Cavar l'Acromantula dal Buco

La mia permanenza in quella dannata scuola era stata un fiume di delusioni: non riuscivo ad eccellere nello studio, sempre in coda rispetto ad altri che facevano meglio di me; non ero riuscito, neppure nel Quidditch, ad esser nominato titolare della squadra, relegato unicamente ad una squallida riserva, quando invece colui che più odiavo nell'istituto aveva ottenuto un posto, seppur non nel ruolo sperato; in tutto questo, inoltre, avevo quell'idiota del professor Maverick ad osservarmi con occhio vigile e col sospetto nel cuore. Sembrava essere tutto, tutto contro di me, e più fallivo, più venivo relegato ad un ruolo di secondo piano, peggio mi sentivo: non lo accettavo, non potevo accettare di ritrovarmi messo da parte... io, che a Mahoutokoro ero stato uno dei migliori, io, che rappresentavo l'elité dei Purosangue in questo mondo ormai privo di valori, mi ritrovavo ad essere una semplice comparsa, quando sul palcoscenico vi erano degli indegni a ricoprire i ruoli principali. Non ce la facevo più, ero stufo.
Grazie al cielo però, dopo mesi in cui quell'agonia perdurava, avevo finalmente trovato una soluzione, anche se di certo non sarebbe stato facile: il problema purtroppo, non ero io, cosa su cui avrei potuto lavorare, bensì il sistema. Dopo la sconfitta dell'Oscuro Signore, si era andato a creare un concetto... insensato, secondo cui indipendentemente dalla purezza del proprio sangue, ogni mago e strega era uguale, tutti equali in quell'ideologia del tutto folle: erano i Purosangue, solo loro, coloro che meritavano tutto, coloro da cui il Mondo Magico era nato, e da cui doveva continuare ad esistere; Mezzosangue e Sanguemarcio, al contrario, erano unicamente insulti alla comunità magica, indegni di farne parte, e meritevoli della morte per esservi entrati senza averne il diritto. Finché questa follia di massa fosse perdurata, i miei meriti, le mie capacità, non avrebbero mai avuto il giusto lustro e merito, sarei sempre stato messo da parte, al pari di qualsiasi altro lurido impuro... fortuna che c'era chi lottava per sovvertire il sistema, ormai malato. L'Acromantula Scarlatta, questa era la via, costoro erano gli unici che vedevano con chiarezza il mondo per lo schifo che era divenuto, l'unica via per portare il Mondo Magico agli antichi fasti... l'unica via per cui ora avevo un accesso.
Dopo averla acquistata al Paiolo Magico in quel di Dicembre, non avevo mai tolto di dosso la bussola datami dal vecchio proprietario di quella bettola, vedendola spinta dal mio desiderio più grande: trovare un membro dell'Acromantula. Ed a quanto parve, beh, ve n'era uno a scuola... uno dei più insospettabili, devo ammetterlo: da quando ero tornato a scuola dopo le vacanze, avevo potuto constatare come la bussola, giunti a Hidenstone, seguisse i movimenti di qualcuno; vedevo il suo ago muoversi spesso, compiendo ampi giri nell'indicar la mia preda, a cui, viaggiando per i corridoi mi avvicinavo sempre più, tra le innumerevoli genti. Ci vollero due mesi, sì, per identificare chi, tra studenti e professori fosse stato il mio biglietto per una vita migliore, ed alla fine ecco che l'ago lo indicò: Brian Ensor, il professore di Difesa Contro le Arti Oscure.
Ironico, davvero, che un mago oscuro, membro della più grande organizzazione criminale contemporanea, insegnasse come contrastare se stesso; oh, quanto poteva esser divertente il destino.
In ogni caso, scoperto finalmente il mio bersaglio, non rimaneva che attirarlo, beh, nella tela del ragno: avevo fatto qualche ricerca in merito, e, sapendo quando il professore si fosse trovato lontano dall'aula, in ore mattutine e senza lezioni, inviai il mio messaggero personale a recapitare una missiva. Loki, il mio famiglio, si fece strada sin all'aula di Difesa Contro le Arti Oscure, e, non avendo purtroppo accesso all'interno dell'ufficio di Ensor, come poté fece scivolar nella sala il messaggio, facendolo passar al di sotto della porta, così che una volta che il docente fosse tornato, la missiva sarebbe stata colta il prima possibile.

"Foce del fiume del Bosco di Ragna
Ore 16:00
Venite da solo."

