é da un pò che non parliamo!

Blake&Mia

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    Mia Freeman
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    Quelli come Blake, Mia, non li aveva mai sopportati. Era diverso anche da Cameron, anche se ad un primo istinto li aveva classificati nella stessa categoria: Barnes era ancora più cocciuto, testardo, sempre intenzionato ad averla vinta anche quando aveva palesemente torto, e pronto ad infilarsi nei casini per aver agito troppo d’istinto, spinto dalla rabbia o dai sentimenti del momento. Sapeva che Blake non era uno che tollerava, se la voleva intorno era perché teneva a lei, e per quanto gli volesse bene alle volte era la prima ad aver bisogno di qualche istante di lontananza, per riprendere la calma.
    Si sorprendeva anche lei, alle volte, di quanto il loro rapporto così strano funzionasse comunque bene: razionalmente aveva ben poco senso, loro due erano agli antipodi dello spettro caratteriale, eppure ogni volta che si ritrovavano si rendeva conto che non poteva farne a meno delle sue battutine, delle sue occhiatacce e del suo modo strano di comportarsi. Non era semplice averci a che fare, si era chiesta più volte se non fosse meglio allontanarsi da lui, prendere le distanze anche solo per un po’, eppure ogni volta tornava sui suoi passi e non riusciva a tagliare i ponti fino infondo … forse era destino che lei e Blake non si allontanassero mai del tutto!?
    Anche in quel momento la sua battuta la portò ad alzare teatralmente gli occhi al cielo, scuotendo piano la testa. “Solo perché sono più responsabile di te non significa che io sia vecchia”. gli avrebbe fatto notare con un mezzo sorriso, annuendo poi poco dopo, concordando se non altro sulla sua visione delle cose. “Hai fatto quel che hai fatto perché ti sembrava la cosa giusta… ed è giusto così.” gli fece notare con dolcezza, credendo davvero che il ragazzo avesse sempre provato a fare tutto quel che poteva per far funzionare le cose, anche se era finita così. Le dispiaceva, ovviamente, non avrebbe voluto che il ragazzo dovesse soffrire, e in realtà sapeva che era così anche se non lo avrebbe mai ammesso: Blake teneva a Lilith, a suo modo, e non doveva essere facile accettare che fosse tutto finito così, all’improvviso.
    “Beh mi sembravano il minimo, i biglietti gratis!” replicò fingendosi quasi offesa, per poi ridacchiare. “Sono testarda comunque la metà di te.” gli rispose a tono, anche se forse non era poi così vero. SI ritrovò anche lei a guardare la Londra che Blake aveva fatto comparire nella stanza delle necessità: era come sempre affascinata da quel posto, da come si adattasse ai bisogni di chiunque, pur rendendo tutto estremamente reale. Si sentiva bene lì dentro, quel posto le trasmetteva una certa calma e non poteva fare a meno di sentirsi a proprio agio: era Blake che aveva desiderato un posto simile? O era lei che ormai si sentiva tranquilla al suo fianco, indipendentemente da quel che accadeva? Non avrebbe saputo spiegarlo, ma era felice di non aver troncato del tutto i rapporti solo perché alle volte non andavano d’accordo.
    Alzò un sopracciglio, incuriosita da un’affermazione come quella che di certo non si aspettava, soprattutto arrivata così all’improvviso. Un’Ametrina? Una matricola per di più?! Cercò di analizzare rapidamente l’elenco delle matricole della sua casata, che conservava nella sua mente, e provare a capire a chi potesse riferirsi. In realtà non sapeva proprio a chi pensare, se avesse dovuto immaginare Blake con qualcuno avrebbe faticato ad immaginarlo con una della sua casata, e al contempo avrebbe potuto trattarsi di chiunque. Gli avrebbe riservato un leggero schiaffo sul braccio, per “ripicca”. “ E me lo dici così?! Ora voglio sapere di più!” lo apostrofò con un sorriso furbo, cercando poi di intuire che cosa il ragazzo intendesse. Alla fine scelse l’opzione “fare il filo”, perché le sembrava la più coerente con il suo tono e anche con il fatto che Blake non avrebbe mai parlato di una qualsiasi a meno che non avesse già provato un vero interesse.
    “Se mi dici chi è magari posso aiutarti, scoprire qualcosa… se prometti di fare il bravo posso aiutarti anche a conquistarla.” propose alla fine, con sguardo giocoso ma in realtà più seria di quanto non si potesse immaginare, perché infondo Mia davvero aveva intenzione di aiutarlo ad essere felice di nuovo, indipendentemente da chi scegliesse di avere al suo fianco.



