Ordinaria amministrazione

Evan&Erikin

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Adulto
    Posts
    151
    Reputation
    +99

    Status
    🗲
    094411e6d9cf20855d2f0a3510d4cddd
    Evan Jack Peters
    Sociopatico | 27 anni
    Per quanto Evan ci provasse alla fine riusciva solamente a pensare a qualcosa che seminasse caos in giro. A Londra era più divertente, doveva ammettere che spaventare i babbani con qualcosa che non conoscevano e non pensavano possibile fosse il massimo, ma quel giorno aveva voglia di qualcosa di estremamente diverso. Ovviamente fare casini a Denrise era molto più difficile e non era neanche consigliato visto che i predoni non ci andavano mai sul leggero e comunque, in generale, la stazza dei densiriani non era proprio minuta e mingherlina, ma a cosa servivano tutte quelle raccomandazioni per un cervello così dannatamente corrotto? Evan era un ragazzo, all'apparenza molto semplice, solare ed anche abbastanza riflessivo, ma in testa, all'oscuro di tutti, aveva seriamente una guerra. Non era necessariamente malvagio ma era una persona che non riusciva a stare ferma e sopratutto alla quale piaceva enormemente sperimentare. Sperimentare qualsiasi cosa. Una volta arrivato in quella che i densiriani chiamavano semplicemente "piazza" Evan si guardò intorno, comprò una mela al fruttivendolo, l'addentò, poi la lanciò dietro di se colpendo, forse qualcuno o qualcosa, ma non girandosi neanche, e così via per tutta la piazza. Pagava quello che comprava ma al momento ancora non aveva un vero e proprio scopo. Doveva cercare la sua vittima perfetta e capire, esattamente come agire. Cosa gli andava di essere in quella giornata? Buono? Cattivo? Jack, oppure Evan? Voleva essere qualcuno da difendere? oppure qualcuno da attaccare? Il suo mentire sempre a tutti e tutto era sempre in aguato. Oppure poteva andare a trovare Kara! Oh si poteva andare ad Hidenstone e divertirsi un pò li, chissà se alla preside faceva piacere rivederlo? Sogghignò ancora e puntò i suoi occhi verso il sole, fin quando non li cominciò a sentire un pò rossi. Ecco, aveva deciso che fare. Andò verso qualcuno a caso, gli diede una piccola spintarella e quest'uomo fece rovesciare una brocca di vino su di un'altra persona che si voltò e cominciò a ringhiargli contro come se fosse davvero lui l'artefice di quel disastro. Evan era li che si stava godendo la rissa che stesso lui aveva provocato. Anzi, in quanto seminatore di discordia, diede anche un pò man forte per far si che tutti se la prendessero con tutti. Si mise con la schiena appoggiata ad un palo e tra un'istigazione ed un'altra decise che era il caso di godersi tutta la rissa. Chi avrebbe vinto tra un giovanotto irascibile ed un vecchio forzuto? Poteva anche cominciare a scommettere.
    RevelioGDR
     
    .
  2.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Denrise
    Posts
    95
    Reputation
    +50