Questo il semplice messaggio che gli avevo lasciato, un luogo ed un'ora dove incontrarci, nulla di particolare, sì, se non per la firma: non avevo ovviamente messo il mio nome sul quel foglio di pergamena, bensì l'effigie di un ragno, un piccolo indizio in merito al fatto che sapessi della sua affiliazione, atto ad incuriosirlo ancora di più per farlo venire.
E così, eccomi lì, la schiena poggiata su di un albero, mentre attendevo l'uomo che mi avrebbe dato accesso a ciò che desideravo: indossavo la consueta divisa dei Black Opal, ben in lustro ed ordinata, mentre una dolce brezza ed il lieve canto degli uccelli si spandeva nell'etere, accompagnato dalle onde tanto del fiume quanto del mare, che lente e costanti si infrangevano sulla riva. Un sorriso soddisfatto era stampato sul mio volto, mentre lo sguardo si puntava sul mar dinnanzi a me, le iridi che lentamente si tingevano d'oro, nella mia sicurezza, quasi ostentata, della riuscita di quel mio proposito.
L'Acromantula è l'unico modo che ho per poter vivere come mi spetta, non posso perdere quest'occasione, mi ritrovai infin a pensare.

Ed ecco che riuscii a cavar finalmente l'Acromantula dal buco: in quella mia attesa nel silenzio di quel pomeriggio, infranto unicamente dal dolce infrangersi delle onde sulla riva, ecco che il mio ospite di quella giornata si fece vivo; non lo vidi, probabilmente occultato da un qualche incantesimo di invisibilità, ma la sua bacchetta puntata direttamente al mio collo si fece sentir forte e chiara, così come la minaccia di morte che egli professava nei miei confronti. Nulla che però mi mise anche lontanamente paura, ma anzi, al contrario mi fece sorridere, beffardo, mentre le iridi ormai dorate non nascondevano la mia gioia ed eccitazione in quel momento: accanto a me c'era un biglietto finalmente per riguadagnare ciò che mi spettava, la mia chance di poter finalmente esser parte di un cambiamento verso un mondo dove chi meritava di vincere lo avrebbe fatto, e chi invece si fosse meritato l'oblio, sarebbe sprofondato in quel crudele abisso senza possibilità di far ritorno.
Non ne dubito professore, non ne dubito, risposi io con tranquillità, non facendo neppure un singolo passo per magari allontanare la bacchetta dal mio collo, Ma dubito fortemente che lei abbia deciso di venire qui, dove le ho chiesto di venire, per togliermi di mezzo, continuai sicuro: oh, di certo non era solo l'istinto omicida che lo aveva spinto lì, la voglia di scoprire come avevo fatto a scoprire la sua identità di membro dell'Acromantula doveva aver giocato sicuramente una buona parte, anche se, beh, non avrei scoperto subito tutte le mie carte.
Piuttosto, continuai, Immagino vorrà discutere in merito alla questione dell'Acromantula che si aggira tra le mura dell'istituto, proseguii, calmo nella voce e sicuro, in quel momento, di aver la sua attenzione, per quanto comunque il professore di certo sarebbe stato sull'attenti vista la situazione, O sbaglio? Conclusi quindi, attendendo sua replica; Forza ragno, esci allo scoperto, mi ritrovai infin a pensare.

