Respiro di primavera

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Black Opal
    Posts
    747
    Reputation
    +391

    Status
    🗲
    jpg
    Jesse Lighthouse | Black Opal
    Jesse Lighthouse era noto per molte cose in Accademia: era un prefetto, certo, il migliore amico/zerbino di Blake Barnes (ovvero l'unica persona che davvero lo sopportava e sapeva placarlo non col sesso), ma era anche noto come quello che si alzava alle cinque per correre e allenarsi, al punto da avere probabilmente il fisico più invidiabile della scuola 'Sì, insomma... sono un cesso e un coglione... ma almeno ho gli addominali d'acciaio no?' si diceva ancora lui, probabilmente destando, anche a distanza, le ire di Adamas e Blake, che avevano ben diversa percezione del castano.
    Ad ogni modo, Jesse era sempre stato uno sportivo e l'arrivo di Jolly, il bellissimo (e con colore AZZECCATISSIMO per un aspirante marine) chocobo rosa, non poteva che aver motivato maggiormente il giovane, che infatti, quella sera, dopo cena, aveva finito nuovamente col mettere la tuta blu che soleva usare per quando correva "Corsetta fino alle 22 e poi ronda?" chiese al pennuto, il quale, per lui, ebbe solo una risposta.
    "KUEEEEEEE!" cinguettò infatti, saltellando tutto felice, segno che, essendo presobenista quanto Jesse, non vedeva l'ora di passare altro tempo a vagare per gli esterni del castello, fino a dopo il coprifuoco persino.
    L'aspirante marine rise, quindi prese il proprio magifonino per comunicare il proprio spostamento al fidanzato, allo scopo di non farlo preoccupare, sicché rimise in tasca il marchingegno, salutò Roger, non si chiese dove fosse Blake (meglio non sapere) e si mise in marcia.
    Discesero rapidamente e quindi giunti all'esterno iniziarono davvero a correre, impostando un ritmo rapido, ma non eccessivo per due come loro, per quando Jolly, a volte, accelerasse "EHI! Non correre così che se ti vengo dietro resto senza fiato, e poi dopo come li sgrido i ragazzi?" imprecò lui, dimentico che col carisma che si ritrovava, al massimo, poteva sgridare una puffola pigmea (?), accelerando comunque il passo per stargli dietro, essendo lui, di base, uno zerbino, persino col suo cucciolo di chocobo, di base alto quanto un galletto.
    I due si inseguirono per un po', ma ad un certo punto il prefetto dovette chiedersi dove fossero finiti, sicché si fermò e si guardò attorno, tra le proteste di Jolly, che evidentemente voleva correre, e pure più veloce "Uh, siamo dalle parti della riserva... che dici Jolly, andiamo a trovare i tuoi amichetti animali?" chiese lui, ricevendo un altro kueeee entusiasta in risposta, il che fece desumere a questo umile narratore che il pennuto non capisse niente delle parole del ragazzo e di base volesse solo correre.
    Jesse rise dell'entusiasmo dell'animale, quindi iniziò a correre in quella direzione, avventurandosi nella zona picnic e guardandosi comunque un po' intorno per vedere chi vi fosse: erano infatti le 21.30 e anche se il coprifuoco non era stato superato, cominciava ad essere pericolosamente vicino.
    RevelioGDR


    T.J.C.
     
    .
  2. T.J.C.
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Iniziava a seccarsi, Thomas, di non avere nient'altro da fare durante il giorno che non fosse fumare senza farsi beccare, arrivare tardi a lezione e prendere a pugni qualche imbecille. Per altro in quelle ultime settimane aveva imparato qualcosa di estremamente interessante: era concesso fumare purché si fosse all'aria aperta e alcuni insegnanti facevano carte false per ottenere sigarette dagli studenti; finire nelle risse non era saggio quando poteva utilizzare la magia contro chi lo infastidiva - non era stato proprio quello il messaggio del professor Black, ma Thomas era un ragazzo e capiva ciò che gli conveniva capire - e che correre all'aria aperta fosse una prerogativa di cui molti studenti non potevano fare a meno.
    Lui naturalmente non rientrava in quest'ultima categoria, al contrario amava starsene sdraiato sull'erba con uno stelo tra le labbra quando la nicotina non sembrava essere una necessità impellente, le mani dietro la nuca, gli occhi persi a osservare le nuvole le cui forme, quando presenti, riuscivano a stuzzicare la sua mente in modi inesplorati. Quasi ignorava chi gli passava davanti in cerca di svago o privacy, intenzionato di tanto in tanto a chiudere gli occhi col rischio di addormentarsi.
    Non aveva mai trascorso così tanto tempo all'aria aperta e la cosa sembrava piacergli. Nei sobborghi in cui aveva passato la sua breve vita non c'era modo di trovare un giardino in cui sdraiarsi o giocare, i parchi della zona erano frequentati da chi aveva intenzione di usarli come luogo di contrabbando per erba e fumo e Hogwarts in questo era stata una benedizione per lui. Peccato che non avesse colto tale fortuna in quegli anni... solo dopo l'espulsione si era reso conto di quanto aveva perso, d'altro canto Durmstrang era ben più severa della scuola scozzese e per lo stesso motivo stava cercando non tanto di rigare dritto a Hidenstone, ma almeno di non farsi cacciare.
    Fu una sferzata d'aria che lo portò a spalancare gli occhi e a sollevarsi sui gomiti, soffiando via lo stelo del fiore dalle labbra mentre una strana creatura gli attraversava la visuale.
    Rosa. Era totalmente rosa.
    Lo sguardo si spostò verso il ragazzo intenzionato a correre dietro allo strano uccello - una cosa decisamente profetica a ben pensarci - e Thomas riconobbe il Prefetto della sua Casa. Un tipo alquanto introverso che non rientrava nel giro del moro.
    «Più alte quelle ginocchia, Prefetto, o i tuoi addominali potrebbero risentirne.»
    Thomas dava poco peso all'esercizio fisico, ma teneva anche lui a fare il minimo indispensabile per tenersi in forma quel tanto che bastava a piacere alle ragazze della scuola. Dire che lo facesse solo per puro egocentrismo sarebbe stato vero solo in parte.
    «Non ti secca farlo di continuo?»
    Gli domandò sinceramente incuriosito e forse quasi ammirato da una costanza che lui non avrebbe mai avuto, mentre lo sguardo virava nuovamente sulla creatura e le labbra trattenevano a fatica un sorriso.
    «Un colore... virile.»
    E chi era lui per giudicare?
    Thomas J.
    Carter