    Status
    🗲
    Eirikr J. Donneville
    Predone

    SHEET | STAT| SOCIAL| DRESS
    parlato - pensato- ascoltato
    Quello era uno dei periodi, spesso non troppo lunghi, che Eirikr aveva modo di passare a terra, e non sapeva più nemmeno lui se gli piacessero più quei momenti o i lunghi periodi passati sulla Drakkar di famiglia, o magari nessuno dei due. Si era svegliato nel cuore della notte, dopo aver rivissuto in sogno una notte particolarmente complicata, risalente a qualche mese prima, quando la Drakkar era stata invasa dal mare in tempesta: un’immagine, già pesante di suo, che si era fusa in sogno con altre scene vissute in Accademia e molte altre mai esistite. Dopo essere balzato a sedere sul suo letto, il fiato corto, non era più riuscito a prendere davvero sonno e si era limitato a rimanere immobile, steso sul letto e aggrovigliato nelle coperte, a fissare il soffitto di legno scuro e provato dal tempo e dalla salsedine, sentendo alle volte il letto sotto di lui muoversi scosso da onde invisibili.
    Alle volte si chiedeva se avrebbe mai davvero potuto liberarsi della presenza del mare, se cambiando la sua vita del tutto –come aveva sempre desiderato fare, in realtà- sarebbe stato capace di liberarsi di quella parte di sé definitivamente, se per lui un nuovo inizio sarebbe mai stato possibile. Era quello che sua madre aveva provato a garantirgli, mandandolo a Durmstrang, e per quanto non ci fosse giorno nel quale non metteva in pratica ciò che aveva appreso, nel quale non sentisse le urla di alcuni suoi docenti vibrargli lungo la spina dorsale, comunque si chiedeva se avrebbe mai potuto essere qualcosa di diverso dall’Eirikr denrisiano predone che avrebbe tanto voluto lasciarsi alle spalle.
    Di certo la pesantezza della notte, prima, e dell’alba dopo, non avevano alleggerito in alcun modo i suoi pensieri e i suoi demoni, portandolo a mattina piuttosto confuso e per niente riposato. Si era trascinato comunque fuori dalla sua stanza, cercando qualcosa che potesse riempire la sua giornata e tenerlo impegnato: avrebbe dovuto trovare qualcosa da fare, non aveva dubbi di riuscirci ma non era nemmeno sicuro di essere dell’umore adatto.
    Se c’era una cosa che aveva imparato, crescendo a Denrise, era che non accadeva mai granchè di sconvolgente, ogni giornata era uguale a quella precedente, per lo più, anche se gli era stato riferito che negli ultimi tempi le cose stavano cambiando. Se apprezzava in minima parte la sua vita sulla Drakkar era solo perché almeno riusciva a salvarlo da quella monotonia, per quanto sapesse bene che non avrebbe potuto continuare così in eterno.
    Dopo essersi vestito, senza troppo entusiasmo, ed essersi trascinato fuori di casa aveva cominciato a vagare per le strade del villaggio, con il passo sicuro di qualcuno che non aveva bisogno nemmeno di guardarsi intorno per sapere dove andare, tanto bene conosceva quei vicoli. Finì per ritrovarsi in piazza quasi per caso, senza nemmeno rendersi conto di averlo desiderato, e si ritrovò ad essere spettatore inconsapevole di una rissa in piena regola. Capitò nel momento esatto prima che scoppiasse il disastro, e per questo ebbe modo di vedere come era accaduto il tutto e che cosa aveva creato quel casino: non gli importava troppo degli uomini che si stavano picchiando con così tanta rabbia, piuttosto i suoi occhi si erano fissati sul ragazzo che aveva dato inizio a tutto e che poi se ne era rimasto in disparte, ad osservare la scena.
    Non potè evitare di studiarlo intensamente, soffermandosi sulla sua posa, sulla sua espressione, e lo stava ancora osservando torvo, da dietro le sue spalle, quando aprì bocca. “Perché?” si limitò quindi a domandare, senza nessuna inflessione particolare nella voce.


    code made by gin
     
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Adulto
    Posts
    151
    Reputation
    +99

