Ma sì, beviamoci su!

#Spike

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    a missione in quella Villa era stata qualcosa di estremamente eccitante. Alyce era tornata al Rouge con un sorriso stampato sul volto e una soddisfazione pazzesca, dopo aver lasciato Mor nelle mani di Robert. La sua serata era finita con Brian e il rientro in locale era stato quasi paradisiaco.
    Il giorno seguente, però, quella stessa adrenalina era andata scemando e Alyce si ritrovava nella solita fase annoiata che ormai viveva quasi ogni sera.
    Luke se la rideva, mentre la guardava fare su e giù davanti al bancone del locale «Stai creando un solco lì davanti.» - disse il bartender con quel tono freddo, che quasi pareva disinteressato. Alyce non lo guardò nemmeno, continuando a sbuffare avanti e indietro «Mi annoio. Le cose belle durano poco.» - il tono caldo della rossa era spento, ma il ragazzo ormai era abituato a quegli sbalzi d'umore della ragazza «Perché non organizziamo una serata a tema?» - propose con lo stesso tono di prima, come se volesse dare alla rossa qualcosa a cui pensare.
    Alyce non rispose, fermandosi ad uno sgabello, il primo che trovò, quindi iniziò a tamburellare le dita con le unghie dipinte di nero, su ripiano, mentre osservava le bottiglie.
    Luke non ebbe nemmeno bisogno di chiedere se e cosa volesse bere, quindi versò un bicchiere di whisky e glielo piazzò davanti.
    Alyce lo afferrò, specchiandosi nell'ambra del liquido «Bere non è la soluzione giusta.
    Invece sì, poi abbiamo sete. Quando si ha sete si beve.
    L'acqua, quando si ha sete si beve l'acqua.
    In ogni alcolico c'è una quantità di acqua.»
    - quella voce nella sua testa aveva pur sempre ragione, non importava quanta percentuale di acqua ci fosse, l'acqua era in ogni alcolico.
    Luke tornò a lucidare i bicchieri, con un sorriso quasi strafottente «Bel vestito, comunque.» - Luke non era poi così tanto indifferente alla figura di Alyce e forse per questo che si sbilanciava anche sui complimenti verso di lei. E poi, oggettivamente il suo vestitino non era niente male. Alyce accavallò la gamba nuda e sorseggiò il suo whisky.

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    Devo fare una confessione: Da quando sono entrato a far parte di un'organizzazione criminale, uccidere la gente mi alza l'adrenalina alle stelle. Cazzo, uccidere non è mai stato così eccitante di quando lo facevo da solo. È veramente, ma veramente divertente. Non lo avrei mai detto, in situazioni diverse.
    Non ho dormito per tutta la notte, quando sono tornato nella mia dimora. Avrei fatto un giro, ma avevo bisogno di calmarmi, sennò avrei fatto una strage. Non ero arrabbiato, no...ero solamente eccitato come un ragazzino davanti ad una donna nuda per la prima volta. Ho paragonato l'uccidere al sesso? Assolutamente sì. Per me è esattamente la stessa identica cosa.
    Mi ero addormentato, per dire, appena il sole stava cominciando a sorgere. Ho chiuso le finestre e mi sono sdraiato.
    Come per ogni vampiro, la mia vita è al contrario di una persona normale. Trovo molto più interessante la luna al sole, per ovvie ragioni. E a volte mi viene da chiedermi se, quando ero ancora un semplice ragazzino, mi piaceva girare anche il giorno. Come potete sapere, io non ricordo assolutamente nulla e quello che mi era stato raccontato non era abbastanza. Non so nemmeno se c'è qualcuno che me lo saprebbe dire. Vista la mia età, è sicuro che siano tutti morti.
    Svegliatomi, la sera successiva al rapimento di Mor, con gli stessi identici vestiti, decido di uscire. Comincio anche ad avere un po' di sete e, senza guardare nessuno (Non mi sembrava intelligente saltare addosso al primo che mi capitava a tiro, anche se la voglia c'era eccome), mi dirigo verso un locale:“La vie en Rouge”. Se la memoria non mi inganna (C'è di mezzo sempre quella, Ahimè), in quel locale ci lavora la ragazza di ieri...com'è che si chiama? Alyce, mi pare. Non so, forse l'ho sentito da qualche compagno dell'acromantula, ma sono sicuro che lavori lì.
    Quindi perché non approfittarne e fare visita a quella donna? Sembrava molto interessante e dopo la nottata eccitante di ieri, un'altra nottata eccitante con quella donna poteva ingolosirmi. Nuovamente ho paragonato l'omicidio al sesso. Ma come posso non dirlo?
    Con il mio solito cappotto nero, arrivo di fronte all'ingresso del locale ed entro. Subito nodo i capelli rossi della signorina e con passo tranquillo e deciso mi avvio verso di lei.
    “Bel vestito. Sarebbe stato meglio completamente nero. Lo trovo più interessante” Non poteva non cadere su quello che indossava, il mio commento. E mi dovrebbe ringraziare per non aver fatto altri commenti più sessisti e molesti.
    Spike Giles