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    Il problema principale delle amicizie di Blake era che erano tutte quante molto strane. Ogni sua amicizia era sempre particolare, strutturata in maniera diversa e nata da dinamiche veramente assurde. Come si era conosciuto con Mia? Perchè Mia era stata l'unica che gli aveva risposto male ad una lezione nel suo primo anno. Poi li aveva legatila morte e poi una sofferenza tacita che non si erano mai detti. Blake non aveva mai avuto un'amica femmina, ed aveva sempre avuto paura che la sua bolla di sapone con Mia si sarebbe sfrantumata perchè uno dei due, prima o poi, avrebbe provato attrazione e sarebbero finiti a letto insieme. In fondo con Jessica era successo. Non lo avrebbe mai e poi mai ammesso ma con lei era veramente diverso e sperava che rimanesse quel rapporto fraterno che avevano sempre avuto. Era ovvio che Blake avesse gli occhi per vedere che donna meravigliosa stesse diventando la sua amica e sapeva anche che, forse, Mia se si fosse accorta del suo vero potenziale poteva diventare davvero la più bella e brava della scuola ma era la cosa che adorava di più dell'altra: l'umiltà. Seppur prefetto, seppur l'alunna più brillante della scuola, seppur la più carina ed attenta, rimaneva sempre quella che si imbarazzava per i complimenti e che rimaneva sempre fedele a se stessa. Se Aaron pensava che Markab nella sua follia fosse autentico, Blake, riservava quell'aggettivo così prezioso per i Barnes a Mia. Si, era del tutto autentica e non c'era niente che avrebbe cambiato in lei. Ovviamente non glielo riusciva a dire e forse non era neanche pronto ad ammetterlo lui. Era così geloso di quella ragazza solamente perchè la vedeva davvero come una sorella, e la vedeva al suo pari. Per quanto lui fosse maschilista e delle volte sessista, per Mia c'era sempre una parola bella o un complimento. Magari non lo faceva a lei direttamente, ma se qualcuno chiedeva di lei, Blake aveva gli occhi che gli brillavano di una luce che riservava solamente ad Aaron. Ho detto che sembra che tu abbia 40 anni non che tu sia vecchia. Vaglielo a dire al professor Black o alla Ivanova che sono vecchi. Oddio hanno almeno 40 anni? Chiese poi riflettendoci attentamente. Perchè mai gli venivano sempre in mente quelle cose senza veramente un senso? Insomma forse si e forse no, ma comunque non era quello imporntate. La cosa importante era che finalmente si era levato un peso dallo stomaco e ricominciava a sentire il cuore più leggero. Parlare con Mia gli aveva fatto sempre questo grande effetto e la cosa non gli dispiaceva per niente. Lasciò cadere il discorso di Lilith e poi le sorrise quando disse che non era testarda neanche la metà di lui, Blake alzò un sopracciglio. Sei sicura di quello che dici, oppure vuoi ripensarci? Perchè io sono sicuramente molto più impulsivo di te ma testardo...Insomma alla fine detto fatto ti sei presa quello che volevi, se questa non è testardagine mista a perseveranza non saprei proprio come descriverla! E con quel "ti sei presa quello che volevi" c'era un mix di cose che non sapeva neanche bene lui definire, ma comunque la vedeva una ragazza determinata ad avere e raggiungere i suoi scopi a prescindere da tutto e da tutti.
    Poi la calma ed il silenzio ivase quel momento e Blake non fece altro che vuotare il sacco in un momento che era veramente raro tra i due. Sapeva che forse le cose dovevano essere dette sicuramente con più tatto ma lui era Blake Barnes e poteva crescere e migliorare in tutto, ma sull'avere tatto non c'era veramente molta speranza. Sorrise quando gli arrivò quello schiaffetto al braccio e si voltò a guardarla. Balbetta, è timida, australiana, Beatrix Aibileen. Non c'era di certo il bisogno di girarci intorno e sentendo le sue parole scosse il capo. No aspetta non voglio conquistarla, insomma ci manca solamente una ragazzina che mi ama follemente, ma la trovo interessante. Ci siamo incontrati per sbaglio a Roma nelle vacanze di natale. Ha una bella voce ed abbiamo fatto colazione insieme. Fine della storia. In realtà Blake non parlava di ragazze a caso e Mia lo sapeva bene ma quella era una situazione strana veramente e non sapeva come gestire il tutto. Anche perchè Jessica era la sua migliore amica e non voleva rovinare neanche il rapporto con lei, anche se temeva che andandoci a letto insieme il guaio era bello che fatto. Ma quella era un'altra storia che in quel momento non voleva mettere in mezzo, una cosa alla volta, insomma. Ma è carina. ridacchiò poi tornando a guardare la Londra che si era immaginato. Ecco, si, prima o poi l'avrebbe invitata a casa sua.

