Voglio imparare

Joanne&Jason

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    Si era presa una pausa dal mondo. Aveva deciso di isolarsi da tutto e da tutti specialmente dopo quello che aveva visto su quell'isola misteriosa. Aveva visto come quelle ragazze avevano seguito ciecamente qualcuno e poi erano state tradite come se nulla fosse, lasciate morire solamente per qualcosa che pensavano davvero fosse superiore. Come si poteva davvero dire cosa era giusto e cosa era sbagliato? Come si poteva solamente pensare al fatto che delle ragazze in una cittadina del genere, così pacifica, tranquilla ed ospitale, potessero essere date come carne da macello ad un mostro? Non sapeva che fine avessero fatto quelle donne, ma sapeva benissimo che la cosa l'aveva turbata, l'aveva turbata come mai era successo nella sua vita. Joanne era sempre stata molto religiosa e lo era ancora ovviamente, ma tantissime domande le stavano affolando il cervello e cosa più assurda era che, appunto, cominciava a mettere in discussione molte cose della sua vita. Il cambiamento era oramai in corso ed in atto da quando aveva deciso di scagliare quella freccia dritta nel palmo di una mano della ragazzina che aveva deciso di deriderla, ma non era abbastanza. Continuava a credere in un dio, e continuava a venerare gli dei come aveva sempre fatto, continuava a pregare ed essere devota, continuava perfino il suo voto di castità e a sperare che prima o poi arrivasse un uomo come diceva lei, ma aveva anche altro in mente. Aveva chiesto a Jason un periodo di pausa anche nel negozio e si era semplicemente rintanata in camera sua. Era stata per lo più in silenzio a contemplare chissà che cosa, ma alla fine, una mattina, molto presto, aveva deciso seriamente che era il momento di reagire e di cominciare a vivere la vita come si doveva. Non gli stava più bene essere una semplice contadina e non voleva più essere la sguattera del gruppo. Lei era brava nelle armi ed era molto abile. Voleva allenarsi e voleva diventare una combattente. Basta dirle che alla fine non poteva essere nessuno solamente perchè minuta e troppo magra. Avrebbe atterrato con un cazzotto in faccia chiunque gli avesse detto una roba del genere. Si morse il labbro, si infilò dei leggins neri ed una maglietta lunga edazzurra, sbracciata e con una treccia laterale e finalmente tornò in quel negozio dove era stata accolta per quello che era, ossia qualcuno che voleva imparare. Jason! Sono tornata e vorrei parlarti.La sua voce era fiera e determinata, il suo arco con la feretra sempre dietro le spalle. In confronto a Jason Joanne era veramente piccola, forse gli arrivava giusto alla vita e forse poteva essere come il suo braccio, ma quello non le fece abbassare la testa. Voglio imparare a combattere seriamente e voglio conoscere tutto quello che c'è da sapere sulle piante. Era davvero pronta per la sua nuova vita.