    Status
    🗲

    094411e6d9cf20855d2f0a3510d4cdddscheda | Evan jack peters | statistiche

    Se la stava gustando, non c'era che dire. Andare in quell'isola e spargere un pò di sano caos lo rendeva veramente una persona felice. Lo rendeva una persona, almeno nella sua testa, completa e migliore. Era ovvio che avesse un bug di fabbrica ed era altrettanto ovvio che tutto quello non poteva rendere certamente una persona migliore di quello che era e sicuramente non era bello quello che aveva fatto, ma a lui andava così ed in quel momento non aveva nessuna intenzione di tornare indietro. Anzi, visto e considerato che se la rideva sotto i baffi e visto e considerato che non aveva nessuna intenzione di farli smettere o cercare di far riuscire qualcuno nell'intento, nel momento stesso in cui qualcuno cercava di dividere i due, Evan, prontamente, prendeva un oggetto, qualsiasi esso fosse, da vicino a lui e lo lanciava colpendo qualcuno a caso. Non che reputasse i densiriani stupidi, ma si sapeva che con la rabbia addosso e con qualche screzio di fondo, beh, diciamo che era difficile capire che non c'era niente per cui litigare e che il vero nemico si trovava proprio dietro alle loro spalle. Questo Evan lo sapeva e proprio su questo aveva deciso di puntare. Non era certamente uno stupido e aveva fatto le cose a caso, sicuramente, ma fino ad un certo punto. Oramai frequentava quel posto in maniera assidua ma era anche vero che non conosceva nessuno davvero, come suo solito. Comunque il suo divertimento venne interrotto da una domanda che proveniva da dietro le sue spalle. Evan sogghignò. Forse era appena arrivato il vero divertimento, si voltò per vedere chi fosse. Perchè uno è inciampato ed h rovesciato del vino addosso all'altro. Poi non so cosa sia successo. Forse avevano dell'astio dentro e represso e boom, sono esplosi! Aveva raccontato la sua favoletta, che ovviamente non era per niente vera, ma il predone lo sapeva benissimo visto che aveva visto la scena. Evan si strinse nelle spalle. E comunque, perchè no? Chiese come se la sua mente, comunque cercasse un modo per rivendicare il caos creato e compiacersi dello stesso. Perchè doveva tenere nascosta una cosa che a lui faceva stare bene? E quello che voleva esattamente?

    Revelio GdR

     
    .
  4.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Denrise
    Posts
    95
    Reputation
    +50

    Status
    🗲
    Eirikr J. Donneville
    Predone

    SHEET | STAT| SOCIAL| DRESS
    parlato - pensato- ascoltato
    Eirikr era un tipo più fisico che mentale, non che fosse stupido ma quando sentiva di essere sul punto di perdere il controllo in genere si sfogava fisicamente sugli altri, senza imporsi limiti. Se ne pentiva sempre, dopo, e passava le notti a maledirsi per la sua impulsività, eppure non riusciva quasi mai a trattenersi quando era il momento di farlo. Anche in quel momento sentì le mani prudere nel vedere qualcuno che rompeva un equilibrio così precario come se niente fosse, come se ne avesse il diritto, ma per miracolo riuscì ad imporsi sul suo istinto, a stringere i pugni e infilarli nelle tasche. Era stanco, quello forse era il vero motivo per cui non gli si avventò contro a sangue freddo, come avrebbe fatto nei momenti di umore peggiore. Non aveva voglia di dare spettacolo, e anche se in genere gli importava poco, in quel frangente decise –saggiamente o meno? Probabilmente avrebbe messo ko quel ragazzino senza grossi problemi- che probabilmente era il caso di evitare di peggiorare la situazione, aveva già abbastanza problemi senza inscenare una rissa in piena piazza. Raro che si trattenesse, forse aveva bevuto troppo la sera prima o forse la salsedine cominciava a dargli alla testa.
    Lo osservò mentre raccontava la sua cazzata, fingendo di crederci anche più del dovuto per come la vedeva lui, chiedendosi che cosa potesse mai guadagnarci. Fu proprio mentre lo osservava che cominciò a collegare pezzi che non pensava di avere, inclinando la testa. “Tu sei di Denrise. Ti ho già visto da queste parti.” concluse quindi alla fine, studiandolo più attentamente e dicendo su due piedi che un’idiota del genere non meritava di essere lasciato in pace a raccontare stronzate. Avrebbe potuto tirargli un pugno e finire nella mischia, ma si era appena promesso di non innescare niente… eppure di fronte a quel faccino irritante aveva davvero intenzione di lasciar correre? Se avesse seguito le regole del padre lo avrebbe fatto, preservando le sue energie per il mare, ma ecco che sentiva la sua solita rabbia e quel principio di autodistruzione salire nel suo petto, conquistando anche la sua gola.
    “Eppure un’idiota del genere, non lo facevo di queste parti.” buttò lì con estrema non chalance, lo sguardo ancora tetro, ancora appoggiato al muro: aveva appena detto che gli altri avevano rabbia repressa ed erano scoppiati all’improvviso… e lui invece? Lui che cosa aveva intenzione di fare?

