Ma te, la notte lavori?

Joanne

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    «Come te l'ho da spiegà? Nun ce sta nessuna donna de Jonathan qua.» - mettersi a litigare con la gente non era di certo quello che Jason sperava dalla vita. Insomma, non è che non lo aveva mai fatto, ma preferiva non cadere in quel vortice, soprattutto nella sua bottega. Eppure, delle volte, sapeva che non c'era altra maniera per scollarsi di dosso persone che non volevano capire le sue parole. Ci provava sempre, continuando con le parole, come se sperava che l'altro interlocutore diventasse più intelligente nel mentre, ma nulla «Questo è Lo Speziale, nun è a taverna de Baker. O vuoi capì o devo gira er bancone?» - il tono del druido si era alzato e, nonostante il suo sorriso sul volto, l'aspetto era piuttosto minaccioso mentre incrociava le braccia muscolose al petto «Te giuro. Ho vista entrà qua dentro. E' mora, due belle chiap---» - l'uomo non riuscì a finire la frase che subito tremò intorno a lui ogni singolo gingillo. Jason aveva sbattuto un pugno sul bancone e si era sporto a prendere per la maglia quel tizio che sembrava insistere «To dico pe l'ultima volta. Po se vuoi uscì da qui con le tue gambe, me pare er caso de farlo subito.» - il suo ora era diventato un ringhio roco e basso, a vicinanza con il volto dell'altro «Nun ce stanno puttane qua.» - ora glielo aveva detto ancora meglio, quindi lo lasciò lanciandolo appena indietro. Quello sembrava essersi spaventato e in un attimo cercò di andar via da quella bottega, inciampando qui e là.
    Jason, una volta che la porta si fu chiusa alle sue spalle, sospirò quasi come se si fosse stancato e si diresse verso l'esterno sul retro, dove Joanne probabilmente aveva sentito il suono del suo pugno al bancone, ma non tutto il resto, visto che l'aveva lasciata a lavorare su delle piante da curare, in compagnia di Seth «JOANNE.» - urlò quasi per annunciarsi alla ragazza, con il tono esasperato.
    Quindi sarebbe uscito nel giardino sul retro e l'avrebbe raggiunta «Famme capì, ma te lavori pure da Baker? A notte, 'ntendo.» - aveva difeso la ragazza, ma quello non era il solo che era entrato lì dentro a chiedere di lei, quindi il dubbio era sorto al druido «No è che m'è sorto er dubbio, eh.» - la delicatezza di uomo denrisiano, era lì, davanti alla povera Joanne.
    jason byrne
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    tumblr_mp0u0sVEXA1rcjo9to1_500scheda | joanne nilsson | statistiche

    Joanne si stava impegnando davvero questa volta e lo stava facendo con tutte le sue forze. Aveva deciso di rendersi davvero utile, quindi la mattina si svegliava presto, cercava di arrivare prima di Jason in negozio e fare tutto quello che era necessario per cominciare la giornata al meglio. puliva, innaffiava quello che l'omone gli diceva di innaffiare, studiava, ripeteva, imparava. Era un mese che andava avanti quella storia ed era contenta. Stanca morta ma veramente contenta, oltre al fatto che comunque, Joasn era una persona gentile e competente e con il quale stava cominciando ad avere un rapporto leggermente meno formale, ma il fatto che fosse un uomo era veramente complicato, specialmente perchè aveva dei muscoli, era bello sempre e la sua gentilezza e finezza non aiutava. Oddio, dire che un densiriano era fine era veramente qualcosa di improbabile, ma non era quello il momento di andare a trovare il cavillo stupido in un complimento.
    Era di la a fare quello che le era stato richiesto.Joanne era diventata molto scrupolosa e mentre faceva qualsiasi cosa, si appuntava su di un quadernino quello che imparava di nuovo. Stava diventando abbastanza brava anch con gli incantesimi, anche se, invece, con le pozioni era ancora completamente impedita, ma comunque c'era bisogno di pratica e di tempo. Per il momento le andava bene così. Era sull'ultima piantina, la stava annaffiando ed osservando quando sentì la voce di Jason quasi tuonare e riempire tutta la piccola serra. Tremò quasi e si buttò tutta l'acqua addosso. Dimmi! Cercò di tirarsi la maglietta nera che aveva addosso per non far notare il disastro che era. Quando Jason le rivolse quella domanda, Joanne sgranò gli occhi non capendo assolutamente di che cosa si stesse parlando. No, io... la notte, generalmente dormo. Insomma sono a casa mia. Da beker vado ogni tanto a bere ma...Perchè chi ci lavora la notte? Ecco appunto, era meglio far notare il disagio dell'acqua che quello sociale!

