La maledizione di Lykos

Skyler Mave

Sapeva qualcosa dell’attuale situazione politica dei licantropi? Poco e niente - sapeva giusto quale fosse il malcontento. Era forse la persona indicata a partecipare ad una caccia all’uomo tanto complicata? Assolutamente no. Eppure, quando aveva sentito da alcuni colleghi medimaghi come volgeva la situazione, Skyler non aveva potuto fare a meno di sentire il sangue ribollire.
Durante il periodo estivo approfittava delle ferie da Hidenstone per fare un po’ di “libera professione” presso il San Mungo, accettando qualche turno; quel giorno, tuttavia, aveva notato un certo fermento e, non volendo vincere il premio per la Zucca Medimaga Più Vuota del Galles, aveva deciso di intrufolarsi al discorso del membro del Wizengamot.
Qui, sentire di prima persona la storia del Pastore l’aveva convinto - o almeno, gli aveva fatto salire una certa dose di rabbia. Doveva fare qualcosa: non poteva tollerare che un intero gruppo di potenzialmente brave persone venisse estromesso dal suo libero arbitrio per colpa di un despota.
‘Non sarò un Auror, ma magari posso aiutarli con le cure e le difese… però non posso scendere in battaglia così. Calmiamoci…’
Presa la Passaporta assieme agli altri, non si era accorto di conoscere effettivamente qualcuno; se ne rese conto solo una volta arrivato sul posto.
“Ehilà Aaron - e c'è anche Annie! E tu sei Xander, giusto? Il cugino di Lance - beh, meglio conoscere qualcuno!”
Quella però non era la giornata più adatta per i convenevoli; ascoltò il piano di Xander, annuendo brevemente nonostante non gli andasse a genio il mandare qualcuno avanti da solo. Quando poi Annie si propose proprio per quel ruolo, il suo primo pensiero fu ‘Se succede qualcosa alla sua fidanzata o a suo cugino, Lance mi ammazza…’: era meglio dare un occhio di riguardo a loro due? Xander probabilmente se la sarebbe cavata (‘Insomma, è Caposquadra - ha già dimostrato il suo valore!’), ma Annie, per quanto assolutamente in gamba, era una medimaga - e quindi, in una missione simile, preziosissima.
“Aspetta, Annie - la collega di Astronomia mi ha insegnato una cura… chiamiamola preventiva! Se sei d'accordo te la applicherei...". Avrebbe atteso il suo consenso, prima di esclamare "Lunagemino Artemis”: avrebbe dunque tracciato una cupola sulla testa della medimaga, sperando che per qualche tempo alleviasse eventuali ferite superficiali.
‘Prevenire è meglio che curare, no?’
Forse avrebbe dovuto mascherare anche l’odore di Annie? Non lo credette necessario, più che altro perché la luna piena era lontana, e perché in fondo i lupi mannari si lavano… no?
“Piuttosto, voi parlate con le persone, che io preferisco parlare con gli animali”: come un San Francesco tamarro, avrebbe cercato un qualunque animale vivesse nelle prossimità della chiesa (gatti, piccioni… persino le mosche, se non ci fosse stato altro), per poi puntare contro di loro la bacchetta mormorando “Natura in fabula”. Se l’incanto avesse funzionato, avrebbe chiesto alla creatura incantata se avesse visto degli strani movimenti attorno alla chiesa, e che tipo fosse colui che ci stava dentro.
Forse i passanti avrebbero passato che fosse ubriaco o drogato già a quell'ora... che importava?

"Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.