I colori di un abbraccio

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    Si rese conto di non sentirsi così da parecchio, fatta eccezione per qualche rara occasione. Si sentiva benissimo con Cam, ovviamente, e anche con Erik, alle volte con Blake –soprattutto quando decideva di non contestare troppo apertamente la sua relazione, con Emma e anche con Jess, anche se era passato parecchio dall’ultima volta in cui avevano passato del tempo assieme, eppure non percepiva da un po’ quella fiamma bruciante che indicava la nascita di un nuovo rapporto, l’inizio di un nuovo legame. Mia non si reputava una difficile in fatto di amicizie, spesso si sentiva a suo agio abbastanza da parlare con suoi compagni di Casata e mostrarsi gentile e disponibile, ma non era così scontato che si sentisse così libera e tranquilla con quella che era ancora una sconosciuta.
    Forse Aibileen le stava facendo un qualche sortilegio, o forse era solo un po’ che non sentiva una nuova amicizia nascere. Dopotutto Mia era una che raramente giudicava il prossimo, per lo più si limitava ad esprimere la sua opinione ma per essere amica di Blake doveva per forza essere una che non escludeva nessuno a prescindere, no?!
    Aibileen era davvero materna, almeno con mia, in un modo che lei apprezzava forse anche perché non si era mai sentita così al centro dei pensieri di qualcuno, se non quelli di Cam che però era il suo fidanzato. Non pretendeva che le persone pensassero solo a lei, ovviamente, ma quando era con l’altra Ametrina era evidente che la ragazza fosse concentrata sul loro due, sul loro rapporto, che fosse presente.
    Non avrebbe scommesso di aver azzeccato il regalo, forse perché lei non aveva quasi mai davvero fiducia nelle proprie scelte e spesso dubitava di poter fare un regalo effettivamente utile o giusto per la persona che aveva di fronte. Mia amava fare i regali, adorava passare giornate e giornate a riflettere circa quello che avrebbe dovuto fare e che cosa avrebbe dovuto scegliere per questa o quell’altra persona. Forse le piaceva di più fare regali che riceverne: non perché non apprezzare i pensieri, anzi era entusiasta all’idea che Aibileen avesse speso tempo e soldi per comprarle qualcosa di così bello, ma la felicità che vedeva negli occhi di chi riceveva i suoi pensieri era incomparabile al resto.
    Si ritrovò a seguire incantata la lista dei famigliari dell’altra ragazza, sorpresa all’idea che ci potessero essere così tanti parenti tutti assieme, nello stesso posto, ma contagiata dal suo entusiasmo. Era evidente quanto l’altra volesse bene ad ogni singola persona che avesse elencato, e per lei che era abituata ad una famiglia ben più piccola e contenuta. Per anni erano stati solo lei e Charles, e ora che si stava un po’ allargando con l’arrivo di Eilidh e i suoi figli, Mia era addirittura agitata all’idea che quel cambiamento avrebbe portato con sé probabili modifiche alle loro tradizioni e abitudini.
    Eppure Aibileen sembrava essere davvero felice della sua situazione, e non faticò a immaginarsela circondata dai suoi parenti, felice, per le strade di Roma. Mia c’era stata a novembre, con Cameron, e ricordava con nostalgia quella città così romantica e bella. La guardò sorridendo appena e annuendo piano.
    “Wow sì, l’Irlanda non è così vicina… quindi sono Babbani anche loro?” avrebbe domandato curiosa, senza alcuna briciola di giudizio nella voce. Dopotutto nemmeno Mia era una Purosangue e guardava ai Babbani con fascino e curiosità, non certo con l’intenzione di giudicarli male perché non avevano la magia.
    “Sì, ci sono stata per i compiti di Magitecnica a Novembre… Cam mi ha portata a fare un giro ed è davvero bellissima!” ammise per poi irrigidirsi alla sua domanda, seppur in modo ancora una volta difficilmente percepibile. Per come era fatta Aibileen, per il suo essere così empatica e attenta, era probabile se ne accorgesse comunque, anche se stava cercando di non farlo vedere troppo.
    “I miei genitori non sono qui… non passo mai le feste con loro. A dire il vero non ho mai conosciuto mio padre e non vedo mia madre da molto…” ammise piano, per poi cercare di accennare un sorriso comunque “Ma penso andremo a trovare mio zio, almeno per un saluto.” aggiunse quindi, cercando di essere positiva.


