesse far capire che non era lei a dover andare da lui a baciarlo, lei non aveva sbagliato niente, no?
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    Aidan adorava il modo di fare di Gyll. Adorava quando rideva, quando piangeva e soprattutto quando metteva il broncio, faceva l'offesa. In quel momento la ragazzina lo divertiva tanto, non riusciva ad essere serio. E si mise a ridere quando lei lo chiamò paguro. Non aveva la più pallida idea di dove le fosse uscita quella parola però la trovò divertente.
    Era di una dolcezza immensa, quella ragazzina. “Io te lo giuro su quanto voglio bene mia sorella...è vero, volevo baciare Lilith. Credo tu sappia che ho sempre avuto un debole per lei, ma lei sta con Blake...pensano che non vogliono stare più insieme, loro due...ma in realtà si amano ancora ma sono troppo orgogliosi per fare il primo passo. Si insultano a vicenda e Blake mette di mezzo gli altri. Te lo giuro...io voglio solo te.”
    Lasciò parlare nuovamente Gyll, annuendo e poi le rispose. Non poteva darle torto, in effetti lui poteva tranquillamente rifiutare e dirgli che erano affari loro e lui non voleva essere messo in mezzo alla loro guerra, ma il suo carattere gli aveva fatto fare la cazzata più grande.
    “Hai ragione, dovevo dirgli di no ma...” ma Aidan era un coglione e aveva accettato la proposta.
    “Ma io voglio dare un bacio a te. E non solo uno...E non voglio solo baciarti” si inumidì leggermente le labbra e guardò la ragazzina.
    Quando lei le disse di andare via, ovviamente non si mosse di un millimetro. Si mise a giocare con Pixie e nel frattempo ascoltava Gyll. Le fece un sorriso, poggiò Pixie sul pavimento e si avvicinò a Gyll. “Non puoi dare baci a nessuno, dici?” si mise in ginocchio e avvicinò il viso al suo, con un sorrisetto sulle labbra. “E se ti baciassi io? Ti sposteresti?” disse a bassa voce, a pochi centimetri dalle sue labbra. Attese un minuto e infine decise di baciarla sulle labbra. Non voleva costringerla ed infatti, se lei lo avesse allontanato, lui non avrebbe insistito.
    Aidan Hargraves

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    Lei era felice di stare con Aidan, ma quello che aveva fatto l’aveva ferita a tal punto che quasi voleva aver cancellato dalla sua mente tutto quello che con Aidan era successo fino ad oggi. Quando lo sentì ridere, Gyll si arrabbiò ancora di più «Guarda che non dovresti ridere! Sono davvero arrabbiata!» – e più lo diceva, meno era credibile. Ascoltò quello che Aidan giurò e sentì una stretta allo stomaco, come se sentirsi dire che voleva baciare Lilith la stava uccidendo ancora di più «Si ma cosa c’entri tu con quello che vogliono fare loro. Poteva benissimo scegliere un’altra persona, perché a scelto te? Te lo dico io: perché tu vuoi Lilith e quindi ti ha fatto fare questa cosa. Quindi va da lei e lascia in pace me!» – pigolava, mentre tirava sul con il naso, seppur il sapere che lui la volesse fosse qualcosa che le scaldò le guance dall’imbarazzo «Lo so che ho ragione io! Non c’è bisogno che me lo dici tu!» – era pur sempre una donna e doveva avere l’ultima parola su tutto. Volse lo sguardo a destra, per evitare quello di Aidan, arrossendo ancora per le sue parole che lasciavano intendere altro «Vai a fare queste cose con Lilith.» – bofonchiò la mezza-veela, riacciuffando il suo famiglio e stringendolo tra le proprie braccia. Non rispose a quella domanda, fingendo di spostare ancora di più il volto, avrebbe fatto così un po’, tirandosela per le lunghe, perché alla fine anche lei voleva baciare Aidan e infatti, quando lui ci provò a farlo, non si fece scappare l’occasione. Socchiuse gli occhi e le loro labbra si sfiorarono, trovò quel calore così familiare e si lasciò andare, aggrappando le sue braccia al collo di lui, nonostante fosse ancora arrabbiata per quello che aveva fatto. Eppure quel bacio durò forse un’eternità, facendo scontrare le loro lingue e ritrovando un po’ di pace.
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