    Revelio GdR

     
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    Da quando erano tornati dalla missione, Jason era rimasto solo allo Speziale e questo dovette ammettere che era una gran goduria, soprattutto perché le notti passate ad avere incubi, stavano superando quelle in cui riusciva a dormire, quindi poteva godere almeno del silenzio dello Speziale, eccezion fatta per quelle volte che Foster andava a fare tirocinio da lui.
    Quel giorno, mentre lui era seduto dietro il bancone a sistemare qualche fiore che aveva fatto essiccare per tentare di fare qualche nuova tisana, la porta della bottega si aprì nuovamente. Jason sollevò lo sguardo verso la porta, quindi, mentre assottigliava gli occhi nocciola riconoscendo la voce della ragazzina che tempo prima era andata a chiedergli di passare il tempo in bottega.
    Jason si alzò, Seth era in giro da qualche parte, per questo non finì tra i piedi dei due. Il volto del druido era molto stanco, ma questo non lo fermava dal donare a Joanne quel sorriso gentile che l'aveva accolta mesi addietro «Ahi. Quando una donna ti dice che dovete parlare, inizia a scappare; diceva un saggio. Soprattutto quando è armata di arco e frecce.» - tentò di fare una battuta, seppur la sua voce era più roca del solito, ridendo appena.
    Quegli incubi lo stavano ammazzando e doveva ammettere che non era per niente divertente ciò che stava vivendo, peccato che non aveva nemmeno il coraggio di andare da Philipp o Jonathan a raccontare il tutto, seppur era convinto che lui lo avrebbero capito senza ombra di dubbio.
    Jason prese un respiro, quindi, incrociando poi le braccia al petto, mostrando alla donna i suoi bicipiti che sembravano già più grossi del normale, con quella canotta nera che sembrava soffrire su quei pettorali scolpiti che il druido nascondeva.
    I lunghi capelli di lui erano legati con una coda bassa dietro le spalle, la barba lunga era sempre perfettamente curata e nascondeva le labbra del druido. Girò il bancone e si piazzò davanti alla ragazzina, notando la sua statura minuta che veniva risaltata maggiormente alla sua presenza.
    Le parole di lei non sembrarono stupire il ragazzone, che invece sbuffò dell'aria calda dalle narici e la osservò per alcuni istanti in silenzio «Ne sei sicura?» - il suo tono era dolce e basso, gutturale e profondo, mentre a quella domanda seguì ancora un suo parlare «Mesi fa sei venuta con più o meno la stessa idea. Voglio che tu, questa volta, sia certa di quel che vuoi.» - il suo sguardo nocciola cercò di scrutare dentro di lei.
    jason byrne
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    Sapeva che se Jason non le avrebbe dato un'altra possibilità se lo meritava. Ma era cambiata,da quando lavorava ed aveva assaggiato un pò di indipendenza sapeva che la cosa era perfettamente diversa. Si sentiva diversa nell'animo e da quando aveva conosciuto anche Rebecca doveva ammettere che la sua vita andava meglio. Aveva più consapevolezza di se stessa ed aveva il dubbio che tutto quello che aveva vissuto fino a quel momento era solamente qualcosa che gli era stato inculcato dai suoi genitori per tenerla buona e ferma nella sua fattoria, ma adesso le cose erano cambiate e lei non voleva avere più paura. Voleva andare da Nara con lo stesso intento ed adesso stando li davanti a quell'omone bello, ma anche troppo grosso per lei si rendeva conto che davvero ne aveva bisogno ed era necessario. Era necessario sapersi difendere, era necessario non tremare come una foglia impaurita davanti ai densiriani ed era ancora più necessario comicniare a fare qualcosa di concreto nella propria vita e smetterla di frignare come una ragazzina. Ok, non era stata fortunata con la sua famiglia, non era ricca e forse non lo sarebbe mai stata ma sapeva usare le armi e quello era l'importante specialmente in una società come quella. Sorrise all'uomo vedendolo palesemente provato. Beh, diciamo che ancora non so niente di veleni o cose distruttive, quindi per il momeno sono innocua! Non era brava nei rapporti sociali, ma ci stava provando e stava cercando di migliorare anche quell'aspetto che gli sembrava così essenziale nella vita che forse lo stava anche un pò sopravvalutando, ma in quel momento voleva davvero crescere e per fargli gli servivano persone come Jason, come Nara e forse anche un pò come Philipp, ma a lui non avrebbe mai chiesto una mano a costo di morire. Quando si mise di fronte a lei, al di la del bancone, Joanne gli diede una rapida occhiata rendendosi ancora più conto come la sua mezza altezza era assurdamente demoralizzante davanti a quell'uomo, a quel fisico e... arrossì improvvisamente rendendosi conto che lo stava guardando proprio da per tutto. Alzò lo sguardò completamente verso i suoi occhi nocciola e poi annuì con convinzione. Voglio imparare perchè sono stufa di essere vista come una ragazzina inutile. Conoscete tutti quanti la mia famiglia, sapete la mia storia, siamo su quest'isola da generazioni e da generazioni non siamo altro che i contadini e i pesciaroli di tutti. Non voglio essere così. Voglio una mia casa, una mia indipendenza e voglio imparare le cose che mi piacciono. Sono sempre stata interessata alla natura e voglio conoscere tutto di questa. Non mi hanno fatto andare a scuola, quindi sia con le pozioni che con gli incatensimi faccio schifo, o comunque non sono bravissima, ma...Prese il suo arco e lo tese verso Jason come per farglielo vedere bene. Sono brava ma posso migliorare. Mi serve la parte teoria della vita e ho visto che riesci a fare cose assurde anche solo con una manciata di semi. Voglio farlo anche io! Beh, Jason avrebbe sicuramente visto anche lui il cambiamento della ragazzina, sia nelle parole che nello sguardo che adesso risultava essere sicuramente più brillante e carico di determinazione e voglia davvero di fare e di non essere l'ultima ruota del carro di quella comunità che l'aveva sempre ignorata, ma della quale aveva sempre fatto parte.

