Una notte fuori

Joanne - Gennaio

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    Erano passate ormai un paio d'ore da quando aveva rotto con Emma e lui non faceva che credere fosse la cosa migliore. Sentiva come se si fosse sollevato da un peso, da una responsabilità che non era pronto a prendersi, quella di stare con lei che si aspettava il meglio da lui, che pretendeva di avere accanto quello che era il classico stereotipo di un principe azzurro.
    Lui che era proprio il contrario di quello, era più il lupo cattivo che rapiva la principessa per farle passare l'incubo con lui. Eppure, era stato difficile come qualunque altra rottura, perché aveva dovuto scegliere le parole giuste per non sentire il suo cuore spezzarsi e aveva capito cosa significava trovarsi dalla parte opposta, dalla parte del cattivo che non vuole più continuare qualcosa.
    Lucas non aveva niente da fare per quella sera, era come se dovesse sentirsi di dover festeggiare per esser stato capace di lasciarla andare, molto prima che le cose si complicassero.
    Non aveva rimorsi, per quella che era stata la loro relazione, e aveva apprezzato ogni giorno con lei, ma se avesse dovuto scegliere di tornare indietro, non lo avrebbe fatto nemmeno per un istante.
    Loro erano troppo diversi, la luce e l'ombra, e lui non poteva venire acciecato dalla luce, cambiare se stesso completamente e farsi inglobare da quello che era un mondo fatto solo di cose belle.
    Lui sapeva perfettamente che aveva bisogno di una via di mezzo e per trovare il giusto equilibrio tra sé e il mondo, doveva farlo da solo, uscendo da quell'adorabile gabbia dorata dove Emma lo aveva rinchiuso, pur non volendolo.
    A fargli aprire gli occhi, forse, era stato proprio l'incontro con la Moore mesi prima, dove si era sentito decisamente se stesso, non dovendo nascondere nemmeno il fatto che fumasse canne. Sì, forse quella sera lui aveva aperto gli occhi sul mondo rendendosi conto che voleva esattamente il contrario di quello che stava realmente cercando. Voleva vivere alla giornata, voleva sentirsi accettato anche se beveva o fumava e non desiderava pesare le parole e i gesti per evitare di ferire qualcuno.
    Si era sempre sentito troppo al guinzaglio, in tutte le relazioni che erano approdate nella sua vita, aveva sofferto con Liz e stava per rientrare nello stesso oblio con Emma. Ora voleva respirare, voleva guardare il cielo, steso sul manto erboso in riva al lago e contare le stelle, mentre sputava fuori il fumo dalle sue labbra, con il braccio sinistro a fare da cuscino alla sua testa ancora bardata dal cappellino. Gennaio era ancora freddo, ma lui stava bene con il suo giubbino di pelle, sopra la felpa grigia e i jeans strappati dal lavaggio nero.
    Accanto aveva un paio di bottiglie di birra già bevute, poi nella neve che copriva il manto, ve ne erano ficcate altre quattro o cinque. La canna che stava fumando sembrava quasi quella della vittoria, come se avesse vinto una sfida con se stesso.
    lucas j. jones

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    tumblr_mp0u0sVEXA1rcjo9to1_500scheda | joanne nilsson | statistiche

    Doveva ammettere che quella sua nuova vita non le dispiaceva per niente. Cominciava veramente a respirare e la cosa che gli piaceva di più era il fatto che si cominciava a sentire bella e libera. Si sentiva fiera di se stessa. Non andava fierissima di quello che aveva fatto con Rebecca, ma sapeva benissimo che andava fatto e che la bionda l'aveva aiutata. In realtà avrebbe voluto incontrare ancora una volta anche la rossa che l'aveva aiutata tempo a dietro con delle bullette e non vedeva l'ora di rivedere Emma, fatto si era che alla fine non aveva più visto nessuno se non Jason. Non aveva incontrato più neanche quel dannatissimo biondino di nome James, e la cosa un pò la rincuorava perchè lui gli faceva proprio uno stranissimo effetto. Si era messa la fela, dei leggins grigi, i capelli erano perfettamente mossi e sciolti, un capellino fucsia e forse anche troppo infantile per la sua età e dei guanti che le comprivao solamente la mano, ma le lasciavano le dita ben scoperte. Perchè era in giro? Voleva semplicemente respirare dell'aria e ripassare quello che già sapeva perfettamente. Voleva semplicemente che Jason fosse fiero di lei e che tutta quella situazione rimanesse stabile. Era andata a pregare al tempio di freya ed aveva le gnocchia completamente bagnate. Ma non sentiva molto freddo, anzi era quasi piacevole la pelle bagnta dalla freschezza della neve. Unico inconveniente era che comunque era abbastanza buio e Joanne, in quel momento della sua vita era ben concentrata sui suoi pensieri e su quello che aveva detto Jason sulle piante carnivore rare che avevnao nello speziale, quindi, non vide in nessun modo il ragazzino sulla neve, e ci inciampò addosso cadendogli sopra. Oddio. Sussurrò poi trovandosi ad un centimetro dalle labbra di Lucas. Ma...scusa... io. Cavolo! Quando si sentiva una ragazzina alle prime armi si odiava. Cercò di alzarsi da sopra di lui ma la neve la fece scivolare di nuovo. Che imbarazzo. Se il ragazzo avesse guardato le guancie di Joa avrebbe notato il rossore e davvero l'imbarazzo per quella goffagine assurda.

