Wake up, my darling.

@Samuel

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  1. Evangeline Ivanova
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    Ridere era l'essenza della vita, questo ormai era risaputo da molti, ma Eva ogni volta che era con Samuel lo ricordava come se fosse la prima volta che lo scoprisse. Ogni giorno che passava al suo fianco era come se fosse sempre l'alba, anche quando fuori vi era notte. Con lui rideva davvero, non fingeva di sorridere, era un qualcosa che le nasceva spontanea e le illuminava l'intero volto. Non aveva ancora capito perché e come il suo alchepirata le facesse quell'effetto, ma ormai aveva smesso di chiederselo e aveva deciso di lasciare che tutto scorresse semplice e senza ostacoli, facendosi trascinare dal marasma di emozioni che Samuel era capace di donarle.
    Lo guardava negli occhi e si rispecchiava, vedendo quell'amore che inconsapevolmente era cresciuto verso l'uomo, che era diventata una delle sue ragioni di vita. «Penso che la tua pancia abbia esigenze diverse da tutto il resto del tuo corpo.» - ironizzò la rumena, sollevando un sopracciglio con un'espressione furbetta e allusoria a pratiche ben diverse dal mangiare, che Samuel avrebbe potuto fare con i suoi seni «Vorrà dire che ti aspetteranno mentre metterai a tacere la tua pancia.» - disse, sollevandosi appena i seni con le proprie dita, quasi a volerlo stuzzicare ancora un pochino, mentre lui donava loro due baci pieni di amore «Queste labbra, però, sono un po' gelose.» - quindi recuperò quel bacio che l'alchimista le donò, quasi come se sapesse che stesse per dire quelle parole e rise ancora.
    Quando Eva era con Samuel, era totalmente un'altra persona, si sentiva semplicemente una donna, senza nessuna responsabilità, se non quella di donare amore all'uomo che amava.
    Si godette la visione del suo corpo, mentre andava a spalancare le finestre, poi lo chiamò «Samuel!» - il suo tono era ammonitore, e lo sguardo ironico anche, mentre gli faceva notare il suo essere nudo davanti alla finestra «Non vorrei che qualcuno si goda questo spettacolo riservato solo a me.» - gli fece un occhiolino, ancora, ma non osò nemmeno per sbaglio dirgli di coprirsi, perchè adorava vederlo nudo, libero da ogni tessuto che ne copriva le bellezze mascoline. Il sorriso che le donò fu una nuova esplosione di tenerezza, che riempì la donna e le colorò le guance di un rosso diverso, quasi imbarazzato per essere stata probabilmente scoperta a guardarlo. Annuì poi alla sua domanda, certa che lo Chef fosse stato più che puntuale per quella possibile colazione in camera che si erano concessi. I complimenti che l'erano piovuti addosso erano stati accolti da Eva con quel contatto fisico che aveva lasciato il calore sul suo corpo nudo.
    Afferrò la sua T-shirt e la indossò, rimanendo nuda sotto di essa e beandosi del profumo del docente, mentre quella scritta accarezzava i suoi seni e leggermente si allargava su di essi.
    L'idea, poi di un Ensor eccitato, era qualcosa che Eva probabilmente non si sarebbe mai tolta dalla testa, sgranò le iridi smeraldo, quasi terrorizzata dall'idea «Oh per Morgana... che immagine orribile...» - poi scoppiò a ridere nuovamente, scuotendo il capo e rimanendo seduta sul proprio letto «Ma dici che ce l'ha una donna, Ensor? Secondo me lo aiuterebbe a rilassarsi di più...» - mosse il naso a destra e sinistra, come se quell'idea fosse meno inquietante del docente eccitato. Si alzò e prese le tazze con il caffè caldo, con un vassoietto dove vi era anche eventuale zucchero, qualora fosse servito e lo portò a letto.
    Il calore delle sue labbra la pervase di nuovo e lei si ritrovò a chiudere gli occhi per goderlo al meglio «Sì, ma mai quanto la amo io, mio alchepirata.» - mormorò su quella carne che desiderava sempre ad ogni ora.
    Prese quindi una krapfen e ne spezzò un pezzo pieno zeppo di crema e si avvicinò con il boccone verso la bocca di Samuel «Sai, si dice che ciò che ci rende veramente felici è semplice: amore, sesso e ... cibo.» - se avesse concesso avrebbe imboccato il dolce tra le sue labbra, sfiornadole poi con le dita zuccherate «E oggi, non voglio farti mancare nulla.» - un sussurro che celava malamente una sensualità che preludeva a quello che la docente avrebbe donato per il resto dei suoi giorni all'alchimista.
    Eva Ivanova

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    Pensa, credi, sogna e osa.
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    Doc. Incantesimi, Resp. Diop

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6 replies since 28/3/2021, 18:09   212 views
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