Non mi scandalizzai né nel momento in cui il professore, alla mia uscita, premette ancor di più il proprio catalizzatore sul mio collo, aumentando così la minaccia nei miei confronti, né nel momento in cui tal minaccia si tradusse in parole, trovando campo fertile nell'argomento della mia stoltezza in quella missiva lasciata con estremo rischio in un luogo sorvegliato dalla preside. Una novella Silente? Mi ritrovai a pensar nei confronti della preside, con grande sdegno nei di lei confronti: se davvero poteva esser paragonata al precedente preside di Hogwarts, non doveva essere poi tutta questa gran cosa, ed anzi, la sua caduta, al pari di quel lurido filobabbano di Silente, sarebbe stata ancor più impattante.
In ogni caso, proprio parlando di pensieri, ecco che il docente, visibilmente irrequieto a causa della situazione, decise di andar per il sicuro: usò l'incanto Legilimens, ed ecco che iniziò ad esplorare la mia mente in cerca di risposte... non che comunque fossi stato così sciocco da non prendere precauzioni in merito.
Il professore, nella mia mente, avrebbe visto tutto ciò che cercava, senza impedimenti, non avendo io nulla da nascondere: partendo da quella fredda notte di Dicembre, in cui mi ero recato nella bettola che era il Paiolo Magico, avrebbe visto la compravendita tra me e Hedwin Keratack, in cui avevo messo mano sulla bussola; avrebbe visto, successivamente, le mie ricerche in giro per il castello, la lancetta dell'artefatto sfrecciare da una parte all'altra come impazzita via via che mi muovevo per i corridoi dell'istituto, e che, nelle vicinanze della sua persona sembrava stabilizzarsi, ma sempre con altra gente di mezzo, tra professori e studenti, costringendomi, andando per esclusione e confondendomi tra gli altri studenti, a pedinare i possibili candidati, arrivando così alla sua persona. In ultimo, avrebbe potuto vedere la mia contromisura per vitare furti di quell'oggetto: avendo immaginato l'eventualità di estorsioni per sapere dove la bussola sarebbe stata nascosta, così come gli avevo affidato la consegna della missiva, avevo dato a Loki il compito di nascondere quell'oggetto in un luogo anche a me sconosciuto... il mio famiglio non era decisamente stupido, e se già aveva svolto quel piccolo compito di consegna per me, di certo non aveva fatto errori in quella mia ennesima richiesta. Dopotutto, chi mai avrebbe potuto sospettare che un gatto portasse con se un tale artefatto?
Nel vedere tutto ciò, anche le mie sensazioni gli sarebbero state manifeste: dal desiderio di rivalsa rispetto al mondo magico che mi stava continuamente frenando e limitando, all'odio che provavo verso coloro che ritenevo indegni di portare la magia come Nati Babbani e Mezzosangue, arrivando infine al mio desiderio, al mio volere di entrare a far parte dell'Acromantula Scarlatta, unica soluzione, ai miei occhi, per cambiare quella società ormai marcia e che aveva perso, a causa di figure come Harry Potter e Albus Silente, i valori che avrebbe invece dovuto avere, traviata da quei luridi sovversivi. Avesse volut scavar ancor più nella mia psiche, sarebbe anche arrivato a riveder nei miei pensieri la lezione di Magitecnica dell'anno passato, ove, innanzi a me, era comparso Lord Voldemort in persona come manifestazione del materiale a cui stavo lavorando in quella specifica situazione. Tutta la mia mentalità che vedeva Voldemort come una figura da rispettare, mentre Potter e Silente come cancri della società, sarebbe stata una vero e proprio libro aperto dinnanzi al professore. Eccetto la locazione della bussola, non avevo nulla da occultare dopotutto.

Non appena mi ripresi, tornando a poter controllare il mio corpo libero dall'incanto Legilimens, le parole del professore mi lasciarono abbastanza l'amaro in bocca: la bussola, il mezzo con cui ero giunto a lui, e che avrebbe potuto essermi ancora utile in futuro, andava distrutta. In sostanza mi disse che il denaro che avevo speso, per quanto comunque la bussola avesse asservito il suo scopo, era praticamente stato buttato, in quanto egli avrebbe accettato di parlarmi dell'organizzazione solo ed unicamente se quell'oggetto magico fosse stato distrutto; personalmente non volevo, ci avevo speso non poco denaro, ed in ogni caso quell'oggetto sarebbe potuto tornare ancora utile nelle mie mani, tanto in questioni riguardanti l'Acromantula stessa, sia al di fuori di essa... ah, quanto era difficile a volte la vita, ma se era quello il prezzo da pagare per ottenere ciò che volevo, lo avrei pagato. Nulla, dopotutto, mi avrebbe vietato di riparare l'oggetto una volta lontano dagli occhi del professore, così che lo potessi sfruttar nuovamente.
Pur di arrivare ove desidero ho già rischiato, presentandomi qui pronto a ricever minacce di morte da parte sua... se distruggere la bussola è ciò che chiedete, non vedo perché non portare a termine questo sacrificio, esordii io, tranquillo, Anche se, ammetto, sentir che paragonate il mio famiglio ad una divinità mi fa alquanto sorridere, continuai quindi: il professore, dopotutto, erroneamente aveva pensato che il Loki a cui mi ero riferito nei miei pensieri fosse la vera e propria divinità del Credo Norreno, simpatico, senza dubbio, vedere quella gaffe da parte del professore, Tralasciando ciò, mi lasci giusto il tempo di recuperare l'artefatto, e lo porterò da lei così che possa distruggerlo, dissi quindi, sperando mi lasciasse di lì in poi allontanare, Mi dica solamente ove e quando ciò andrà fatto, mi adopererò per raggiungerla; dopotutto, è nel mio interesse portare a termine questa questione, non ho più nulla da nasconderle, dato che ha già avuto accesso completo alla mia psiche, sentenziai infine, attendendo replica dal professore. Le porte per il mio desiderio erano vicine ad aprirsi, e, se quello era il sacrificio necessario, ero pronto a pagarlo... ovviamente riserbandomi l'eventualità di recuperare e rimettere insieme i pezzi della bussola, ve ne fossero rimasti a seguito di ciò che il professore ne avrebbe fatto.