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    Sapeva molto bene che Blake era strano, che avrebbe dovuto smetterla di cercare di capire cosa pensasse o come si sentisse. Era difficile per lei accettare quanto fosse imprevedibile, instabile e variabile Blake, con tutti i suoi cambi di umore e di opinione, con la sua capacità di sorprenderla ogni volta. Dopotutto era anche merito di quel carattere così particolare se ora riuscivano ad andare d’accordo e se avevano approfondito il loro rapporto, dopo un inizio anche più che disastroso. Riconosceva di non essere abbastanza centrata e presente a sé stessa da poter dire di non avere alcun problema, ma sicuramente Blake era molto più complessato di lei, sotto certi punti di vista.
    Eppure, nonostante tutto, non poteva fare a meno di tenere a lui ed essere preoccupata per come si sentisse. Sapere che aveva lasciato Lilith l’aveva preoccupata, sul momento: sapeva che Blake era più fragile di quanto gli piacesse ammettere, e che a suo modo aveva tenuto alla ragazza, aveva paura di vedere che cosa un Barnes con il cuore spezzato sarebbe stato capace di fare.
    Avrebbe potuto biasimarlo per parecchie delle sue azioni, continuava a pensare che alle volte si facesse guidare troppo dall’istinto e non pensasse a sufficienza, ma la verità era che quel rapporto che avevano era troppo saldo per vacillare solo per una divergenze di opinioni. Mia non avrebbe fatto mai la maggior parte delle cose che faceva Blake, non era nella sua indole, eppure ogni volta era pronta a perdonarlo, a trovare una giustificazione, a riavvicinarsi e cercare almeno di offrirgli la sua opinione, senza tagliarlo fuori dalla sua vita solo perché agiva in un modo che lei non sempre approvava.
    Anche quel periodo di distanza non era servito a indebolire il loro legame, si sentiva ancora unita a quel ragazzo e anzi le dispiaceva essersi allontanata così tanto, le sue battute le erano mancate e anche la sua compagnia. Alzò un sopracciglio di fronte alla sua domanda. “Non me lo sono mai chiesta.” ammise, e quella era proprio una cosa tipica di Blake: uscirsene con domande totalmente fuori luogo, in momenti casuali, ed era fortunata ad essersi beccata una domanda “innocente” come quella.
    Continuava a non essere sicura circa l’essere addirittura più testarda di lui, e per quanto sapesse di saper ottenere quel che voleva quando lo voleva, era convinta che la testardaggine fosse tipica delle persone forti e lei non si sentiva così. Era abituata a vedersi come la fragile ragazzina che scappava dalla signora Nott e si nascondeva nella libreria della casa in cui viveva, non era così semplice pensare che ora fosse cresciuta così tanto da potersi definire forte e sicura di sé. Lo era, ma faceva ancora fatica ad accettarlo.
    “Mmmh… questo non significa molto. So essere cocciuta alle volte, è vero, ma tu non sei da meno! Quando vuoi qualcosa nessuno può fermarti, non conviene dire di no a Blake Barnes.” gli fece notare, terminando la frase con un tono ironico accennando un sorriso furbo e guardandolo con occhi luminosi. Era davvero curiosa ora di sapere chi fosse l’ametrina che aveva attirato l’attenzione di Blake, e avrebbe potuto immaginarsi chiunque ma mai sarebbe riuscita ad intuire la sua risposta.
    Lo guardò sorpresa, realizzando che non avrebbe mai potuto pensare ad Aibileen. L’amica era una delle persone più dolci e gentili che Mia conoscesse, si era affezionata a lei alla velocità della luce, ed era felice se qualcuno la apprezzava così tanto ma… Blake?! “Aibileen?! Lei è una ragazza meravigliosa. Non pensavo fosse il tuo tipo.” ammise, incapace di trattenersi, ascoltando poi la sua storia e alzando gli occhi al cielo. “Non sto già preparando gli inviti di nozze, Blake.” lo pungolò per essersi messo tanto sulla difensiva quando con lei non era necessario. Non lo stava certo “accusando” di essere già innamorato ma le sembrava evidente che non le avrebbe parlato in quel modo di qualcuno che non trova interessante o per cui non provava niente, non era da lui.
    “Oh sì, so che è carina ed è sempre dolce con tutti. Non ho dubbi sul fatto che tu abbia le migliori intenzioni ma stai attento: se la ferisci potrei finire per arrabbiarmi.” gli disse quindi, sempre gentile e provando a non accusarlo di niente pur cercando di non trattenersi dal fargli sapere come la pensava.