    Revelio GdR

     
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    Jason non era abituato a chiudere le porte a chi aveva avuto dei ripensamenti, sopratutto perché sapeva benissimo che certe scelte nella vita erano importanti a tal punto che potevano creare confusione in chiunque non era ancora pronto per affrontare certe scelte.
    Per questo quando Joanne tornò da lui, l'accolse cordialmente e ascoltò ogni sua singola parola. Rise alla sua mancanza di letalità «Una donna è sempre letale, anche se non conosce le armi giuste, ne ha sempre una: il suo essere donna.» - questo non glielo avrebbe tolto nessuno ad Joanne, doveva solo imparare a conoscersi anche su quel punto di vista.
    La guardava fissa negli occhi e credeva che in quello sguardo avrebbe potuto cercare la verità e vedere se davvero quella determinazione che metteva nelle sue parole, era ciò che voleva. Non la interruppe nemmeno una volta, incrociando le braccia al petto per ascoltarla con attenzione, ponendosi sempre in una posizione di superiorità non spesso voluta.
    Quando terminò, guardò il suo arco e non si spostò nemmeno un attimo dalla sua posizione, quindi lasciò del silenzio tra loro, per rendere quel momento ancora più ansioso solenne di quanto già non fosse.
    Allungò, quindi, una mano sul suo arco, con delicatezza e cercò di spostarlo dall'infrapporsi tra di loro, mentre il suo sguardo nocciola e fisso in quello di Joanne. Se questo fosse accaduto, lui avrebbe cercato di fare ancora dei passi verso di lei, per arrivare ad una distanza ravvicinata davvero quasi assente «Joanne...» - mormorò con un sorriso sotto quella barba, quindi tentò di allungare una mano sulla sua guancia, per sfiorarla appena «...sei tu a decidere cosa devi essere. Non il tuo cognome, non le tue origini. Da quelle devi partire per decidere il tuo percorso. Andare a scuola non avrebbe fatto di te la persona che sei ora, ma quella che degli insegnanti volevano. Tu puoi imparare anche senza un banco che ti limiti. Se sei arrivata di nuovo a bussare alla mia porta, vuol dire che hai deciso cosa non vuoi essere, ma quello che vuoi diventare lo capirai solo se ti impegni realmente in quel che hai deciso di fare.» - il suo tono era cavernoso e caldo, dolce mentre si rivolgeva alla ragazza.
    La mano del druido, se Joanne l'avesse concesso, si sarebbe spostata delicatamente sotto il suo mento, per tentare di sollevarle lo sguardo verso il proprio volto, dove Joanne avrebbe potuto notare il sorriso che le stava dedicando «Ti insegnerò tutto quello che vorrai sapere. Semi, piante, radici, creature, pozioni... e anche qualche pillola di vita. Questo ti costerà duro lavoro e sacrificio, non credere che sia tutto un successo immediato, avrai dei momenti in cui penserai che stai sbagliando e vorrai mollare. E sono quei momenti in cui esigo che tu non lo faccia, che tu non ceda. Puoi parlarmene, io sarò qui ad ascoltarti anche per giorni interi; ma non devi mai più mollare.» - non distolse nemmeno un attimo il suo sguardo dalla ragazza che poteva sentire il fiato fresco al sapore di menta carezzarle il volto.
    jason byrne
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    Non avrebbe mai e poi mai pensato che un uomo come lui, della sua stazza e della sua impnenza fisica potesse essere così dolce. Non aveva neanche mai pensato al fatto che tutto quello potesse accadere proprio con lui. Aveva quasi vomitato tutto quello che pensava di lei e della sua famiglia e così via e non aveva nessuna intenzione di tornare indietro. Non quella volta. Non avrebbe fatto la scelta sbagliata ne tanto meno la figura della bambina. Non era da lei e non voleva che la sua timidezza e soprattutto il fatto che fosse una persona così insicura ed ignorante la portassero a retrocedere e non essere quella che avrebbe davvero vuolto essere. Voleva combattere, voleva un ruolo importante in quella società che tanto l'aveva sempre rigettata e messa al margine, e non aveva nessuna intenzione di mollare adesso. Aveva avuto un momento di sconforto, aveva deciso che la cosa non fosse alla sua altezza ed in qualche modo aveva capito che buttarsi giù in quel modo era stupido ed era anche abbastanza da vigliacchi e lei non voleva essere in quel modo. Sorrise appena quando lo vide avvicinarsi ed un brivido le percorse la schiena. Era come al solito sulla difensiva ma quando l'omone si avvicinò a lei ebbe solamente una sensazione piacevole, forse anche troppo. Da quando Becca le aveva insegnato certe cose, il suo istinto sessuale era sempre più forte, ma non era quello il momento di pensare a tutte quelle cose. Si morse il labbro e quando lui le toccò la guancia lei divenne completamente rossa ed abbassò lo sguardo. Beh io ti ringrazio per le parole belle che stai dicendo ed anche per la dolcezza che... ecco... Fece un passo indietro. Aveva sicuramente un disagio relazionale evidente e grande come tutta l'isola, ma cosa ci poteva veramente fare? Quello sarebbe davvero cambiato con il tempo. In quel momento, se solo avesse saputo leggere, sarebbe stata perfetta nel ruoto di melissa p. Ingenua e pronta a fare nuove esperienze di ogni genere e tipo. Fece ancora un passo indietro. Allora... quando cominciamo? Chiese per cercare di distogliere i propri pensieri e soprattutto per farsi davvero vedere intenzionata ad imparare. Era veramente importante. Importante per lei e per la sua crescita personale. Era necessario che lei imparasse davvero a vivere e smetterla di sentirsi sempre al di sotto di tutto e di tutti. Alzò di nuovo lo sguardo continuando ad essere rossa ed imbarazzata. Mi impegnerò e non ti deluderò di nuovo. Cercò di utilizzare di nuovo la sicurezza e la determinazione con la quale aveva iniziato tutto quel discorso cercando di non ricadere in inutili errori. Doveva sforzarsi e ci stava seriamente provando.

