Così Imperfetta...

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    San Mungo
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    Continuava a non essere d’accordo con le sue parole. Forse perché suo padre non era mai stato così premuroso nei suoi confronti, forse perché non sapeva esattamente cosa voleva dire essere protetti, ma voleva dire esattamente cosa voleva dire “proteggere”. Aaron non aveva cicatrici sul corpo e neanche gli piacevano, aveva una sorte di fobia per le stesse, ma il problema era che ne aveva così tante sul cuore e al suo interno che le cose non potevano essere diverse. Era una persona che sapeva fingere ed avere una sorta di maschera costante addosso, una maschera che non avrebbe mai fatto vedere quello che davvero Aaron a volte provava e sentiva. Il fatto che lui avesse questo smisurato autocontrollo non era affatto qualcosa di buono, perché scoppiava a fasi alterne. Mentre Blake poteva essere paragonato ad una pentola a pressione con la piccola valvola di sfiato, che ogni tanto fischiava forte e detonava, Aaron era comunque una pentola a pressione ma completamente ermetica. Non aveva valvole di sfogo e quando arrivava al limite i suoi sbrocchi erano pesanti, erano incontrollabili e soprattutto non sarebbe mai tornato indietro. Era successo quello con Katrina, alla fine aveva sopportato, sopportato ed ancora sopportato fino a che aveva fatto la cosa più irrazionale e fuori controllo che poteva fare davvero: tradirla. Alla fine lui l’aveva tradita e non poteva tornare indietro tanto che aveva avuto il coraggio di chiamarla e dirle la verità. Aaron era stato cresciuto fino ai suoi nove anni con un infinito amore da parte di suo nonno, sua nonna, sua madre e suo padre, anche se quest’ultimo era sempre stato molto geloso di sua madre, anche nei confronti dei propri figli. Helena ed Aaron avevano per lo più un rapporto veramente segreto fatto di tante cose bellissime e tantissimi momenti insieme, ma quando c’era Jason in casa, era come se la donna dovesse dare tutte le attenzioni a lui, come se fosse completamente sua sia nel bene che nel male. Aaron si era sempre chiesto se, effettivamente suo padre, avesse alzato le mani anche con lei. Il rapporto con l’amore e con le donne era per i Barnes sempre qualcosa di molto complesso ed instabile, ma erano cresciuti nella nuda e cruda verità. Su quello era certo. Occultare qualcosa era visto come un segno di debolezza, più segreti avevi nella vita meno il tuo regno era solido, più le persone non potevano attaccarti su nulla più il regno patrimoniale che ti creavi diveniva stabile. Sorrise alla ragazza e decise, comunque, di lasciar passare il discorso. Quello era suo padre e aveva visto come il loro legame fosse così forte. Voleva, però, dirle un’ultima cosa: Sai qual è il problema? È che in questo modo hanno vinto loro. Chi ti ha fatto fare quei graffi sa che tu li hai e che te ne vergogni. Sa che tu nascondi qualcosa e prima o poi verrà a chiedere il conto, senza contare che obliviare le persone è illegale. Comunque. Io non dirò niente. Non mi interessa e non mi è mai interessato fare gossip. E per fortuna ho una mente così forte che solo un obliviatore e forse neanche riuscirebbe a farmi perdere la memoria. Le disse poi facendole un occhiolino. Sapeva che prima o poi doveva arrivare quel momento ed era certo che quello che stava facendo accelerasse tutta la situazione. Non voleva darle false speranze e non voleva neanche che lei ci rimanesse male per qualcosa che lo riguardasse. Ma per lui era necessario farle vedere quello che lui vedeva. Non lo aveva fatto per farle tornare quella voglia di lui, non lo aveva fatto per essere al centro del suo mondo, ma solamente perché lui era fatto in quel modo e comunque ci teneva ad Airwen. Si morse