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    Annuì alla domanda che Mia le pose sulla sua famiglia con gioia e trasporto, sempre felice di parlare di essa, che anche se casinara e non priva dei suoi litigi, amava immensamente.

    << Zia Alys è una nata babbana! Zio Red, sposato con Zia Luka, la migliore amica strega di Zia Alys, è il suo fratello babbano ed ha quattro figli maghi. Poi ci sono i suoi altri tre fratelli babbani: Zia Alyson, giornalista, Zio Felix, cameriere, e Zia Rose, commessa, che non ama la magia ed ha una figlia che è ancora troppo piccola per sapere se è una babbana oppure una strega, anche se non bisogna dirlo troppo ad alta voce davanti a Zia Rose, sennò poi s’impanica e diventa tutta rossa! Poi c’è Nonna Alice, la mamma degli zii, che è una babbana! Il marito di Zia Alys è il fratello di mamma, Zio Leslie, un medimago come lei, ed un bravissimo pozionista! È anche un po’ timido… >>

    Teneva, in effetti, non poche cose dalla madre e dal padre, ma non si poteva dire che avesse preso poco, dallo zio materno!

    << Zia Alys e Zio Leslie vivono nella Londra Magica, però, e Charlie, Taylor e Tyler vanno ad Hogwarts! Papà invece è purosangue e figlio unico, ma i nonni, che vivono alla Riunione, hanno cinque fratelli, e tre di loro hanno avuto due figli ciascuno! Ma non posso vederli spesso, vedo più che altro i miei nonni, quando mi vengono a trovare… Papà aspetta sempre di poter avere almeno un mese di vacanza disponibile, prima di andare alla Riunione, così da poter rendere visita a tutti! Sai, altrimenti si offendono… E vogliono sempre una copia autografata del suo ultimo libro! >>

    Rivelò con fare cospiratorio, come se fosse un segreto. In realtà, era semplicemente entusiasta di parlare della sua famiglia. Oltre ad adorarli oltre ogni dire, era sinceramente e visibilmente orgogliosa di ognuno di loro. Persino di sua Zia Rose che, anche se era un po’ matta, strana ed irascibile, aveva la sua bella faccia tosta ed era sempre riuscita a cavarsela, nella vita! Per quel motivo, l’ammirava e prendeva comunque ad esempio, per alcune cose. Era l’unica che cercava di sventare i dispetti dei cugini contro Zia Rose, tranne quando questa esagerava nel lamentarsi di Zia Alys, che era ancora più matta di Zia Rose, su quello non ci pioveva, ma che era la madre di Charlie e dei gemelli, oltre che la seconda zia preferita di Aibileen. Quella preferita, preferita, in realtà, era Luka, anche se, abitando lei nell’Irlanda Babbana, non poteva andarla troppo spesso a trovare. Voleva bene anche ai suoi cugini irlandesi, tantissimo (il secondo figlio era ancora ad Hogwarts, mentre la maggiore era in formazione per diventare un’auror), e quelli riunionesi la facevano sempre morire dal ridere, e la portavano ovunque, quando andava a trovarli: ma era soprattutto con Charlie, Tyler e Taylor che lei era cresciuta.
    Quando Mia nominò il compito di Magitecnica, invece, Aibileen abbassò lo sguardo, in imbarazzo e presa in contropiede: lei non era andata a quella gita, sentendosi troppo inadeguata. Non era da lei saltare una lezione, né tanto meno non fare un compito, ma Magitecnica era una materia che davvero non riusciva a capire e, in quel periodo dell’anno, la giovane Ametrin non poteva ancora dire di essere riuscita a parlare veramente con nessuno dei suoi compagni di scuola, a malapena con le sue benintenzionatissime compagne di stanza, ma con una pazienza dal comprensibile limite umano.
    Dopo qualche istante, si forzò ad alzare di nuovo lo sguardo verso la concasata, tornando a sorridere: grazie a Lilith, la sua compagna di anno Opale, era riuscita a capirci un paio di cose, su Magitecnica! Ed avendo ormai dei rapporti umani con quasi tutti i suoi compagni di classe, in generale riusciva a sopportare la tensione che sentiva quando, durante le lezioni di quella materia, si ritrovava con due punti interrogativi al posto degl’occhi.
    Quando Aibileen chiese qualche informazione in più a Mia sulla sua famiglia, si pentì rapidamente di aver parlato così tanto del legame che la univa alla propria, soprattutto per via del modo in cui si irrigidì quando le pose la sua ultima domanda. Scacciò prontamente il pensiero fugace di quanto il rapporto con i suoi parenti materni, al di fuori di Zio Leslie, fosse pessimo e palesemente inesistente: non li nominava mai, così come mai venivano nominati in casa sua o in quella degl’altri familiari (in loro presenza, quanto meno), per non causare dolore alla madre della giovane Ametrin. Si affrettò a chiedere invece, con il cuore in gola:

    << Ma… Dove sono? Perché non vedi tua madre da molto? Chi è tuo zio? Vi ha cresciuti lui?>>

    Domandò a raffica, stringendole con preoccupazione le mani, che ancora teneva nelle sue, ogni traccia di sorriso svanita sul suo volto, e pronta ad ascoltare con attenzione e discrezione qualsiasi cosa avesse scelto di confidarle.


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    Edited by Aibileen Beatrix - 24/2/2021, 07:00
     
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    Mia era sicura che si sarebbe persa con tutti quei nomi, ma forse era solo perché era abituata ad essere circondata da pochi parenti che ricordava quindi molto bene. Si ritrovò a sorridere davanti all’entusiasmo della ragazza, senza avere il cuore di dirle che si era persa al primo nome e piuttosto apprezzando il coinvolgimento con il quale parlava dei suoi parenti. Le sembrava felice, e per quanto si trattasse di una situazione che forse aveva desiderato più di una volta, non stava provando invidia quanto più una tenerezza istintiva.
    Mia non era una che desiderava mai quel che avevano gli altri, piuttosto era abituata a chiederi che cosa sarebbe stato di lei se la sua vita fosse stata diversa –più simile a quella di Aibileen magari o di qualche suo altro compagno- ma era ben consapevole che la sua situazione fosse comunque migliore di molte altre. Charles l’aveva cresciuta nel migliore dei modi ed era grata di aver avuto almeno lui pronto a prendersi cura di lei e tanto le bastava.
    “Wow, sembrate una famiglia confusionaria…in senso buono, dico! Posso solo immaginare quanto possa essere belle essere riuniti tutto nello stesso posto, quante cose abbiate da raccontarvi ogni volta.” osservò con dolcezza, ritrovandosi a immaginare un gruppo così grande di persone da riuscire a stare a malapena nella Sala Grande di Hidenstone: stava esagerando, ovviamente, ma in quel momento le sembrava uno scenario più che fattibile e anche abbastanza buffo. “E tuo padre scrive sempre un libro nuovo?” avrebbe quindi domandato con innocenza, per pura curiosità. Aibileen avrebbe dovuto essere fiera di sé: Mia non era solita indagare molto ma il suo entusiasmo la stava contagiando abbastanza da spronarla a voler sapere qualcosa di più. Infondo sentirla parlare della sua famiglia era piacevole e rilassante, avrebbe potuto ascoltarla anche per ore.
    Le dispiacque vedere il viso dell’ametrina adombrarsi dopo che ebbe nominato i compiti di Magitecnica: sapeva che l’altra ragazza non era andata con loro ma immaginava che non fosse poi così semplice partire al primo anno per una gita come quella, conoscendo ancora poco i propri compagni. Avrebbe voluto rincuorarla, ma non conosceva i pensieri che le stavano passando per la testa e si sarebbe limitata ad accennare un gentile. “Beh, potrai venire la prossima volta!” sperando che la ragazza non si sentisse troppo a disagio. Lei aveva nominato Roma perché aveva solo bei ricordi collegati a quella città, non certo perché volesse farla sentire in difetto.
    Avrebbe dovuto immaginare che Aibileen non si sarebbe fatta fermare da una risposta a metà e che avrebbe provato ad indagare meglio cerca la sua storia. Aveva intuito quanto la ragazza fosse curiosa –in senso buono- e in effetti quel lato di lei la inteneriva non poco. Cercò comunque, in parte perché detestava essere quella che si piangeva addosso, e in parte perché le sembrava già fin troppo preoccupata e non voleva darle altri pensieri. “E’… un po’ complicato.” avrebbe ammesso a mezza voce: era comunque qualcosa che aveva imparato a gestire e che, dopo tutto quel tempo, stava cominciando ad accettare. Non era ancora pronta ad affrontare tutti i suoi demoni, ma la sua storia di famiglia era qualcosa che riusciva a raccontare con più calma, adesso, rispetto anche solo a qualche anno prima. “Mia madre lavorava come domestica a casa di questa famiglia molto ricca, i Nott. Il Signor Nott è mio padre, ma sono nata da una notte d’amore appassionata e non ero prevista: la Signora Nott, proprio perché nata fuori dal loro matrimonio, non mi ha mai sopportata granchè ma mia madre non aveva i soldi per trasferirci altrove e così siamo rimaste. Charles è figlio legittimo dei Nott, è lì che ci siamo incontrati, e posso dire che mi abbia sempre trattata come una sorella di sangue, niente più e niente meno.” avrebbe ammesso, lasciando che un sorriso intenerito le affiorasse sul volto, come sempre accadeva quando parlava del fratello. Sapeva di non poter ancora raccontare tutta la storia ma si sforzò di essere il più specifica e dettagliata possibile, per quel che poteva.
    “Io e Charles ci siamo allontanati dalla Tenuta non appena ne abbia avuto occasione, mia madre non ha mai ben visto quella decisione, nonostante tutto pensava fosse necessario essergli grati… e così io e Charles ce ne siamo andati e siamo andati a vivere da mio zio. Non è successo molti anni fa, ma andavo ancora a Hogwarts.” concluse quindi accarezzandole piano le mani con dolcezza. “Ma sto bene adesso, non preoccuparti.” aggiunse sincera, sperando di non aver peggiorato la situazione.