    I REBEL; THEREFORE I EXIST.

    Black Opal - I anno

    code by ©#fishbone

     
    .
  3.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Black Opal
    Posts
    747
    Reputation
    +391

    Status
    🗲
    jpg
    Jesse Lighthouse | Black Opal
    Jesse andava molto fiero del proprio fisico, invidiabile e ben allenato, ed ancora più lo era dei propri addominali, ma certo non si sarebbe aspettato mai che fossero ormai leggenda 'Sì, insomma, Blake è una leggenda... o Erik che è captain Hidenstone... io sono solo il Bucky di turno' e a poco sarebbe valso dire al giovane come questo narratore adorasse Bucky e con lui Sebastian Stan: nulla poteva distoglierlo dal proprio auto-biasimo.
    "Uh" al sentir nominare le proprie ginocchia e soprattutto i propri addominali, comunque, il ragazzo si fermò, inziando a guardarsi attorno "I miei addominali stanno benissimo... e comunque a me piace allenarmi..." disse lui, forse anche per guadagnar tempo nel mentre scrutava tra l'erba fino ad individuare il giovane opalino, alla cui vista sollevò una mano "Yo, Thomas: che ci fai qui?" affermò dunque in segno di saluto, nel mentre l'altro ricambiava le attenzioni, fissando poi a tratti curioso a tratti bramoso il suo grosso uccello rosa, il quale, al sentirsi chiamar in causa, reagì come sempre: un sonoro kueeee e poi corse verso il ragazzo.
    "Ehi, tu, non si dicono queste cose!" se Jolly pareva aver colto positivamente quelle attenzioni, lo stesso non poteva dirsi per il suo padrone, che aveva posto le mani ai fianchi con far severo "Jolly è nato così, mica è stata una sua scelta non nascere giallo come tutti, o azzurro come il mare, verde militare che starebbe benissimo con la divisa dei marines, o anche solo nero e rosso come noi opali" affermò lui, levando un dito in segno moralizzatore, tralasciando quante volte forse avesse fantasticato su colorazioni meno accese del suo nuovo famiglio "Non è bello prenderlo in giro o dargli dell'effeminato solo perché è rosa: non lo ha scelto lui e non l'ho scelto io, ma questo non vuol dire che non gli voglia bene uguale o che lo reputi più sfigato degli altri: è un grandissimo chocobo, bravissimo e velocissimo e sempre pronto a correre e allenarsi con me! E poi piace pure al mio parabatai, quindi lui è fantastico, il meglio del meglio!"
    Il pennuto intanto si era avvicinato correndo a Thomas, arivando a qualche passo da lui, ove inspirò il suo fumo, fermandosi sul posto, emettendo prima uno starnuto e poi, infastidito, il proprio verso, salvo poi cambiar rotta e correre verso il suo padrone "Uh, Jolly, tutto bene?" affermò dunque lui, inchinandosi per controllare il pulcino ormai cresciutello, assicurandosi fosse in perfetta salute "Visto, è pure intelligente! Sa che fumare fa male! Quindi non dire cose brutte su di lui, o ti dovrò dare del razzista!" concluse lui, indicandolo un'ultima volta, salvo poi sciogliere quello sguardo sereno in un sorriso.
    Si sedette a terra e coccolò il proprio famiglio, osservando l'altro "Vieni spesso a fumare qui o ti ho beccato per caso?" domandò infine, chiaramente più rilassato, quasi neanche si ricordasse tutto lo sproloquio che da poco aveva recitato, chiaramente interessato all'altro e alle sue ragioni.
    RevelioGDR
     
