-
.SPOILER (clicca per visualizzare)T.J.C..
-
T.J.C..
User deleted
Iniziava a seccarsi, Thomas, di non avere nient'altro da fare durante il giorno che non fosse fumare senza farsi beccare, arrivare tardi a lezione e prendere a pugni qualche imbecille. Per altro in quelle ultime settimane aveva imparato qualcosa di estremamente interessante: era concesso fumare purché si fosse all'aria aperta e alcuni insegnanti facevano carte false per ottenere sigarette dagli studenti; finire nelle risse non era saggio quando poteva utilizzare la magia contro chi lo infastidiva - non era stato proprio quello il messaggio del professor Black, ma Thomas era un ragazzo e capiva ciò che gli conveniva capire - e che correre all'aria aperta fosse una prerogativa di cui molti studenti non potevano fare a meno.
Lui naturalmente non rientrava in quest'ultima categoria, al contrario amava starsene sdraiato sull'erba con uno stelo tra le labbra quando la nicotina non sembrava essere una necessità impellente, le mani dietro la nuca, gli occhi persi a osservare le nuvole le cui forme, quando presenti, riuscivano a stuzzicare la sua mente in modi inesplorati. Quasi ignorava chi gli passava davanti in cerca di svago o privacy, intenzionato di tanto in tanto a chiudere gli occhi col rischio di addormentarsi.
Non aveva mai trascorso così tanto tempo all'aria aperta e la cosa sembrava piacergli. Nei sobborghi in cui aveva passato la sua breve vita non c'era modo di trovare un giardino in cui sdraiarsi o giocare, i parchi della zona erano frequentati da chi aveva intenzione di usarli come luogo di contrabbando per erba e fumo e Hogwarts in questo era stata una benedizione per lui. Peccato che non avesse colto tale fortuna in quegli anni... solo dopo l'espulsione si era reso conto di quanto aveva perso, d'altro canto Durmstrang era ben più severa della scuola scozzese e per lo stesso motivo stava cercando non tanto di rigare dritto a Hidenstone, ma almeno di non farsi cacciare.
Fu una sferzata d'aria che lo portò a spalancare gli occhi e a sollevarsi sui gomiti, soffiando via lo stelo del fiore dalle labbra mentre una strana creatura gli attraversava la visuale.
Rosa. Era totalmente rosa.
Lo sguardo si spostò verso il ragazzo intenzionato a correre dietro allo strano uccello - una cosa decisamente profetica a ben pensarci - e Thomas riconobbe il Prefetto della sua Casa. Un tipo alquanto introverso che non rientrava nel giro del moro.
«Più alte quelle ginocchia, Prefetto, o i tuoi addominali potrebbero risentirne.»
Thomas dava poco peso all'esercizio fisico, ma teneva anche lui a fare il minimo indispensabile per tenersi in forma quel tanto che bastava a piacere alle ragazze della scuola. Dire che lo facesse solo per puro egocentrismo sarebbe stato vero solo in parte.
«Non ti secca farlo di continuo?»
Gli domandò sinceramente incuriosito e forse quasi ammirato da una costanza che lui non avrebbe mai avuto, mentre lo sguardo virava nuovamente sulla creatura e le labbra trattenevano a fatica un sorriso.
«Un colore... virile.»
E chi era lui per giudicare?Thomas J.
CarterI REBEL; THEREFORE I EXIST.Black Opal - I annocode by ©#fishbone
. -
..
-
T.J.C..
User deleted
Thomas fu quasi sul punto di rispondere cosa ci facesse lì, seppur non fosse troppo difficile da intuire data la nonchalance con cui era disteso sul manto erboso della radura, nessun libro in mano e ben poca voglia o intenzione di andare da qualunque altra parte. Tuttavia le labbra si schiusero per dare aria praticamente al nulla, poiché la ramanzina che arrivò dal Prefetto degli opali fu tale da impedirgli di continuare. A nulla servirono i suoi tentativi di prendere parola, ormai Jesse era partito per la tangente e a fatica il moro dovette trattenersi dal ridere.
C'era qualcosa in quel ragazzo in grado di scaturirgli una gran tenerezza... o lo avrebbe fatto laddove il mago fosse stato in grado di provare qualcosa di simile.
«Quindi l'importante è che piaccia agli altri? Insomma, se non fosse piaciuto al tuo parabatai allora lo avresti abbandonato a se stesso?»
Asserì con l'intento di mettere l'altro in difficoltà e stringendosi tra le spalle, prima ancora che il chocobo gli si avvicinasse e lui, tutt'altro che incline alla cura degli animali, si limitasse a qualche pacca affettuosa sul dorso.