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    Aibileen era sicura che anche Mia avrebbe apprezzato la compagnia dei suoi familiari, se solo avesse avuto modo d’incontrarli! E viceversa, naturalmente. Ai suoi occhi, era impossibile non trovarsi bene con la Prefetta Ametrin! Era anche certa del fatto che fosse piena di corteggiatori.
    Sorrise alla parola che la suddetta usò per descrivere le sua adorata famiglia:

    << Confusionaria… Sì, direi di sì! C’è sempre un grande baccano, nei posti dove ci riuniamo! >>

    Alle volte, pure a costo dell’educazione, a dispiacere ed anche lieve disappunto di Aibileen che, invece, al “non disturbare” ci teneva. Ma, nel vederli tutt’insieme appassionatamente, quando non potevano esserlo troppo spesso, la maggior parte delle volte, chiudeva entrambi gl’occhi pure volentieri. Tranne quando litigavano. La giovane meticcia provava serie difficoltà a sopportare gli strilli, in particolar modo quando prolungati.
    Ma doveva ammettere che, se, grazie a Magia Verde e, per qualche lezione, anche a Difesa Contro le Arti Oscure, le stava venendo in mente che, magari, non le sarebbe dispiaciuto lavorare con le creature magiche… Le conveniva imparare a sopportarli quindi, e neanche poco! Le creature rumorose esistenti al mondo, nonché aggressive ed istintivamente ostili verso il prossimo, non erano pochine.
    Sorrise, ad ogni modo, di gioia ed orgoglio puri, quando Mia le fece una domanda sul lavoro del padre:

    << Alle volte passa anni a lavorare sullo stesso libro, ma il risultato ne vale sempre la pena! >>

    Assicurò con entusiasmo, felicissima del coinvolgimento che stava dimostrando Mia nei confronti della sua famiglia e, di riflesso, anche della sua vita.
    Annuì con rinnovata allegria al modo in cui la bionda Ametrin liquidò il suo non aver partecipato a quella gita di Magitecnica, atto codardo che, comunque, avrebbe continuato a rimpiangere un minimo probabilmente fino alla fine della sua carriera scolastica ad Hidenstone.
    Era perfettamente consapevole del fatto che, tra l’altro, la concasata non le avrebbe mai detto quelle cose nel tentativo d’insabbiare dei pettegolezzi da vipera o, comunque, dei pensieri sgradevoli. Tale certezza, l’aiutò sicuramente a rilassarsi nuovamente e a lasciar correre su quei ricordi ormai, effettivamente, sempre più lontani.
    Quando arrivò il momento, per la povera Mia, di rispondere alle domande leggermente, ma inconsciamente invasive di Aibileen, quest’ultima aprì ben, bene le orecchie e stette, per un po', in rispettoso ed attento silenzio. Non molto religioso però. No.