    .
  4. T.J.C.
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Thomas fu quasi sul punto di rispondere cosa ci facesse lì, seppur non fosse troppo difficile da intuire data la nonchalance con cui era disteso sul manto erboso della radura, nessun libro in mano e ben poca voglia o intenzione di andare da qualunque altra parte. Tuttavia le labbra si schiusero per dare aria praticamente al nulla, poiché la ramanzina che arrivò dal Prefetto degli opali fu tale da impedirgli di continuare. A nulla servirono i suoi tentativi di prendere parola, ormai Jesse era partito per la tangente e a fatica il moro dovette trattenersi dal ridere.
    C'era qualcosa in quel ragazzo in grado di scaturirgli una gran tenerezza... o lo avrebbe fatto laddove il mago fosse stato in grado di provare qualcosa di simile.
    «Quindi l'importante è che piaccia agli altri? Insomma, se non fosse piaciuto al tuo parabatai allora lo avresti abbandonato a se stesso?»
    Asserì con l'intento di mettere l'altro in difficoltà e stringendosi tra le spalle, prima ancora che il chocobo gli si avvicinasse e lui, tutt'altro che incline alla cura degli animali, si limitasse a qualche pacca affettuosa sul dorso.
    Perché non si levava dai piedi?
    «Ad ogni modo non mi sembra di averlo offeso.»
    Assicurò al compagno sperando che l'animale capisse chi fosse tra i due ragazzi quello intenzionato a trattarlo con più riguardo, recandosi così da quest'ultimo.
    «Ho forse toccato un nervo scoperto del proprietario?»
    C'era da dire che Thomas non fosse particolarmente aggiornato circa le voci di corridoio di Hidenstone, al contrario faceva spesso fatica a stare dietro a tutte le coppie - di fatto e formali - che venivano a crearsi all'interno della scuola. Di certo non era neppure sicuro dell'orientamento sessuale di almeno metà degli abitanti del castello.
    Quando vide la creatura allontanarsi da lui con una sorta di starnuto, Thomas rivolse alla strana coppia uno sguardo divertito, mentre prendeva un'ultima boccata di fumo e spegneva la sigaretta contro il terriccio su cui era seduto.
    «Che bravo salutista.»
    Un po' come il proprietario, pensò senza dar voce a quell'ultima riflessione mentre abbassava lo sguardo sul proprio intento.
    Dopodiché si fece un po' più indietro e lasciò che la schiena si poggiasse contro il tronco dell'albero che gli aveva fatto ombra per qualche minuto, portando entrambe le mani dietro la nuca mentre lo sguardo scuro sondava il volto del compagno.
    Sorvolò sull'eventualità che l'altro gli desse del razzista: credeva di poter sopravvivere ugualmente.
    «Fumo spesso ovunque a dire il vero.»
    Dichiarò facendo spallucce.
    «Piuttosto è la prima volta che incontro te qui.»
    Thomas J.
    Carter

    I REBEL; THEREFORE I EXIST.

    Black Opal - I anno

    code by ©#fishbone

     
    .
  5.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Black Opal
    Posts
    747
    Reputation
    +391

