Superclassico

Aidan&Gyll

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    “E se non le piacerà? No...perché non dovrebbe piacerle?”
    Faceva avanti e indietro con il pacchettino in mano, in attesa che arrivasse l'orario in cui si sarebbero incontrati. Le aveva detto di incontrarsi dopo le lezioni ai giardini pensili e stranamente lui era agitato.
    “Dai Aidan, non è la prima volta che fai un regalo ad una ragazza. Perché fai così?” era così agitato che si rispondeva pure da solo “Semplice, idiota. Non è come quelle che hai frequentato. Lei è più dolce e più...bella. Molto più bella di quelle ochette che frequentavi l'ultimo anno ad Hogwarts...una diversa ogni due mesi praticamente”
    Il dioptase si buttò a letto e si rigirava il pacchettino tra le mani. Le lezioni ovviamente erano già finite e lui aspettava che si faceva l'orario per poter andare ai giardini. “Te la meriteresti, Aidan? Non potresti essere un buon partito per una come lei”
    “Perché, cos'ho che non va? Sono un bravo ragazzo...un po' fuori di testa, forse. Ma non sono così scemo, no?”
    Il moretto sbuffò e si mise a sedere scompigliandosi i capelli.
    “Stupido che sei Aidan. Stai diventando un rammollito. Perdente. Deficiente.”
    Fece un respiro profondo e guardò l'orologio. Era ora.
    Si alzò velocemente dal letto e con passo spedito si avviò verso i giardini pensili. Intanto cercava di calmarsi inspirando ed espirando e canticchiando una canzone dei Green Day più vecchia di lui.
    Il regalo che doveva dare a Gyll per natale lo teneva stretto sulla mano destra. Glielo avrebbe consegnato prima, dato che per le vacanze di natale sarebbe andato a casa dai suoi genitori, ed avrebbe passato natale con loro, dato che nel capodanno entrambi lavoravano. Magari ci sarebbe stata un'occasione per incontrarsi durante le vacanze, ma Aidan voleva darle il regalo prima di natale e anche lei la pensava allo stesso modo.
    Dopo un po' Aidan arrivò ai giardini. Non si addentrò tra le aiuole perché voleva aspettarla, per poi magari camminare lì dentro con lei.
    Oltre al regalo, il ragazzo voleva chiederle una cosa e di tanto in tanto si ripeteva in testa le parole che aveva preparato per dirglielo. Sperava solo che lei accettasse la sua richiesta. "Dai coglione...non devi mica chiederle di sposarla" e in quel momento gli venne in mente il sogno che aveva fatto durante la lezione di divinazione, chiedendosi ancora perché non aveva mai sognato una cosa del genere prima d'ora.
    Aidan Hargraves

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Stava continuando a digitare sul suo magifonino tanti di quei caratteri che sembrava stesse scrivendo un papiro, e anche molto velocemente. Invece stava solo comunicando con Jessica: Gyll non era pronta a tutto quello che stava accadendo in quell'anno. Tra le tante cose era quella strana presenza di Aidan che sembrava essere molto costante, come le aveva promesso nell'aula in disuso. Non che la cosa dispiacesse alla mezza-veela, ma ecco non era esattamente quello che si aspettava.
    «Ora andrò a dargli il regalo di Natale. Dopo vengo a buttarmi sul tuo letto.» - inviò l'ultimo messaggio all'amica e mise via il telefonino, prendendo il pacchetto che aveva preparato artigianalmente per Aidan.
    Non era perfetto.
    No, non era nemmeno carino. Non era per niente brava a fare i pacchetti, infatti aveva arrotolato la carta con un chilo di scotch attorno alla scatola del regalo e aveva messo un fiocchetto sopra. Era chiaro che non era per niente pratica in quel tipo di lavoretti. Infatti guardava il pacchetto orrendo, credendo di aver fatto davvero un ottimo lavoro.
    Guardò l'ora e si rese conto che doveva correre all'appuntamento, altrimenti avrebbe fatto aspettare Aidan per tanto tempo. Aveva, però, un'ultima cosa da fare: prese un cappellino dalle dimensioni piccole che sicuramente non andava addosso a lei e «Pixie, si esce!» - disse, infilando sul capino del Panda Rosso, un cappello da elfo. Il Panda sembrava apprezzare, tanto che si sistemò appena prima di seguire zampettando la padroncina.