Perché non si levava dai piedi?
«Ad ogni modo non mi sembra di averlo offeso.»
Assicurò al compagno sperando che l'animale capisse chi fosse tra i due ragazzi quello intenzionato a trattarlo con più riguardo, recandosi così da quest'ultimo.
«Ho forse toccato un nervo scoperto del proprietario?»
C'era da dire che Thomas non fosse particolarmente aggiornato circa le voci di corridoio di Hidenstone, al contrario faceva spesso fatica a stare dietro a tutte le coppie - di fatto e formali - che venivano a crearsi all'interno della scuola. Di certo non era neppure sicuro dell'orientamento sessuale di almeno metà degli abitanti del castello.
Quando vide la creatura allontanarsi da lui con una sorta di starnuto, Thomas rivolse alla strana coppia uno sguardo divertito, mentre prendeva un'ultima boccata di fumo e spegneva la sigaretta contro il terriccio su cui era seduto.
«Che bravo salutista.»
Un po' come il proprietario, pensò senza dar voce a quell'ultima riflessione mentre abbassava lo sguardo sul proprio intento.
Dopodiché si fece un po' più indietro e lasciò che la schiena si poggiasse contro il tronco dell'albero che gli aveva fatto ombra per qualche minuto, portando entrambe le mani dietro la nuca mentre lo sguardo scuro sondava il volto del compagno.
Sorvolò sull'eventualità che l'altro gli desse del razzista: credeva di poter sopravvivere ugualmente.
«Fumo spesso ovunque a dire il vero.»
Dichiarò facendo spallucce.
«Piuttosto è la prima volta che incontro te qui.»Thomas J.
CarterI REBEL; THEREFORE I EXIST.Black Opal - I annocode by ©#fishbone
. -
..
-
T.J.C..
User deleted
Jesse Lighthouse era una delle personalità più sconvolgenti che Thomas avesse avuto il piacere di riscontrare in quei mesi appena trascorsi sull'isola. Una figura a suo parere assolutamente inadatta a ricoprire il ruolo di Prefetto, ma forse lo era ancora di più per indossare i colori degli opali. Era probabile che la statua dello snaso si fosse ubriacata il giorno del suo smistamento, perché altrimenti gli risultava difficile capire cosa diavolo le fosse saltato in mente per sputare fuori la stessa pietra che era capitata a lui.
Dovette quasi trattenersi dal lanciare un'occhiata scettica al ragazzo per poi puntarla su se stesso e viceversa: erano decisamente agli antipodi.
«Persino se Erik lo odiasse, eh?»
Ascoltò distrattamente il discorso del compagno, impegnato a lanciare un'occhiata a un paio di ragazze piuttosto distanti da dove si trovavano loro.
«Caspita... Devi essere proprio un animaletto fedele, Lighthouse.»
Solo a quel punto gli rivolse la propria attenzione, portando le mani dietro la nuca e sistemandosi meglio contro il tronco, non senza rivolgergli un sorriso sghembo. Doveva ammettere che quel tipo fosse davvero strano, talmente tanto che si sarebbe dato dell'imbecille se mai avesse scoperto di aver frequentato con lui Hogwarts. Ma d'altra parte come avrebbe potuto essere altrimenti? Di anni diversi e appartenenti a due Case differenti sarebbe stato chiedergli troppo, per quanto l'altro non passasse esattamente inosservato.
Alla sua richiesta, che più che tale sembrava essere un'imposizione, si lasciò sfuggire una risata incredula.
«Se anche gli chiedessi scusa non lo capirebbe. Vuoi forse che lo chieda a te?»
L'ultima domanda assunse un suono meno ilare, come se si aspettasse realmente una risposta affermativa.
Data la situazione e l'interesse di Jesse, Thomas fece una riflessione: non riusciva a capire perché la gente si sorprendesse di vederlo fumare in qualsivoglia luogo. Insomma, finì per chiedersi, esistevano posti più consoni rispetto ad altri? Sicuramente sì, ma se poteva capire la sorpresa o l'irritazione nel vederlo immerso nel proprio vizio al chiuso, cosa c'era da ridire all'aperto? Iniziava a pensare che gli studenti di Hidenstone fossero tutti fin troppo diligenti e perfettini per piacergli. A Durmstrang era diverso, per questo non gli era dispiaciuto stare lì e si chiedeva se avesse fatto bene a scegliere quell'alternativa.
Poi, ancora una volta, l'altro lo sconvolse con un'affermazione detta a voce talmente alta da scuoterlo dalle sue riflessioni.
«Lo scudo.»
Domandò come per accertarsi di aver capito bene, rivolgendo al compagno uno sguardo incerto per la prima volta da quando lo aveva incontrato per caso.