    Status
    🗲
    jpg
    Jesse Lighthouse | Black Opal
    Era uno che amava farsi passare per duro, era un black opal e aveva in mano una sigaretta: cosa mai avrebbe potuto farci uno così all'aperto? Pareva una domanda semplice, ma trattandosi di Jesse Lighthouse, forgiato nel fuoco di mille sociopatici pur mantenendo 10 a intuito, la risposta era forse meno ovvia dell'atteso, per quanto, in fondo, dopo quattro parole manco si ricordasse più di quanto chiesto, soffermandosi su tutt'altro, come il proprio uccello.
    Inteso quello scorrazzante.
    "Non dire cattiverie!" si arruffò il prefetto, ricordando al mondo come facesse ad essere il parabatai di Erik "Gli vorrei bene con qualsiasi colore e in qualsiasi caso, persino se Erik lo odiasse!" rispose lui con sguardo fermo e una luce un po' triste degli occhi, del resto quasi un anno e mezzo prima aveva letteralmente sperimentato ciò, arrivando quasi sull'orlo di dovergli dire addio per un suo innamoramento 'E... se siamo arrivati a quel punto per Josh... certo ci arriverei anche per Jolly!'
    Il giovane stava diventando un curioso mix di sicurezze ed insicurezze: pareva incapace di credersi competente in nulla, ma su alcune cose non trasigeva lo si mettesse in discussione, quale l'abilità nel combattimento, i suoi addominali d'acciaio e, non ultima, la sua incrollabile fedeltà. Laddove il giovane si mostrava sempre insicuro e non degno della propria età, quando qualcuno di questi valori veniva tocca, improvvisamente riacquistava gli anni che non dimostrava, accompagnandoli con uno sguardo limpido e serio, che tradiva la profonda certezza, marziale, che lo possedeva.
    Jolly era troppo cucciolo per notare quel cambiamento nel suo padrone, pigolò qualcosa a Thomas, quindi, odorandone il vizio, starnutì e corse tra le braccia di Jesse, che per l'occasione si mise a terra a gambe incrociate, allo scopo di coccolarlo non superficialmente, come avrebbe fatto un TJC qualsiasi, bensì con tutti i crismi che si confacevano al prefetto.
    "Jolly è troppo buono per offendersi, per questo mi arrabbio io e tu gli chiederai comunque scusa!" spiegò il ragazzo, carezzando l'animale sul dorso fino a farlo pigiolare tutto felice, cosa che lo fece sorridere 'E' colorato, ama le coccole e non capisce quando la gente lo insulta e ama tutti... sì, insomma, è normale che lo adori... è praticamente Erik!' e con quell'assurda epifania nel cuore, levò il capo, trovando ora l'altro con la sigaretta spenta, ma contro un tronco, pronto a riprendere l'originario dilemma e porvi fine.
    Annuì alle sue parole, poi inclinò la testa "Mh... sì, forse hai ragione... in effetti in genere finiamo sempre per correre dal giardino di pietra o da quelle parti, ma boh... sono un po' come le scale di Hogwarts: ci piace cambiare... anche perché sennò sai che palle?" ridacchiò lui, salvo poi emettere un urletto "CAVOLO, ECCO COSA MI SONO SCORDATO!" e fu così che si portò la mano alla schiena, scoprendola vestita ma nuda "Mi sono scordato lo scudo! Merda, speriamo che non si offenda, anche lui è fissato con l'allenamento, cavolo!" imprecò ancora, grattandosi poi nervosamente la testa.
    "Kue?" fu il lauto commento dell'uccellino, che poi fissò il suo padroncino e quindi l'accademia, quasi sapesse che forse si doveva tornare indietro.
    RevelioGDR
     
    .
  6. T.J.C.
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Jesse Lighthouse era una delle personalità più sconvolgenti che Thomas avesse avuto il piacere di riscontrare in quei mesi appena trascorsi sull'isola. Una figura a suo parere assolutamente inadatta a ricoprire il ruolo di Prefetto, ma forse lo era ancora di più per indossare i colori degli opali. Era probabile che la statua dello snaso si fosse ubriacata il giorno del suo smistamento, perché altrimenti gli risultava difficile capire cosa diavolo le fosse saltato in mente per sputare fuori la stessa pietra che era capitata a lui.
    Dovette quasi trattenersi dal lanciare un'occhiata scettica al ragazzo per poi puntarla su se stesso e viceversa: erano decisamente agli antipodi.
    «Persino se Erik lo odiasse, eh?»
    Ascoltò distrattamente il discorso del compagno, impegnato a lanciare un'occhiata a un paio di ragazze piuttosto distanti da dove si trovavano loro.
    «Caspita... Devi essere proprio un animaletto fedele, Lighthouse.»
    Solo a quel punto gli rivolse la propria attenzione, portando le mani dietro la nuca e sistemandosi meglio contro il tronco, non senza rivolgergli un sorriso sghembo. Doveva ammettere che quel tipo fosse davvero strano, talmente tanto che si sarebbe dato dell'imbecille se mai avesse scoperto di aver frequentato con lui Hogwarts. Ma d'altra parte come avrebbe potuto essere altrimenti? Di anni diversi e appartenenti a due Case differenti sarebbe stato chiedergli troppo, per quanto l'altro non passasse esattamente inosservato.
    Alla sua richiesta, che più che tale sembrava essere un'imposizione, si lasciò sfuggire una risata incredula.
    «Se anche gli chiedessi scusa non lo capirebbe. Vuoi forse che lo chieda a te?»
    L'ultima domanda assunse un suono meno ilare, come se si aspettasse realmente una risposta affermativa.
    Data la situazione e l'interesse di Jesse, Thomas fece una riflessione: non riusciva a capire perché la gente si sorprendesse di vederlo fumare in qualsivoglia luogo. Insomma, finì per chiedersi, esistevano posti più consoni rispetto ad altri? Sicuramente sì, ma se poteva capire la sorpresa o l'irritazione nel vederlo immerso nel proprio vizio al chiuso, cosa c'era da ridire all'aperto? Iniziava a pensare che gli studenti di Hidenstone fossero tutti fin troppo diligenti e perfettini per piacergli. A Durmstrang era diverso, per questo non gli era dispiaciuto stare lì e si chiedeva se avesse fatto bene a scegliere quell'alternativa.
    Poi, ancora una volta, l'altro lo sconvolse con un'affermazione detta a voce talmente alta da scuoterlo dalle sue riflessioni.
    «Lo scudo.»
    Domandò come per accertarsi di aver capito bene, rivolgendo al compagno uno sguardo incerto per la prima volta da quando lo aveva incontrato per caso.
    «Chi sei? Capitan America?»
    Lo disse ridendo, ma a quel punto quasi si aspettava che Jesse rispondesse in maniera affermativa. O magari che puntasse a un altro supereroe... decisamente non Iron Man.
    Lui personalmente riteneva di somigliare a Deadpool, faccenda del tumore a parte.
    Thomas J.
    Carter

    I REBEL; THEREFORE I EXIST.