il labbro appena e quando lei si spostò da vicino a lui e cominciò a camminare per la cucina, a bere quel bicchiere di vino come se fosse un sorso d’acqua e a dirgli tutto quello che lui aveva solo sospettato fino a quel momento, Aaron voleva morire. Specialmente nella parte in cui lui nominava Evelyn e Markab. Si morse il labbro, cercò di parlare più volte ma lei era un fiume in piena, quindi alla fine la lasciò sfogare e quando arrivò alla parte di Xander, Aaron sgranò gli occhi. Sospirò. Non era lui. E pensare che lui non si era mai sentito così speciale come lei lo stava descrivendo. E pensare che Aaron non credeva di essere neanche la metà di Alexander Olwen. Quando prese la sua mano e gliela piazzò sul suo cuore, vicino al suo seno sodo si morse il labbro internamento, sentendosi morire piano piano. La natura della ragazza sicuramente influiva su quello che il ragazzo avrebbe potuto fare da li a poco, ma Aaron non ne aveva idea. Quando gli rivolse tutte quelle domanda Aaron attese prima di rispondere. L’altra mano venne posata sul fianco della ragazza, la mano che aveva sul suo torace venne intrecciata a quella che lei aveva sulla sua mano. Io… Altra cosa dannatamente notoria e risaputa era che i Barnes non sapevano parlare di sentimenti specialmente dopo che qualcuno gli sbatteva in facci i propri proprio come aveva fatto la ragazza. Si morse ancora il labbro e poi si allontanò leggermente. Non riusciva a pensare con la ragazza così vicina a lui, con la sua mano ancora su quel corpo così perfetto e soprattutto in quel momento della sua vita dove sembrava che niente fosse certo, almeno non sentimentalmente. Airwen la mia vita sentimentale è un casino, io sono un casino, la mia vita si svolge su due binari paralleli. Alla mia laurea non ti ho trattata come una conoscente, ti ho trattata come tutti gli altri, e la ragazza rossa non ha avuto nessuna preferenza. Sul biondino posso darti ragione, ma su Eve no. Ma non è questo il punto. Mi hai chiesto cosa sei tu per me, come ti vedo e se ti vedo solo come l’insegnante di pozioni di Blake, o come un’amica. Mi hai detto di non illuderti, e dio solo sa quanto io non voglia questo ne tanto meno farti del male. O non fare male a chiunque. Io mi sto vedendo con persone. Non ho una cosa fissa, non riesco a staccarmi da una persona in particolare e cominciare una relazione con il pensiero che non debba vedere più questa persona come la vedo adesso mi fa stare male, oltre al fatto che non voglio. E quindi ti mentirei. Non ti ho mai vista, almeno non al di fuori di Hidenstone, come l’insegnante di mio fratello. Mio fratello ricopre una parte fondamentale nella mia vita, ma non per questo associo sempre tutto a lui. Cosa provo per te? Non lo so. La verità è che quando sto con te mi sento bene, sento un senso di protezione nei tuoi confronti, so che sei una persona fidata, quando ti dico che sei bella è perché lo penso davvero. Quando ti dico che sei forte è perché ho un’altissima stima di te. Era anche stato difficile raccogliere quelle poche idee che aveva espresso, che non era neanche sicuro che avessero davvero un senso logico. Io non so cosa tu provi per me, certo che mi ero accorto di qualche tipo di propensione nei miei confronti e non ti ho mai rifiutata. Non mi sarei mai permesso e non è proprio nella mia educazione farlo. Perché avrei dovuto farlo? Ho avuto un momento assurdo della mia vita, come la maggior parte dei miei momenti. Tu hai una famiglia, io e mio fratello siamo la nostra stessa famiglia. Se tu non vuoi parlare con la stampa, lo fa qualcuno per te. Io me li ritrovo anche sotto casa dopo 48 ore di turno al San Mungo. Ho delle responsabilità ed ho anche degli oneri, dei contratti da chiudere, da controllare, non so quante persone lavorano sotto di me, ho