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    l Rouge pululava sempre di vita, durante le ore notturne, ma c'erano dei giorni in cui Alyce non aveva la minima voglia di trovare un passatempo tra i suoi clienti, vedendoli divertirsi con le sue ragazze a pagamento. E l'alcol non stava più aiutando ad animare le sue serate, come se averlo a portata di mano così facilmente, non fosse più un divertimento pieno.
    Luke ormai aveva fatto l'abitudine ad avere Alyce in quelle condizioni e poi vederla gironzolargli intorno annoiata poteva significare solo che lui ci avrebbe provato, senza riuscirci come ogni volta, così da rendere più interessante la sua serata.
    Ma quel giorno, il fato decise che non dovesse essere il barman a dedicargli attenzioni, non solo, almeno. Infatti, da lì a poco, tra i clienti che avevano ormai quasi riempito il Rouge, entrò anche qualcuno che Alyce aveva già conosciuto e visto.
    Il suo nome era qualcosa che iniziava con la S, ne era sicura, ma lì per lì non se lo ricordò e tentò piuttosto di metterlo a fuoco, assottigliando lo sguardo e poggiandosi con un braccio al bancone. Calò lo smeraldo su se stessa, sul proprio vestito e scrollò le spalle «Volevo vestirmi di sangue.» - disse, con riferimento al colore del liquido che quell'uomo sicuramente conosceva, visto quello che aveva mostrato durante l'irruzione avvenuta qualche sera prima.
    Risalirono i riflettori verdi, a guardare il volto del vampiro «Come mai da queste parti? So che voi spesso ve la fate da Robert...» - era davvero curiosa di sapere come mai un vampiro era da lei, non che fosse dispiaciuta, anzi, ma la curiosità si faceva strada più di ogni altra cosa e il suo essere sincera non poteva zittirsi, davanti a tale occasione «Luke, due whisky.» - ordinò, senza nemmeno chiedergli se volesse davvero del whisky «Sei qui per lavoro o vuoi provare una delle mie ragazze?» - Spike avrebbe dovuto capirlo da subito che Alyce era una senza troppi peli sulla lingua e mentre lo guardava e gli parlava, le sue labbra si incresparono in un sorriso furbo.