    Black Opal - I anno

    code by ©#fishbone

     
    .
  7.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Black Opal
    Posts
    747
    Reputation
    +391

    Status
    🗲
    jpg
    Jesse Lighthouse | Black Opal
    Era un piacere incontrare Jesse?
    Per alcuni, in effetti lo era: per Erik, per Blake, per Adamas, anche per altre persone come Jessica o Joshua era stato un piacere, per altri era stato un incubo, come nel caso di Elisabeth o Cameron, per altri ancora era solo una lenta tortura, come nel caso di tutti gli opalini, costretti a subirsi le follie urlanti del ragazzo, in genere senza sufficiente autorità per ribellarsi e non abbastanza in forma per sfuggire alle sue gambe d'acciaio.
    Per Thomas, dunque, cosa sarebbe stato quell'incontro? Solo lui poteva saperlo, ma, al momento, sembrava essersi limitato a rovinargli un poco la sua dose di nicotina, compensandola con domande ed affermazioni bizzarre, abbastanza strambe da strappargli un paio di pietosi sorrisi.
    "Certo che lo sono: sono un essere umano e quindi sono un animale, inoltre sono figlio di un marine, e il motto dei marine è Semper Fidelis, quindi sì, io sono fieramente un tipo fedele" precisò lui, piccato, cogliendo ovviamente l'allusione del ragazzo (scemo sì, ma non fino a quel punto!), approcciandolo duramente e di petto "E questo vale anche per te" ingiunse poi indicandolo "Puoi fare lo stronzo e l'acido quanto vuoi, ma resti un mio protetto, ricordatelo sempre!"
    Il ragazzo distese per alcuni istanti un sorriso, salvo poi racchiuderlo in uno sguardo più severo, al fine di sostenere i diritti dei chocobo di diverso colore "Certo che non lo capirebbe, ma tu lo devi fare comunque, per dimostrare a te e a me che non sei un razzista del cazzo e non discrimini un povero chocobo solo perché il destino lo ha voluto di un colore che l'Occidente ha deciso arbitrariamente di assegnare alle femminucce! Lui è un fiero chocobo da combattimento, rosa o non rosa!" affermò lui, nel mentre sittanto pennuto da combattimento (roba che i galli da combattimento potevano accompagnare solo, proprio eh!) scorrazzava qui e là pigolando felice, chiaramente interessato solo ad una cosa: correre felice e veloce come il vento.
    Ovviamente Jesse stava, come spesso faceva, facendo un miscuglio di cose: univa il suo affetto per l'animale ai propri dubbi, assieme ai valori di Erik e, perché no, le battaglie di Adamas e l'orgoglio di Blake. Vi era un po' di tutti gli uomini della sua attuale vita, da cui lui pescava parte del proprio ego e soprattutto delle proprie certezze, unendole in una minestra di osservazioni e prese di posizione davvero relative e discutibili, ma che lui sentiva comunque profondamente: chiarire a Thomas che non poteva sfottere Jolly per il suo colore, per lui, era una questione seria. Anche se neanche lui capiva perché!
    I principi erano saldi, ma il suo umore era molto più labile e bastò poco per distrarlo e farlo passar oltre, finendo col rilassarlo quanto bastava per notare come vi fosse un grande assente in quella radura, e no, non parlavamo della sua dignità o della sua verginità! "No, che, sei matto? Io Captain America?!" lo fissò lui, manco Thomas fosse un alieno "Il mio è uno scudo a torre in paravibranium... sì, ok, ha qualche assonanza, ma poca roba... comunque io non sono certo Captain America, dai, quella è più roba da Erik... io sono più tipo il suo Soldato d'inverno... o d'estate ecco!" ammise lui, facendo spallucce.
    "Tu non hai animali... ad armi invece come sei messo? Anche perché... combattere i nemici con la nicotina e il fumo... sì, insomma, è un potere da villain, non certo da eroe!" fece presente con altre spallucce, posando poi il suo sorriso furbetto sul giovane, avvicinandolo e sedendosi un po' a caso davanti a lui, permettendo a Jolly di saltargli addosso per prendersi una super-razione di coccole.
    RevelioGDR
     