    Una volta arrivata nei pressi dei Giardini, Gyll sentì una fitta all'altezza dell'ombellico. Mosse appena appena il nasino «Uff... questo mal di pancia è strano...» - sì, perché non era proprio un mal di pancia. Era qualcosa di diverso, che Gyll non sapeva che natura potesse avere.
    Prese un grosso respiro e ricacciò indietro quell'ansia che le attanagliava lo stomaco, quindi proseguì a passo deciso, facendo saltellare le balze della gonna della divisa. Ebbene sì, non si era nemmeno cambiata per andare a quell'incontro, come se non avesse avuto idea di poterlo fare, per non fare tardi.
    Una volta arrivata all'ingresso dei giardini, sorrise appena al Dioptase «Ehi!» - disse alla vista del ragazzo, come se non sapesse esattamente cosa dire o fare. Pixie, invece, sapeva perfettamente cosa fare e vedendo i giardini, schizzò in avanti per andare a giocare con le varie aiuole in cui si sarebbe nascosta.
    Chinò lo sguardo, la mezza-veela, un tantino imbarazzata «Beh... ehm... come sono andate le lezioni?» - si grattò dietro la nuca, come se stesse cercando di sembrare il più disinvolta possibile.
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    L'attesa non fu così tanto lunga, anche se per Aidan sembrava un'eternità. E, a dire il vero, tutta questa agitazione non riusciva a capire da dove diamine proveniva e, soprattutto, perché diamine aveva quest'ansia addosso?!
    Dopotutto doveva incontrare Gyll che era semplicemente una ragazza. Una bella ragazza. 'una splendida ragazza, cazzo!' fece un respiro profondo, anzi...più respiri profondi, di seguito 'che diamine ti sta succedendo, Aidan? Ti stai...SILENZIO. Calmati, Aidan...si, forse è vero. Sta succedendo davvero quella...cosa adolescenziale...o che diamine è. Ma, stai calmo, comportati come fai sempre...e vedi che andrà tutto bene'.
    Aidan continuava a farsi questi film mentali, era come se avesse due Aidan in miniatura nel cervello che parlavano tra di loro. Come se quello in carne ed ossa non bastava.
    In quel momento vide Gyll davanti a lui, un 'Ehi!' timido uscì dalle labbra di lei e lui le sorrise, era felice di vederla.
    “Gyll! Ciao!” le si avvicinò e ovviamente incrociò il suo sguardo. Era talmente concentrato su di lei che non si era nemmeno accorto del suo Panda Rosso. “Come stai...? Le lezioni non sono state male, devo dire. Mi stanno sembrando interessanti tutte quante, davvero.”
    Si avvicinò un po' di più e le prese la mano “Ti va...ti va se passeggiamo un po' in questo...giardino? Non c'ero ancora stato, in realtà.”.
    Intanto nell'altra mano teneva ancora il pacchetto, che decise di infilare nella tasca dei pantaloni. Glielo avrebbe dato dopo. Prima voleva parlare un po' con lei. Stare in sua compagnia, il più a lungo possibile.
    “Non ti ho vista più, nelle ultime lezioni. Come mai...? Sei stata male?” Avrebbe voluto prestare più attenzione su di lei. Glielo aveva promesso, le aveva detto che l'avrebbe aiutata in qualsiasi cosa.. E lui voleva mantenere la promessa.
    Non ci sarebbe stato nessuno che l'avrebbe presa in giro o avrebbe riso di lei.
    “E senti un'altra cosa...non vorrei ricordartelo, ma devo perché sono stato un idiota e non faccio altro che pensarci. Ti chiedo ancora scusa per la nottata in quella casa...degli orrori. Pensavo fosse un'enorme cazzata, quella storia...invece mi sbagliavo. Scusami tanto, davvero.”
    Le fece un sorriso speranzoso. Era sincero, credeva che fossero tutte cazzate che raccontavano i babbani... “Non mi odi per questo, vero? Io, per farmi perdonare, ti ho portato un regalo, e vabbè...siamo quasi a Natale e ne ho approfittato per farti questo regalo e chiederti scusa per tutto il casino di Ottobre. Però..” disse infine, con un sorrisetto divertito “Il regalo te lo darò dopo. Ora ecco...vorrei stare un po' con te.”. Fece un respiro profondo e riprese. “Ti va, vero?”. Forse stava parlando troppo e non le stava dando il tempo di parlare, quindi, dopo quell'ultima domanda, rimase in silenzio, nell'attesa che rispondesse e nella speranza che accettasse di rimanere un po' con lui.
    Aidan Hargraves