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    'Il sangue è la vita', diceva un certo conte Dracula, un tempo conte Vlad III di Valacchia, detto L'impalatore. E come dargli torto. Il sangue ormai, per me, è come l'acqua per gli umani: Indispensabile.
    E dissetarmi è diventata l'unica mia fonte di vita. E grazie a questo ho scoperto che uccidere mi rende felice. Potrei lasciare viva la mia vittima, basta fermarmi al momento giusto...ma che piacere c'è? Voglio sempre svuotare le mie vittime. Non voglio sprecare nemmeno una goccia di sangue nelle vene del malcapitato.
    La mia bevanda preferita, se proprio vogliamo chiamarla così. Chissà se quel locale abbia cocktail con qualche goccia di sangue negli ingredienti...
    Alyce l'avevo conosciuta il giorno prima, durante il fantomatico rapimento a cui avevamo preso parte.
    Entrato in quel locale la noto subito, con quel vestitino rosso, particolare e...come posso definirlo? Fuori dagli schemi? Ci sta? Non saprei dirlo.
    Al mio commento sul suo vestito, quella donna mi risponde con un “volevo vestirmi di sangue”. Faccio una smorfia quasi divertito. Devo dire che è stata una battutina simpatica. Certo, scontatissima, data la mia natura, ma accettabile. “Quindi se venisse un licantropo nel tuo locale, in che modo ti vestiresti?” Difficilmente sono così curioso, però volevo stare al suo gioco, per una volta.
    “Avevo intenzione di cambiare locale, per un giorno. Robert non se la prenderà per aver frequentato un altro locale. E poi ero solo venuto a trovare te” faccio spallucce, osservando la rossa. Se sono ironico o meno, non è dato saperlo. E non ve lo so nemmeno io, figuratevi.
    Sta di fatto che sono qui, in questa 'Vie en Rouge' con questa donna, che tra l'altro ordina due whisky, ad un tavolino. Come due cari amici o due fidanzatini al loro primo appuntamento. Solo che non siamo proprio degli adolescenti...soprattutto io, direi.
    La domanda che mi fa dopo è diretta. Lavoro o Svago? Beh, non sono qui per uccidere gente...forse.
    “Se fossi qui per lavoro” parlo a bassa voce, in modo che potesse sentirmi solo lei, appoggiando le braccia sul tavolino per avvicinarmi un po' di più verso di lei “probabilmente sarei qui per uccidere qualcuno. Il mio lavoro si basa solo su questo.” Poi ritorno a sedermi com'ero prima “ una ragazza...due...tutte quante...potresti aggiungerti anche tu, se vorrai. Non ho preferenze particolari.” Solitamente dopo essere andato a letto con una donna, quella moriva. Quale miglior modo per morire, se non quello dopo un bell'orgasmo?
    Forse però qui non posso uccidere nessuno...peccato.
    Spike Giles

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    A
    lyce sapeva essere davvero un'accogliente proprietaria quando voleva. Insomma, non si sprecava più di tanto, questo era sicuro, tuttavia ogni cliente aveva necessità diverse e se questo significava cambiare spesso per poterle assecondare, lei era la persona giusta per farlo.
    Quell'incontro con Spike nel suo locale era qualcosa di inaspettato, non credeva di poter essere più allettante del loro localino da succhia sangue dove spesso andavano a bere le loro cosucce.
    Tuttavia, Alyce aveva pensato anche a quell'evenienza e aveva per l'eventualità dei particolari intrugli che contenevano del sangue per poter soddisfare le bocche sopraffine (?) dei vampiri.
    Scosse il capo alle parole di Spike «Non saprei. E poi, mica mi son vestita così per te. Non sapevo nemmeno che tu potessi mettere piede qui dentro.» - rispose con leggerezza, entre Luke le portava quello che aveva ordinato, con uno dei due bicchieri con una goccia di sangue all'interno «Beh, che te ne pare di questo posto?» - allargò le braccia quasi a voler mostrare la grandezza del suo locale che ormai era diventato il suo piccolo fiore all'occhiello.
    Insomma, ogni singolo angolo del Rouge era una delle sue chicche. Aveva davvero fatto del suo meglio per poter cercare di rendere quel posto accogliente ad ogni singolo visitatore e cercava di renderlo sempre meglio, perfezionandolo come poteva «Sono curiosa di sapere che profumo hai sentito quando sei entrato.» - chiese quasi come se fosse una ricercatrice che voleva scoprire la realtà della sua piccola trappola invitante. Ognuno di loro che entrava lì, aveva la possibilità di sentire l'odore di ciò che amava di più e ora voleva sapere quale fosse il sapore che Spike aveva sentito.
    Alzò un sopracciglio alle sue divertenti parole «Una, due, tre... e anche me. Pensi che questo sia un invito allettante per una come me? Forse è proprio vero che voi vampiri non ci sapete fare con le donne.» - disse quasi provocandolo.