    Revelio GdR

     
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    La vittoria di Lucas non era solo nell'essere riuscito in maniera matura a rompere come Emma, senza che nessuno si facesse male. Ma aveva anche capito cosa voleva dalla vita e cosa, invece, era così sbagliato per lui. Doveva fare i conti prima con se stesso e accettarsi per com'era, senza voler per forza cambiare per gli altri. Lui era quello che era, quello che beveva, fumava e che continuava a cercare la verità sulla morte dei suoi genitori. Il lupo solitario che sapeva anche stare benissimo da solo, ad osservare da lontano gli altri, senza che si intromettesse se non fosse necessario.
    In quegli anni aveva sicuramente fatto progressi con le amicizie, vedesi Blake ed Erik, con i cui condivideva molto rimandendo sempre nei limiti delle libertà di tutti. Ma con le ragazze non era andata così, aveva sempre trovato le principesse perfette che cercavano in lui quella cosa migliore, quella persona che potesse essere il principe azzurro. Lui era ben distante da quello stereotipo e non era così facile avvicinarsi a quell'immagine che era troppo diversa dal suo modo di essere.
    Fumare quella canna, per esempio, era una liberazione. Da quando stava con Emma aveva smesso quasi di godersi quel piacevole sapore di erba, quel sapore naturale che gli piaceva così tanto e lo rilassava ai massimi livelli.
    Eppure, quel relax stava per finire, seppur lui non se lo aspettava minimamente.
    Stentare a credere che le donne piovessero dal cielo era una mera illusione: a Jug era successo esattamente questo. Nel giro di pochi attimi si era ritrovato con addosso una ragazza «Ouh.» - mormorò per il colpo, mentre riapriva gli occhi e sputava fuori una piccola nuvoletta - non esagerata - di fumo stupefacente che irrimediabilmente avrebbe accarezzato il volto della denrisiana. Gli occhi ghiaccio si riaprirono sprofondando in quelle nocciola della mora. La distanza di quelle labbra era troppo poca per non sentirne il respiro sulla pelle. Un angolo delle labbra, il sinistro, per la precisione, si sollevò appena in una specie di sorriso malizioso, dettato anche dalla canna che faceva del suo per togliere i freni inibitori al ragazzino «Una maniera un po' materiale per attirare la mia attenzione...» - commentò in un sussurro dal tono dolce e basso. Il volto di lei era paonazzo dall'imbarazzo, ma la cosa non faceva che rendere il tutto più simpatico agli occhi del Jones che in verità aveva un debole per quel tipo di ragazze che arrossivano per un non nulla. La sentì trafficare per rialzarsi e quando gli cadde di nuovo indosso, non potè, istintivamente che cingerle la schiena con un braccio «Ehi... attenta...» - le disse, vicino all'orecchio, con tono questa volta preoccupato «... ti farai male così...» - aggrottò la fronte e portò, con la mano libera, la canna dietro l'orecchio così da non perderla e fece leva sul suo braccio e sui propri addominali per sollevarsi, stringendo la ragazza, così da non farla cadere e cercare di mettersi a sedere con lei ancora addosso «... prova adesso...» - gli disse, questa volta fissandola negli occhi, con uno sguardo profondo e quel tono sempre basso e rassicurante, mentre avrebbe provato a spostarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio «... adesso dovresti riuscire ad alzarti... se vuoi...» - aggiunse come se volesse indicarle che a lui non dava alcun fastidio.
    lucas j. jones