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Ciao. Ecco cosa avrebbe potuto dire invece di quell'ehi così imbarazzato. Sorrise appena, quasi come se si fosse accorta di aver sbagliato e di aver dimenticato la cosa più semplice che avrebbe potuto dire. Per fortuna, così come aveva fatto la prima volta che l'aveva avvicinata, Aidan aveva una facilità nel parlare che quasi sotterrò quel momento di imbarazzo iniziale. Gyll gliene fu grata e quando prese una pausa, quasi trattenne il respiro mentre gli rispondeva «Sto bene, grazie. Tu? Sei pronto per queste favolose vacanze di Natale?» - domandò quasi a voler distogliere l'attenzione dal fatto che fosse così estremamente agitata e senza nemmeno conoscerne il motivo.
    Quando Aidan si avvicinò, Gyll sobbalzò appena e sentendo la sua mano afferrare quella della ragazza, la mezza-veela si sentì divampare il viso. Chinò lo sguardo, con l'imbarazzo totalmente fuori controllo e annuì timidamente alla sua proposta di passeggiare. «Sono...particolari, ecco. Anche se questo è il posto preferito di Pixie, qui viene per giocare e scappare. Per esempio, ora non so dove si è cacciata.» - rise, appena appena agitata dal fatto che stesse passeggiando mano nella mano con quel ragazzo.
    Che cosa strana, cosa stava succedendo? Insomma, non era mica preparata a passeggiare mano nella mano con qualcuno. Non lo aveva mai fatto. O meglio, non con un ragazzo. Insomma, che c'era di così diverso in Aidan che la faceva stare così agitata, questa volta? Non riusciva a capire, ma sentiva che c'era una tensione che si tagliava col grissino e non sapeva se provenisse da lei o da lui.
    Quei pensieri che affollavano la sua mente, furono interrotti dalla domanda scomoda di Aidan, Gyll storse il naso appena appena, quindi scrollò le spalle e scosse la testa «Sì e no. Nel senso che ultimamente mi viene mal di pancia ogni volta che devo venire a lezione, ma poi mi passa eh! Non sono malata, credo. Non sono malata, vero?!» - domandò fermandosi e stringendo involontariamente la mano del ragazzino.
    Rise, sentendolo scusarsi di nuovo per la casa di Halloween, tuttavia non aveva nessun rancore nei suoi confronti. La sua voce si piegò con una nota dolce, mentre riprese a camminare «Ma non devi scusarti. E' stata una cosa nuova e - in un certo senso - emozionante. Sicuramente spaventosa e da non rifare mai più, ma sono stata bene.» - disse calando di poco il tono su quell'ultima frase «E poi, c'eri tu a difendermi, no?» - la voce le tremò inaspettatamente, quindi l'istinto la portò a calare gli occhi celesti sui loro passi.
    Il percorso inverso, venne richiamato dalla sua successiva domanda. Sgranati gli occhi, Gyll fissò il ragazzo quasi come se fosse stupita da quel quesito «No! Ma che dici! Perchè dovrei odiarti! Tu non potevi saperlo e... un... un regalo?» - il cuore le saltò in gola, tossì appena come a volerlo rimandare al proprio posto. «Anche io ho qualcosa per te, però sì. Va bene se ce li diamo dopo e... » - le guance presero fuoco a quella volontà di voler passare del tempo con lei.
    Gyll rimase appena appena in silenzio. Le sembrava di star camminando in apnea. Non aveva mai provato così tanto disagio e anche nelle precedenti volte che si erano visti, non era mai stata così agitata. Annuì, sorridendo.
    Passarono degli attimi di silenzio, come se la mente di Gyll si fosse bloccata su quel voler stare un po' insieme che aveva desiderato Aidan e non sapeva bene come uscirne.
    Pixie, nel frattempo, riapparve, scappando da un lato all'altro del giardino. Gyll rise appena, quando la vide e fu in quel momento che Gyll si rese conto che se avesse continuato a trattenere il fiato, probabilmente quell'incontro sarebbe terminato con un viaggio in infermeria.
    Quindi si fermò di scatto e tirò il braccio che era legato alla mano di Aidan.
    Il capo era chino, le guance rosse come due pomodori «Aidan.» - mormorò appena. Sentiva il cuore batterle fortissimo, ma se non si fosse tolta quel peso dallo stomaco, probabilmente sarebbe morta soffocata «C'è qualcosa che non va» - era una domanda, ma per come l'aveva pronunciata non lo sembrava affatto. Se ne accorse poco dopo ed immediatamente aggiustò il tiro «E' una domanda, giuro. Ho dimenticato il punto interrogativo, ma ecco... Nel senso, c'è qualcosa che non va? Sembri... strano, ecco. Cioé lo sono anche io, ma tu lo sei più di me oggi.» - era in uno stato confusionale che non riusciva nemmeno a metter su una frase di senso compiuto «E poi...» - lo sguardo si calò sulle loro mani, era troppo strano anche solo vederle. Perché stavano camminando così? Gyll era nel panico più totale.
    Gyll McKenzy

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" - Grillo Parlante(?)