degli stipendi da pagare e non arrivo a tutto. Se pensi che io ti abbia rifiutata solamente perché quel periodo non ti ho chiamata allora non ci siamo. [/colo] Non era arrabbiato e il suo tono era sempre gentile e pacato. [color=blue] Se vuoi delle risposte da me io non so dartele. Se vuoi stabilità non saprei come dartela. Seppur da fuori sembra perfetta e perfettamente stabile, ti posso assicurare che la mia vita è Caos. Quindi… io non so che risponderti e se pensi che le mie attenzioni possano illuderti allora, mi obbligo a non averle. Era sempre la stessa cosa. Lui non voleva fare del male a nessuno e tutto quello non era quello che avrebbe voluto fare. Airwen era bella, era forte, era dolce e forse avrebbe voluto baciarla ma non riusciva a prendere un impegno serio, non in quel momento. Comunque, alla fine le accarezzò una guancia, ed in completa contraddizione con tutto quello che aveva detto o fatto fino a quel momento l’avvicinò a lui e la baciò, dolcemente, per farle capire che quello che stava dicendo era vero, era sincero. Si staccò da quel bacio e poi rimase vicino a lei. Un casino.
    Aaron Barnes

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    Aaron Barnes - 29 anni
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    Airwën O'Neill
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    ...Non lasciare che siano gli altri a decidere chi devi essere...

    L'aveva lasciata parlare, aveva lasciato che tirasse fuori tutti i sentimenti e dubbi che aveva tenuto nascosti fino a quel momento, quando le sue difese erano crollate, in parte per la serata terribile passata, in parte per l'alcool e una buona dose di...disperazione?
    La sua risposta l'aveva lasciata più confusa di prima, ma forse l'uomo era addirittura più incasinato di lei. Almeno Airwen era consapevole di quello che provava per Aaron, un sentimento che aveva cercato di soffocare credendosi rifiutata, avvicinandosi ad un altro, ma troppo poco tempo avevano passato insieme per trasformare l'attrazione in amore e quello che provava per il medimago c'era ancora nel suo cuore, riemergendo quando finalmente le aveva dato attenzioni.
    E ora cosa doveva fare? Alimentare quella speranza che aveva colto nelle parole di lui, o soffocarla, allontanarsi e concentrarsi sull'auror finchè i suoi sentimenti non fossero cambiati?
    Incerta cercava nel suo discorso un appiglio che le facesse dire "Ok, proviamoci! Cela possiamo fare." ma vi era solo tanta insicurezza non solo per una loro possibile relazione, ma proprio su quello che provava lui verso di lei.
    Per non parlare del fatto che a quanto pare c'era una persona tanto vicina ad Aaron da rendergli difficile staccarsene...
    Cosa doveva pensare Airwen?
    Che fosse innamorato, ma l'uomo non se ne rendeva conto? Che fosse una scusa perchè non se la sentiva d'impegnarsi seriamente?
    Dal suo discorso sembrava più un "la mia vita è troppo incasinata per concentrarmi su noi due"... Anche lei aveva parecchi impegni tra l'insegnamento, le missioni suicide a Denrise e il padre che la voleva preparare a prendere il suo posto "nell'impero di famiglia", eppure aveva sempre trovato posto per l'amore, ma allora cosa provava veramente per lei?
    A parte l'esser bella e forte, allo star bene con lei e al senso di protezione, poteva esserci anche amore in futuro o ormai era diventata "un'amica" senza possibilità di altro?
    Lentamente Airwen iniziava a pentirsi di essersi "dichiarata"... La luce della speranza che potesse esserci qualcosa tra loro si faceva sempre più flebile, forse oscurata da tutta quella confusione e incertezza che Aaron stava esprimendo e le stava gettando addosso.
    Come poteva buttarsi in un qualcosa di tanto incasinato? Dove di certezze non gliene stava dando?
