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[Provino Alchimia I - Kàra Onfroy]

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    Kàra Onfroy
    Docente Magia Verde

    SHEET | STAT| SOCIAL| DRESS
    parlato - pensato- ascoltato
    Quando quella mattina si era svegliata presto, come ogni altra mattina, e si era avviata nella Riserva per prendersi cura delle creature che si trovavano lì, non avrebbe mai pensato di ritrovarsi in quella situazione. La docente di Magia Verde era abituata ad avere a che fare con la Natura e con tutta la sua imprevedibilità eppure ogni tanto ne rimaneva comunque sorpresa, forse perché era parte della sua natura da umana e mortale non poter comprendere come agivano certe forze superiori.
    SI chiedeva se sarebbe mai arrivata al punto in cui certi eventi diventavano prevedibili, e se davvero quello fosse un traguardo che fremeva dalla voglia di raggiungere. Dopotutto si era appassionata alla materia che insegnava, così come alla Natura più in generale, proprio perché agiva seguendo i suoi equilibri, spesso difficili da cogliere e comprendere, eppure che alla fine avevano sempre un loro senso. Non sentiva sempre la necessità di avere delle risposte, alle volte era affascinata solo dal disegno che si tesseva intorno a lei e tanto le bastava per essere felice.
    Eppure un Augurey di malumore di prima mattina era qualcosa che non avrebbe augurato nemmeno al suo peggior nemico, tantomeno durante un temporale con i fiocchi –che lo stesso uccello le aveva annunciato con il suo lugubre canto giusto la mattina precedente- che apparentemente gli dava ancora più energia. Non che Kàra potesse biasimarlo, si rendeva conto da sola che non doveva essere particolarmente piacevole lasciare che un’umana qualunque si occupasse di lui, ma aveva già provato a farlo ragionare e si era illusa che avesse compreso.
    “Pensavo che fossimo diventati amici!” gli avrebbe ricordato, rannicchiandosi contro una roccia e tirando a sé la propria sacca e cercando di trovarvi all’interno qualcosa di utile. Avrebbe potuto lanciargli un incantesimo ma sapeva bene che non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione: l’uccello si stava librando in aria, agitato, “urlandole” contro con rabbia. Sospettava che pensasse volesse rubargli le uova o che fosse stato –molto più probabile- spaventato da qualcosa nella foresta e che lo avesse erroneamente ricollegato a lei, che era arrivata evidentemente nel momento sbagliato.
    Poco importava quanto si stesse attenti, quanto si cercasse di essere pronti ad ogni evenienza: spesso bastava molto poco perché un animale, anche nelle mani esperte di qualcuno che sapeva come trattarlo, finisse per seguire l’istinto e per rivoltarsi contro la stessa persona che aveva cercato di aiutarlo. In quel caso avrebbe voluto avere qualcosa di più utile a sua disposizione, e mentre l’Augurey puntava di nuovo a lei, che ormai si era rannicchiata da un cumolo di rocce, le arrivò l’illuminazione che stava cercando.
    Avrebbe impugnato la propria bacchetta con decisione, tirando fuori una delle corde che portava sempre con sé quando andava alla radura: non si poteva mai sapere a che cosa si andava incontro, e per quanto non fosse troppo entusiasta all’idea di bloccare gli esemplari, una corda poteva sempre tornare utile. A causa della pioggia torrenziale, però, e dell’uccello particolarmente agitato era piuttosto certa che un “Lazo” comune non avrebbe potuto funzionare, così avrebbe impugnato la bacchetta, puntando alla corda, e avrebbe pronunciato un sussurrato. “Totum Corpus locomotor” dopo aver disegnato una “e” e aver poi compiuto una stoccata verso la corda. Se tutto fosse andato per il verso giusto avrebbe visto l’oggetto animarsi, muovendosi in modo innaturale, segno che il suo incantesimo aveva avuto effetto. La corda non avrebbe avuto una volontà propria e Kàra non avrebbe esitato a darle un ordine ben preciso. “Avvolgiti intorno ad una delle sue zampe e trascinalo lentamente a terra.” avrebbe quindi ordinato, per poi lasciare che la corda facesse il suo dovere, osservando la situazione da lontano e sperando di riuscire nel suo intento.
    Se tutto fosse andato come sperava si sarebbe poi avvicinata all’Auguray, facendogli sentire un odore dolce che potesse calmarlo, per poi cercare di controllare la sua ala, che era stata ferita non troppo tempo prima.


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    Provino superato.


     
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