    Quella scena sembrava surreale. Se qualcuno avesse visto Aidan e Gyll da lontano, avrebbe pensato che si trattassero di due manichini che camminavano. Lui era stranamente teso e agitato. Lei pure.
    L'unico tranquillo e felice era il panda rosso.
    “Sto bene, sto bene...Eh...si, diciamo che sono pronto” ridacchiò “credo che lo passerò con i miei genitori e magari farò un giro a Diagon Alley per capodanno. Tu che farai, invece?”
    Chiese il ragazzo, incuriosito e nella speranza che magari l'avrebbe incontrata per capodanno.
    Quando lei parlò dei luoghi di Hidenstone, definendoli particolari, lui fu assolutamente d'accordo ed annuì solamente.
    Durante quel dialogo Aidan aveva il cuore a mille e mille pensieri gli frullavano per la testa. Che diavolo succedeva?!
    'te l'ho già detto, ma tu non vuoi che dica quella parola, come se fosse una cosa volgare. E' così, Hargraves. Fattene una ragione. E se magari lo dicessi a lei, ti toglieresti questo nodo allo stomaco. Fidati di me' 'fidarmi di te? E chi sei? Il mio grillo parlante?! O Merlino...sto parlando con la mia mente' 'beh, se vuoi definirmi così, fai pure...ma ti ricordo che tu non sei nato da un pezzo di legno. Sei fatto di carne e sei nato da...beh lo sai da dove sei nato, è inutile che te lo dica. Ascoltami...diglielo.' 'vediamo...'.
    Nel frattempo, fuori dalla testa di Aidan, Gyll rispose alla sua domanda riguardo le lezioni, fermandosi di colpo chiedendosi allarmata se fosse malata o no. Aidan la guardò, accennando un sorriso “ma no, non sei malata...però non saprei cosa potrebbe essere..magari sei agitata...” ci pensò, mentre dentro la sua testa continuavano i discorsi col suo grillo parlante che lo esortava a dirle cosa provava. Lo avrebbe fatto? Non ne aveva la più pallida idea.
    Alla discussione di Halloween ed alle sue scuse, le parole di Gyll lo tranquillizzarono
    «Ma non devi scusarti. E' stata una cosa nuova e - in un certo senso - emozionante. Sicuramente spaventosa e da non rifare mai più, ma sono stata bene.»
    Poi, abbassando un po' la voce, disse “e poi c'eri tu a difendermi, no?”. A quelle parole lui sorrise ed annuì “Assolutamente sì. Eri con me ed io avrei fatto e farei qualsiasi cosa per difendere te”
    'Bravo Aidan, stai cominciando a rivelarle qualcosa' 'stai. Zitto.' 'non ti posso fare nemmeno i complimenti, adesso...pfff'.
    «No! Ma che dici! Perchè dovrei odiarti! Tu non potevi saperlo e... un... un regalo?» a quelle parole sorrise nuovamente e anche qui fece si con la testa. Rimanendo sorpreso quando lei gli disse che aveva un regalo per lui. “Oh un regalo per me? Grazie Gyll!” poi la vide annuire e capì che aveva accettato di fare una passeggiata con lei. Ne fu davvero molto felice.
    'Ok Aidan. Questo posto è davvero carino, non trovi? E' un magnifico posto per fare quello che devi fare, vero?' 'ti prego...e se lei non prova le stesse cose?' 'meglio saperlo che rimanere col dubbio. Ne soffrirai un pochino, ma poi passa' 'ma...io non mi sono mai sentito così, con una ragazza...' 'questo perché con le altre ragazze non era la stessa cosa, semplice. Ora vai! Non cincischiare!'.
    Il dioptase stava per parlare, quando lei pronunciò il suo nome e tirò il braccio, fermandolo.
    «C'è qualcosa che non va»
    Aidan la guardò confuso e poi si guardò intorno, cercando di capire che cosa non andava. Poi lei riprese a parlare.
    «E' una domanda, giuro. Ho dimenticato il punto interrogativo, ma ecco... Nel senso, c'è qualcosa che non va? Sembri... strano, ecco. Cioé lo sono anche io, ma tu lo sei più di me oggi.»
    “Ah...” disse 'cazzo' 'no, niente cazzo. E' una cosa ottima. Così ti ha invogliato a dirle ciò che le devi dire. Su!'
    “E poi...” Aidan la vide abbassare lo sguardo verso le loro mani legate. 'ok, non è difficile. Non mi è mai successa una cosa del genere, però...'
    Respirò profondamente, grattandosi la nuca. “Gyll...no, non c'è nulla che non va...o almeno..c'è qualcosa, ma è una cosa bella...credo...e che non mi era mai capitata prima che...che incontrassi te. Sembro strano perché quando sto con te, quando sono vicino a te, il mio stomaco è come se si capovolgesse...non so spiegartelo bene...ma mi sento come se non potessi fare a meno di te. Quando entro in aula, ad ogni lezione, spero sempre di vedere i tuoi capelli tra i banchi, ogni volta che entro in sala grande spero di incrociare il tuo sguardo. Ti giuro, non ho mai provato una cosa del genere...ma è una sensazione che....che mi piace tanto, ecco. Credo...” 'credi?!' “anzi no...ne sono più che sicuro...sono più che sicuro che mi sono innamorato di te.”
    'se solo avessi le mani ti applaudirei!'
    Aidan Hargraves