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    tumblr_mp0u0sVEXA1rcjo9to1_500scheda | joanne nilsson | statistiche

    Dire che era impacciata non rendeva assolutamente e minimamente l'idea di quello che stava succedendo. Lei era più grande di Lucas e sicuramente era anche molto più abile e paradossalmente anche più forte, ma tutto quello veniva smontano non solo dalle sue gote estremamente rosse, ma anche dal fatto che tutto quello era assurdo. Possibile che non riusciva ad alzarsi e cadeva inesorabilmente e pricolosamente e sicuramente senza alcuna logica su quel ragazzino? Si sentiva seriamente una stupida e la cosa non sapeva neanche come diavolo potesse succedere. Un colpo di tosse nervosa ed imbarazzata seguì le parole del ragazzo. Oh no... ma io non volevo attirare la tua attenzione... insomma non che non sia stato piacevole. Ecco non in quel senso! Lo ammonì quasi come se stesse ammonendo se stessa anche solo per aver pensato a quel senso e la cosa la faceva sentire a disagio per tanti motivi. Si morse il labbro e quando cadde la seconda volta, voleva seriamente morire, tanto che sentire le sue mani strette lungo i suoi fianchi e dietro la schiena le provocarono un moto di piacere e fastidio degno di una vera pg della scrittrice. Contraddizione allo stato puro, anche questa volta. Non fece niente, lasciò che Lucas facesse il cavaliere e poi, d'improvviso si sentì davvero una bambina di due anni in preda agli ormoni. Ed adesso cosa doveva fare? Alzarsi? Oppure era brutto e poteva sedersi di fronte a lui? E poi? Insomma doveva socializzare? Parlare? Cavolo quanto era complesso e complicato riuscire anche solo ad avere un rapporto umano con una persona del sesso maschile. Adesso che vedeva tutti i giorni anche Jason, era diventato ancora più complicato. Si morse il labbro, di nuovo e poi scivolò da sopra le gambe del ragazzino e scosse il capo. Era imbarazzata anche per il tono dello stesso che sembrava essere davvero preoccupato per lei e... sgranò gli occhi quando sentì quell'odore. Era erba. Oramai cominciava ad avere il naso giusto per riconoscere anche cosa esattamente si stesse fumando. Sorrise appena ed abbassò lo sguardo. Lo sai che quell'erba ha degli effetti veramente curativi? Certo che detto ad uno che se la fumava non poteva che essere d'accordo! Stava cercando davvero di togliersi quell'imbarazzo di dosso e cercare di essere una persona più umana. Veramente, mi dispiace! Ma tu non dovresti stare steso qui, nel bel mezzo del nulla! Comunque piacere Joanne, ma puoi chiamarmi Joa. Era così che in genere la chiamava Jason e la cosa gli piaceva, la faceva sentire speciale avere un piccolo nomignolo!