    << Wow! Tuo fratello Charles… S.. Sembra davvero una brava persona! Meno male! Co.. Com’è, tuo zio? Spero non ti trattasse troppo male, la Signora Nott! Ma… Q.. Quindi, vivevate anche con la “moglie ufficiale” di tuo padre? Lui... Era... Gentile con te? >>

    Persino lei stava esitando, a porre delle domande simili alla concasata, ma sinceramente e sempre più intensamente desiderosa che essa si aprisse con lei, e che potesse contare sul suo appoggio. In nome di cosa?
    Non lo sapeva, esattamente, ed era proprio la sensazione di non avere alcun diritto di porle quegl’interrogativi così personali, a spingerla a tentennare a quel modo nell’esporli.
    In realtà, si sentiva già estremamente grata di quelle confidenze che, ora lo poteva un minimo immaginare, dovevano essere costate non poco alla compagna!
    Le accarezzò le mani con gratitudine e tenerezza, cercando di controllare un minimo la sua preoccupazione, e proponendo, a bruciapelo:

    << E… Se andassimo a farci una passeggiata lungo le coste, per rilassarci un po’? >>

    Guardò l’orologio del magifonino: forse era meglio di no. Cominciava a farsi una certa, e non voleva che Mia prendesse freddo!

    << O forse… Più alla Sala da Té, magari? >>

    Ritentò, rivolgendo alla concasata un sorriso tenero, anche se un po’ insicuro, ed uno sguardo lucido, certamente commosso, ma che, in quell’istante, riusciva a dare la precedenza alla serenità dell’altra, nonché del momento che stavano condividendo.


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    Edited by Aibileen Beatrix - 27/2/2021, 12:48
     
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    Mia non stava nemmeno pensando alla possibilità di incontrare mai la famiglia di Aibileen o, in generale, di poter avere a che fare con così tanti parenti tutti assieme. Era ovvio che si trattasse di qualcosa di reale. Aibileen non era una che le avrebbe mentito e non aveva ragione di farlo, ma una parte di lei continuava a percepire quel “racconto” come qualcosa di quasi irreale. Faticava a pensare che esistesse davvero qualcosa del genere, che qualcuno potesse essere circondato da così tante persone tutte assieme, tutte famigliari, e non sapeva nemmeno come avrebbe potuto sentirsi lei in una situazione simile. Bene? Soffocata? In imbarazzo?
    Era felice che l’altra ametrina stesse condividendo con lei quel genere di ricordi, era felice che decidesse di aprirsi con lei e raccontarle di più della sua vita e della sua famiglia, anche se Mia forse non riusciva a comprendere fino infondo quello che le stava descrivendo.
    Le sorrise con entusiasmo, annuendo alle sue parole anche se non ne aveva mai letto uno fino a quel momento. “Non ho dubbi! Mi piacerebbe leggerne qualcuno, qualche volta.” avrebbe quindi ammesso con sincero interesse.
    Per lei rimaneva difficile parlare del suo passato: malgrado si trattasse di traumi che aveva superato, almeno in parte, non era abituata ad aprirsi così tanto sulla questione, non era facile per lei parlare della famiglia Nott, di quel che aveva vissuto, forse perché capiva da sola che alcune cose potevano sembrare più stupide o, al contrario, gravi di altre. Non voleva far preoccupare Aibileen, continuava a pensare che guardare in avanti fosse il modo migliore per poter crescere, non aveva senso per lei rivivere quel che aveva passato, era convinta che fosse meglio “ignorare” certi ricordi e provare a non darci più così tanto peso. Alle volte si rendeva conto che non era il modo più sano per affrontare le cose, riconosceva che forse negare l’evidenza o ignorare certi demoni potesse non essere il modo migliore per affrontarli, ma qualche volta ne aveva parlato con Cameron e anche solo accennarne ad Aibileen le sembrava un passo avanti notevole.
    Avrebbe sorriso con dolcezza, provando a sostenere il suo sguardo. “ Mio fratello è una delle persone più belle che io conosca! Si è sempre preso cura di me nonostante tutto, anche nei momenti peggiori… sono fortunata ad avere avuto sempre lui al mio fianco. Mio zio è sempre stato accomodante, forse non la persona più affettuosa del mondo ma non posso biasimarlo: siamo piombati dal nulla e lui ha le sue cose di cui occuparsi, è stato molto gentile ad ospitarci e non farci mai sentire di troppo.” avrebbe spiegato con affetto, per poi proseguire in modo un po’ più serio. “Mio padre non era molto felice di avere una figlia fuori dal matrimonio, in realtà, e la Signor Nott ancora meno… Alle volte non so nemmeno io perché ci abbiano lasciate vivere lì, ma credo che sia stato comunque una delle cose più gentili che abbiano fatto.” avrebbe concluso poi alla fine, sospirando piano e cercando di sorridere di nuovo alla sua proposta.
    Non si era accorta che il tempo era passato così velocemente e quando l’altra propose di spostarsi in sala da tè non potè evitare di illuminarsi. “Mi sembra un’ottima idea, ho proprio voglia di qualcosa di caldo!” avrebbe quindi replicato, imponendosi di alleggerire l’atmosfera e non dare troppi pensieri all’amica.