    .
  8. T.J.C.
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Thomas faticava realmente a credere alle proprie orecchie. Poteva davvero esistere un ragazzo talmente puro - o sciocco- da pensare determinate cose? Lui non voleva essere protetto da nessuno, figurarsi da un damerino che si atteggiava a paladino della giustizia nei confronti di un dodo venuto male e innamorato di qualcuno che probabilmente lo scambiava per un animaletto da compagnia.
    Eppure, per quanto ciò andasse contro quel che avrebbe dovuto provare o per lo meno pensare, si intenerì. Le labbra si distesero in un sorriso mentre le mani andavano a nascondersi dietro la nuca per permettergli d assumere una posizione più comoda, le caviglie si accavallarono l'un l'altra e lui chiuse gli occhi, beandosi degli ultimi raggi del sole e della voce di Jesse come melodia di sottofondo.
    «Ora sì che dormirò sonni sereni allora.»
    Ma il suo tentativo di cambiare argomento fu praticamente inutile: il Prefetto era talmente convinto che quel pennuto meritasse delle scuse da parte sua, che in uno sbuffo di disperazione l'inglese decise di rimettersi seduto per farla finita.
    In un modo o nell'altro, purché quella ragazzetta la smettesse di sbraitare.
    «D'accordo, d'accordo... calmo.»
    Gli lanciò un'occhiata in tralice considerando l'idea che quel tipo fosse diventato Prefetto dopo aver organizzato un funerale a tutte le formiche che aveva inavvertitamente calpestato in una vita intera e gli vennero i brividi a pensare che avrebbe potuto esigere da lui una cosa simile... era decisamente meglio togliersi dalle scatole quel pensiero. Inoltre l'ultima cosa che voleva era essere nuovamente lanciato dalla torre di astronomia dal vicepreside solo per aver alzato un po' la voce.
    Nel ripensare a quel momento dovette reprimere un conato di vomito.
    Maledette altezze.
    «Mi... dispiace, Jolly - si chiama così, giusto?»
    Domandò per conferma mentre congiungeva le mani l'un l'altra e abbassava il capo senza mai smettere di tenere d'occhio quella bestia che, era certo, avrebbe potuto mangiarsi i suoi ricci se solo gli avesse dato maggior confidenza.
    «Non volevo assolutamente deriderti, sei sicuramente più virile di me e del mezzo-gigante del mio dormitorio messi insieme.»
    Chissà perché in quel periodo ce l'aveva con il biondino enorme che girovagava spesso nella Sala Comune.
    «Fatto...» Quando fu soddisfatto del lavoro compiuto, batté le mani un paio di volte e spostò lo sguardo da un animale all'altro - a detta sua! «Ora tu chiedi scusa ad entrambi per aver detto "cazzo" e dimostra di non essere un ragazzaccio sboccato e maleducato. Forza.»
    Si rimise comodo incrociando però le braccia al petto e poggiando la schiena contro il tronco, per poi rivolgere a Jesse un sorriso soddisfatto ed un'espressione divertita. Le regole, gli avevano detto, dovevano valere per tutti e i Prefetti avrebbero dovuto dare il buon esempio.
    Quando l'altro iniziò a parlare di eroi, il buon vecchio Thomas dovette rendersi conto di una verità assoluta: ai maschietti piaceva sempre trastullarsi un po' in certi discorsi, sentirsi machi nel paragonarsi al proprio idolo e dovette ammettere che parlarne così apertamente del tornare un po' bambini gli fece quasi piacere.
    «Vado forte con i super-eroi io. Ma preferisco i cattivi.»
    Ammise stringendosi nelle spalle.
    «Sarà per questo che fumo.»
    Quando era piccolo aveva trascorso pomeriggi interi a casa della sorella di sua madre in compagnia del cugino, di poco più grande di lui. Quella era una famiglia normale e serena, con due genitori amorevoli e due figli cresciuti insieme e non a suon di botte. Loro avevano i soldi per comprare qualche fumetto al bambino e spesso quest'ultimo li regalava a lui, così che quando si trovava in casa, nascosto sotto le coperte per non sentire le urla di suo padre e i pianti di sua madre, sapeva con cosa distrarsi.
    «Insomma, hai presente Loki? Per quanto Thor sia figo, non c'è paragone!»
    Bizzarra la vita, si disse mentre lasciava che un'espressione più accondiscendente del solito ammorbidisse quei lineamenti che per un attimo richiamarono quelli del bambino che era stato e a cui non aveva avuto il tempo di dire addio.
    «Quindi ricapitolando, se tu sei il Soldato d'Inverno ed Erik» - ma chi era Erik? - «Capitan America, io chi sarei?»
    Thomas J.
    Carter

    I REBEL; THEREFORE I EXIST.