    Revelio GdR

     
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    Lui non credeva minimamente al fatto che le ragazze piovessero dal cielo, ma al momento non sapeva come poteva pensare il contrario, visto e considerato che con Joanne era accaduto esattamente questo. Eppure, Lucas non era sicuramente lì per cercare compagnia, ma semplicemente per fumare quella canna della vittoria, o della pace, come la si voleva chiamare andava bene, e godersi un po' di silenzio. Ed invece, come sempre, i suoi piani venivano scombinati e non poco. Insomma, sentirsi un materassino da campeggio non era il massimo che si potesse desiderare dalla vita, ma con un visino come quello di Joanne, sicuramente le cose potevano essere viste con un certo occhio di riguardo, non c'era che dire.
    La ragazza pareva un sacco goffa, non riusciva a rialzarsi in piedi in nessun modo; questo portava Lucas a chiedersi perché diamine si trovava tra le mani sempre qualcuno di buffo e goffo con cui avere a che fare. E a dimostrare quanto fosse facile mettere in difficoltà una ragazza buffa e imbarazzante come Joanne, lo confermarono anche le parole di lei, successive alla sua osservazione.
    Jug sollevò un sopracciglio, malcelando un sorriso sarcastico e ironico che si disegnava a poco a poco sul proprio volto, quasi a voler sottolineare quella divertente situazione e sbuffò una risata appena soddisfatta «Oh, quindi ammetti che sia stato piacevole cadermi addosso?» - allargò le braccia quasi confuso dalle sue stesse parole «Quale senso?» - disse, ben consapevole di cosa potesse significare quello che Joanne intendesse, ma con l'estrema voglia di vederla ancora una volta arrossire. Sì, aveva un debole per le donne che arrossivano e questo faceva in modo da renderlo ancora più pizzicante quando scopriva come fare.
    Il lato gentile di Lucas cercò di aiutare la ragazzina, senza però nascondere il suo sguardo dall'osservarla intensamente e memorizzare nella sua testa ogni singolo lineamento della ragazza.
    Lei non sembrò alzarsi subito, lui lasciò il tempo a lei di rimanere quanto volesse anche perché non era per niente dispiaciuto di quel contatto fisico che aveva quasi dimenticato stando con Emma, quanto fosse piacevole il calore di un altro corpo addosso. I suoi ormoni erano svegli e anche abbastanza reattivi, tanto che Lucas ringraziò Merlino per il fatto che Joanne fosse scivolata via da lui, seppur lasciando che quel calore si disperdesse, o avrebbe rischiato di presentarle anche il suo amico nascosto, se la ragazza fosse rimasta ancora in quella posizione.
    Portò di nuovo la canna alle labbra e prese un accendino per darle di nuovo vita, quando le parole di lei portarono i suoi occhi ghiaccio a guardarla appena, aspirando profondamente «Come negarlo. E' un toccasana per lo stress, il mal di testa... favolosa.» - disse sollevando un angolo delle labbra «E tu come le sai tutte ste cose?» - chiese, volgendo ora lo sguardo completamente interessato alle sue frasi.
    «Ma è così bello star stesi a fumare erba e guardare le stelle.» - disse lanciando fuori una zaffata di fumo bianco nell'aria «Lucas.» - disse, sorridendole dolcemente, ma allo stesso tempo in maniera enigmatica.
    Guardò verso l'alto e poi si girò verso le proprie spalle, afferrando il suo giubbino di pelle e allungandolo tra lui e Joanne «Perché non provi? Insomma, l'erba c'è, le stelle pure... sdraiati e goditi lo spettacolo, no?» - disse, mentre si lasciava cadere all'indietro e la guardava. Le fece segno con la mano di avvicinarsi e poi indicò verso l'alto «Dai, non ti faccio niente... non sono il lupo cattivo e tu non sei Cappuccetto, almeno per oggi.» - disse quasi sprezzante.
    lucas j. jones

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    "Dove basta un minuto intenso per vivere sempre"

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    Joanne Nilsson | Densiriana | 24 anni |


    Che Joanne avesse dei seri problemi in quelle occasioni, oramai era praticamente certo. Se ne erano accorti tutti ed anche lei. Non poteva più giocare la carta dell'ingenua completa ne tanto meno della disinteressata. Il suo primo pensiero vedendo un ragazzo non era certamente quello di copulare, ma cominciava a notare le spalle, le mani, le labbra e gli occhi del sesso maschile, cominciava a pensare che non fossero tutti quanti asessuati e che forse, forse Rebecca aveva ragione, non doveva vivere quella cosa come un taboo. Ovviamente non avrebbe mai seguito i consigli della ragazza bionda, specialmente dopo che aveva saputo che li dentro ci si prostituiva, ma comunque era stata la prima ad arrivare in seconda base e l'aveva fatta stare bene. Terribilmente bene, quindi non vedeva perchè non cercare di stare più tranquilla! La risposta arrivò quando Lucas le fece quella domanda e lei non seppe esattamente cosa rispondere. Quale senso? Si morse l'interno del labbro e distolse lo sguardo. Nessun senso! Assolutamente! Aggiunse poi stringendosi leggermente nelle spalle. Ecco, si magari a lei serviva davvero qualcuno che le ricordasse di avere 24 anni e non 87. Quando cominciarono a parlare di quell'erba, presto, Joanne, si rese conto che Lucas non parlava dei suoi stessi effetti, ma questa volta non gli venne da fargli la predica ma di ridacchiare. Si, forse doveva prendere le cose con più leggerezza e seppur non aveva nessuna intenzione di fare sesso con nessuno, ancora almeno, poteva provare altre cose che non aveva mai fatto nella sua vita, no? Lavoro allo speziale con Jason. Mi sta insegnando tutto quello che c'è da sapere sulle piante e ti posso assicurare che questa non è solo per le canne ma è anche per i medimaghi. Tanto che ne forniamo molta ai druidi! Si sentiva capace di fare o dire qualcosa per una volta. Non c'era che dire, Jason la stava sicuramente rendendo una densiriana degna di nome e nota. Sorrise quando gli disse il suo nome. Molto inglese! Poi la sua proposta, mentre stendeva quel giubbino. Si morse il labbro. Era stato gentile e non voleva fargli niente, giusto? Lo aveva detto! Ecco, forse in quel momento si sentì ancora l'ingenua di semre ma doveva avere coraggio di vivere, quindi alla fine si sdraiò affianco a lui e si voltò a guardare il suo viso. Posso farne un tiro? Chiese in imbarazzo. Insomma non aveva mai fumato in vita sua, solo con Jones poteva effettivamente cominciare a farlo! Chi meglio di lui per l'iniziazzione delle canne per Joanne?