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    Dioptase, 16 anni

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    «Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei.» - la testa di Gyll contava per cercare di rimanere attenta e sperando di sembrare il meno strana possibile, ma ovviamente, il fatto che il cervello fosse concentrato sul conteggio, la faceva apparire ugualmente tesa.
    La domanda di Aidan sul Natale interruppe quel conteggio, Gyll lo guardò di sfuggita per poi contare fino a tre e riprendere a parlare «In realtà non saprei. Credo che starò con i miei e poi a Capodanno la grande festa di Diagon, sì.» - eppure non era come il loro primo incontro, forse perché lei quella volta era arrabbiata? No, c'era qualcosa di diverso in entrambi, ma lei non era ancora ben certa di sapere cosa fosse. Non aveva mai provato quelle sensazioni e... il suo stomaco fece uno strano rumorino e divenne rossa «Forse ho mangiato troppe caramelle.» - cercò di giustificare quel rumore, sapendo che oggi non aveva toccato alcuna caramella, consapevole del fatto che era troppo agitata. Annuì alla questione dell'agitazione, ma non riuscì a dire più di tanto, perché in realtà lo era anche in quel momento.
    Agitazione che aumentò, insieme al rossore delle guance, quando Aidan le disse che avrebbe fatto qualsiasi cosa per difenderla, quella volta in quella casa stregata. Sentì il cuore saltarle in gola, ancora una volta e non riusciva a capire. E anche Aidan sembravano non essere quello con cui aveva varcato la soglia di quella casa stregata, mesi prima.
    Quando sbottò fuori con quella domanda, quasi se ne pentì alla risposta monosillabica di Aidan, probabilmente aveva infastidito il ragazzo o aveva toccato un tasto che non avrebbe voluto toccare. Però, forse, non poteva fare a meno di chiedersi se il problema fosse lei o altro.
    Quando il Dioptase riprese a parlare, Gyll cercò di mantenere lo sguardo sul suo volto, confusa dalle sue parole. Cercava di seguire il discorso che faceva, ma tutto era così strano e così nuovo che quando arrivò alla fine del discorso Gyll saltò appena, come se avesse appena preso la scossa «AH!» - gridò, quasi senza accorgersi di averlo fatto.
    Rimase in silenzio, guardando con gli occhi sgranati Aidan, come se guardasse in faccia un fantasma. La verità era che lei non aveva la minima idea di cosa si facesse in quel caso e il panico della situazione la stava mandando in crisi.
    «Oh, Aidan... io...» - aveva visto tanti film romantici dove si era vergognosamente addormentata nei primi venti minuti, quindi non sapeva nemmeno come funzionava una risposta del genere.
    «... io non so niente.» - esordì, sbattendo le palpebre, con quegli occhi da cerbiatto un po' confusi «Provo a spiegare, ecco. Io non so cosa si fa in questi casi. Mi viene spontaneo cercarti tra gli altri, questo è vero, ma non mi sono mai chiesta il motivo e... beh, oggi ero molto agitata nel sapere di dover venire qui.» - chinò lo sguardo sui propri piedi, presa dall'imbarazzo. «Mi piace passare il tempo con te e mi piaci tu. Cioé mi fai sentire ... sicura? Si può dire così? Oh, se sbaglio qualcosa puoi dirmelo. Io non so come si fa in queste situazioni. Cioé io... ho dato il mio primo bacio pochi mesi fa e basta. Non so nemmeno perché te lo sto dicendo, ecco. Sto iniziando a blaterare come una pazza, lo sapevo. E ora non riuscirò mai a fermarmi, perché anche tu mi piaci, ma adesso diventa tutto così strano che io non so se ho sbagliato a dire qualcosa e non so nemmeno se mi sono spiegata e che... adesso che si fa? Cioé tu mi piaci, io ti piaccio e --- io ti piaccio, giusto? Quindi? Una pacca sulla spalla e buon Natale? Come funziona Aidan? Io... non ho mai avuto un ragazzo e--- OH SCUSA. Non voglio dire che tu sei il mio ragazzo. Insomma, capisco che queste cose non funzionano così. Cioé, no. Non capisco un bel niente e ... » - finì il fiato. Si fermò e sembrava aver corso per kilometri con alle calcagne un predatore pericoloso «Ho fatto un disastro, vero?» - era pronta a ricominciare a blaterare di nuovo. Stava solo prendendo un po' di fiato.
    Gyll McKenzy