    Black Opal - I anno

    code by ©#fishbone

     
    .
  9.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Black Opal
    Posts
    747
    Reputation
    +391

    Status
    🗲
    jpg
    Jesse Lighthouse | Black Opal
    Jesse era uno sciocco?
    Era molto difficile dire il contrario. Certo, aveva alti voti e, quanto voleva, una mente acuta, ma il ragazzo era, in fondo al suo cuore, un beta: voleva talmente tanto avere al suo fianco qualcuno da essere ben disposto a stare sempre un passo indietro. Un animo così gentile e fragile, infatti, aveva trovato riparo in animi carismatici come Blake ed Erik, finendo col renderlo appunto un adorabile beta, ma ciò non lo aveva reso debole o davvero stupido, semplicemente era come appariva: un animo candido e ben disposto al quale era difficile non voler bene.
    "Mpf" Jesse storse il naso al sarcasmo dell'altro, ma non ribattè oltre il necessario, lasciando lì cadere quella sterile polemica finta dei quali entrambi avevano, bene o male, afferrato il senso, andandosi invece a concentrare su una questione di principio ben più pressante, ma ugualmente sciocca: le scuse a Jolly.
    Forse era vero che Thomas avesse un po' ferito Jesse, appiccando la sua coda di paglia, ma era altrettanto vero che credesse davvero nelle parole che stava enunciando e soprattutto ci tenesse a difendere persone come Jolly, e, perché no, come Erik: del resto se il prefetto degli Ametrin avesse avuto nei ricordi dell'opalino del primo anno un volto e un atteggiamento, non ci sarebbe voluto molto per rendersi conto di come di fatto quei due (uccello e prefetto) fossero identici, giustificando l'irretirsi del Lighthouse, che si era sentito leso non solo l'uccello (sbagliato) ma anche indirettamente il suo parabatai.
    "Ooooh, ci voleva tanto?" l'aspirante marine accolse con sollievo e giubilo le scuse del ragazzo, ridacchiando anche un po' quando lo definì più virile di lui e Ciaran, cogliendo ovviamente l'ironia e l'esagerazione, ma apprezzando e non poco lo sforzo, al punto da gongolare sul posto, oscillando di lato "Non ti senti meglio e più libero ad aver fatto la cosa giusta ed aver dimostrato che sei una persona migliore?" propose lui, sobbalzando poi alla controfferta del ragazzo "Uh?"
    Colto in contropiede, da prima il giovane si limitò a regalare all'altro i suoi enormi occhioni azzurri spaesati e un po' vitrei, nel mentre lo ascoltava parlare "Eh? Chi, io, che, cosa?" affermò in seguito, chiarendo quanto ci fosse voluto poco per mandarlo in confusione "Jolly, ho detto parolacce e sono maleducato?"
    "Kue?" il chocobo si era messo a correre verso Thomas, del resto questi lo aveva nominato e al sentirsi preso in causa lui aveva deciso che l'altro volesse giocare, sicché si era diretto verso di lui, mirando probabilmente ai suoi non-troppo-marcati ricci, anche se, prima di potervi giungere, aveva udito il suo padroncino, finendo col volgersi verso di lui.
    "KUEEEEE!" controribatté a quel punto, saltellando sul posto e correndo di gran carriera direttamente tra le braccia del prefetto.
    "Ecco, lo sapevo che non ero un tipo maleducato e cafone!" ridacchiò lui, iniziando ad arruffare le piume dell'animaletto nel mentre questi gorgheggiava felice, lasciando intendere a tutti noi come l'animale continuasse a capire poco e niente del mondo e di Jesse, limitandosi a correre da chiunque lo nominasse, nella speranza di ricevere delle coccole: insomma, era una troietta.
    "Sì insomma, io non sono uno maleducato e volgare, sono uno cresciuto in una caserma, che cavolo, da piccolo dovevo giocare con gli altri bambini a fare l'alzabandiera con la tromba e l'inno statunitense in sottofondo... almeno questo diritto me lo sarò guadagnato no?" ghignò lui, nel mentre iniziava a grattare il collo del pennuto, facendolo cinguettare beato "E anche lo avessi fatto - e non mi pare comunque - sarebbe stato per sottolineare il discorso, non certo per fare il bulletto... e comunque uh, io sono prefetto, sì insomma, devo dare l'esempio, ma sono umano e ho già dimostrato di essere una persona corretta... quindi sì, insomma, potrei anche scusarmi, ma tanto non l'ho fatto e anche lo avessi fatto non lo avrei fatto apposta e avrei già dimostrato chi sono, quindi, sì, ok, scuse accettate"
    Il ragazzo imbastì uno dei suoi classici discorsi senza capo né coda, concludendolo con un ampio sorriso per l'altro, che lasciò poi scivolare il discorso verso animali e armi, e soprattutto supereroi, per quanto l'altro paresse più interessato ai cattivi, portando l'esempio perfetto di Loki "Ma Loki non è cattivo-cattivo... è solo stronzetto dai... alla fine ha anche provato a salvare Thor, Asgard e tutto l'universo!" ammise lui, sobbalzando "HAI VISTO CHE SU DISNEYPLUS ESCE LA SERIE DI LOKI?" affermò poi di colpo, finendo collo sgranare gli occhi quando l'altro chiese quale potesse essere il suo ruolo negli Avenger.
    Jesse lo fissò alcuni istanti, poi si tirò in piedi "Thomas, ci conosciamo ancora troppo poco perché tu possa avere un nome in codice e far parte degli Hidenstone Avengers" disse lui, manco avesse confidato all'altro i deliri suoi e di Erik in merito al loro essere supereroi della municipale dell'accademia "Sii gentile con tutti, comportati bene, fai tanto sport e poi ne riparliamo... e già che ci sei, smetti anche di fumare" sghignazzò lui, avvicinandosi all'alto e tendendogli poi la mano per farlo alzare.
    "E, già che ci sei, magari non farci perdere punti violando il coprifuoco" concluse con un occhiolino, indicando prima l'orologio che non portava e poi col pollice il castello "Fila dentro: la tua buona azione quotidiana l'hai fatta, e anche il tuo ultimo tiro!" gli propose, mettendogli poi una mano sulla spalla, pronto a rimettersi a correre, per la gioia del suo pennuto.
    RevelioGDR
     
