Il veggente cattivello

Andrè De Long-Prée

Andrè non era il classico tipo di persona eccessivamente losca o crudele, ma era una di quelle persone che non amava che gli altri si approfittassero della sua gentilezza e disponibilità. Soprattutto, non amava molto essere pugnalato alle spalle da persone che credeva amiche, tanto da vedersi spesso costretto a volere una vendetta che avesse un certo fascino: perché rimanere zitti e buoni quando, invece, si poteva assicurare un bel periodo di sventure e di male a tutti coloro che gliene avevano procurato? L’intento di Andrè era quello di avvicinarsi alle arti oscure quel poco che bastava per essere un minimo più temibile, o comunque per potersi vendicare in maniera immediata ed efficace.
Quella notte, dunque, aveva scelto di iniziare a studiare qualcosa su un vecchio libro di fatture che aveva avuto modo di rimediare in un negozietto locale: amava moltissimo leggere e studiare, ma ancor di più amava avere in mano un potere arcano elevato, e lui era sempre stato attratto da quel tipo di magia molto scura, tenebrosa, particolare, esattamente come da sempre aveva provato un forte senso di comunione con tutte quelle pratiche più astratte che, secondo alcuni, avevano pochi risvolti pratici, ma che secondo altri erano la giusta via per scoprire i veli dell’ignoto. Andrè era da sempre stato attratto dalla divinazione, dalle rune, e da tutto ciò che era oscuro al sapere degli uomini medi, quindi perché non dedicarsi allo studio di qualcosa di estremamente ignoto e nascosto ed essere una delle poche persone a poter comprendere il bellissimo mondo delle arti psichiche e divinatorie?
Allo stesso modo il giovane applicava il concetto alla magia nera: non era esattamente una passione comune a tutti, e soprattutto non era assolutamente una branca della magia per i deboli di cuore e di stomaco, ma Andrè in quel periodo aveva iniziato a sperimentare sulla propria pelle il disagio di essere considerato poco minaccioso, e tutti sappiamo cosa accade ad un eccentricissima drama queen quando il suo ego viene toccato. Dopo essersi seduto sulla scrivania del proprio ufficio, dunque, il ragazzo decise di accendere un paio di candele nere aromatizzate al mirto così da creare anche un po’ di atmosfera. Non appena aprì quel libro sulle fatture, dunque, il ragazzo prese anche la propria bacchetta ed iniziò a simulare in maniera molto precisa e corretta i vari movimenti degli incantesimi. “Per quanto si voglia essere precisi con questi movimenti, la cosa che più importa con le fatture e gli incantesimi oscuri è la volontà di infliggere del dolore.” Disse, mentre con la bacchetta ripassava quei movimenti e provava anche a farli in rapida successione così da metterli bene alla mano. Voleva in qualche modo esercitarsi in maniera ottimale in quell’ambito e voleva raggiungere dei risultati che lo portassero ad essere un personaggio temuto o, comunque, di un certo calibro. Lo sguardo continuava a leggere le parole su quel libro, mentre la voce ne ripeteva qualcuna ed accompagnava la lettura anche con alcuni ragionamenti, così da mantenere quelle nozioni molto più chiare in testa. “Secondo me la vendetta è un sentimento che può potenziare molto un incantesimo oscuro. La volontà di infliggere del male in un individuo mischiata ad un certo senso di prevaricazione dovuto alla vendetta sono un’accoppiata vincente.” Ed un lieve ghigno si dipinse sul volto del francese mentre si grattava appena il capo.
Successivamente iniziò a dedicarsi maggiormente al lato pratico, andando a prendere una sedia come oggetto da bersagliare con i propri incantesimi di prova, così da migliorare la potenza e la mira di ciò che stava sperimentando per bene. Puntando quindi la bacchetta contro la sedia il docente di divinazione si concentrò come al suo solito, andando successivamente a pronunciare la formula dell’incantesimo con voce decisa e ben ferma. “Finem odor!” E così un fascio di luce colpì la sedia e venne assorbito da essa: Andrè non voleva sapere se l’incantesimo avesse effetto, ma voleva solo constatare quanto fosse effettivamente potente al livello “fisico”, voleva notare la consistenza e la velocità di quell’incanto che si mise a ripetere ancora per molto tempo, così da perfezionarlo ancora.
Dopo quel primo momento di sperimentazioni pratiche, tuttavia, il ragazzo passò ad una parte molto più teorica che si basava sulla lettura di alcuni passi sugli incantesimi oscuri più potenti, iniziando ad apprezzare molto gli effetti di alcuni in particolare. Ce n’era uno in grado di lacerare le carni, uno in grado di creare un fuoco maledetto, un altro ancora in grado di riportare momentaneamente in vita un cadavere sottoforma di zombie, insomma: erano tanti incantesimi che il ragazzo aveva sentito accennare prima di quel momento ma che mai aveva avuto modo di approfondire in qualche modo, tanto da concentrarsi in maniera molto intensa così da assorbire al meglio tutto ciò che poteva apprendere. “Il fatto che questo incantesimo possa anche causare delle amputazioni è interessante. Ma forse, come dire, non è il caso di usarlo in maniera sconsiderata e senza una vera e propria motivazione.” E poi, con un lieve ghigno sul volto, accennò qualche parola sfarfallando con le sopracciglia. “Se mi addentro in questo mondo un po’ più oscuro e riesco a connetterlo con le mie abilità di veggente avrò in pugno chi voglio. Sì!”

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