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    Si conoscevano da secondo anno di Blake e dal primo anno di Mia e la loro amicizia era nata per sbaglio e per una battuta sempre ecomunque fuori luogo di Blake e dalla risposta sempre pronta della biondina e poi erano stati legati da alcuni fatti abbastanza assurdi che gli erano capitati nella vita, fino ad arrivare al punto che lei per chiedergli "scusa" gli aveva fatto dei biscotti. Ecco anche se non si direbbe mai quelle erano le classiche cose che facevano sciogliere un coglione, stronzo e burbero come Blake. Aveva sempre ammirato la biondina e non si era mai imposto di volerle bene, anzi, spesso e volentieri lo faceva uscire fuori dalla grzia di dio non solo con la sua innocenza ma anche per il fatto che non si apprezzava abbastanza o comunque non era sicura di se come avrebbe dovuto esserlo. Ovviamente era inconcepibile per Blake il fatto che le persone non avessero un ego tato gonfio quanto il suo, ma cosa poteva farci? Alla fine era un ragazzino e certe volte, anche ed evidentemente, con dei modi sbagliati, davvero cercava di fare la cosa giusta per le persone che amava, specialmente per i suoi amici. Era sbagliato dire che era un egoista, lui era altruista a modo suo, il fatto di sentirsi sempre il protagonista di tutto lo rendeva anche una persona che si prendeva facilmente la colpa degli altri, ed era anche una di quelle persone che riusciva a caricarsi di alcune cose che non gli appartenevano affatto. Ecco il problema era sempre lo stesso e non riusciva veramente a trattenesi dall'essere inopportuno e stronzo proprio con le stesse persona a cui teneva di più. Anche se non si erano parlati per mesi, quella conversazione sembrava fatta da due persone che avevano finito di parlare appena l'altro ieri e Blake era veramente, ma veramente felice di questo. Sorrise appena per quelle considerazioni ma in quel momento era bene approfondire quel discorso su Aibileen. Ascoltò quello che disse e poi si strinse nelle spalle. Uh beh, non mi sembra una ragazza sprovveduta, seppur timida... quindi penso anche che potrei... aspetta trovo un modo carino per dirtelo e non farmi dare uno schiaffo...momento di pausa. divertirmi? Chiese quasi stesse cercando la conferma che quella parola fosse abbastanza esplicita da far capire il concetto di quello che voleva dire, ma non troppo esplicito per offendere nessuna delle due. Ecco, in quei piccoli gesti Mia avrebbe potuto capire che, effettivamente, Blake le voleva veramente bene e che le era mancata veramente moltissimo. In fondo per Blake, Mia era un pò come il grillo parlante per pinocchio e da quando non si erano più sentiti ne visti aveva fatto una cazzata dopo l'altra. Di quello ne era super certo! Ovviamente senza farla soffrire! é interessante... vorrei semplicemente scoprirla e conoscerla... non credo che sia un reato... Ecco, adesso la stava un pò stuzzicando, era così il loro rapporto, in fondo no? E Blake adorava Mia quando si scaldava per qualcosa in cui credeva davvero.

    Revelio GdR

     
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