Si era buttata nel portale ancora sconvolta da quel che aveva appena visto, e forse la sua mano stretta sulla bacchetta la diceva lunga sul fatto che si aspettasse una qualche minaccia ad attenderli aldilà dell’ingresso. Di certo non credeva che la minaccia si sarebbe risolta in una stanza fatta di specchi e un orsetto fissato con i vestiti. Si aspettava qualcosa di peggio e quando lanciò un’occhiata ai colleghi e poi a sé stessa ne rimase confusa. “E io che pensavo che la mia adolescenza fosse finita da un pezzo…” borbottò, osservandosi in quella divisa che di certo era molto lontana dai suoi soliti abiti canonici e che non la faceva sentire troppo a suo agio. Ai suoi colleghi era andata più o meno come a lei: non i migliori abbinamenti di sempre e di certo scelto peculiari ma nessuno sembrava annaspare o soffrire particolarmente. Summer sembrava particolarmente offesa da quel che le era capitato e alla docente di Magia Verde dispiacque davvero di vederla così. “Penso sia una cosa passeggera. Prima ce ne andiamo, meglio è.” confermò, lanciando un’occhiata verso Morrigan, forse sperando che potesse supportare la sua teoria o confortare anche lei, almeno un po’. Approfittando del momento di “calma”, Kàra ritenne opportuno condividere con gli altri quel che aveva appreso da Ricke il giorno prima. “Giusto per vostra informazione, da quel che so Marrigath erano fissato con i colori e con delle… gelatine che aiutavano a condividere le emozioni, senza filtri.” informò i colleghi senza troppi giri di parole, sperando di essere chiara senza però perdere troppo tempo. Guardò Summer e provò a sorriderle con gentilezza. “Non ti sta così male…” si sforzò di rincuorarla come meglio poteva per poi indicare Morrigan con un cenno “Sono solo travestimenti, non ci rappresentano.” ricordò a tutti, come sempre preoccupata più per gli altri che per sé stessa. D’altronde Kàra era nel suo mondo, lei il BDSM non sapeva nemmeno che cosa fosse. Si chiese comunque se fosse il caso di spogliarsi, e provò a ragionare meglio su quel che avrebbero dovuto affrontare. “E se… se questo orsetto cercasse la nostra vergogna?” arrivò quindi ad ipotizzare, lanciando inevitabilmente un’occhiata al proprio riflesso in uno dei tanti specchi che li circondavano. Di certo la figura che le restituì era ben diversa da quella che conosceva, molto lontana da tutti i suoi ideali e non negava che avrebbe provato vergogna a farsi vedere così, per esempio, da suo padre. Non era mai stata un’adolescente ribelle, e di certo indossare una tuta attillata come quella, che lasciava poco all’immaginazione, e portare addosso tatuaggi e simboli che non le appartenevano non la faceva sentire a suo agio. Proprio per la sua deduzione non potè fare a meno di lanciare un’occhiata di approvazione verso Summer, che sembrava aver attuato una tecnica niente male. Provò quindi ad appigliarsi a quella sensazione, cercando di abbracciare la sua teoria e augurandosi che andasse bene. Non si fidava del tutto di quella situazione, infondo il gufo meccanico le aveva spiegato quanto Marrigath avesse bisogno di energia per riuscire nei suoi intenti, e temeva che quel posto gli stesse già sfuggendo da ogni controllo. Non potè evitare di tracciarsi eseguire un ”Chorium Runae”, disegnando una WUNJO all’interno del polso, prima di guardarsi intorno, seppure quel posto non rendesse facile una ricerca. “Ha uno specchio, come cuore. Io dico che dovremmo specchiarci lì e affrontare la nostra vergogna. Ma prima bisogna trovarlo.” propose quindi con convinzione, lanciando un’occhiata ai colleghi per poi stringere il catalizzatore e concentrarsi sul pavimento. Troppi specchi significava non avere una visione chiara di che cosa fosse reale e che cosa fosse riflesso, e siccome non aveva intenzione di andare alla cieca cercò di improvvisare qualcosa. “Appare Vestigium” pronunciò quindi, facendo vorticare la bacchetta nella speranza di vedere apparire il vortice: dopotutto quell’orsetto era di certo fatto di magia, su questo aveva pochi dubbi, e si augurava di poter essere in grado di individuarne la traccia e avere un percorso più chiaro.
|