Wake up, my darling.

@Samuel

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  1. Evangeline Ivanova
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    Bearsi della dolce sensazione del calore delle labbra del proprio amato, è qualcosa che per Eva sembrava così strano e utopico, che quasi non credeva di avere Samuel con lei. Una donna che si era sempre dedicata solo ed esclusivamente al proprio lavoro, alla dedizione per la propria professione e non aveva mai permesso distrazioni di alcun tipo, rinunciando ad un matrimonio da sogno subito dopo il suo ciclo di studi e andando contro ogni qualsiasi altra aspettativa della propria famiglia. Eppure si era realizzata esattamente come aveva voluto: una docente delle più prestigiose scuole, una strega rinomata e una madre per i suoi studenti. Erano sempre state quelle le priorità della donna, fin quando tra le mura di Hidenstone non era giunto l’alchimista: Samuel Black era riuscito ad arrivare lì dove molti avevano tentato, toccando il cuore (e non solo mlml) della giovane rumena, la quale aveva permesso al docente di entrare nella sua vita, un passo per volta, abbattendo con decisione quella barriera emotiva che non aveva permesso ad Eva di legarsi sentimentalmente con nessuno. Ma cos’era, realmente, che aveva concesso questo?
    La risposta non poteva essere racchiusa in poche parole, non era solo una questione fisica. Lui era riuscito a far innamorare prima di tutto la testa di Eva, mostrando alla donna come intelligenza e simpatia potessero essere caratteristiche che potevano convivere in un uomo di bell’aspetto, con la giusta dose di bellezza e follia che avevano reso quell’innamoramento – impossibile per molti – qualcosa di reale. La galanteria di altri tempi del docente era stata resa qualcosa di così speciale che Eva non aveva saputo dire no, fin dalla prima volta che lui l’aveva richiamata a sé. La determinazione e lo speciale modo di Samuel nell’averla invitata anni prima nella sua camera per conoscerla, era stato qualcosa che non era mai stato fatto prima d’ora: fuori dall’ordinario, quell’invito le era piombato in stanza e lei non aveva potuto rifiutare, stupita da quel modo di “cacciare” che aveva avuto l’alchimista.
    Ed ora, si ritrovava ad ammirarlo nel suo letto, compiaciuta di averlo scelto come suo compagno per la vita, come se fosse proprio lui quello che lei aspettava. Svegliarlo la domenica mattina, sapendo che si sarebbero potuti dedicare quanto più tempo possibile, rispetto al restante della settimana, era quello che Eva aspettava per sei interi giorni.
    Quando le labbra di Samuel catturarono la docente, lei non potè nascondere, in quel bacio che richiedeva amore e passione, un sorriso sulla stessa pelle che le stava trasmettendo calore. Le sue mani l’avvolsero, come un dolce velo di protezione e lei si lasciò trascinare in quella richiesta di amore e attenzioni che non avrebbe negato assolutamente al suo uomo. Il respiro che condividevano le dava vita e stava così bene che non avrebbe interrotto quel loro contatto, ritornando a star in quel letto che aveva visto ardere il loro amore e la loro passione, talvolta riversati a sporcarne il candore (quanti piccoli Black sprecati!) «Sei un pigrone.» – gli disse ridendo appena, mentre lo lasciava poggiare sui seni che ormai erano proprietà comune di entrambi (talvolta lei ne era solo fisicamente portatrice, a pensarci bene), mentre un braccio avrebbe accarezzato la dolce morbidezza dei suoi capelli «Nessuno ci vieta di farlo ogni notte… lo sai.» – propose dolcemente, un caldo invito a tornare ogni fine giornata tra le sue braccia a bearsi di quello che lei poteva donargli. Samuel avrebbe potuto sentire il petto muoversi per il suo ridere a quella battuta sul suo cuscino preferito, tanto che lo strinse appena a sé, come se volesse fargli constatare la morbidezza ulteriore di quelle curve per cui lui pareva impazzire.
    Tuttavia, quando il suo stomaco brontolò, Eva non potè non scoppiare a ridere, cristallina e spontanea «A quanto pare, il tuo stomaco non condivide la tua stessa simpatia per i tuoi cuscini preferiti.» – lo rimbeccò, con un tono ironico, per sottolineare come la sua fame volesse alzarsi a differenza di un’altra parte del suo corpo che voleva alzarsi in altri modi. Calò lo sguardo, per incrociare quello color caffè di lui, con un sorriso melenso sul volto «Ho pensato anche a questo… ho chiesto allo chef di recapitare dietro la porta dei caldi cornetti farciti con vari gusti e delle kraffen alla crema…» – il suo sguardo si fece per un attimo furbo «Credi che sia stata abbastanza previdente?» – rise ancora, allungando il collo a baciare la testa del suo gattone alchimista, la guancia accarezzata, poi, venne piegata verso la mano, così che lui potesse accoglierla meglio tra le mani «Sei tu a rendermi così bella, Sam…» – mormorò appena stringendolo ancora «Però… ora basta capricci, in piedi a fare colazione!» – finse autorità come se fosse il suo bambino da accudire.
    Eva Ivanova

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    Pensa, credi, sogna e osa.
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    Doc. Incantesimi, Resp. Diop

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