     
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    Lucas era completamente in pace con i sensi, in quel momento, quindi qualsiasi cosa fosse successa, l'avrebbe reputata sempre in maniera positiva, tanto da cercare di trovare un'occasione anche nella piovuta dal cielo di Joanne. Trovò divertente che lei fosse lì, più imbarazzata che mai, a cercare di racapezzarsi per essergli piombata addosso, mentre lui continuava a mantenere quel sorrisetto divertito sul volto, beandosi di quelle espressioni ingenue che la castana aveva dipinte in volto.
    Ascoltò il suo panico, quindi, mentre rispondeva alla sua domanda, come se Lucas non avesse ben inteso il vero senso che la ragazza volesse palesare; doveva ammettere che c'era una cosa che amava in quasi tutte le ragazze: quando riuscivano a sentirsi estremamente imbarazzate e non sapevano uscire dalle situazioni in cui si cacciavano con le loro stesse mani. E Joanne aveva creato esattamente un giusto prototipo di questa situazione. «Ah, peccato. Ero curioso di sapere a quale senso ti riferissi...» - si strinse nelle spalle, quasi fingendosi dispiaciuto di non avere una vera e propria spiegazione a riguardo.
    Quando il discorso si spinse sul lato cannabinoidi, Lucas dovette ammettere che aveva sicuramente davanti qualcuno che come lui ne sapeva, ma sicuramente su un piano diverso «Ah, sapevo di questa cosa dei medimaghi. Effettivamente ci sta, insomma, immagino abbiano un ottimo effetto lenitivo, oltre che anestetizzante. A me passa il mal di testa se ne prendo una giusta boccata d'aria.» - disse continuando a respirare quel fumo bianco che sapeva di erba buona. La guardò di sottecchi quando commentò il suo nome «Non ti piace?» - bisbigliò appena, sollevando un sopracciglio e non cancellandosi dal volto il sorriso che aveva. La guardò mentre si sdraiava, ancora incerta sulle sue intenzioni, quindi tornò a guardare le stelle e tirare dalla canna.
    La domanda della denrisiana lo stupì decisamente, quindi si voltò in sua direzione e la guardò «E' la prima volta?» - domandò, avvicinandosi un po' con la testa a lei, per tagliare quelle distanze «Se è la tua prima volta, tira poco, non mandare giù subito. Trattieni in bocca un po' il fumo e cacciane una buona parte, poi mantienine poca e prova ad ispirare...» - disse «Così...» - quindi gli fece vedere socchiudendo le gemme celesti, interrompendo il contatto visivo con la ragazza e sputando fuori una nube bianca «Potrebbe sembrare che pizzica un po' la gola, ma è solo l'impressione della prima volta. Io sarò qua, non ti preoccupare...» - le fece un occhiolino e le passò la canna.
    lucas j. jones