    code made by gin
     
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Adulto
    Posts
    151
    Reputation
    +99

    Status
    🗲

    094411e6d9cf20855d2f0a3510d4cdddscheda | Evan jack peters | statistiche

    In una mente come la sua c'era sempre un piano che si ideava piano piano che cercava sempre di uscire fuori e che si delineava man mano che succedevano le cose. Evan non era uno stupido, anzi, sapeva benissimo di non essere una persona con grandissime capacità combattive, sapeva di non avere una resistenza magistrale e sapeva anche, che alla fine della situazione, lui poteva farsi anche molto, ma molto male. Non solo in quel momento ma anche in generale, in tutto quello che combinava ed in tutto quello che credeva di fare e di dire. In uno con una mente contraffatta già dalla nascita e con zero voglia di andare davvero nella direzione giusta, era raro che ci fossero dei barlumi di lucidità. I sociopatici non solo erano delle persone calcolatrici, strategiche, convulsive e psicolabili, erano anche delle persone che non avevano il senso del rischio, del pericolo e della misura, che avevano dei gravissimi problemi di onnipotenza e narcisismo acuto. Si morse il labbro ed inclinò appena la testa. Il fatto era sempre lo stesso: davvero voleva intraprendere quel percorso con un uomo il triplo di lui? Ed in quel caso il problema non era il grasso o l'altezza ma proprio i suoi muscoli e la sua visiva faccia incazzata con il mondo. Evan era sociopatico non stupido. Ho vissuto a Denrise per qualche anno, forse 5/6 non ero proprio grandicello, ma potresti avermi riconosciuto. Ho sempre avuto un'anima inquieta! E con quello voleva seriamente dire che poteva aver fatto sicuramente qualche casino e lui se ne sarebbe sicuramente ricordato. Si strinse nelle spalle e si andò a sedere su di una cassa di legno, dando di tanto in tanto uno sguardo a quella rissa che sembrava quasi stesse finendo. Diede un'altra occhiata al tizio e quando gli disse quella cosa alzò gli occhi al cielo e poi sbuffò. Tu invece si vede che sei di qui, sei noioso. Certo che era intelligente, ma sicuramente il suo essere sprezzante del pericolo era più evidente. Comunque mi chiamo Ernest! Come diavolo gli era venuto in mente quel nome adesso? Insomma davvero aveva deciso di chiamarsi ernest? E nella sua mente pazza, chi era quello? E poi, soprattutto perchè mi dai dell'idiota se io sono l'unico che non sta usando le mani? Sono qui, che mi faccio i fatti miei, i densiriani non hanno questa fantastica qualità? Chiese poi allargando le labbra in un sorriso apparentemente innocente. Nella sua mente, nel frattempo, stava succedendo la guerra ed aveva una voglia irrefrenabile di far ricominciare quella rissa che non sapeva come diavolo reprimerla. Ernest era un rissaiolo? Era impossibile, lui era rimasto li a guardare!ho sbagliato, doveva chiamarmi cristof e spaccargli una tavola di legno in faccia! Oppure accoltellarlo! Cavolo! Ernest non mi piace! Completamente fuori controllo.

    Revelio GdR

     
    .
4 replies since 24/3/2021, 12:21   83 views
  Share  
.
UP