Il sussurro vorace

Una vittoria semplice non merita di essere raccontata.
I detti antichi del villaggio erano pregni di saggezza e mai frase fu più appropriata. Quel giorno Denrise aveva rischiato di ridurre ai minimi storici la lor forza combattiva, poiché tutti voi chi in un modo o chi nell'altro avevate rischiato la vita. Eravate salvi grazie alle intuizioni geniali di un magitecnico e di una druida, al coraggio di una professoressa che per la prima volta si metteva in gioco in una missione, a tre predoni temerari e alla cameriera di una di loro che decise di partire per il bene del suo popolo. Indispensabili furono anche le conoscenze di una magistorica e di un druido, senza poi contare l'abilità nell'arco di una cacciatrice e nello spadone da parte del capovillaggio. Tutti i partecipanti della spedizione chi più e chi meno si erano dati da fare e risate isteriche, pianti nervosi e urla prorompenti erano le reazioni del resto dell'equipaggio. Non era semplice guardar la morte in faccia per la prima volta e tra i presenti c'era chi si fermò a pregare affinché gli dei potessero omaggiare di quella vittoria i padri morti a causa di tutta quella storia e che ora bevevano al valhalla.
Nel frattempo c'era di cercò tesori all'interno del tempio, tuttavia oltre al diario con la sua gemma i predoni trovarono solo vesti cerimoniali e innumerevoli veli fatti di un materiale simile al cotone, ma più leggero. Ad avvicinarsi al diario per primi furono Kenna e Morrigan. La prima eseguì in maniera eccellente il sigillo runico volto a spezzare qualunque forma di magia oscura contenesse. A seguito dell'operato l'intero diario si illuminò appena e un fumo nerastro venne concentrato al centro del sigillo. Con lo svanire, andò via anche qualunque forma di protezione avesse lo scritto. Dando un'occhiata veloce Kenna riuscì a comprendere facilmente che si trattasse del diario di Rocket. Lì erano annotati i suoi subdoli piani, compreso quello ai danni di Denrise quando creò il malinteso con la Caria. Successivamente, scorrendo la lettura, parve che avesse intenzione di tirar un tiro mancino anche alla Madre e aveva una bozza pronta per il libro che ne avrebbe tratto: un'isola abitata di sole fanciulle devastata dai pirati del Mar del Sud.
Chi poté ricavare informazioni preziose fu Morrigan che in realtà non ebbe un dialogo con un oggetto, bensì con un'anima. A rispondere alle sue parole fu infatti lo stesso Rocket. La madre aveva scoperto le sue intenzioni e decise di vendicarsi sacrificando il suo corpo alla dea Lolth che spostò l'anima dell'uomo nella perla e dal ventre dell'uomo uscì fuori un'aberrazione assai più grande e mostruosa da quella che avevate affrontato pochi minuti fa. L'uomo supplica affinché troviate l'aberrazione per distruggerla affinché possa sperare di riavere il suo corpo, ma ciò stava alla pietà dei denrisiani, certamente non famosi per essere un popolo clemente. Oltre a ciò, a occhio e croce Morrigan riuscì a valutare la perla: a occhio e croce se venduta avrebbe potuto ricavare un bel gruzzoletto, mentre se rotta non eri certo di cosa sarebbe potuto accadere, forse era roba più da druidi.
Giunti al porto le ragazze che incrociarono furono confuse: quelle che si trovavano dalla sponda in cui Jonathan aveva attraccato l'Orca Furiosa salirono sulla nave e vennero condotte a Denrise, dal lato di Sigurd invece la maggior parte venne portate all'isola della Caria e il resto al villaggio. Nessuna scelse di rimanere lì e questo perché era comunque un'isola che non avrebbe più avuto lo stesso significato senza la Madre, inoltre la prospettiva di rimanere lì con la loro popolazione dimezzata sarebbe stato un dolore troppo grande per loro.
Nel viaggio di ritorno la Madre fu trasportata sulla Maremoto. Mentre Marik manovrava il timone, Sigurd scese in sottocoperta per interrogarla riguardo ciò che era accaduto. La donna confermò ciò che aveva scoperto Morrigan e assicurò che Rocket non fosse più un problema in quanto lei stessa se ne era occupata, poiché tradita dall'uomo. Avreste fatto meglio a restare sulla vostra isola, siete degli stolti. La dea non è compiaciuta del vostro popolo: non solo avete ucciso una sua perfetta creazione, ma avete addirittura interrotto cinque rituali. Sono certa che la sventura si abbatterà sul vostro villaggio finché tutti voi non vi convertiate nel credo dell'unica e vera dea. La donna scoppiò a ridere, mentre Sigurd la osservava con uno sguardo feroce mentre il suo spadone era puntato contro il petto. Uccidere me non salverà il tuo pop- non fece in tempo a terminare la frase che il predone trafisse duramente il corpo della donna. No, ma mi assicurerò che la dea abbia il suo primo e ultimo avvertimento. In quel preciso istante Sigurd notò due occhi rossi comparire dal legno della propria drakkar. Se voleva mandare un messaggio, era stato ricevuto.