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    Aibileen sperava sinceramente che, un giorno, avrebbe davvero avuto l’occasione di presentare Mia alla propria famiglia, e viceversa.
    Ma, d’altronde, chissà… ! Chi vivrà vedrà.
    L’interesse che Mia mostrò verso lo stile di libri che scriveva suo padre la fece illuminare di gioia:

    << Potremmo andare al Ghirigoro insieme, prima o poi! >>

    Propose con entusiasmo. La lettura era una delle loro passioni in comune, dopotutto: perché non condividerla andando insieme in una delle librerie magiche più belle del mondo?
    Si sentì decisamente onorata del fatto che Mia, alla fine, si fosse aperta con lei anche solo un minimo sul suo passato, viste le varie bruciature che vi erano presenti! Continuò ad ascoltare quanto le disse sull’argomento in silenzio, tenendole semplicemente le mani con delicatezza e gratitudine.
    Sentì che ogni suo commento o opionione sarebbero risultati decisamente di troppo e superflui, ragion per cui, si limitò a baciarle una guancia e a dirle, con gl’occhi lucidi:

    << Sappi che, se mai vorrai venire a trovarmi a Melbourne, sarai più che la benvenuta! >>

    Il suo papà e la sua mamma l’avrebbero adorata, ne era sicura. Quando Aibileen propose di andare a rifocillarsi un po’ alla Sala da Té, e Mia assentì con il dolce entusiasmo che lei adorava, alla giovane Ametrin venne completamente spontaneo dire:

    << Sono felice che tu sia qui, Mia. >>

    In quel momento, una lacrima le scappò, ma l’asciugò immediatamente, e non perse il proprio sorriso. Voleva vedere la sua amica allegra e serena, ed avrebbe fatto del suo meglio per raggiungere tale scopo!

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    Aibileen sperava sinceramente che, un giorno, avrebbe davvero avuto l’occasione di presentare Mia alla propria famiglia, e viceversa.
    Ma, d’altronde, chissà… ! Chi vivrà vedrà.
    L’interesse che Mia mostrò verso lo stile di libri che scriveva suo padre la fece illuminare di gioia:

    << Potremmo andare al Ghirigoro insieme, prima o poi! >>

    Propose con entusiasmo. La lettura era una delle loro passioni in comune, dopotutto: perché non condividerla andando insieme in una delle librerie magiche più belle del mondo?
    Si sentì decisamente onorata del fatto che Mia, alla fine, si fosse aperta con lei anche solo un minimo sul suo passato, viste le varie bruciature che vi erano presenti! Continuò ad ascoltare quanto le disse sull’argomento in silenzio, tenendole semplicemente le mani con delicatezza e gratitudine.
    Sentì che ogni suo commento o opionione sarebbero risultati decisamente di troppo e superflui, ragion per cui, si limitò a baciarle una guancia e a dirle, con gl’occhi lucidi:

    << Sappi che, se vorrai mai venire a trovarmi a Melbourne, sarai più che la benvenuta! >>

    Il suo papà e la sua mamma l’avrebbero adorata, ne era sicura. Quando Aibileen propose di andare a rifocillarsi un po’ alla Sala da Té, e Mia assentì con il dolce entusiasmo che lei adorava, alla giovane Ametrin venne completamente spontaneo dire:

    << Sono felice che tu sia qui, Mia. >>

    In quel momento, una lacrima le scappò, ma l’asciugò immediatamente, e non perse il proprio sorriso. Voleva vedere la sua amica allegra e serena, ed avrebbe fatto del suo meglio per raggiungere tale scopo!
    Così, non tardarono a spostarsi alla Sala da Té di Hidenstone, ridendo e scherzando, felici di quel momento condiviso insieme.

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