    Doveva "rompere" la sua frequentazione con Xander per una "vaga possibilità"?
    Incapace di guardarlo, il volto della ragazza si abbassò rabbuiandosi, il cuore che piano piano sembrava spezzarsi nel petto, come tempo prima era successo alla sua laurea... Ma non avrebbe pianto, per quella sera di lacrime ne erano già state versate a sufficienza.
    Stava per allontanarsi da lui quando Aaron le accarezzò la guancia e, avvicinandola ancora di più, fece una cosa che MAI si sarebbe aspettata, soprattutto dopo quel discorso: la baciò dolcemente.
    Quando le loro labbra si toccarono, temette di sentire il cuore scoppiare.
    Un bacio tenero, quasi timido, eppure le scatenò dentro un tornado di emozioni da bloccarle il fiato.
    Non ebbe il tempo di chiudere gli occhi per godere di quel piacevole e inaspettato gesto che lui si era già staccato.
    "Un casino" aveva detto.
    << Sì. Un gran casino.>> gli aveva risposto lei, quasi sussurrandoglielo, senza neanche guardarlo negli occhi, lo sguardo fisso sulle labbra di lui. E prima che potesse ribattere, rapida Airwen si mosse verso di lui, le sue labbra catturarono di nuovo quelle di lui in un bacio che da dolce divenne sempre più audace.
    Quanto aveva sognato e desiderato quel momento?
    Quante volte, mentre parlavano, i suoi occhi si erano posati sulla bocca di lui, bramosa di assaggiargliela, chiedendosi se era veramente morbida come sembrava? Era riuscita a sfiorargliela col dito, ma niente di più, non aveva mai preso l'iniziativa, spaventata dal suo possibile rifiuto.
    Ma bastò quel piccolo gesto, insensato e imprevedibile per scatenarle sensazioni tanto differenti quanto potenti: il desiderio soffocava la paura, i suoi sentimenti per lui si risvegliavano e le esplodevano nel petto dissipando le nubi del dubbio.
    Con non poca fatica si staccò da Aaron.
    Senza dire niente, lo prese per mano e lo portò al divano, dove lo spinse con forza approfittando del prenderlo alla sprovvista per farlo cadere a sedere sui cuscini, per poi veloce salirgli sopra a cavalcioni, come aveva fatto al loro primo incontro sul tetto dell'ospedale.
    Con ancora il fiato corto dal bacio appena scambiato, il viso rosso e accaldato, lo guardò, questa volta dritto negli occhi e appoggiandogli la mano sinistra sul petto e la destra sulla guancia gli disse:
    << Non m'importa se la tua vita è incasinata, se non sei pronto ad impegnarti e per un qualche motivo non riesci a staccarti da questa persona.
    Non m'importa se m'illuderò, sono disposta a ferirmi se questo può darmi la speranza di un futuro "noi".
    Non m'importa se tra noi ci sono solo dubbi e domande, io sarò le tue risposte, e se sei incerto e insicuro, io sarò la tua roccia, la tua sicurezza.>>

    Fece un respiro profondo nel tentativo di calmare il suo cuore, inutile considerata la situazione e la posizione in cui erano.
    << Non mi accontento di farti star bene, non voglio esser solo una persona da proteggere o che ti ispira fiducia.
    Voglio entrare nel tuo mondo, farne parte, e non m'importa quanto sarà difficile o se ci troverò merda, se avete scheletri nell'armadio o l'uomo nero sotto il letto.
    Sfido studenti adolescenti ogni giorno, affronto missioni mortali a Denrise e faccio il culo alla concorrenza che vuole mettere le mani sulle fortune della mia famiglia da secoli... sono la fottuta contessa di una famiglia di ex-regnanti!>>

    Come aveva fatto lui con lei poco prima, appoggiò la propria fronte alla sua e con un timido sorriso continuò:
    << Voglio conoscere ogni tuo lato, da quello dolce che questa sera mi ha "salvata" e consolata, allo squalo della finanza che porta avanti imperi, all'affettuoso e iperprotettivo fratello maggiore...