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    La vie en rouge...chissà come le è venuto in mente questo nome, quando Alyce decise di aprire questo locale (non oso invece chiedermi perché ha voluto aprire questo locale. Riguardo a ciò, è meglio rimanere col dubbio). Una domanda a cui potrei anche dedurre una risposta da solo, avendo un minimo di cultura. Ma poi, sinceramente, nemmeno mi frega così tanto, delle cose degli altri...
    A differenza della donna, che comincia a curiosare della mia vita, delle mie cose...facendomi domande a cui non riceverà alcuna risposta.
    “Non capisco...è vietato, per noi vampiri, visitare altri luoghi? Non mi pare che mi sia stato proibito, mi sa...”
    Mi metto comodo sulla sedia, mentre osservo il cameriere poggiare sul banco i due bicchieri ed ascolto la domanda della rossa.
    La osservo, poggiando la mano destra sul mento e, successivamente sposto lo sguardo per dare un'occhiata all'intero locale. “Hai molta...creatività... nell'arredamento e nelle attrazioni, diciamo così. Hai scelto tu le ragazze ed i ragazzi? ”.
    Il mio sguardo torna nuovamente su di lei che decide di fare quella domanda. Non traspare nessuna reazione, sul mio volto, a quella domanda. Il profumo che sento è lo stesso identico della donna che ho incontrato durante la missione...non percepisce nessuna reazione, sul mio volto, ma dentro di me sento come se avessi ingoiato un sasso. Un peso nel mio stomaco che mi confonde più di prima. Era il suo profumo. Era lei?
    Ma ad Alyce non frega nulla dei miei problemi. Sono solo affari miei, problemi miei.
    Assottiglio lo sguardo, prendendo quel bicchiere. Bevo una lunga sorsata, prima di parlare, tenendo i miei occhi fissi sui suoi.
    “Dimmi Alyce, sei convinta del fatto che ti risponda alla domanda che hai appena fatto, vero? Non c'è bisogno di una tua risposta. La so già”.
    Che le importa dell'odore che sento? Nulla. Assolutamente nulla. Quindi non avrà la sua risposta. E il suo nuovo...gossip.
    Quando poi lei risponde a ciò che dico dopo, scuoto la testa “Il mio non è un 'invito allettante', come dici tu” Sorseggio nuovamente il whisky “Erano solo parole. Non sono venuto qui per scopare. Non ne ho la necessità, momentaneamente. Non è solo un bordello, questo...giusto? Immagino sia anche un bar...un pub...o come diamine vuoi chiamarlo”
    Spike Giles

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    Alyce aveva un unico difetto. Sì, unico. Si annoiava facilmente e se chi aveva davanti l'annoiava particolarmente, lei sarebbe andata via in men che non si dica.
    Spike, durante la missione a Villa Mor era sembrato davvero molto interessante, tuttavia il suo modo di parlare la stava stancando e se le fosse venuto da sbadigliare, probabilmente lo avrebbe fatto anche volentieri. Luke, dietro il bancone, si stava godendo la scena, consapevole di quello che stava pensando Alyce, ormai la conosceva a menadito e ogni suo sguardo sapeva esattamente cosa significasse.
    Sbuffò alle parole del vampiro, scrollando le spalle, come se avesse perso interesse per la sua risposta, quindi sollevò gli occhi al cielo, roteandoli verso il soffitto e poi tornò ad osservare Spike, con un'espressione neutra «Che ne so. Se avessi saputo non te lo avrei chiesto, non credi?» - anche il suo tono era piatto, come se non vi fosse più emozione in quella conversazione. Lo osservava e cercava di capire se quel vampiro potesse avere qualcosa di interessante con cui lei avrebbe potuto tentare di giocare e al momento lo stava studiando, anche nel suo evitare le risposte alle domande che lei gli aveva posto.
    Guardò il proprio locale e le proprie merci, quindi tornò con lo smeraldo su Spike, annuendo appena con il capo «Sì, provandole e provandoli tutti. Se non soddisfano me, difficile soddisfare un cliente.» - sì, perché le sue passioni a letto andavano ben oltre l'immaginario sociale, ma questo non era argomento di discussione tra i due che sembravano ancora si stessero studiando. Nel frattempo, Luke aveva provveduto a fare la sua entrata in scena, anche solo per origliare e dar fastidio ad Alyce, portando due calici di liquido rosso, uno sicuramente corretto per Spike.
    Ancora una volta la rossa roteò lo sguardo verso il cielo alle parole di Spike e sbuffò «Guarda che se non vuoi rispondermi puoi anche dirlo, non c'è bisogno di fare così tanto l'enigmatico.» - a lei che non era certo il tipo di offendersi per un no o una mancata risposta, non le interessava recepire informazioni su di lui, almeno non per il momento e se lo avesse voluto, Spike non avrebbe mai scoperto i suoi informatori come lavoravano.
    Sollevò un sopracciglio al suo parlare e sbuffò ancora «Beh, quando ti ho proposto una ragazza delle mie, tu non hai mica disdegnato. Però se cambi facilmente idea, chi sono io per giudicarti?!» - spostò lo sguardo sul bicchiere posato sul tavolino «Che noia! Mi pare che il mio barman abbia risposto anche a questa tua domanda.» - disse indicando poi i bicchieri posati sul ripiano «E' chiaro che se dovessi ripensarci, puoi sempre chiedere. Invidio voi che non avete necessità di scopare sempre.» - sbuffò ancora, afferrando il suo bicchiere e sorseggiandolo appena, mentre le labbra si posavano sul vetro e il suo sguardo smeraldo vagava per i tavoli presenti.
    alyce coffey