«Chi sei? Capitan America?»
Lo disse ridendo, ma a quel punto quasi si aspettava che Jesse rispondesse in maniera affermativa. O magari che puntasse a un altro supereroe... decisamente non Iron Man.
Lui personalmente riteneva di somigliare a Deadpool, faccenda del tumore a parte.Thomas J.
CarterI REBEL; THEREFORE I EXIST.Black Opal - I annocode by ©#fishbone
. -
..
-
T.J.C..
User deleted
Thomas faticava realmente a credere alle proprie orecchie. Poteva davvero esistere un ragazzo talmente puro - o sciocco- da pensare determinate cose? Lui non voleva essere protetto da nessuno, figurarsi da un damerino che si atteggiava a paladino della giustizia nei confronti di un dodo venuto male e innamorato di qualcuno che probabilmente lo scambiava per un animaletto da compagnia.
Eppure, per quanto ciò andasse contro quel che avrebbe dovuto provare o per lo meno pensare, si intenerì. Le labbra si distesero in un sorriso mentre le mani andavano a nascondersi dietro la nuca per permettergli d assumere una posizione più comoda, le caviglie si accavallarono l'un l'altra e lui chiuse gli occhi, beandosi degli ultimi raggi del sole e della voce di Jesse come melodia di sottofondo.
«Ora sì che dormirò sonni sereni allora.»
Ma il suo tentativo di cambiare argomento fu praticamente inutile: il Prefetto era talmente convinto che quel pennuto meritasse delle scuse da parte sua, che in uno sbuffo di disperazione l'inglese decise di rimettersi seduto per farla finita.
In un modo o nell'altro, purché quella ragazzetta la smettesse di sbraitare.
«D'accordo, d'accordo... calmo.»
Gli lanciò un'occhiata in tralice considerando l'idea che quel tipo fosse diventato Prefetto dopo aver organizzato un funerale a tutte le formiche che aveva inavvertitamente calpestato in una vita intera e gli vennero i brividi a pensare che avrebbe potuto esigere da lui una cosa simile... era decisamente meglio togliersi dalle scatole quel pensiero. Inoltre l'ultima cosa che voleva era essere nuovamente lanciato dalla torre di astronomia dal vicepreside solo per aver alzato un po' la voce.
Nel ripensare a quel momento dovette reprimere un conato di vomito.
Maledette altezze.
«Mi... dispiace, Jolly - si chiama così, giusto?»
Domandò per conferma mentre congiungeva le mani l'un l'altra e abbassava il capo senza mai smettere di tenere d'occhio quella bestia che, era certo, avrebbe potuto mangiarsi i suoi ricci se solo gli avesse dato maggior confidenza.
«Non volevo assolutamente deriderti, sei sicuramente più virile di me e del mezzo-gigante del mio dormitorio messi insieme.»
Chissà perché in quel periodo ce l'aveva con il biondino enorme che girovagava spesso nella Sala Comune.
«Fatto...» Quando fu soddisfatto del lavoro compiuto, batté le mani un paio di volte e spostò lo sguardo da un animale all'altro - a detta sua! «Ora tu chiedi scusa ad entrambi per aver detto "cazzo" e dimostra di non essere un ragazzaccio sboccato e maleducato. Forza.»
Si rimise comodo incrociando però le braccia al petto e poggiando la schiena contro il tronco, per poi rivolgere a Jesse un sorriso soddisfatto ed un'espressione divertita. Le regole, gli avevano detto, dovevano valere per tutti e i Prefetti avrebbero dovuto dare il buon esempio.
Quando l'altro iniziò a parlare di eroi, il buon vecchio Thomas dovette rendersi conto di una verità assoluta: ai maschietti piaceva sempre trastullarsi un po' in certi discorsi, sentirsi machi nel paragonarsi al proprio idolo e dovette ammettere che parlarne così apertamente del tornare un po' bambini gli fece quasi piacere.
«Vado forte con i super-eroi io. Ma preferisco i cattivi.»
Ammise stringendosi nelle spalle.
«Sarà per questo che fumo.»
Quando era piccolo aveva trascorso pomeriggi interi a casa della sorella di sua madre in compagnia del cugino, di poco più grande di lui. Quella era una famiglia normale e serena, con due genitori amorevoli e due figli cresciuti insieme e non a suon di botte. Loro avevano i soldi per comprare qualche fumetto al bambino e spesso quest'ultimo li regalava a lui, così che quando si trovava in casa, nascosto sotto le coperte per non sentire le urla di suo padre e i pianti di sua madre, sapeva con cosa distrarsi.