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    Jason era abituato ad un altro tipo di donne. Non aveva ancora capito che Joanne, realmente non avesse niente a che fare con il mondo di Baker e delle sue donnine, seppur il dubbio l'era venuto.
    La vedeva affaccendarsi tanto, questa volta, a differenza della prima; era sempre costantemente in bottega e a volte cenavano anche insieme a fine lavoro o bevevano una tisana per rilassarsi e staccare a quei ritmi che Jason aveva insegnato anche alla donna. Eppure il dubbio che lei potesse anche solo lontanamente essere una delle donne a pagamento di Jonathan lo stava attanagliando. Non era possibile che avesse attirato l'attenzione di così tanti uomini sull'isola solo perché era di bell'aspetto.
    Lui doveva sapere.
    Non voleva sicuramente farla spaventare con il suo arrivo, ma la cosa fu inevitabile e quando si voltò con quella maglietta bagnata che si notava anche se la tirava, Jason guardò prima quella, imbarazzandosi appena, poi scosse il capo con i lunghi capelli selvaggi che si mossero con lui e ritornò sul volto di lei, cercando di capire se stesse mentendo con quelle parole. Non c'era dubbio che Joanne fosse una gran bella ragazza e lui doveva renderle merito di donargli ogni tanto qualche occhiatina quando lei era distratta (era sicuramente un gentiluomo, ma come poteva evitare di far cadere l'occhio quando si chinava a raccogliere gli attrezzi del mestiere?)
    Anche Seth lo guardava sbalordito, come se non si aspettasse quell'uscita dal proprio padrone e quando la donna fece quella domanda per capire cosa il druido intendesse, questo aggrottò la fronte «Ehm... come chi ci lavora la notte...» - ok ora era ancora più perplesso. Davvero Joanne non sapeva che lì girassero prostitute?
    «Ok, bene. Nilsson, vie qua a sedere che dovemo da parlà.» - le disse dolcemente, indicandole il dondolo dove avrebbe atteso che si sedesse, per poi posizionare una sedia proprio di fronte a questo e poggiando un piede sul dondolo evitava che non si muovesse «Tu c'hai presente il Canto, no? Bene. Lì nun se vende solo birra, cibo e cose simili...» - come glielo spiegava che c'erano donne che si vendevano il proprio corpo?
    Jason prese un respiro profondo, era davvero in difficoltà, quindi si grattò dietro il capo e rise appena «Ci stanno donne che vendono il loro corpo, lì. Ecco.» - disse il druido, sperando di non dover entrare nei dettagli ancora di più, perché era davvero imbarazzante per lui dover spiegare questa cosa alla ragazza.
    jason byrne
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    tumblr_mp0u0sVEXA1rcjo9to1_500scheda | joanne nilsson | statistiche

    Era perplessa. In quel momento, li dentro l'aria era diventata quasi pesante, ma allo stesso tempo talmente tanto imbarazzante da essere leggera. Joanne non sapeva seriamente che dire ed in quel momento si stava sentendo anche veramente, ma veramente stupida. Si morse il labbro più volte e quando gli disse che dovevano parlare, un brivido gli percorse la schiena! Che aveva dato la risposta sbagliata? Che doveva cominciare a lavorare anche lei li dentro? In fondo ci lavorava anche Becca, ma lei era una cameriera e... Era confusa, veramente. Lei che era ancora vergine e che la sua prima ceretta gli era stata fatta da una sua amica alla tenera età di 24 anni. Aveva solamente provato un dolce ditalino da Becca, appunto, ma se ne era vergognata così tanto che alla fine si, sentiva determinate pulsazioni e delle volte replicava anche la scena da sola in camera sua, ma poi erano solamente punizioni che si affligeva e veglie a qualche dea della purezza. Si andò a sedere sul dondolo e quando Jason mise un piede li per fermarla, il suo sguardo non fece altro che andare sulla sua coscia muscolosa, ma che poi venne immediatamente puntanto sugli occhi scuri dell'uomo con le gode un pò rosse. Strabuzzò gli occhi proprio come una ragazzina alle prime armi. ODDIO. Si mise la mano sulla bocca come se avesse sentito l'eresia più grande del mondo e poi avrebbe scosso il capo violentemente come per dirgli che quello non era possibile. IO... non lo farei MAI!E non dovrebbero farlo neanche loro. Chi è che vende il proprio corpo! Insomma è una cosa seria e... Si stoppò e guardò Jason sgranando gli occhi. Tu le hai mai pagate? Magari, forse, quella era una domanda che poteva tenere per se e poteva, generalmente risparmiarsi! Ma Joanne era fatta così e quando si rese conto del tono indignato con il quale aveva chiesto quella cosa abbassò lo sguardo ancora più imbarazzata.