    .
  10. T.J.C.
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Thomas fece ciò che Jesse si aspettava e, nel vederlo soddisfatto, pensò di aver compiuto la sua buona azione della settimana, tanto da portare entrambe le mani dietro la nuca, poggiare la schiena contro il tronco ed incrociare le caviglie l'un l'altra, rivolgendo al ragazzo un sorriso sardonico.
    Alla sua domanda, che forse voleva essere retorica, il ricciolino rispose con un sonoro e secco «No.», seguito dallo schioccare della lingua contro il palato. Non si sentiva una persona migliore, non si sarebbe sentito mai una persona migliore perché fondamentalmente era un reietto della società e se anche non andava a sbandierare questa sua consapevolezza, sapeva di averla nel profondo di un animo reso già infimo dalla nascita, da chi avrebbe dovuto invece proteggerlo.
    «Ma sono contento che la cosa vi abbia rasserenati entrambi.»
    La sua buona azione.
    Nel vedere il Prefetto confuso dalla sua affermazione, Thomas si morse la lingua per non scoppiare a ridergli in faccia; era incredibile come quel tipo cascasse dalle nuvole per così poco, almeno quanto lo era la facilità con cui lo metteva di buon umore. Si scompose unicamente quando vide l'uccello correre verso di sé e, non essendo un amante degli uccelli in tutti i sensi, quasi si scostò mentre lo sguardo sgomento fissava il pennuto. Non aveva alcuna voglia di accarezzarlo, men che meno di farsi mangiare i capelli da lui.
    Quando lo vide tornare dal padrone si tranquillizzò e spostò il peso in avanti, raccogliendo le gambe ed incrociandole sul manto d'erba, fermandole con le mani sulle caviglie.
    «Non vale, sei scorretto.»
    Puntualizzò nel rendersi conto di come l'altro non avrebbe mai chiesto scusa, basandosi sul parere di un chocobo che in verità di pareri non ne aveva.
    Quel tipo era veramente assurdo, pensò mentre scuoteva la testa rassegnato. Ascoltò il suo discorso senza capire assolutamente niente, finendo col cogliere solo come l'altro avesse accettato le sue scuse... ma sbagliava o non aveva chiesto scusa a lui? Lasciò perdere il tentativo di capirci qualcosa e si rifugiò in un discorso che gli sembrava più comprensibile: i supereroi e i supercattivi.
    Schiuse le labbra per dire che secondo lui Loki era un vero antagonista e un perfetto dio dell'inganno, quando l'altro urlò qualcosa che lo fece allontanare per paura di perdere l'udito.
    «Sì ma io non ho Disney+, quindi smettila di urlare.»
    Lo ammonì massaggiandosi l'orecchio prima di riflettere sulla possibilità che avrebbe potuto scroccare l'account da qualcuno e iniziare a guardare la serie che, a dire il vero, lo incuriosiva parecchio. Chiedere ai suoi genitori di pagargli un simile abbonamento era fuori discussione, i soldi sarebbero serviti a suo padre per comprarsi qualche altra bottiglia di alcol.
    Lo vide poi alzarsi all'improvviso e lo seguì con lo sguardo, incerto se avesse detto qualcosa di male, per poi rendersi conto che quel ragazzo dovesse essere affetto da ciclo mestruale.
    «Però... tu sì che sai come far sentire non accolto un nuovo arrivato.»
    Asserì con un mezzo sorriso mentre si rimetteva comodo sull'erba e chiudeva gli occhi mentre lo vedeva allungargli una mano che naturalmente non accettò.
    «Ci vediamo, Lighthouse. Buona corsa.»
    Mancava ancora qualche minuto prima dello scattare del coprifuoco e aveva deciso di trascorrerlo lì. Non era rimasto male dalle parole del ragazzo, in fondo era abituato ad essere lasciato da parte, eppure sentirselo sbattere così serenamente in faccia in qualche modo lo colpì.
    Era evidente che alcune cose erano destinate a non cambiare mai.
    Thomas J.
    Carter

    I REBEL; THEREFORE I EXIST.

    Black Opal - I anno

    code by ©#fishbone

     
    .
9 replies since 21/3/2021, 16:32   86 views
  Share  
.
UP