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    Joanne Nilsson ~ Denrise Ultimamente si stava solamente cacciando in situazioni ambigue. Forse stava avendo davvero la sua adolescenza a 24 anni, e forse le stava facendo anche molto bene frequentare il negozio ed imparare a non stare sempre da sola oppure ad interaggire sempre e comunque con qualcosa di inanimato oppure con piante ed animali. Forse Joanne aveva proprio quello come difetto: non si sforzava mai di parlare con gli altri, o di capirli o comunque non cercava nessun tipo di contatto, come se parlare con un ragazzo fosse la cosa più brutta e disagevole del mondo. Ovviamente non era così ed altrettanto ovviamente era solamente qualcosa che si era creata lei in testa chissà a quale scopo. Era come se in quel modo riuscisse a proteggrsi e la cosa cominciava a starle stretta. Si, certo, aveva fatto tutto quanto da sola, ma cosa ci poteva fare? Alcune volte la solitudine non lasciava spazio a niente se non all'insicurezza e alla timidezza. Per Joanne tutto quello era completamente nuovo. Quando il ragazzo disse che era curioso, Joanne si morse il labbro. Nel senso sessuale della cosa. Lo borbottò, abbassando lo sguardo, ma in maniera tale che Lucas la potesse sentire in maniera forte e chiara. Oddio quanto si sentiva immensamente piccola, ancora di più di quello che poteva essere fisicamente, in quel momento. Si morse il labbro e non riuscì a guardare l'ametrino per un bel pò di tempo, fino a quando riprese il coraggio e lui gli disse il suo nome, che lei commentò tornando di nuovo molto imbarazzata.Penso che sia un bellissimo nome, ma non sei di denrise e questo mi fa comprendere che sei uno studente di Hidenstone... credo! pespicace la ragazza. Ecco, non aveva mai conosciuto nessuno di loro a parte emma. Se solo in quel momento Joanne avesse saputo che il ragazzo di cui lei le aveva sempre parlato era proprio affianco a lei si sarebbe sentita anche davvero una stronza. Comunque alla fine si mise stesa affianco a lui e la genialata fu quasi istintiva. Per una volta fu guidata dalla sua pancia e non dalla sua testa. Si alzò leggermente sul gomito e fece esattamente quello che Lucas le disse di fare, peccato che il dosaggio del fumo non fu proprio giusto e quindi, quando lo trattenne tossì un pò. Oddio che strana sensazione. é vero! Sembra un pò frizzantina! Non passò di nuovo la canna a Lucas ma ne fece un altro tiro, questa volta andò decisamente meglio anche se, forse anche per fortuna, oppure perchp Joanne ha una player bastarda, il tiro fu intenso, tanto che passò di nuvo la canna al suo nuovo amico e si sdraiò ancora un pò vicino a lui. Wao! Cavolo se penso a quante cose potrei fumarmi... E fu subito magia, un sorriso si allargò sul suo viso. Si sentiva bene, rilassata. Tu ci credi nell'amore?Ma era legale fare quelle domande così, all'improvviso ed ad uno sconosciuto?


     
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    Era divertente notare come il disagio di quella ragazza crescesse senza che lui stesse effettivamente facendo qualcosa. Aveva un sopracciglio sollevato e cercava di trattenersi dal ridere, mentre lei cercava di fuggire da quella situazione ambigua in cui ci si era ficcata da sola. La ascoltava con attenzione, corrugando la fronte come se volesse concentrarsi meglio «Ok, quindi se ho capito bene: ti è piaciuto cadermi addosso, ma non ti faccio alcun effetto nel senso sessuale della cosa. Giusto?» - sì, era decisamente un po' stronzetto quando ci si metteva, ma doveva ammettere che vedere Joanne imbarazzata era qualcosa di estremamente sublime. Non doveva cadere spesso addosso a qualcuno, era chiaro. Insomma, non è cosa da tutti i giorni trovarsi tra le braccia di un belloccio maledetto, che fuma una canna in tranquillità.
    Joanne sembrava mettersi veramente nei pasticci con il suo modo impulsivo di reagire a quella conversazione, anche quel suo parlare del nome era una situazione dalla quale voleva scappare «Già, non sono un denrisiano e lo so, mi odierai anche tu per questo, ma ehi... non si può essere perfetti, qualche difetto ce l'ho anche io. Ma, ci hai preso. Sono uno studente di Hidenstone. Ne conosci altri?» - forse quella domanda sarebbe stata un'arma a doppio taglio per entrambi, ma poco importava.
    La osservò mentre si stendeva accanto a lui, senza dire una parola, quindi le passò la canna e si mise ad aspettare che si intorzasse come tutti i primi tiri di tutti quelli che fumavano per la prima volta. Istintivamente allungò una mano dietro le spalle, sfiorandole appena «Ehi... tutto bene?» - fu quasi un sussurro basso, mentre vedeva che si stava riprendendo. Si riportò disteso, dopo essersi accertato che stesse bene e prese la canna successivamente al suo secondo tiro, ridendo di quel che disse «Ma che dici! Ahahah, non tutte le erbe fanno bene da fumare.» - la guardò con la coda dell'occhio, mentre notava le sue labbra allargarsi in un sorriso delizioso, quindi tirò una boccata alla canna e soffiò verso l'alto, muovendo impercettibilmente il corpo verso di lei, per ascoltare quello che Joanne voleva chiedergli.
    Sgranò gli occhi, mentre fissava il cielo stellato. Non si aspettava quella domanda, tirò una nuova fiammata e trattenne il fumo «Sì.» - rispose secco dopo poco, mentre volgeva di nuovo lo sguardo verso di lei «E' solo difficile trovarlo e mantenerlo. E tu, Joanne, ci credi nell'amore?» - le sussurrò appena, allungandole di nuovo la canna.
    Lasciò che fumasse e rispondesse, quando all'improvviso cercò il suo braccio, per afferrarlo piano «Ehi, guarda!» - disse, mentre con il sinistro indicava il cielo «Lo vedi quel piccolo rettangolo lì, con quella fila di stelle. Quella è l'orsa minore. Non è favolosa?!» - il suo tono era un sussurro, come se non volesse disturbare le stelle.
    lucas j. jones