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    - Grillo parlante
    L'agitazione tra i due era davvero alta. Aidan sorrise a Gyll, quando disse che aveva mangiato troppe caramelle ma, nel frattempo litigava con la vocina nella sua testa che lo incoraggiava a dichiararsi una volta per tutte, mentre Aidan voleva aspettare ancora un po'. Forse il Grillo parlante aveva ragione e valeva la pena ascoltarlo e dichiararsi.
    Così fece e automaticamente le sue parole fuoriuscirono dalle sue labbra. Non si era preparato nulla, nemmeno una prova davanti allo specchio, niente di niente. Eppure era riuscito a dirle che era innamorato di lei.
    Finito il discorso che le fece, saltò assieme a lei quando poi gridò quelle due lettere che aveva detto lui prima di dirle tutto quanto.
    Poi la lasciò parlare, rimanendo in religioso silenzio ad ascoltare la sua voce che tanto gli piaceva, tra le altre (Tantissime) cose, di lei.
    Rimase nuovamente confuso, quando iniziò a dirgli '...io non so niente.' ma prima che lui dicesse qualcosa riprese a parlare, spiegando ciò che provava. E lì capì. E sorrise. E nella sua testa già c'era il famoso grillo parlante che faceva il trenino con i suoi neuroni.
    'Hai capito Aidan? Anche se lei non ha idea che cosa significhi tutto ciò, tu ed io sappiamo benissimo che cosa vuol dire! La ragazza è innamorata di te! Hai capito? Innamorata! Ce l'hai fatta, ragazzo. Ce l'hai fatta! Ora non resta altro che fare il prossimo passo. Prima però devi spiegarle un po' di cose...mi raccomando! Sii rispettoso.' 'stai zitto che ho capito tutto...e vorrei tanto che mi ripetesse tutto ciò che mi ha detto. Solo per potermene ricordare per sempre.' 'tranquillo, ho già memorizzato tutto quanto. PARLA PER LA MISERIA. Non sorriderle solamente. Che così sembri un ebete. Su ragazzo!'
    In effetti Aidan, rimase col sorriso stampato in faccia, un sorriso a venticinque milioni di denti, per una decina di secondi. Il cuore era come se stesse gareggiando su una Ferrari nel gran premio di Formula1, ma la Ferrari dei tempi d'oro, naturalmente.
    Aidan le prese le mani tra le sue e parlò.
    “Non sei un disastro...È normale non sapere cos'è...soprattutto se è la prima volta che provi ciò.” respirò profondamente e poi riprese, sempre sorridendole “Anche per me è la prima volta che provo una sensazione del genere. Non mi era mai successo prima d'ora...Ciò che senti, la voglia che hai di vedermi, l'agitazione che ti sale quando stai con me...quel dolore allo stomaco...significano solamente una cosa. Ed è ciò che provo anche io per te: Sei innamorata. Sì, questo è amore.”
    'Mi fa stranissimo sentirti parlare d'amore. Ma continua così, mi sto emozionando!' 'silenzio...non farmi perdere il filo'.
    “E...ecco...quando due persone sono innamorate...loro si amano...e si mettono insieme. Ed io...”
    'dai Aidan...ce la puoi fare'
    “Si, invece...puoi dirlo, Gyll...perché io vorrei davvero essere il tuo ragazzo. E...nel caso in cui tu voglia, il momento più bello...sarebbe un bacio. Ecco”
    'non ci credo, ce l'hai fatta...' 'ti prego...non ora. Lasciami solo con lei.' 'ok, scusa'
    “Te lo chiedo...ufficialmente, diciamo così. E...guarda. Era un regalo di natale, ma potrebbe anche essere un modo per ricordare questo momento.” dalla tasca prese il pacchettino e da dentro di esso prese una collanina d'argento con una lettera G come ciondolo, argentato anche questo e gliela mostrò.
    “È il mio regalo di natale e spero che questo sia anche un oggetto che ti ricordi questo momento. Gyll, Vorresti essere la mia ragazza?”
    Aidan glielo aveva detto. Lo aveva fatto ed ora era più sollevato. Aspettava la risposta definitiva, ma perché avrebbe dovuto dire di no? D'altronde lei provava le stesse cose. Non sapeva come funzionava, ma lui le avrebbe spiegato tutto con calma. Ora bastava solo che si godessero entrambi il momento. Senza fretta.
    Aidan Hargraves