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    Non sono un tipo simpatico, non amo stare in compagnia, non sopporto chi si vuole fare i fatti miei...insomma...non potete aspettarvi un vampiro socievole carino e coccoloso se l'unica cosa che mi piace fare è uccidere e succhiare sangue. Non potete aspettarvi che io vi sorrida gentilmente, che vi parli con fare divertito e cordiale o che vi offra qualcosa. Voi mi direte: e allora perché sei venuto lì ad incontrare quella donna?
    La mia risposta è semplice: Non mi interessava parlare con lei. Preferivo andarci a letto, detto in modo diretto. Sì, è vero, prima le avevo detto che ero venuto lì solo per bere e non per scopare...ma beh, la verità era un'altra, evidentemente. Volevo solo capire come avrebbe reagito la ragazza. E da come ha reagito mi ha dato...un po' fastidio.
    Adesso, da come si sta comportando, l'unica cosa che volevo farle era tagliarle la testa. Oppure, se volessi tenerla in vita, basterebbe anche strapparle solamente la lingua e cucirle le labbra, così almeno la smetteva di parlare e sbuffare come una bambinetta di 8 anni. Un buco in meno da tappare, insomma.
    Quindi la vedo sbuffare, sento la sua voce piatta, senza alcun tipo di interesse. Io però non dico nulla, rimango in silenzio, e sorseggio quella bevanda. La lascio parlare e annuisco alle parole che le escono dopo, parlando delle ragazze di quel locale. “Immagino” dico, dopo aver staccato le mie labbra dal bicchiere che poso sul tavolino. Osservo la donna che, dopo la risposta che le ho dato, sbuffa nuovamente e mi rivolge altre parole annoiate “Penso si capisca che non voglio risponderti, no?” inclino leggermente il capo guardandola e prendo ancora quel bicchiere, finendo in un unico sorso ciò che era rimasto del liquido.
    “È vero, non ho disdegnato le tue ragazze...e non avevo disdegnato nemmeno te. Ed è anche vero che ho appena cambiato idea. Soprattutto per come ti sei appena rivolta con me.”
    Il mio sguardo non dice nulla, ma il mio modo di parlare dovrebbe farle capire che non mi piacciono affatto i suoi modi. “Che noia, eh? Tu non scherzi affatto con la tua presunzione. Questo tuo comportamento mi ha fatto perdere l'interesse che avevo, appena sono entrato qui dentro.” Scuoto la testa e poso il bicchiere sul tavolino. Con un gesto della mano chiamo il cameriere per chiedergli di riempirlo nuovamente e infine torno a guardare la donna. Sono curioso di cosa avrà da dire, adesso.
    Spike Giles