    Ma soprattutto, voglio conoscere il vero Aaron Barnes, quello senza maschere, senza immagini sociali da rivestire, doveri familiari o aspettative da rispettare.>>

    Non sapeva come avrebbe reagito l'uomo dagli occhi di ghiaccio, ma doveva fargli capire quanto ci tenesse a lui e trasmettergli tutto il suo ottimismo che tra loro le cose potessero veramente andare bene.
    << Non ti sto chiedendo nessun impegno, nessun dovere, nessuna richiesta, non voglio controllarti o "dominarti"... Lascia solo che io ti conosca, ogni tuo pregio e difetto.
    Lascia che io ti mostri l'uomo che dal primo incontro ho intuito tu fossi e che adesso vedo...
    E di cui mi sono innamorata, in un colpo di fulmine ad una caffetteria d'ospedale, dopo che senza volerlo gli avevo rubato il suo posto preferito.>>

    Con tenerezza gli accarezzò la guancia, un gesto di affetto che contrastava parecchio con la sensazione di andare a fuoco che la stava avvolgendo, per non parlare che da quella posizione poteva sentire ogni "cambiamento" in Aaron, con solo un sottile strato di tessuto a "proteggere" la sua intimità.
    Se l'avesse lasciata fare, con delicatezza Airwen gli avrebbe sollevato il viso, così da perdere un altro battito mentre lo ammirava, e dopo avergli ancora sorriso, lo avrebbe di nuovo baciato, incapace di restare per troppo tempo distante da lui e dalla sua bocca.
    Si era pentita di avergli confessato i suoi sentimenti? No
    Stava facendo una cazzata? Forse.
    Era sicura del casino in cui si stava gettando? Sì
    Eppure non si sarebbe tirata indietro, perchè voleva esser la bella guerriera coraggiosa che lui aveva visto e che non era solo "apparentemente" ma fin nell'anima.

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    Edited by LadyShamy - 6/7/2022, 13:43
     
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    San Mungo
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    AMBIZIOSO
    Che denota ambizione, intraprendenza o, anche, eccessiva presunzione.
    Ed alla fine ci era riuscito. Alla fine era riuscito seriamente a rovinare anche l'ultimo rapporto normale che aveva con una persona così importante. Incredibile pensare come il perfetto Aaron BArnes, riuscisse a rovinare tutto quello che c'era intonro a lui, per il semplice parlare troppo o troppo poco. Poteva mai dire quelle cose ad una fanciulla che si stava confessando e dichiarando a lui? Poteva mai esprimere perplessità così incasinate, ed essere così egoista tanto da non voler chiudere quella porta ma non volerla neanche aprire definitivamente? Possibile che lui predicava tanto al minore dei Barnes che doveva smetterla di pensare che la sua vita fosse la priorità del mondo, ed invece lui non riusciva neanche ad essere sincero con se stesso? Gli piaceva Airwen? Si, come si faceva a non guardarla ed ammirarla? Come si poteva anche solo pensare di non farsi piacere una creatura tanto bella e raffinata? Il problema, era un altro, a dire la verità: era che gli piaceva troppa gente, che non si rendeva veramente conto, o non se ne voleva rendere veramente conto, che dire quelle cose voleva dire illudere una persona e non illudeva solamente lei, ma anche altra ragazze con cui usciva e non faceva altro che divertirsi. Forse stava passando l'adolescenza in un momento sbagliato della sua vita, forse le troppe baoste d'amore lo avevano reso una persona peggiore, almeno sul piano sentimentale, ma sapeva, veramente che tutto quello era sbagliato. Ed allora perchè l'aveva baciata? Perchè gli era piaciuto così tanto? Perchè non riusciva ad avere una relazione normale con qualcuno? Era assurdo tutto quello, era veramente assurdo, ma era chiaro, almeno ai suoi occhi, che lei sarebbe stata male per lui e già si odiava per questo. L'aveva baciata perchè voleva sapere davvero cosa provava per lei, ma quel bacio non fu rivelatore, mise solamente altra confusione nella mente del giovane medimago. Le sue mani si posarono