«Insomma, hai presente Loki? Per quanto Thor sia figo, non c'è paragone!»
Bizzarra la vita, si disse mentre lasciava che un'espressione più accondiscendente del solito ammorbidisse quei lineamenti che per un attimo richiamarono quelli del bambino che era stato e a cui non aveva avuto il tempo di dire addio.
«Quindi ricapitolando, se tu sei il Soldato d'Inverno ed Erik» - ma chi era Erik? - «Capitan America, io chi sarei?»Thomas J.
CarterI REBEL; THEREFORE I EXIST.Black Opal - I annocode by ©#fishbone
. -
..
-
T.J.C..
User deleted
Thomas fece ciò che Jesse si aspettava e, nel vederlo soddisfatto, pensò di aver compiuto la sua buona azione della settimana, tanto da portare entrambe le mani dietro la nuca, poggiare la schiena contro il tronco ed incrociare le caviglie l'un l'altra, rivolgendo al ragazzo un sorriso sardonico.
Alla sua domanda, che forse voleva essere retorica, il ricciolino rispose con un sonoro e secco «No.», seguito dallo schioccare della lingua contro il palato. Non si sentiva una persona migliore, non si sarebbe sentito mai una persona migliore perché fondamentalmente era un reietto della società e se anche non andava a sbandierare questa sua consapevolezza, sapeva di averla nel profondo di un animo reso già infimo dalla nascita, da chi avrebbe dovuto invece proteggerlo.
«Ma sono contento che la cosa vi abbia rasserenati entrambi.»
La sua buona azione.
Nel vedere il Prefetto confuso dalla sua affermazione, Thomas si morse la lingua per non scoppiare a ridergli in faccia; era incredibile come quel tipo cascasse dalle nuvole per così poco, almeno quanto lo era la facilità con cui lo metteva di buon umore. Si scompose unicamente quando vide l'uccello correre verso di sé e, non essendo un amante degli uccelli in tutti i sensi, quasi si scostò mentre lo sguardo sgomento fissava il pennuto. Non aveva alcuna voglia di accarezzarlo, men che meno di farsi mangiare i capelli da lui.
Quando lo vide tornare dal padrone si tranquillizzò e spostò il peso in avanti, raccogliendo le gambe ed incrociandole sul manto d'erba, fermandole con le mani sulle caviglie.
«Non vale, sei scorretto.»
Puntualizzò nel rendersi conto di come l'altro non avrebbe mai chiesto scusa, basandosi sul parere di un chocobo che in verità di pareri non ne aveva.
Quel tipo era veramente assurdo, pensò mentre scuoteva la testa rassegnato. Ascoltò il suo discorso senza capire assolutamente niente, finendo col cogliere solo come l'altro avesse accettato le sue scuse... ma sbagliava o non aveva chiesto scusa a lui? Lasciò perdere il tentativo di capirci qualcosa e si rifugiò in un discorso che gli sembrava più comprensibile: i supereroi e i supercattivi.
Schiuse le labbra per dire che secondo lui Loki era un vero antagonista e un perfetto dio dell'inganno, quando l'altro urlò qualcosa che lo fece allontanare per paura di perdere l'udito.
«Sì ma io non ho Disney+, quindi smettila di urlare.»
Lo ammonì massaggiandosi l'orecchio prima di riflettere sulla possibilità che avrebbe potuto scroccare l'account da qualcuno e iniziare a guardare la serie che, a dire il vero, lo incuriosiva parecchio. Chiedere ai suoi genitori di pagargli un simile abbonamento era fuori discussione, i soldi sarebbero serviti a suo padre per comprarsi qualche altra bottiglia di alcol.
Lo vide poi alzarsi all'improvviso e lo seguì con lo sguardo, incerto se avesse detto qualcosa di male, per poi rendersi conto che quel ragazzo dovesse essere affetto da ciclo mestruale.
«Però... tu sì che sai come far sentire non accolto un nuovo arrivato.»
Asserì con un mezzo sorriso mentre si rimetteva comodo sull'erba e chiudeva gli occhi mentre lo vedeva allungargli una mano che naturalmente non accettò.
«Ci vediamo, Lighthouse. Buona corsa.»
Mancava ancora qualche minuto prima dello scattare del coprifuoco e aveva deciso di trascorrerlo lì. Non era rimasto male dalle parole del ragazzo, in fondo era abituato ad essere lasciato da parte, eppure sentirselo sbattere così serenamente in faccia in qualche modo lo colpì.
Era evidente che alcune cose erano destinate a non cambiare mai.Thomas J.
CarterI REBEL; THEREFORE I EXIST.Black Opal - I annocode by ©#fishbone
.