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    Ad alyce non interessavano le persone. Lei non era un animale sociale e seppur faceva un mestiere che invece la portava ad avere a che fare con diverse tipologie di clienti, lei avrebbe preferito, di gran lunga, starsene in stanza a bere la sua bottiglia giornaliera e non rompersi le scatole con clienti come Spike, che faceva finta di voler qualcosa, per poi cambiare idea immediatamente, così da rendere le cose più noiose e fastidiose. Perdere l'interesse era così facile per una bordeline come lei, che quasi era come cambiare mutandine. L'arroganza di Spike, poi, non lo faceva diventare nemmeno così intrigante come lo era stato quando erano in missione.
    Aly non si era stupita della cosa, in fin dei conti le persone erano così: sembravano spettacolari e poi ti deludevano appena aprivano bocca.
    Spike stava risultando esattamente questo agli occhi smeraldo di un Alyce che adesso stava guardando l'andazzo del suo locale che pian piano si stava riempiendo di clienti nuovo ed abitudinari. L'accoglienza delle sue ragazze sembrava impeccabile. Non rispose a quella domanda retorica di Spike, annuendo come se lo stesse ascoltando e dondolando il piede della gamba accavallata.
    Con la coda dell'occhio lo guardò sentendo quell'osservazione e sollevò un sopracciglio «Decido io come trattare la gente che mi sta attorno. Non tu.» - il suo tono continuava ad essere distaccato, così come lo sguardo che parve tingersi di un freddo glaciale «Tu entri qui e usi la tua saccenza e arroganza in casa mia. Penso di essere stata anche abbastanza accogliente da offrirti da bere e una delle mie ragazze. Se ti aspetti che io ti stenda un tappeto rosso, hai sbagliato persona.» - non sembrava alterata dal tono neutro che continuava ad utilizzare «Voi per me siete tutti uguali, degli involucri di carne con cui sono costretta a mantenere relazioni sociali. Nessuno di voi è così interessante da farmi apprezzare la sua compagnia; il mio sopportarvi varia in base a se prendo o meno i miei psicofarmaci, quindi prima di dare della presuntuosa a me, cerca di calare le tue arie, soprattutto quando qualcuno cerca di essere accogliente pur non volendo.» - sbuffò ancora una volta, guardando Luke che li stava osservando con la fronte aggrottata, pronto eventualmente ad intervenire «Hai perso interesse ma continui ad ordinare da bere. Quindi il tuo interesse quando hai varcato le mie porte, qual era?» - e quella domanda non era dettata dalla curiosità, ma da quel fastidio dato dalla contraddizione del vampiro.
    alyce coffey

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    Incredibile. Io mi innervosisco raramente. Capita spesso quando devo fare una qualche missione per l'acromantula ma mai quando sono per i fatti miei e, con sorpresa anche per me stesso, decido di interagire con un umano senza ucciderlo.
    Solo che...ecco...come dire...parlare con questa donna è davvero un'esplosione di nervi che nemmeno la bambinetta più capricciosa del pianeta potrebbe superarla.
    Come posso spiegare ad una donna così che ho cambiato idea semplicemente perché mi andava di cambiare idea? C'è davvero bisogno di un motivo per voler cambiare idea?
    E quello che dice dopo mi fa davvero pensare di star parlando con una bambina. La guardo scuotendo la testa e sospirando, cercando di mantenere la calma. Davvero, io sono sempre la persona più impassibile, riesco a non far percepire nemmeno un accenno di espressione sul mio volto, ma quella donna sta facendo gonfiare la venetta che ho sulla tempia, e ci vuole davvero tanto.
    Sposto lo sguardo verso il bicchiere e poi torno sul viso di lei “Anche io posso fare quello che voglio. Posso decidere di andare a letto con chi mi pare e posso anche decidere di cambiare idea un secondo dopo. Posso decidere di entrare in questo locale e prendere tutti i drink che voglio, nonostante, come dici tu, abbia perso interesse.”
    Credo di non aver mai parlato così tanto in così poco tempo, complimenti Alyce.
    “Posso avere quest'altro drink o no?” Mi volto verso il cameriere, fissandolo negli occhi. Sguardo che si sposta subito dopo per rispondere alla domanda che la rossa mi aveva fatto.
    “Il mio interesse era quello che avevo già detto prima. Ma, mi dispiace per te, sono un tipo che cambia velocemente idea. Mi ero fatto un'idea buona su di te, magari mi sarei anche trovato d'accordo con te. Ma, evidentemente mi sono lasciato fregare dall'apparenza esteriore. Sono stato...superficiale. Pensa pure che sia stato contraddittorio, sinceramente non mi importa nulla di quello che pensi. E non mi frega nulla nemmeno dei tuoi problemi. Bastano ed avanzano i miei.”
    Volgo lo sguardo di nuovo verso il cameriere “Il mio drink!” per poi mormorare “Così posso andarmene da questo posto.”
    Non ho voglia di fare casino inutile in un posto così rinomato ma i miei nervi sono davvero tesissimi, al punto di esplodere davvero. E solo io so cosa potrebbe succedere.
    Spike Giles