sui suoi fianchi stretti, avrebbe alzato la maglietta volentieri, avrebbe toccato la sua schiena e le avrebbe fatto capire che era inutile nascondere qualcosa che le apparteneva, perchè quelle cicatrici la rendevano solamente più bella, più vera. Ma non lo fece, era già troppo complicata tutta la situazione. Le sue parole lo fecero sorridere, il solo ripetere la sua ultima parola gli fece capire che se prima era cotta al 20% adesso erano saliti sicuramente al 50%, e la cosa lo rendeva anche più nervoso. Comunque, era assolutamente impossibile rimanere impassibili a tutto quello, e di conseguenza, si lasciò trasportare dal bacio della ragazza fino ad arrivare al divano si lasciò cadere su e quando lei si accomodò su di lui, a cavalcioni, le sue mani arrivarono sulle coscie di lei cercando di non vagare in direzioni che lo avrebbero completamente destabilizzato e fatto arrivare ad un livello che in quel momento non si poteva permettere, in nessun modo e maniera. Poi le parole di Airwen arrivarono dritte dritte come un proiettile nello stomaco, uno di quei proiettili che entrano e ti esplodono all'interno. Nonostante tutto la lasciò parlare a briglia sciolta, Aaron non era uno che riusciva ad interrompere le persone, non era una persona maleducata, ed in quel caso, era anche necessario capire cosa stesse succedendo. Ad un certo punto prima che lei potesse dire altro, lui le posò l'indice sulla sua bocca, quasi a dirle di non parlare più. Non sei innamorata di me. Provi una grande infatuazione, attrazione, come la provo io. Ma l'amore è un'altra cosa.E di quello ne era certo. Voleva conoscere il vero Barnes? Allora poteva accomodarsi, ma non sempre quello che avrebbe visto e sentito le sarebbe piaciuto. L'amore si costruisce ed io non credo nei colpi di fulmine. Mi hai visto, ti ho colpito, niente di più niente di me. Hai avuto più o meno lo stesso effetto con Alexander ed io ed Alexander abbiamo in comune solamente il portafoglio, e forse neanche quello. Intendendo che lui era molto più ricco dell'auror, ma non era quello il punto. Il punto era che Aaron non era uno che riusciva a credere a certe cose, era sempre sraro un imprenditore, uno che riusciva seriamente ad essere attento ai numeri, al capello, era uno attento veramente a qualsiasi cosa, ma era una persona estremamente razionale, uno che si lasciava andare veramente poco e quando lo faceva esagerava sempre. NOn aveva vie di mezzo, non era mai stata una persona equilibrata, uno che riuscisse davvero a mentanere la bilancia in equilibrio, era sbilanciato ed Airwen lo avrebbe dovuto capire nel suo discorsetto precedente. Sorrise quando lei posò la fronte su quella di lui, poi le sfiorò le labbra. Non fidarti mai di un Barnes. MAI. Sussurrò tra le sue labbra. Era la verità. Blake era così carismatico ed essenzialmente pericoloso perchè aveva imparato tutto da Aaron. Aaron era ancora più imprevedibile del fratello, nonostante avesse sempre il controllo di se stesso e di quello che era giusto fare; Aaron era potente, sapeva esercitare sia la sua autorità che la sua autorevolezza; era un ragazzo brillante, sapeva come ottenere qualsiasi cosa volesse e la cosa inquietante era che riusciva ad ottenerla sempre con le mani pulite. Baciò Airwen con passione, con trasporto. Era inutile parlare, lui non sapeva cosa rispondere a tutto quello che lei aveva detto. Le avrebbe detto di scappare via, il più lontano possibile da uno come lui, perchè non le avrebbe mai potuto dare la sicurezza che lei era l'unica, non poteva dargli la sicurezza di una famiglia, non poteva dirle che l'avrebbe amata per sempre e non poteva chiederle di aspettarlo per sempre. Non era da lui. Poteva solamente dirle che, quando sarebbero stati insieme, allora le cose sarebbero state belle, magiche, l'avrebbe sempre compresa, rispettata ed in quel momento desiderata. Ma non poteva dirle che si sarebbe innamorato prima o poi, perchè non credeva di esserne più capace.