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Mentre il grillo parlante nella testa di Aidan stava dando saggi consigli, Il, Lo e La, i tre cricetini nella testa di Gyll stavano giocando a metter su una band musicale. Una di quelle dove non c'era nessuna musica, ma solo confusione tra piatti che sbattono e grancasse fuori tempo. Insomma, una gran confusione, non si impegnavano per niente! Se Gyll avesse saputo dell'esistenza di un grillo parlante molto più utile come quello nella testa del moro, probabilmente avrebbe sfrattato i tre cricetini dalla sua testolina e avrebbe adottato una famiglia di grilli parlanti.
    Quando Aidan le afferrò entrambe le mani, Gyll sgranò gli occhi, quasi cercando di capire cosa avrebbe dovuto fare lei. Nel dubbio... beh, rimase ferma, chiaramente. E ascoltò proprio da brava bambina, tutto quello che Aidan stava dicendo, capendone ancora meno di quello che aveva capito prima. Annuì, però, come se avesse un senso, un senso che lei quasi stentava a credere. Quando lui proferì quella parola, la bocca di Gyll disegnò una O perfetta, di stupore.
    Tutta quella mole di informazioni era così difficle da processare quando i piccoli aiutanti di Babbo Natale nel suo cervello, non stavano facendo il loro lavoro.
    Un bacio? Sussultò appena ricordandosi che lei non si era allenata per niente, dopo quello da cui era scappata con Thomas. Gyll arrossì appena e lasciò ancora che Aidan continuasse a parlare. Quando vide la collana, Gyll sbattè le palpebre un paio di volte, con un sorriso che pian piano prendeva vita sul volto della mezza «Ma è stupenda Aidan! Il mio non so se sarà all'altezza. Cioé, io... ngh!» - prese il suo pacchetto e lo porse al ragazzo, chiudendo gli occhi e allungando entrambe le braccia verso di lui, come se stesse facendo una penitenza, piegando appena appena il busto, per nascondere il volto dall'imbarazzo «Tuo.» - disse appena appena un po' squillante. Se Aidan l'avesse aperto, avrebbe trovato dentro una sveglia controller. La mezza-veela si era davvero impegnata a trovare qualcosa di adatto a lui, chissà se c'era riuscita. Poi quella domanda la fece ritornare dritta, di scatto. Alle spalle di Aidan, sull'aiuola, c'era una Pixie molto confusa che li osservava. Gyll scosse appena il capo, tornando con lo sguardo sul volto di Aidan, che attendeva una risposta.
    Mandò giù a vuoto e quasi sentiva la bocca secca per il panico. Annuì impercettibilmente, accompagnando quel movimento con un «Sì.» - soffiato appena appena tra le proprie labbra.
    Tuttavia, quasi come se in quel momento le sembrava importante dirlo, Gyll alzò la mano di scatto, come se volesse prendere parola (perché è stupida) «Però... ecco... Riguardo al bacio, io non sono bravissima. Cioé, quando è successo con Thomas io non ho fatto niente, anzi sono scappata, ma poi non mi ci sono allenata ed ecco...» - prese a giocare con gli indici delle proprie dita «... insomma, immagino che bisogna allenarsi in certe cose ed io non ho avuto il tempo di farlo. E non mi sembrava carino scrivere a Tom per chiedergli una mano. Mi pareva un po' egoista. E poi--- insomma: nella mia vita ho dato solo quel bacio.» - ammise, con un sospiro sconfortato.
    Gyll McKenzy

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Gyll, oltre al fatto che fosse davvero una splendida ragazza, era anche molto ingenua e estremamente dolce. Non aveva mai incontrato una ragazza così e, probabilmente era per questo che se ne innamorò. Voleva una ragazza diversa dalle altre. Una ragazza unica nel suo genere. E per Aidan, Gyll era quella giusta.
    Quando lei vide la collana e gli sorrise, dicendo quelle parole, sorrise anche lui.
    Non disse nulla, però. Aspettò che lei gli porgesse il regalo che gli aveva fatto e quando lei lo fece, in quel modo che lo divertì un po', prese il pacchetto e lo aprì.
    Sorrise, appena lo vide, estraendo la sveglia controller dal pacchetto e guardò la ragazza con un sorriso felice. “È bellissimo, Gyll! Lo metterò sul comodino nel mio dormitorio. Grazie...”.
    Quindi, dopo quello scambio di regali, gli fece quella proposta ed attese con ansia la sua risposta.
    'posso parlare?' 'oh no...cosa devi dire?' 'solo due secondini e poi vado via, vi lascio soli. Voglio solo dirti che sei stato bravissimo. Lei, però sembra davvero un po' imbranata in questo...quindi dovrai lavorarci. Con estrema calma, mi raccomando. Non fare tutto di fretta. Lei ti ha fatto un regalo molto simpatico. Ovviamente non si aspettava che tu le dicessi questo' 'anche se mi avesse regalato uno stuzzicadenti, io ne sarei stato contento comunque.' 'sei proprio cotto, ragazzo. Ok...non ho nient'altro da dire, vediamo cosa dirà! In caso di risposta positiva, ho già la musica pronta'.
    L'attesa parve essere interminabile, ma alla fine arrivò.
    La dolce Gyll pronunciò, quasi in un sussurro, quel Sì, quasi come se avesse paura che qualcuno potesse sentirlo. Aidan stava per abbracciarla ed aveva il sorriso stampato in faccia (e probabilmente lo avrebbe tenuto così per almeno una settimana, come se avesse una specie di paresi facciale) ma Gyll alzò la mano e continuò a parlare.
    'chi è Thomas?' 'Non lo conosci, mi sa...non credo che tu lo abbia mai incontrato.' 'Devo cercarlo su facebook' 'non è importante, dai!' 'ma ha baciato...senti, mi lasci un attimo solo con lei, per favore?!'
    'ok ok...ma tranquillo. Non è importante...tu quante ne hai baciate? Non fare l'idiota!' 'hai ragione...ora via!'.
    Dopo la strana discussione con il suo grillo parlante (e non sapeva perché ancora non gli aveva dato una martellata in testa), lui guardò Gyll, sempre col sorriso in faccia e riposando la sveglia nello scatolo, e le rispose “Non è importante...ecco...se non vuoi adesso, non fa niente. Davvero. A me non importa se sai baciare o no. A me basta che tu mi abbia detto di sì. Per me è già la cosa più bella che mi sia potuta capitare. Con te voglio fare le cose con calma...senza fretta. Se tu adesso non sei pronta per un bacio, non fa niente”
    'ma che fai? Ma davvero l'hai detto? Sono ancora dentro la testa di Aidan Hargraves?' 'taci'.
    Le fece un sorriso e poi riprese “Girati, ti aiuto a mettere la collana” Se lei lo avesse fatto, Aidan avrebbe tolto il gancetto della collanina e lo avrebbe sistemato al collo di lei. “Ecco fatto” Disse, sussurrandole all'orecchio, lasciandole poi un dolce bacio sul collo. Aveva detto la verità. Con lei Aidan avrebbe fatto tutto con calma e senza costringerla. Sarebbe stato un bastardo, se lo avesse fatto.
    Aidan Hargraves