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    Era davvero un sacco antipatico quando parlava. Quasi quasi doveva cogliere l'occasione e farci qualcosa durante la missione, magari l'adrenalina e tutto il resto--- no. Al pensarci bene, tra lui e Brian ne passava di acqua sotto i ponti e se avesse dovuto scegliere la sua scelta sarebbe ricaduta sempre e comunque su Brian. Il docente aveva sempre un certo charme sulla rossa che ancora non comprendeva esattamente che cosa avesse fatto uno come lui ad una come lei. A parte accettare quella sua parte folle in una maniera così scenografica che l'aveva praticamente calpestata.
    Solo che per Alyce era ancora strano e al pensiero di provare dei sentimenti il tutto diventava orribile e quasi la innervosiva come cosa.
    Spike, invece, dal canto suo, era uno con cui una passatella avrebbe anche potuto pensare di farla, fino a quando non aveva mostrato quel suo lato antipatico che Merlino solo sa come non lo aveva ancora sbattuto fuori.
    Le parole che la rossa gli aveva vomitato addosso avevano tanta verità al loro interno, così da sembrare quasi un copione scritto.
    Sentì la risposta di lui, e sollevò gli occhi al soffitto, roteando le sfere verdi «Se prendi il tuo drink e te ne vai, credo che sia la cosa più giusta che tu abbia fatto da quando hai varcato quella soglia.» - disse la rossa, mentre con un cenno del capo dava il via libera a Luke, che non avrebbe mai ascoltato gli ordini di Spike. Non guardò nemmeno il vampiro, come se per lui non esistesse nemmeno, era solo preoccupato che potesse avventarsi contro Alyce e quello avrebbe potuto creare dei problemi non troppo simpatici.
    Rise sarcastica e ironica alle parole di lui, mentre quasi voleva parlare, ma il suo ridere era tanto da non riuscire «Il tuo interesse ero io, quindi. Povero illuso. Credi che mi basti un po' di fascino per cadere ai tuoi piedi e riuscire a portarmi a letto? Troppo sicuro di te, Mr. Vampiro.» - disse facendo poi schioccare la lingua al palato, in un sibilo amaro «Se anche solo lontanamente tu abbia potuto pensare di mettermi una tua cazzo di mano addosso, sei sicuramente stato superficiale.» - si piegò in avanti a sibilare qualcosa «Non sei nemmeno lontanamente all'altezza di chi occupa l'altro lato del mio letto, vampiro.» - e non disprezzava la sua razza, ma solo il suo atteggiamento nei suoi confronti.
    Luke, nel frattempo aveva portato il drink e si era piazzato alle spalle di Alyce come guardia del corpo «Bevilo e vattene. Per oggi sei stato già abbastanza tra i miei piedi.» - disse alzandosi e allontanandosi dal divanetto «Rick, Rock. Assicuratevi che si accomodi fuori, altrimenti portatecelo voi.» - disse ai suoi buttafuori, guardando Spike con la coda dell'occhio.
    alyce coffey

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