    Ma in quel momento su quel divano la voleva, la desiderava con tutto se stesso e lei lo avrebbe capito, nella più naturale delle ipotesi.
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    lONDINESE
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    IMPRENDITORE
    Aaron Barnes
    Più alto vola il gabbiano, e più vede lontano.
     
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    Airwën O'Neill
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    ...Non lasciare che siano gli altri a decidere chi devi essere...

    Come un fiume in piena aveva riversato su Aaron ogni suo pensiero, sentimento e desiderio... decisa ad esser finalmente sincera con lui, ma soprattutto con se stessa e i propri sentimenti.
    L'uomo non rispose, ancora una volta l'aveva lasciata parlare senza interromperla neanche una volta e di questo ne era grata, forse non avrebbe ritrovato il coraggio di tornare a confessargli tutto se l'avesse fermata.
    Commentò solo la sua affermazione sull'essersi innamorata di lui, ma la ragazza non fece in tempo a ribattere che lui le sorrise, bloccandole il respiro e le sussurrò tra le labbra una frase che avrebbe dovuto spaventarla, convincerla ad allontanarsi, scappare da lui e dimenticarlo... ma che ottenne solo l'effetto opposto.
    "Non fidarti mai di un Barnes. MAI" se fosse stata intelligente come sosteneva di esser, Airwën avrebbe colto l'avvertimento, il casino in cui si stava ficcando, complicandosi la vita come che già non lo fosse. Se fosse stata più attenta alla propria salute, fisica e mentale, avrebbe preso più seriamente l'avvertimento di Aaron, il dolore e frustrazione che l'uomo le avrebbe fatto provare, per quella sua momentanea incapacità di decidere, di troncare, di trovare un sano equilibrio.
    Eppure, nel momento in cui lo disse, il suo cuore perse un altro battito e una vampata di calore l'avvolse, alimentata da quello che poi fece l'uomo dagli occhi di ghiaccio... Il bacio passionale che le diede sancì la sua decisione finale. Ricambiò con uguale intensità, accettando così qualsiasi cosa ne sarebbe seguito da quella notte di rivelazioni.
    Era forse l'inizio di una delle relazioni più incasinate e incerte della sua vita? Sicuro, ne era consapevole, eppure ci si stava buttando senza la minima logica e razionalità.
    Col respiro affannato, riuscì a staccarsi da lui solo per poter avvicinare la bocca al suo orecchio e con voce bassa, provocante, rispose al suo avvertimento: << Non sfidarmi, mai. Perchè non ho paura di scottarmi col fuoco...>> con voluta lentezza, gli leccò il lobo dell'orecchio e piano piano iniziò a baciargli il collo, tracciando una scia di caldi baci fino a tornare sul suo voto << Io. Mi fido. Di TE.>> e si riappropriò della bocca di lui.
    La mano destra della rossa scivolò dietro la nuca di Aaron e premette, come che le loro bocche potessero esser più vicine di così, le labbra incollate e le lingue che si rincorrevano bramose di assaggiarsi a vicenda.
    Il bacino di Airwen scivolò inconsciamente più vicino al corpo di Aaron e quando sentì tra le gambe "quanto lui la desiderasse" un gemito di piacere fin troppo forte le sfuggì dalle labbra, interrompendo involontariamente un bacio che li stava portando verso una sola direzione.