    Revelio GdR

     
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    Ormai sembrava che allevare giovani menti fosse la strada di Jason, dopo Erik e gli studenti che erano andati da lui per imparare, adesso aveva un'altra gemma preziosa tra le mani. Eppure la cosa era diversa, Jason in Joanne vedeva davvero un terreno fertile per qualcosa di importante da far crescere, dove piantare un seme prezioso e vederlo fiorire al meglio. Lui non avrebbe fatto altro che insegnarle a conoscere se stessa e le sue capacità, in qualsiasi momento della giornata. Sorrise a quelle parole e a quel passo indietro, mentre la vide arrossire come se non fosse abituata nemmeno alle attenzioni delle altre persone. Aggrottò la fronte e scrollò le spalle con un sorriso, non rimarcando ancora non questo argomento che avrebbe potuta metterla in imbarazzo; probabilmente sarebbe stato un altro insegnamento che pian piano avrebbe cercato di insinuare dentro di lei, quello di relazionarsi alle persone. Era chiaro ed evidente che Joanne viveva nell'ombra di quello che era la sua famiglia e ancora non aveva capito che lei poteva essere un pezzo a parte, seguire la sua strada e dimostrare a tutti che lei era meglio di chiunque avesse preso mille e mille fogli di carta che attestavano dei voti che nella vita non servivano a nulla.
    «Goditi questa dolcezza, perché se sbagli qualcosa ti bacchetterò tantissimo.» - le fece un occhiolino e le voltò momentaneamente le spalle, mentre voltava l'angolo e andava dietro al bancone. Poi alla sua domanda, si fermò e la guardò perplesso «Tu hai iniziato dal momento stesso in cui hai attraversato quella prota, signorina Nilsson. Quindi, seguimi, devi iniziare ad imparare prima di tutto i posti di questo tuo nuovo rifugio.» - l'attese e se lei l'avesse raggiunta l'avrebbe portata sul retro, dov'era il laboratorio e poi nel giardino a mostrarle quegli spazi che adesso avrebbe dovuto occuparsene anche lei.
    La guardò con uno sguardo dolce «Non deludi me, Joanne. Deludi te stessa, io ti aiuterò a non farlo.» - quindi da quel momento avrebbe iniziato a seguirla per insegnarle le basi.
    Credeva in lei, fin dal primo momento «Tu dovrai insegnarmi a tirare con l'arco, di contro. Che ne pensi?» - così forse sarebbe stato un rapporto più alla pari, no?
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