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Jason doveva ammettere che a volte avere a che fare con una donna come Joanne in bottega era difficile, non tanto perché lei combinasse disastri, quello assolutamente no, ma perché la ragazza era comunque decisamente attraente e lui era pur sempre un uomo che o andava da Jonathan a divertirsi o svolgeva certe mansioni con la sua fidata Federica.
    La reazione che Joanne ebbe, fece strabuzzare gli occhi a Jason per poi farlo scoppiare in una risata roca e divertita da quella faccia così ingenua. «Ok, sta' calma. Non è una cosa così orribile eh.» - e lui ne sapeva qualcosa visto che ne usufruiva ogni tanto, da dopo la missione di Ludwig e la ascoltò nel mentre, per poi sorridere a quella domanda.
    Per Jason era tutto normale, ma capiva perfettamente che dall'altra parte sembrava una cosa assai grave «Sono scelte che si fanno nella vita, Joanne. Così come tu hai scelto di imparare quest'arte, loro hanno deciso di usare il loro corpo come arma. E che arma, delle volte. Voi donne tenete certe qualità...» - si ma non era il caso di spiegarle tutto insieme, no? Si soffermò appena un po' in silenzio «Sai vero che non c'è niente di male nel... beh, fare sesso?» - domandò assottigliando gli occhi e sedendosi accanto a lei, facendo dondolare il dondolo appena appena «A volte ho pagato, sì. Ma non sono un assiduo frequentatore di quelle signorine. Sai, è un bisogno fisiologico. Insomma...» - notò l'imbarazzo nei suoi occhi e scosse il capo, quando lei non potesse vederlo perché aveva calato il proprio «Joanne, vi qua.» - le disse e senza mezzi termini la afferrò dolcemente per il braccio e la fece avvicinare un po' a sé, proprio con la gentilezza e la dolcezza di un omone gigante che aveva paura di farle male «Non senti, a volte, delle necessità fisiche? Intendo diverse dal mangiare, dormire o cose simili. Necessità che ti fanno sentire un po' più euforica, un po' più calda...» - come si spiegava il sesso ad una persona, senza mostrarle il sesso? «Queste necessità non si soddisfano solo con l'altro. Spesso puoi soddisfare anche tutto da sola, con le tue mani o servendoti di oggetti che sostituiscono quello maschile o femminile.» - sembrava parlarne con una certa naturalezza che era quasi disarmante, come se stesse spiegando come interrare una mandragola senza farla piangere.
    La vide arrossire continuamente e rise sotto la sua barba, quindi provò ad allungare una mano sulla sua gamba e accarezzarla delicatamente, con i polpastrelli «Se ti tocco così, cosa senti, Joa?» - domandò poi, mentre con la mano libera, se lei avesse concesso le avrebbe spostato una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
    Avrebbe interrotto quel contatto dopo la sua risposta e si sarebbe alzato dal dondolo «'nsomma, non vai da Jonathan la notte a lavorare. Quindi quelli che vengono a chiedere le tue prestazioni posso ficcarli di testa nella terra, la prossima volta?» - domandò poi, guardandola nuovamente.
    Jason K. Byrne

    "
    Macché davero?!
    "
    Druido, Speziale

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    tumblr_mp0u0sVEXA1rcjo9to1_500scheda | joanne nilsson | statistiche

    Quegli argomenti erano assolutamente un taboo per lei. Non solo perchè lei non aveva mai fatto sesso ma perchè lei aveva fatto un voto di castità che continuava a rispettare. Con Rebecca aveva scoperto l'arte della masturbazione, ma lo faceva di rado e quando succedev se ne pentiva sempre, continuamente. Ogni volta che pensava di aver solamente fatto una cosa del genere ed aver sentito del liquido caldo ed appiccicoso in mezzo alle gambe non solo diventava rossa, come in quel momento, ma sentiva seriamente il bisogno di pregare per se stessa e la sua anima. Era qualcosa che era radicato veramente in lei e la cosa la caratterizzava veramente molto. Il fatto era che non riusciva a togliersi quel pensiero dalla mente e forse non sarebbe mai riuscita davvero a farlo. Si morse il labbro quando disse che anche lui a volte aveva pagato ma che non era un frequentatore assiduo della locanda. Abbassò appena lo sguardo e scosse appena il capo. non voleva pensare a niente di quello che stava pensando. Si morse ancora il labbro e poi tornò a guardare l'omone che senza neanche farla riflettere abastanza la prese con gentilezza la portò a seders sulla sua gamba e quel gesto le fece venire un brivido dietro la schiena non indifferente. Si alzò di scatto come se fosse stata punta da qualcosa. Niente. E non farlo mai più. Disse alzando un indice verso di lui. Diciamo che era una mezza specie di minaccia, era qualcosa che voleva fare seriamente e che non avrebbe mai perdonato all'altro. Non è una cosa grave? Certo che è una cosa grave! é gravissimo. Il corpo non va strumentalizzato. é un P E C C A T O. Era serissima mentre lo diceva e sapeva che lo stava dicendo in quel modo perchè aveva sentito quel piccolo brivido nel basso ventre che sapeva chiamarsi eccitazione. Scosse ancora il capo e si mise la ciocca di capelli al di la dell'orecchio, come per cancellare quel gesto. Non sento nessuna necessità! Stasera pregherò anche per la tua anima. Era serissima in quello che diceva. Davvero. Scosse il capo quando lui disse quella cosa. Se mai dovessero rientrare con quelle intenzioni sarò stesso io a far cambiare idea a questi stupidi manigoldi. Ed adesso torno a fare quello che stavo facendo! Si girò ed andò via a finire di innaffiare quelle piantine. Non aveva nessuna intenzione di continuare quella conversazione e per tantissime ragioni: prima tra tutte il fatto che comunque, fosse davvero eccitata e forse, ogni volta che Json era così gentile con lei la faceva veramente pentire della sua scelta di quel dannatissimo voto di castità.

    Revelio GdR

     
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