    << Aaron... - il tono di voce, così basso, quasi tremante e sensuale sembrava supplicarlo, mentre aderiva al corpo di lui col proprio, ormai così calda che poteva quasi bruciarlo. Incapace di resistere, strusciò la sua femminilità sul bel rigonfiamento, gemendo di nuovo... - Se ti chiedessi di farmi tua, tu lo faresti. - non era una domanda. Ancora si strusciò lussuriosa su di lui - Se ti supplicassi di farmi dimenticare la serata passata, sono sicura mi daresti un'intera notte da ricordare. - Mai avrebbe creduto che potesse esser tanto difficile parlargli con le labbra ad un centimetro dalle sue, il suo fiato caldo sul volto e il suo profumo che si faceva sempre più selvaggio. - Probabilmente è l'alcool a parlare, ma... - dovette raccogliere tutta la propria forza di volontà per pronunciare le successive parole - ...non voglio che la nostra prima volta insieme avvenga così. - si allontanò dal suo viso e si affrettò a spiegargli - Io traumatizzata da una serata di merda e te, corso ad aiutarmi, che mi hai vista nel mio momento peggiore.>>
    Fece un sospiro profondo, nel tentativo di riportare ossigeno al cervello e obbligarlo a tornare a ragionare.
    << Oh Dea, non sai da quanto ti desidero! - le mani di lei scattarono a nasconderle il volto - Quante volte ho immaginato questo momento, per poi soddisfarmi da sola... - se il suo viso non fosse già rosso per quei baci tanto intensi da farle ribollire il sangue, sarebbe inventata bordò per quella rivelazione intima. Tolse le mani dal proprio volto per appoggiarle entrambe sul petto di lui e lentamente scivolare dietro il suo collo per poi ricongiungersi in una specie di abbraccio.
    << Per quanto ogni singola cellulare del mio corpo ora ti desideri e io mi stia infinitamente odiando per non approfittare della situazione... Per quanto io desideri scoprire se l'Aaron Barnes temuto dagli imprenditori e amato dalle donne inglesi e non solo, si merita veramente una tale fama... Non è questo il modo e il momento giusto per farlo... in tutti i sensi.>>
    A malincuore si tolse da sopra di lui, quella posizione era troppo peccaminosa, rischiava di farle mandare tutti i buoni propositi a farsi fottere per poi saltargli di nuovo addosso ed esser lei a "convincerlo a fotterla".
    Allungò le sue lunghe gambe sopra di lui, la maglia della ragazza si alzò fino a rivelare il tanga in pizzo che ben poco copriva.
    << Prima avevi ragione, non ci s'innamora in un colpo di fulmine, quello è altro. L'amore sboccia gradualmente, conoscendosi e creando piano piano un legame così profondo da non poter più considerarsi amicizia, attrazione, interesse.
    Un amore da volerlo urlare dalla torre più alta di Hidestone, capace di ridare equilibrio anche alla vita più incasinata, in grado di superare ogni difficoltà con la certezza che l'altro ci sarà sempre e che sarai sempre la sua scelta.
    Una volta credevo di averlo trovato... quello che ti raccontai su quel tetto tempo fa' era vero. Mi stavo addirittura per sposare, prima di scoprire chi era veramente l'uomo con cui stavo e mandarlo poi a fanculo.
    - fece una breve pausa prima di continuare - Eppure, le delusioni del passato non devono impedirci di sperare e riprovarci, ci devono rendere più forti, mai abbatterci.>>
    Con una mano si sollevò premendo contro il divano, mentre l'altra andava a poggiarsi sulla guancia di lui. Gli diede un bacio affettuoso, tenero, e per quanto in lei dovesse ancora spegnersi la fiamma della lussuria, sapeva che ci sarebbero state altre occasioni per sedurlo.

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    Edited by LadyShamy - 17/1/2023, 12:39
     
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