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    Joanne Nilsson ~ DenrisePer quanto fosse abituata oramai alla presenza di Jason, Joanne continuava ad essere completamente un disastro nei rapporti sociali, in particolar modo era un disastro quando si ritrovava ad interagire con un qualsiasi essere maschile. Con Lucas era ancora più difficile perchè sembrava quasi che lui ci stesse mettendo il carico da novanta, cercando di ampiare ancora di più quel discorso che per lei poteva finire bellamente da dove era cominciato. Ma il problema ancora ulteriore era che era stesso lei che riusciva a mettersi in quel casini e se davanti a lei vi fosse stata una persona sveglia come il ragazzo che aveva di fronte allora non poteva far altro che peggiorare la situazione. Non rispose a quel "giusto?" Gli diede solamente un piccolo pugno contro il braccio e poi si strinse nelle spalle come per fargli capire che se avesse nominato un'altra volta la parola sesso, lei sarebbe andata veramente via. Si morse il labbro, si ne conosceva altr di studenti ma non aveva intenzione di rispondere a quello, anche perchè desiderava veramente tantissimo entrare in quella scuola, seguire quelle lezioni così entusiasmanti e non voleva più sentirla nominare. Lui era così fortunato e non lo sapeva. Infatti decise di far cadere anche quell'argomento e si stese affianco a lui prima di provare la canna e sputare un polmone. Certo si era che Joanne stava attraversando la sua adolescenza proprio in quel momento e con un tantinello di ritardo, ma aveva deciso che non voleva più vergognarsi o continuare a chiedersi come poteva andare se solo i suoi genitori avessero avuto modo e tempo di fare qualcosa di diverso da quello che avevvano fatto. Era stanca di tutto quello e comunque la sua vita adesso cominciava a piacergli, quello doveva veramente ammetterlo. Sorrise al ragazzo e al secondo tiro si riprese e si, gli piaceva un sacco sentirsi così rilassata, come se ogni muscolo del suo corpo si stesse abbandonando a se stesso. Ci credo anche io e credo anche che sono una persona sfortunata, veramente, ma veramente sfortunata! Volevo trovare l'amore della mia vita e mi ritrovo a 24 anni a non aver mai dato neanche il mio primo bacio! Lo disse con leggerezza, ma soprattutto scoppiò a ridere, prima di inclinare la sua testa sulla spalla del ragazzo e guardare le stesse come lui aveva indicato. Sai Lucaschecredeancoranellamore non ti odio come tutti gli altri londinesi, tu mi sembri simpatico e sei anche molto buffo a dire la verità! Aggiunse con estrema sincerità. Si era decisamente l'erba che stava parlando. Ma non disse altro, in quel momento, in quel preciso istante, sotto le stelle, sopra quel manto d'erba, si sentiva felice.


     
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9 replies since 28/7/2021, 17:55   122 views
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