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    .Accetti ogni dettame, senza verificare. Ti credi perspicace. Ma sei soltanto un altro dei babbei
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    Dioptase, 16 anni

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Il, Lo e La sembravano non volerne proprio sapere di dare una mano alla mezzaveela, tanto che - invece di aiutarla a ragionare - stavano facendo ancora più confusione nella sua piccola testolina opale.
    Per Gyll, quella situazione, era tutta così strana e non sapeva esattamente cosa volesse significare entrare in una relazione di fidanzamento. Insomma, era certa che c'erano delle esigenze diverse, dei doveri, ma quali essi fossero non erano menzionati dalla ragazzina.
    La biondina non era certa nemmeno che fosse necessario avere un certo determinato comportamento, quelle attenzioni che adesso sarebbero state sicuramente diverse.
    In poche parole, Gyll era assolutamente vergine di relazioni (e questa narratrice vorrebbe anche dire e non solo!) con l'altro sesso, tanto da credere che le cose non sarebbero state poi diverse dal solito.
    Per lei, forse, nella sua testolina mal funzionante, l'indomani Aidan avrebbe passato il tempo così come lo aveva fatto fino ad oggi, senza sapere che ora aveva anche lei uno spazio riservato in quelle sue giornate.
    La questione del bacio sembrò imbarazzarla pazzescamente, tanto che le guance le si fecero rosse.
    Le parole di Aidan corsero come razzi e Gyll si sentiva spaesata in quella situazione che non si era nemmeno lontanamente immaginata. Era chiaro, però, che doveva dire qualcosa.
    E quando aprì la bocca per farlo, non uscì altro che un piccolo sospiro e subito di nuovo Aidan mangiare quel silenzio. Per fortuna che c'era lui a mandare avanti la cornice, perché Gyll era rimasta quasi imbambolata dal tutto.
    Annuì, quindi e si voltò di spalle, spostando appena i capelli per lasciar libera la pelle del collo. Sorrise a quelle sue successive parole e sentì mancarle il fiato quando il ragazzo posò le labbra sulla sua pelle.
    Gyll socchiuse gli occhi, godendosi quel calore inaspettato. Lentamente si girò, verso di lui, senza aumentare la distanza tra loro e portò le braccia al suo collo.
    Gli occhi celesti erano appena appena liquidi, dettato dal fatto che l'imbarazzo fosse cresciuto a dismisura.
    Calò lo sguardo, quindi e, di poco, si sollevò sulle punte per tentare di raggiungere almeno un minimo, l'altezza del ragazzo, o meglio, quel che bastava per avere la giusta linea tra le loro labbra «V-voglio... provare...» - sussurrò, a pochi millimetri dalla sua pelle, quindi socchiuse gli occhi e poggiò le proprie labbra sulla bocca di Aidan, in un dolce e morbido bacio.
    Sì, sarebbe cambiato proprio tutto!
    Gyll McKenzy

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    Non puoi attraversare la vita, cercando di non farti male.
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